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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    17/09/2011    1 recensioni
Ciao! Sono tornata con una nuova FF questa racconta una storia un po' migliore delle altre dato che sono anni che ci penso. Come tutti, anch'io mentre leggevo HP mi sono fatta un'idea o meglio mi sono creata un personaggio che rivivrà con noi la maggior parte delle avventure del "fantastico trio". Dato che, però, non potevo far altro che pensare a scriverlo e a dividerlo con gli altri oggi mi sono decisa a pubblicare. Dico già alcune cose sulla storia e cioè che parte dal secondo anno di Hp e lo segue come un cagnolino fino alla fine. Potete, però, stare certi che non vi annoierò, ancora, riprendendo ciò che ha scritto la Row dato che lo dò per acquisito e fino a un certo punto la storia non cambia.
Non leggete questa storia verrá presto eliminata per essere riscritta da capo
Quindi non leggete
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom O. Riddle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Deborah Durell'
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Mi spiace di averci messo tanto a scrivere questo capitolo ma non riuscivio a trovare l'ispirazione per farlo venire al meglio di sè. Spero che ci sia ancora qualcuno a seguirmi. Questo è il terzultimo capitolo di questa storia. Ringrazio JkEdogawa per aver recensito e tutti coloro che hanno solo letto.


Deborah passò il resto dell’anno a studiare in Biblioteca e a scappare da Malfoy, man mano che la notizia del loro fidanzamento arrivava alle orecchie di tutti.
Si ritrovò, così, in un baleno agli ultimi giorni di scuola e si accorse che lei con Harry, Ron, Hermione e Ginny non ci parlava da un po’, forse da quando avevano scoperto del suo fidanzamento e non l’avevano più guardata in faccia o da quando Hermione aveva scoperto che per la paura che dilaniava in lei non era mai andata a trovarla in Infermieria, lei non lo sapeva. In quel momento era notte ma per lei sarebbe anche potuto essere mattina, dato che no riusciva né a dormire né a non pensare ai suoi compagni, fra cui il suo migliore amico.
Il giorno dopo sarebbero partiti, ma lei doveva restare a scuola a passare i due anni in uno. Era una pazzia ma ce l’avrebbe fatta.
Ginny si rivoltò nel letto e disse qualcosa nel sonno.
Come aveva fatto a non accorgersi che quella ragazza era posseduta? Non riusciva ancora a rispondersi. Forse in tutte quelle notti passate a piangere lacrime amare pensando a quanto fosse stata stupida a non dire la verità a Draco e al prof Snape non aveva avuto il tempo di guardare che fine facesse l’unica ragazza della sua età che pareva darle peso.
Poi si ricordò che dai suoi stupidi occhi non era mai scesa una sola goccia né di gioia né di tristezza, che lei non sapeva cosa significasse davvero Piangere, che lo aveva visto fare ma lei non ci riusciva, quasi avesse ricevuto sopra la testa una maledizione: non potersi mai sfogare.
Sorrise nel pensare che cosa avrebbero pensato i suoi a vederla in quel momento, fidanzata e tutto, eppure non era poi tanto cambiata.
Con questi pensieri in testa Deborah riuscì finalmente a chiudere occhio e a penetrare in un sogno agitato.
 
Il giorno dopo, mentre tutti mettevano le proprie valigie sul Espresso di Hogwarts Deborah si avvicinò ad Harry per salutarlo.
- Harry…- fece, con un timido sorriso sul volto.
Il ragazzo non le rispose.
- Harry!- Provò di nuovo ma, nuovamente nessuno le rivolse la parola, anzi Harry si allontanò da lei facendo finta di dover andare a salutare Hagrid.
- Deborah, ti posso parlare?- fece una voce strascicata alle sue spalle.
La ragazzina si voltò a guardare il fidanzato.
- Sì…!- Anche se non ne aveva poi tanta voglia si concesse di ascoltarlo.
- Senti ti vorrei invitare a casa mia per le vacanze…- Disse il ragazzo sperando in un sì.
- Mi spiace ma non posso, insomma tutta l’estate… Dovrò starmene anche a casa, non so se mi spiego…- rispose Deborah, cercando una scusa per non stargli vicino.
- Beh, magari per un mesetto… Insomma me lo puoi concedere no?- chiese il ragazzo, dispiaciuto
- Certo! Va bene, poi ci scriviamo per metterci d’accordo meglio…- fece la ragazzina, di fretta.
- Ottimo, buona fortuna con gli esami e tutto…- fece Malfoy, finalmente salendo sull’Espresso.
Quando il treno partì e svoltò la prima curva Deborah si era già rintanata nella Sala Comune dei Grifoni.
 
I giorni successivi li passò a studiare con gli insegnanti ed imparò più cose allora che in classe.
Rimase colpita dagli sguardi che le lanciava il Prof Snape, tutte le volte che lo incontrava, pareva quasi che la controllasse.
Silente era sempre molto gentile con lei ed imparare così tante materie con lui era un vero e proprio spasso.
Ruf era sempre il solito ma a Deborah non importava a lei bastavano i libri per imparare la Storia.
Con la Sprite era un vero e proprio disastro, non riusciva ancora a riconoscere una pianta Carnivora da una Guaritrice e a volte si era ritrovata ad indicare la Prof stessa dicendo che era una “strana specie di pianta”, cosa che portava l’Insegnante ad irritarsi sempre di più, fino a divenire rossa d’ira.
La McGranitt, infine, restava la solita insegnante seria e precisa che era durante l’anno, eppure a volte Deborah avrebbe potuto giurare di averla vista sorriderle.
Passare ben le lezioni di Pozioni che quelle di Difesa Contro le Arti Oscure con Snape la mandavano in brodo di giuggiole anche se era ben certa che il professore non avrebbe di certo smesso di guardarla in modo strano solo per quello.
Tutto questo continuò fino a Sabato.
Stava andando da Silente per la lezione d’Incantesimi quando sentì la voce di un mago che lei conosceva: il professor Snape.
Stavano discutendo su qualcosa.
Deborah rimase interdetta non solo non era corretto entrare quando gli adulti discutevano ma nemmeno ascoltare le loro conversazioni.
Ma come la volta precedette sentì qualcuno nominarla con quello strano nome di “Bellatrix”.
- Preside, dovrebbe anche portare la Signorina Bellatrix, sa è meglio spaventarla fin che siamo in tempo!
- Sì, ma non trovi che Azkaban per una ragazzina tanto piccola sia un po’ troppo pericoloso?- Gli aveva chiesto Silente, quasi volesse avere il consiglio di un amico.
- Penso, Preside, che sarebbe peggio se ci ritrovassimo davanti una studentessa che rassomiglia a suo padre e lo sapete che lei è quella più probabile a divenirlo…- aveva risposto Snape.
- Certo, ma…- Il Preside era si preoccupato di far del male a una giovincella ma anche di non aiutare il Mondo Magico per debolezza.
Deborah non resse più dalla curiosità, così, senza chiedere nulla entrò.
I due uomini si voltarono a guardarla, lei sola avrebbe potuto risolvere la situazione e l’unica cosa che fece fu, infatti, dire:- Signor Preside, io sarei Onorata di poter venire con voi ad Azkaban, imparerei un sacco di cose sui Dissennatori e sulle mie paure…- Detto questo l’anziano Preside non poté far altro che accontentarla usando il camino del suo studio che era in collegamento con quello del Ministro della Magia, col quale sarebbero andati.
   
 
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