Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Aleu    17/09/2011    1 recensioni
"Come tutti i marmocchi di quell’età, l’irruenza mi agguantava dalla testa corvina fin alle unghie dei piedi, rotte e violacee per i miei numerosi incidenti con la magia.
Ahimè, proprio uno di questi mi spinge a fare un’analogia con l’attuale situazione" [...] "Solo che adesso James interpreta il miscuglio bomba… e Lily Evans i peli di ratto".
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Al mio solo ed unico Artista Incompreso,

che mi sopporta ancora!                          

 




***

 

 

 

Sapevo che questo momento sarebbe arrivato.
Ho cercato di evitarlo, smorzandone l’entusiasmo, ne ho avuto paura e l’ho spergiurato.
Ma è stato come tentare di tappare quella falla d’acqua enorme che avevo creato, con la mia infantile esuberanza, nel bagno di Grimmauld Place… uno dei miei esigui ricordi privi di rancore che conservo di quel manicomio.
Avevo cinque anni, i piedi veloci e negli occhi un lampo spiritato che sembrava voler provocare anche la, per me sacra e ricercatissima, figurina del divino Falco Aesalon* e, come tutti i marmocchi di quell’età, l’irruenza mi agguantava dalla testa corvina fin alle unghie dei piedi, rotte e violacee per i miei numerosi incidenti con la magia.
Ahimè, proprio uno di questi mi spinge a fare un’analogia con l’attuale situazione.
Non ricordo di preciso cosa volessi fare quel giorno, forse una pozione puzzolente per far crescere a Kreacher i peli delle orecchie e utilizzarli a mo’ di frusta cercando di colpire le porcellane del servizio da tè di mia madre conservate sopra un angusto mobile azzoppato totalmente fuori dalla mia portata, fatto sta che mi ero rintanato come un topo nel bagno da ore e armeggiavo con i più disparati ingredienti (dalle caccole di troll alla rugiada di primavera) mescolandoli tutti insieme allegramente nella grande vasca da bagno dalla ceramica incantata per raggiungere quasi i 180 gradi, con il libro di pozioni sottosopra (ma che a volte facevo finta di guardare più che altro per scrupolo personale e poi subito dopo rimettermi a recitare la parte del grande pozionista) appoggiato sull’orlo e l’espressione di chi sa che è destinato a fare grandi cose stampata sul grugno malandrino.
Qualche pelo di ratto dopo, del mio grande elisir non era rimasto che un accozzaglia di roba fetida dal colore cianotico e che ribolliva come lava nella caldera.
Ero sì sfacciato ma non stupido, così scappai pochi secondi prima che mi esplodesse in faccia e mi trascinasse nel cratere che aveva formato facendo saltare in aria le tubature.
L’acqua era, in una sola parola, dappertutto.
Il boato dell’esplosione fece sobbalzare mia madre, intenta a bersagliare tutti coloro presenti nell’edificio con i suoi ordini e lamentele, che, smaterializzandosi di sopra, mi ritrovò impegnato a contemplare il disastro provocato con le lacrime agli occhi per l’emozione e in mente l’idea di ricreare lo stesso formidabile geyser per tutto il seminterrato.
Interrompendo il ricordo alle sue urla da banshee del tutto disumane e per niente interessanti, mi ritrovo in una situazione simile a distanza di undici anni.
Solo che adesso James interpreta il miscuglio bomba… e  Lily Evans i peli di ratto.
Sapevo che Ramoso fosse innamorato della Evans, probabilmente l’avevo capito prima ancora che se ne accorgesse. Anzi, sicuramente.
E non mi riferisco solo ai segnali più comuni ma che lui tenta costantemente di nascondere: da come furtivamente la cerca con lo sguardo per ogni corridoio di Hogwarts, alla crescita delle sue doti egocentriche per farsi notare ogni volta che la incontra, oppure dal modo in cui si irrigidisce impercettibilmente quando la sente nominare, o a colazione, quando si passa la mano tra i capelli e la saluta sempre con una frase ad effetto, temendo che i saluti convenzionali possano risultare banali, o ancora quando si stropiccia la divisa poco prima di salire in sella alla scopa avendo paura che la casacca così larga possa darle l’impressione di una presunta pancetta, o da come parla di lei con gli altri, casualmente, con fin troppo distacco per giustificare gli sbuffi frustrati che nelle notti più buie lo agitano sotto le coperte. Ciò che mi dà da pensare è un qualcosa di troppo sottile per essere ben scandagliato e troppo astratto da poter definire.
Una sensazione abbastanza inquietante, come se la vita di uno fosse legata indissolubilmente all’esistenza dell’altro.
James parla di lei come di una preda, fingendo che non gli interessi più di quanto potrebbe farlo qualunque altra ragazza, ma Lily Evans non è una preda.
È forse più di quanto simile ad una belva indomabile si possa trovare nella nostra generazione.
Il suo portamento fiero è avvisaglia di tempesta e il suo sguardo affilato sembra che ti trapassi da parte a parte. Ha una lingua tagliente e spesso l’orgoglio trabocca da ogni parola che le esce dalle labbra.
E odia James. O almeno, apparentemente.
Gli riserva sempre le sue stoccate più acide e le occhiatacce da stregoneria avanzata non appena lui oltrepassa il limite, ma è un punzecchiarsi continuo a cui potrebbe porre fine semplicemente ignorandolo o denunciandolo ai professori ogni volta che lo trova (che ci trova) invischiato nelle nostre malefatte… eppure lo fa raramente, preferendo di gran lunga bacchettarlo di persona ritrovandosi coinvolta in una schermaglia verbale la cui fine è posta sempre dalla frase: “Esci con me Evans?” (che un finto James apatico definisce “l’esca” a cui il pesce abboccherà) susseguita da un immediato rifiuto che lascia Ramoso troppo a lungo pensieroso per essere solo “un’esca” andata a male.
La cosa davvero buffa è che, pieno d’orgoglio com’è, non riesce neanche ad ammettere a se stesso che la Evans non è solo una preda come tante altre, una ragazza di cui presto si dimenticherà lanciando “esche” a destra e a manca. La sua presunzione e il suo amor proprio non riescono a contemplare l’idea che ci possa essere qualcuno capace di metterlo in crisi al di fuori di se stesso e, spaventato dal modo in cui lei gli invade la mente, per non ammalarsi dei suoi modi schietti di respingerlo e insultarlo, nasconde al mondo e a anche a lui, che della Evans gli importa eccome.
Sinceramente per me quella ragazza potrebbe anche tornarsene a quel dimenticato incrocio di strade da dov’è venuta.
È un’arpia starnazzante che non fa altro che dare direttive di qua e di là, cercando di insegnare a chiunque incontri come ci si deve comportare, come attenersi alle regole per non finire nei guai e il suo spirito combattivo non accetta rifiuti. Mai.
È amica di Lunastorta ma è stata anche vicina, molto vicina a Mocciosus, e le due cose, a parer mio, si dovrebbero escludere a vicenda. Per non pensare neanche al fatto che possa essere ammissibile che, dopo aver fraternizzato con il nemico, osi solo parlare con me e James.
E poi è… è… maledizione.
E poi Ramoso è innamorato di lei… il vero motivo per cui mi fa storcere il naso è questo.
Cosa succederà se dovessero mettersi insieme un giorno?
James sarebbe completamente preso da lei, dimenticherebbe i Malandrini, si trasformerebbe in un Dio dell’Amore gigante e camminerebbe per i corridoi a sei piedi dal pavimento, con delle ali finte sulle scapole e un incantesimo di librazione a farlo galleggiare.
Trascurerebbe il Quidditch e troverebbe mille scuse per passare ogni serata con la Evans… rinuncerebbe alle folli notti di luna piena, forse?
Ho cercato di allontanarlo da lei… gli ho detto di lasciarla perdere e l’ho supportato quando diceva a se stesso e agli altri che era solo di un’importanza irrilevante, ho speso addirittura qualche minuto della mia vita a parlargli di quant’era stronza e a ridere complice quando lui furbescamente ghignava dicendo: “Ci voglio solo uscire prima o poi, nient’altro”.
Ma, a volte, il “nient’altro” era così fievole che addirittura il mio udito canino faceva fatica a percepirlo.
E la verità è che non ho la minima intenzione di dividerlo con lei.
James è James…  mio fratello.
Il nostro legame va oltre il semplice rapporto di sangue, che sì, unisce due persone biologicamente, ma spesso le costringe a convivere con un’anima lontana, diversa, invalicabile perfino, generando insofferenza, poi rabbia e abiura dell’altro. Potrei prendere a pugni James (a volte l’ho fatto) e non rivolgergli la parola per mesi ma alla fine, tornerei puntualmente da lui, schierandomi al suo fianco alla prima malefatta, dandogli una pacca sulla spalla, felicemente pronto a dargli filo da torcere nella gara di popolarità della scuola.
Ed ora, mentre realizzo che è arrivato il momento, che probabilmente dopo quella sfuriata che la Evans ci ha dedicato trovandoci a stordire i gufi della scuola James si è reso conto di esserne innamorato come un deficiente, sto iniziando a temere seriamente ciò di cui mi vuole parlare, perché il tormento nei suoi occhi può solo preannunciarmi la sua imminente esplosione.
In effetti la paternale questa volta non è andata a finire in modo usuale.
Avevamo stregato i gufi affinché tutti, una volta legata la lettera e volati fuori dalla finestra, compissero un giro di 360° attorno al lago per poi avvitarsi su se stessi  e schiantarsi contro le finestre della torre dei Corvonero.
La Evans, che ci ha colti in flagrante, sembrava più inviperita del solito finché tutto ad un tratto, come se le si fosse rovesciato un barile di idromele barricato in testa,  si è acquietata e volgendo lo sguardo a terra, poi su Ramoso, lo ha osservato dapprima come se lo trapassasse, vacua e irrigidita, finendo per chiudere gli occhi appena troppo tardi per impedirci di notare una stilla lucente che le velava l’iride. Ha girato su i tacchi e, scoccando un’occhiata di pura delusione ad un James paralizzato, se n’è andata senza aggiungere altro.
Credo che in quell’istante Ramoso ha temuto di poterla perdere veramente per una stupidata del genere.
Adesso siamo in sala comune, solo pochi studenti che parlottano tra loro vicino alla scala del dormitorio femminile e sto cercando disperatamente degli argomenti con cui distrarlo.
Potrei cercare di sdrammatizzare il tutto dichiarando che la Evans è stata la solita esagerata. Ok, probabilmente è un pochino infastidita dal fatto che ci comportiamo ancora come bambini di cinque anni che fanno esplodere il bagno ma reagire in quel modo… che assurdità!

Oppure potrei non parlare affatto di lei e sviare l’argomento, rifugiandomi nella zona franca che regalano i discorsi di Quidditch. Credo che gli chiederò della prossima partita contro i Tassorosso… sì, sicuro.
Che tattica utilizzerai, James? … pensi che O’Malley ci darà del filo da torcere? Però dopo l’episodio delle piaghe sul deretano penso che sarà molto meno stabile sulla scopa…
-“James, credi che O’Malley si presenterà alla partita con l’imbottitura ai pantaloni o…”
-“Ma che le è preso secondo te?”

Fallito.
Ho miseramente e dolorosamente fallito.
È inevitabile, doveva succedere… ecco lo sapevo.
Mi sposto a disagio sulla poltrona e lo guardo esaminare con le sopracciglia corrucciate le bruciature nel tappeto.
-“Bèh… è una domanda che ti sento fare spesso e sai che non posso darti una risposta. La Evans è tutta matta!” e strabuzzo gli occhi come un pesce.
-“Sì ma… mi stava strapazzando come al solito e poi… niente. Indifferenza totalesi passa nervoso una mano tra i capelli stropicciandoli alle punte.
-“Ohh ma andiamo, è solo la Evans, sappiamo com’è fatta! Non ti deve importare di quello che le passa per la testa o finirai con l’ammattire anche tu” ridacchio con finta noncuranza.
E’ così, James, non devi darle peso… per Merlino, hai il tuo Quidditch, la tua splendida famiglia, una fama per cui alcuni qui ucciderebbero, hai i Malandrini… sì, hai i tuoi amici, hai… me. Non ti serve lei James!
Ramoso incontra i miei occhi, pensieroso, l’espressione seria e la fronte corrugata e, a quel punto, il mio sorriso vacilla.
Non lo dire! Ti prego, non lo dire!
Dopo alcuni attimi di assoluto silenzio James abbassa lo sguardo e ritorna a fissare il tappeto come se ci volesse sparire dentro.
-“E invece m’importa… perché m’importa?” sussurra basso.
-“Oh Potter, falla finit…” inizio.
-“No Sirius, ascolta! Io… non lo so, è così difficile… ma credo di…”
-“So quello che stai per dire e, per favore, risparmiami!” lo interrompo cercando di riderci su “Insomma, James, sai che non è così!” e mi apro in un sorriso che ha tutta l’aria divertita. O almeno così dovrebbe essere.
Lui torna a fissarmi, sul suo volto un’espressione nuova, incredula. Non riesce a capire quello che dico. Poi si riprende e torna a parlare con calma e un cipiglio deciso.
-“Sì, lo credevo anch’io… o meglio, volevo crederci anch’io. Ma ora ho capito che cercare di… di reprimere tutto dentro, non mi fa bene. O forse… non so, semplicemente, non ci riesco più. E tutti i miei tentativi disastrosi con lei… sono stati un errore dopo l’altro perché non sono partito con la convinzione giusta. Pensavo solo ad un modo per farla uscire con me perché dovevo dimostrare a me stesso che avrei potuto convincerla, rifiutando l’idea che lo facessi solo perché in cuor mio lo volevo. E ogni mia proposta era così debole che non ha persuaso neanche lei… ora invece, ho finalmente ammesso a me stesso di… desiderarla e basta. Wow… è stata come una riappacificazione, mi sento più leggero” esulta balzando dal divano e sorridendo come un ebete.
-“Parli come uno schifoso romanzo della Prewett e hai lo sguardo da trauma cranico severo” mormoro improvvisamente adombrato.
-“Ahh Felpato, non capisci… quando Lily mi è vicina, mi sento bene. Certo, lei mi odia e a volte anche a me verrebbe da prenderla a schiaffi però… maledizione, come posso spiegare? Può anche snocciolare una delle sue più tremende ramanzine ma… mi da la sensazione di… di…”
-“Di essere vivo” lo anticipo senza riuscire in tempo a frenare la lingua.
James mi osserva stupito, mi gira intorno e assottiglia il ciglio. Probabilmente si sta chiedendo come ho fatto a completare la sua frase ma… dopotutto, non potrei avere un cuore anche io?**
-“Già… ma tu come… come fai a saperlo? Sirius, non… non è che anche tu…?”
-“Per carità! E’ tutta tua, quella piccola vipera…”
-“Perfetto!”
s’illumina subito ritrovando  il suo umorismo “Perché sai benissimo che tra i due, lei avrebbe scelto sicuramente il mio fascino” ride del suo ego smisurato portando ancora la mano ad arruffarsi i capelli.
-“Oh ma davvero? Non ne sarei così sicuro… e il tuo Animagus di certo non ti conferisce una piena garanzia!”  e accenno al suo palco di corna facendone il gesto con le dita.
James mi guarda a metà tra il piccato e il divertito, incassa il colpo con classe, limitandosi solo darmi una cuscinata in piena faccia mentre torna a sedersi un po’ rabbuiato.
-“Cosa c’è che non va?” mi domanda serio avendo percepito la mia riluttanza.
Non sono mai stato un tipo da confessioni eclatanti e propenso a condividere con tutti quello che gli passa per la testa, Molto spesso, anzi, preferisco dire una bugia o una mezza verità piuttosto che rivelare le mie riflessioni. Eppure non posso farlo ora, non con James. Intuirebbe subito la simulazione d’entusiasmo esagerato o l’ombra dietro le mie parole e finirebbe per assillarmi per il resto della mia vita.
Ma come posso dirgli che ho paura che Lily rappresenti la fine della nostra amicizia?
Come posso dirgli che sono geloso della persona che ama?
Maledizione… sicuramente non in questi termini.
-“Che cosa succederà se mai un giorno dovessi riuscire a conquistarla? James, non voglio vederti fare la fine di quelle lumache decerebrate che troviamo a pastrugnarsi per i corridoi, ventiquattrore su ventiquattro appiccicati alla loro ragazza. Magari trascureresti tutto il resto! Senza contare che Lunastorta ha bisogno di noi quando… beh, sai quando. E… Peter, cosa farà Peter senza di te? Ce lo dovremo sorbire noi per tutto il tempo mentre frigna perché non può più adularti. Sarai un Capitano schifoso se perdi la bussola e ti metti a salutare quella lì sugli spalti invece di cercare il boccino. E dobbiamo ancora fare un mare di… di cose, James!  Dovevamo scendere nei sotterranei e riempire le statue di pus di bubotero, dovevamo far scendere Mocciosus con le mani dalle scale e legato come un salame stagionato… dovevamo fare un viaggio in Romania in mezzo ai vampiri, lo ricordi? Non puoi abbandonarci per una ragazza! E’ follia pura… insomma se mai…”
Fermo il mio monologo infervorato per guardare James che si contorce dalle risate cadendo sul tappeto.
-“Cos’è?” sbotto irritato.
Dopo qualche minuto di risatine convulse che mi lasciano totalmente perplesso, Ramoso si tira su issandosi sui braccioli della poltrona, con le lacrime agli occhi.
-“Tu… tu… davvero, non ci posso credere! Ahahahahah, Felpato veramente… tu credi che io possa ridurmi in quelle condizioni? No, aspetta, questo lo dicono tutti… tu sei convinto che io sia totalmente privo di materia grigia? Abbandonarvi? Sì hai ragione, questa è follia! Io non ho intenzione di rinunciare a voi… non voglio farlo e mai lo farei. Ok, hai ragione, probabilmente avrei un po’ meno tempo per fare tutte le idiozie che facciamo adesso ma questo non vuol dire che vi debba rinnegare! Forse dovremmo rivedere un attimo la situazione di Mocciosus perché, effettivamente, dubito che Lily sprizzerebbe gioia da tutti i pori sapendo quello che facciamo, ma per il resto… io sarò lo stesso James di sempre! Forse con la testa un po’ più sulle nuvole e non ti prometto neanche che avremo tutto il tempo del mondo per fare ogni malefatta che ci siamo prefissato ma buona parte devono essere portate a termine, caro, o non sarei degno d’esser un vero Potter!
Ma questo… mi sembra così banale e inutile dal momento che… tu lo sai… dovresti saperlo. Voi siete la mia famiglia… e la famiglia non si abbandona. Sirius… se pensi che possa dimenticarti sol perché passeremo insieme qualche ora di meno… bèh, sei un coglione. Un vero e proprio coglione”
e mi tira ancora un altro cuscino che questa volta sono pronto a parare.
-“E dirai le stesse cose quando ci lascerai per  andartene a vivere in una casetta lontano dai tuoi amici rompiballe con la tua bella mogliettina e gli gnomi che gironzolano pedanti tra le siepi?” lo sfotto con una nota di nervosismo nella voce.
James mi fissa di sbieco, poi, quasi vergognandosi, punta gli occhi tra le braci crepitanti del camino e sussurra sommesso:
-“Le persone che ci amano non ci lasciano mai veramente”.
Ed è così, con queste parole che riesce a scuotermi dal mio opprimente egoismo. D’un tratto mi sento tanto simile ad un verme strisciante, che subdolamente tenta di boicottare la felicità altrui per preservarne la propria.
Boccheggio per un po’, cercando di raccapezzare qualcosa da dire, qualunque cosa, mentre James continua a contemplare il baluginio delle fiamme danzanti.
-“Io… scusami, Ramoso”.
Non riesco ad aggiungere altro, so che non ce n’è bisogno e ne trovo conferma nello sguardo caldo e accogliente che mi rivolge, uno sguardo che docile mi accarezza il cuore, acquietandolo, come suggerendogli di abbandonare tutte quelle logoranti paure e gabbie che lo tengono prigioniero di un’ombra… della mia stessa ombra.
-“E poi” James si chiarisce la voce “Ne stiamo parlando come se Lily non mi odiasse! Probabilmente al solo sentir pronunciare il mio nome le viene l’orticaria!” scherza tentando di camuffare il tono frustrato.
Assumo un’espressione fintamente pensierosa per poi  lanciargli un’occhiata complice.
-“Sai che giorno è oggi?” gli domando.
-“ 30 Gennaio… lo so, è il suo compleanno”
-“Un’occasione perfetta per avvicinarla”

-“Ehi, mi prendi per uno sprovveduto? Avevo già intenzione di andare da lei, so come si conquista una ragazza!”
-“Stiamo parlando di Lily Evans?”
“… Va bene, te lo concedo… Lily Evans… è Lily Evans. Augurami buona fortuna allora perché dopodomani c’è la partita e non vorrei  passare i prossimi due giorni senza allenarmi a causa di fratture multiple dovute a percosse con il mazzo di fiori che ho intenzione di darle!”
ghigna divertito.
-“Solo lei potrebbe romperti le ossa con un mazzo di fiori!”
-“In definitiva… credo di sì”
Scivolo sul tappeto e mi stiracchio per allentare la tensione dei muscoli, poi torno a scrutarlo sornione.
-“Dicevi… fiori, James?” lo interrogo canzonatorio, l’espressione disgustata.
Lui ridacchia arrossendo leggermente, la mano scatta nuovamente ai capelli, annuisce piano in evidente imbarazzo.
-“Originale!” lo prendo in giro rincarando la dose.
-“In verità… sono gigli” si confessa evitando il mio sguardo esasperato.
-“Ancora più originale! Per la spada di Godric, come sei fantasioso…”
-“Felpato, ti prego. Non una parola di più”

Mi limito a lanciargli un’occhiata beffarda. Spero solo che la Evans abbia pietà di lui.
-“Allora che aspetti… vai da lei!” lo sollecito.
James mi guarda dritto negli occhi, solleva il mento e il suo viso si allarga in uno dei sorrisi più sinceri che io gli abbia mai visto fare, sprofonda ancora di più nella poltrona e mentre le sue labbra assumono la tipica smorfia da malandrino, accavalla le gambe, restando ben piantato davanti a me, sostenendo il mio sguardo.
-“Non ancora… non dovevamo parlare di O’Malley?”


*Falco Aesolon :
 primo esempio di Animagus documentato, era in grado di trasformarsi in un falco (fonte: Wikipedia).
** “Dopotutto, non potrei avere un cuore anch’io?” :
Chèri, Colette.



Nota dell’autrice: Saaalvee!! ^___^
Ehm… bèh, che dire di questa piccola creatura? Non ne vado pazza ma ho deciso di pubblicarla comunque.
E’ assolutamente semplice e senza pretese, mi è venuta improvvisamente l’idea di scriverla mentre buttavo giù qualche parola per la mia altra ff (ancora in fase d’elaborazione), ho aperto una nuova pagina di Word e ho colto ispirazione fondamentalmente da due elementi: il legame fortissimo tra James e Sirius che quest’ultimo manifesta volendo quasi far rivivere il suo migliore amico in Harry, e la scena del ricordo di Piton, nell’Ordine della Fenice, in cui James (oltre a scrivere su un pezzo di pergamena “L.E” per poi cancellarlo velocemente) si chiede perché Lily sia arrabbiata con lui, cito testualmente la Rowling, “tentando - senza riuscirci – di comportarsi come se la risposta non avesse per lui alcuna importanza” (mentre sappiamo che non era affatto così, solo che non voleva dimostrarlo).
Il ritmo è abbastanza veloce, la conversazione tipica di brevi scorci di vita adolescenziale e ho volutamente deciso di non appesantirla troppo perché, di “pesantezza” ne stavo già mettendo un bel po’ nell’altra ff, dai toni molto più cupi di questa.
Quindi volevo scrivere qualcosa di più leggero e per certi versi divertente, senza però rinunciare a metterci la mia solita parte problematica e costellata da dubbi (cos’è la vita senza problemi? XD).
Sirius ha paura di perdere nuovamente un fratello, terribilmente spaventato dalla prospettiva che James lo metta da parte per Lily, ritornando così ad essere solo contro se stesso. Questo gli fa sviluppare un’insofferenza particolare nei confronti della ragazza, che vede quasi come un nemico.
Di James non sappiamo tantissimo, solo che era un ragazzo onesto e coraggioso ma con un ego spropositato e, possiamo intuire, che non fosse facile per lui riconoscere di essere innamorato di Lily visto che, lo ripeto, la Rowling ha scritto la frase a cui mi sono ispirata con evidente ironia.
Poi ho pensato agli amici che hanno allontanato tutti poiché fidanzati, chiudendosi in un bunker con la loro dolce metà, escludendosi dalla vita sociale e vivendo di pane e amore tutti i santissimi secondi della loro vita O__O
Pazzi!
Mhh sì, fortunati finché dura, ma poi se un giorno dovesse finire tutto?
Eccoli lì che brancolano nel buio passando le giornate al massimo con l’aspirazione di fare almeno cento barattoli di alici sottosale (almeno è un lavoro che ti impegna per un bel po’ di tempo ù__ù) perché i loro amici li hanno mandati a quel paese dopo il trentunesimo invito rifiutato nel corso di un mese.
E non è affatto bello perché, oltre che restare soli come cani, le alici verranno anche più salate per colpa delle lacrime di disperazione che ci verserai dentro XD
Per fortuna ho avuto un solo amico che si è comportato così e dopo la rottura con la sua “lei” ci ha messo un sacco per riallacciare i rapporti che lui stesso aveva mollato alla deriva. Vabbè, sbagliare serve anche a migliorarsi, speriamo l’abbia capito!
Ho voluto anche inserire la bellissima frase che Sirius dice ad Harry alla fine del terzo film (l’avete notato che purtroppo non è mia ù__ù) perché mi sembrava carino e, diciamolo, maggiormente “d’effetto” pensare che lo stesso Sirius l’ha sentita da James molti anni prima e, non potendola mai dimenticare, l’ha tramandata ad Harry. Così, anche se James non ha potuto incoraggiare direttamente il figlio, Sirius ha colmato questa mancanza facendone le veci (ma come sono sentimentale O___O).
Finiamo con la serie “fantasia portami via” che trova la sua massima espressione nella scelta dei fiori che James regala a Lily. Dei gigli. Ah, sto messa male… ma sia, un po’ di banalità non ha mai ucciso nessuno ù__ù (per chi ancora non lo sapesse, il nome inglese “lily” vuol dire “giglio”).
Credo di non aver nient’altro da dire… spero che vi sia piaciuta almeno un po’!
Ja ne!! XD
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Aleu