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Autore: elizzie    15/05/2006    4 recensioni
Esiodo ci dice che ci fu dapprima il Caos:
la Terra dall'ampio petto, sicura sede, e poi, per tutti, sempre, Amore!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lily Evans, Narcissa Malfoy, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternate Universe'
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Capitolo 26- Death or Life

Devo chiedervi immensamente scusa, non pubblico da mesi, per la precisione due mesi e quattro giorni. Non so come chiedervi perdono, ma ho avuto le mie ragioni. Non starò qui a rendervi partecipi delle mie belle cose, perchè non è il caso.

 

Però non ero dell'umore adatto per scrivere, scusatemi.

Ora non vi abbandonerò più.

Questa fic è quasi finita.

Se vi interessa ne ho scritta anche una su lost.

 

 

Capitolo 26- Death or Life

 

 

La mattina dopo Lily entrò velocemente nella cella di James, gli puntò la bacchetta contro e urlò: “Avada….Avada….Avada”.

Ma non riuscì a finire di pronunciare la formula dell’anatema. Cadde sulla ginocchia, tremando come una foglia.

James la guardò compassionevole, e disse: “Perché non riesci ad uccidermi?”.

“Non lo so. Sono anni che ti voglio uccidere, e ora che posso farlo, non ci riesco”.

Lily non attese un secondo di più, e ancora come la sera prima corse via, e si ritirò nelle sue stanze personali. C’erano due motivi per cui non poteva uccidere James Potter. Il primo era che non voleva diventare la puttana di Lord Voldemort, e la seconda era perché rivedere James Potter aveva risvegliato in lei sentimenti che credeva sopiti nel suo cuore di Mangiamorte: in realtà non aveva mai smesso di amarlo, e ucciderlo sarebbe stato come uccidere una parte di se stessa.

Comunque l’avrebbe fatto. Avrebbe ucciso James Potter. Un Mangiamorte era tale perché non aveva sentimenti, e lei non ne doveva avere.

Un Mangiamorte venerava il suo signore persino più di se stesso, e lei avrebbe avuto l’onore di essere totalmente sua. Doveva esserne felice.

Corse di nuovo nella cella di James, con gli occhi chiusi, la bacchetta saldamente in pugno. Stava per pronunciare l’incantesimo, ne era assolutamente convinta, quando sentì James parlare: “Finalmente sei arrivata ad uccidermi. Lo sento, ora ne sei convinta. Fammi dire solo una cosa”.

“Qualsiasi cosa tu mi dirai, non mi distoglierà dal proposito di ucciderti”.

“Non ho intenzione di dissuaderti. Volevo semplicemente togliermi un sassolino dalla scarpa per morire in pace”.

“E di cosa si tratta? Sentiamo”.

“Volevo chiederti scusa per quello che è successo alla fine del settimo anno. Io ti amavo più di ogni altra persona al mondo, e sono sempre stato geloso di Sirius, sin da quando ho cominciato ad uscire con le ragazze. Lui è sempre stato più bello di me, ed era già capitato spesso che alcune ragazze che uscivano con me si siano invaghite di lui. Quando ti ho vista lì nel suo letto con lui, non ci ho visto più. Poi io e Sirius non ci siamo parlati per sei mesi, fino a quando non abbiamo sentito che tu eri diventata una Mangiamorte, io mi sono sentito morire dentro, perché sapevo che era colpa mia. Ma Sirius è venuto a trovarmi, e mi ha detto che non era colpa mia, bensì sua, e mi ha raccontato come sono andate le cose quel pomeriggio. Sono stato uno stupido, Lily. Puoi perdonarmi? Non potrei sopportare di morire, sapendo che la donna che amo da otto anni mi odia”.

Lily era basita. Non si sarebbe mai aspettata delle scuse da una persona come James, così orgoglioso. E non si sarebbe mai aspettata una simile dichiarazione d’amore.

E tutto divenne troppo. Lily cadde in ginocchio, piangendo.

James le disse: “No, Lily. Tu non puoi piangere. Tu devi uccidermi ora. Perché non ci riesci? Non posso credere che mi ami. Sei una Mangiamorte, e come tale ti devi comportare”.

“No, James, io non sono una Mangiamorte. Non lo sono mai stata. Ero arrabbiata, e non mi sono mai resa veramente conto di ciò che facevo. Ho fatto tutto ciò che mi è stato chiesto, sempre. Tu sei il primo ordine che non posso eseguire, e che non potrò mai eseguire. Ora te ne prego, vattene”.

Lily gli si avvicinò, e aprì le catene che gli costringevano i polsi. James si stirò come un gatto, per sgranchirsi, dopodiché sussurrò a Lily un grazie, e chiese: “E di te cosa ne sarà? Il tuo Signore capirà che sei stata tu a liberarmi”.

“Non so cosa accadrà. Sarò di certo punita. Ma non mi ucciderà, se è questo che intendi. Lui mi vuole. Probabilmente mi costringerà a diventare la sua concubina”.

“Non puoi farlo, Lily”.

“Preferisco quello alla morte”.

“Scappa con me, Lily. Ti proteggerò. Ti proteggeremo. Ti prego, vieni con me”.

Lily pensò per qualche secondo, poi si gettò tra le braccia di James; aveva preso la sua decisione. Disse: “Ora si che mi ucciderà, se mi troverà”.

Così quella notte James Potter e Lily Evans fuggirono dalla fortezza di Voldemort, scrivendo il loro destino.

Insieme, per sempre.

   
 
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