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Autore: Orange Dream    17/09/2011    2 recensioni
A dir la verità Karui era un po' nervosa. Da sola con degli sconosciuti praticamente... sarebbe sempre stata sulla difensiva.
Però vedere i ragazzi che litigavano spesso e volentieri, mitigati appena da Choji e da uno Shikamaru svogliato la feceva stare tranquilla: le sembrava di vedere se stessa con Omoi e sopratutto le permetteva di non parlare del passato non troppo solare che condivedeva con il loro compagno.
Tra tutti ce ne era uno in particolare che attirava la sua attenzione... ma non sapeva il suo nome, lo trovava solo... estremamente selvaggio.
Magari avrebbe potuto parlarci.

Kiba e Karui. Sono entrambi due personaggi secondari e per questo molto sottovalutati, mentre in realtà meriterebbero un po' di scene in più. Non trovate che stiano benissimo insieme? Pensateci: sono selvaggi, aperti, sinceri e intelligenti... hanno caratteri che si intrecciano benissimo, quindi vi presento la mia prima fiction su di loro =)
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiba Inuzuka, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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La giornata si prospettava nuvolosa. Un po' di nebbia rimaneva sempre all'altezza degli occhi ed infastidiva il gruppetto. Shikamaru faceva strada, frustrato da quell'umidità onnipresente, e deciso a non sprecare altre energie per impedire che Kiba e Naruto litigassero. Ogni volte che c'era da decidere qualcosa ecco che per una battuta troppo acida o uno scherzo scoppiava un bisticcio. Choji provava ancora a dividerli, ma era una seccatura ogni volta... Karui studiava i suoi compagni in silenzio.
Aveva la loro stessa età, ma era comunque la più bassa, anche se non per questo si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da quegli attaccabrighe della foglia... anche se in effetti la prima volta che era andata a Konoha era stata lei con i suoi compagni a cominciare... ma non aveva senso rivangare il passato: quel giorno le erano servite informazioni sul suo maestro, non fare la conoscenza di quattro mocciosi.
-Ehi tu, vedi di non restare troppo indietro, non vorremmo venire a riprenderti!
-La fai facile tu... che è, ti pesa troppo il culo per camminare da solo invece che farti portare a cavalcioni da un cane?
-Che problemi hai con Akamaru?!?-
-Che problemi hai tu con me?!?- Shikamaru si voltò esasperato, mentre Naruto ridacchiava sotto i baffi.
-Hei ragazzi, vedete di non iniziare anche voi per favore... siamo arrivati quasi a metà strada, sopportatevi ancora per qualche giorno.- _Tsk_ pensò Karui volgendo la testa di scatto di lato. Non le servivano quei rompipalle per arrivare fino al loro villaggio del cavolo. Si fermarono a cena in una piccola radura coperta di sassi, primo posto asciutto che trovarono. Shikamaru e Choji stavano preparando in un angolo qualche pietanza veloce, mentre Naruto era andato a prendere un po' di legna. L'avevano lasciata sola con lo stomaco che brontolava... che palle! se non altro non avrebbe dovuto sentire le loro voci chiassose tutto il tempo... non credeva che l'avrebbe mai pensato, ma le mancavano Omoi e Samui, almeno con loro non si sentiva un'estranea. Un respiro pesante dietro di lei la fece voltare. Il grosso cane bianco del ragazzo che l'aveva apostrofata prima la fissava, solo. -Che vuoi?- Akamaru sbuffò e si distese dietro di lei, appoggiando appena la grande schiena contro la ragazza che si trovò così una poltrona pelosa che cammina dietro di sè. -Ehi!...ma... che cazzo... Oh senti, smamma bello, sù!- disse lei, provando a spingerlo con entrambe le mani, senza per altro muoverlo di un centimetro. Karui sbuffò rassegnata e siccome la voglia di alzarsi non ce l'aveva si appoggiò titubante al cane, trovandolo peraltro incredibilmente morbido.
-Allora mi farai da poltrona...- ridacchiò Karui accoccolandocisi affianco. Akamaru sbuffò ancora, ma non si mosse. Quando Kiba tornò gli caddero dalle braccia i legni che aveva raccolto.
-Ma...ma...- Akamaru per tutta risposta spinse il muso contro il braccio di Karui, che si voltò, scorgendo solo ora il ragazzo che la guardava a bocca aperta dallo sconcerto: sorpresa, rabbia, sbigottimento... Akamaru non si era mai lasciato trattare così! -Che gli hai fatto?- gli uscì in un soffio, mentre si avvicinava, mentre cominciava a preoccuparsi seriamente del suo compagno. -Io? Niente! ha voluto lui! Kiba alzò appena gli occhi a guardarla, ma li tenne fissi nei suoi, ripetendo la domanda al suo cane senza abbassarli dalla ragazza con la carnagione scura. Akamaru fece alcuni versi bassi gutturali e gli leccò una mano. Kiba a quanto pare capì perchè alzò ancora la testa e guardò Karui curioso. -Le stai simpatica.-
-Strano, sono simpatica ai cani e non alle persone.- scherzò Karui
-Akamaru è molto simile a un essere umano... le sue abilità intellettive non sono da meno.-
-Mi sembra ovvio, altrimenti non sarebbe il compagno di un ninja a lungo. Kiba accettò senza replicare il complimento e si sedette accanto a lei. - Se devo essere sincero non ricordo nemmeno il tuo nome.-
-Uffa...!- Karui si prese la testa tra le mani disperata: aveva sperato che fosse diverso... no: tutti stupidi erano?
-Ti ho vista appena fin ora!- protestò lui.
-Karui- sbuffò lei.
- In effetti nemmeno io so chi tu sia-
-Kiba-
-Dovevo immaginarlo un nome simile... - rise. La prima risata che faceva da quando si era unita a loro. Kiba sentì qualcosa agitarsi all'altezza dello stomaco. Era una voce decisa... ma che mostrava anche un carattere molto sensibile... fragile.... si scrollò di dosso quella sensazione senza pensarci. -Ehi ragazzi, se avete finito di fare i piccioncini il pranzo è pronto!- disse Naruto senza nemmeno degnarsi di guardarli.
-Ehi non stavamo facendo...- Protestarono così in sincronia che si guardarono sorpresi, fermandosi all'unisono come avevano cominciato.
-Abbiamo parlato insiem...- Ancora.
-Basta copiare quello che dico!- lo prese in giro Karui, ammirata da tanta spontanea somiglianza delle loro risposte.
-Chi i dice che non mi abbia copiato tu?- scherzò Kiba alzandosi e tendendole una mano per fare altrettanto. Karui alzò lo sguardo verso i suoi occhi castani e con un sorriso accettò l'aiuto che le veniva offerto, rimettendosi in piedi anche lei. Mangiarono in silenzio insieme agli altri e poi si accamparono per la notte: due tende da due per i maschi e una piccola per Karui, che avrebbe ovviamente dormito da sola. Il problema però è che la ragazza non aveva sonno, nemmeno un po'. Ascoltava con sollievo il silenzio che l'attorniava e accoglieva con piacere il buio che le premeva sugli occhi come una coperta scura fluida e onnipresente. Da fuori solo delle rumorose russa e il canto dei grilli facevano baccano, ma in fondo Karui era abbastanza serena da non badarci. Si accarezzava i lunghi capelli rossi distratta, mentre i suoi occhi dorati fissavano il vuoto davanti a se. Soffriva la solitudine, il martellante Omoi e l'impassibile Samui erano di sicuro a casa... il villaggio della nebbia era insensatamente caldo, afoso perlopiù e il sole batteva forte sul lago, facendo alzare nuvole di vapore bianco, ma rendendo anche la loro pelle molto scura. Karui non si spiegava i propri capelli rossi, tipici di carnagioni pressochè pallide e di persone residenti al nord. Ma del resto non aveva mai conosciuto sua madre e per quello che ne sapeva poteva averli ereditati da lei. Karui rimurginò un po' su questi pensieri, ma quando si passò una mano sulla fronte buttando fuori rumorosamente l'aria del suo ultimo respiro , ma quando si alzò con uno scatto si diresse rapida fuori dalla tenda, senza pensare a nulla che non fosse uscire e stare un po' sotto le stelle. Aprì piano la cerniera per non far rumore e con solo la tuta grigia che usava per dormire si avvicinò al fuoco di bivacco che avevano usato per cucinare, e ci si accovacciò davanti, abbracciando le ginocchia per tenere stretto a se il calore delle coperte. Era una notte piuttosto fresca e in cielo non una nuvola oscurava le stelle. Il fuoco, pur essendosi ridotto a poche braci rosseggianti, illuminava ben poco in confronto agli astri e sopratutto alla luna, che splendevano in cielo. Karui ripensò alla battaglia che avevano tenuto contro Madara, a come lo avessero sconfitto con il ragazzo che lei aveva una volta picchiato... per fortuna quel Naruto non aveva rivangato l'episodio quando era stato nominato Hokage. Un brivido di ironia le corse alle labbra, increspandole in un sorriso al pensiero che poteva vantare il primato non comune di aver pestato uno che in quel momento rappresentava la più alta carica in un villaggio di shinobi. Un altra scossa, questa volta di freddo la scosse e istintivamente si rannicchiò più vicina al fuoco, sempre senza staccare gli occhi dal cielo. Una pesante, calda e ruvida coperta le cadde improvvisamente sulle spalle e in testa, appesantendola e facendola voltare improvvisamente.
-Ma si può sapere che fai? Fa un freddo tremendo qui fuori...
-Direi più un freddo cane...- riabbattè lei con un sorriso ironico
-haha... molto divertente...- fu l'unica risposta di Kiba mentre si sedeva affianco a lei.
-perchè sei qui fuori?-
-Potrei farti la stessa domanda- Karui lasciò perdere e appoggiò la fronte suelle ginocchia ranicchiate e Kiba notò, non visto, che aveva la pelle colore della terra scura, ma che alla luce delle braci tendeva ad assomigliare all'ambra, era molto particolare.
-Tu conosci bene Naruto Uzumaki ? - gli chiese
-Io? stai parlando con quello che ci ha combattuto, ma che sopratutto se l'è dovuto sopportare per parecchi anni! Voleva sempre mettersi in mostra da piccolo e non è che ora sia tanto diverso... Lo trovavo arrogante e scemo una volta... ora ho un po' rivalutato la sua persona, ma se mi chiedi chi è Naruto a me verrà sempre in mente l'amico più tonto e testardo che abbia mai avuto.- Karui lo guardò sorpresa. L'avrebbe definito allo stesso modo, togliendo la parte dell'amicizia perchè non credeva di poterla veramente vantare... -Sai... hai presente la ragazza che è apparsa alla fine della guerra ? Quando Naruto è stato dichiarato vincitore e si è lanciato tra la folla?
-Sì, me la ricordo, era una ragazza della mia età, con i capelli neri...giusto?
-Sì lei... ecco...bhè... lei l'ha sempre amato Naruto. Si chiama Hinata e da quando si è dimostrata coraggiosa quanto lui, dopo la sua confessione io, che sono suo amico da sempre, ci sono rimasto parecchio.... escluso. Quindi per concludere Naruto per me è anche un gran mistero, come può essersi Hinata innamorata di lui??? Bhà...
-Da come mi parli di questa Hinata deduco che ci tenevi molto a lei...- -Era una mia compagna di team- tagliò corto Kiba -Capisco... insomma tu l'hai aiutata a diventare più sicura di se e poi quando l'ha fatto non l'hai più riconosciuta?- insistette lei, colpendolo leggermente alla spalla per incitarlo a continuare.
-No, io ho sempre saputo che era una ragazza forte... e sebbene mi sia rimasta sempre vicino, fino anche ad ora, con il tempo mi è sembrato di... non fare più nulla che la potesse aiutare. Ammetto che mi piaceva, sì- ammise seccato -ma a quanto pare sembra che sappia proteggersi da sola...-
-Nessuna donna va "protetta".- ribattè Karui istintivamente.
-Tu hai sbagliato a volerla tenere innocente e semplice, non puoi sviluppare le abilità di una persona e tenere immutato il suo carattere, le donne non vanno protette... vanno amate.-
-E cosa cambierebbe?-
-Tutto- rispose Karui con semplicità. -Tanto per cominciare non dichiarerebbe ai quattro venti che siamo delle povere donzelle da salvare...- Kiba si passò una mano sul mento, pensoso. Era diverso tempo che non pensava ad Hinata, le voleva un gran bene, ma non l'amava alla follia, ne era solo invaghito, quella serie di fantasie destinate a rimanere tali che a volte si fanno sugli amici. Ora però gli sembrava di comprendere di più il suo errore. Karui sentì e palpebre farsi sempre più pesanti e il silenzio che era improvvisamente sceso tra di loro e la strana soddisfazione che provava in fondo allo stomaco per aver detto quelle parole, la cullavano in modo sonnolento, portandola a chiudere lentamente gli occhi. Però aveva ancora voglia di rimanere a fissare il cielo... non sarebbe stato male addormentarsi guardando le stelle, a casa sua non poteva farlo dopotutto. A distendersi però non ci pensava nemmeno, il terreno battuto era duro e pieno di sassi. Come se le avesse letto nel pensiero, Kiba la attirò bruscamente a se, facendola cadere addosso al suo fianco in un modo non troppo diverso da quello di Akamaru poco prima. Karui provò a protestare, ma tra la coperta calda e il corpo comodo del ragazzo non aveva molto di cui lamentarsi. Kiba dal canto suo non fece nulla se non controllare quando si fosse addormentata. L'aveva notata in quei giorni, anche se non l'avrebbe mai ammesso: l'aveva trovata inquieta, acida, sul chi vive. Le aveva dato la chiara impressione di trovarsi a disagio come un bambino in un posto sconosciuto e da solo. Le aveva fatto tenerezza, ma fino ad allora non avrebbe mai pensato ad una simile situazione, del resto la suddetta ragazza non era famosa per la sua gentilezza e il giovane Inuzuka comprendeva bene che se si poteva permettere tali confidenze ora era solo perchè Karui era stanca ed infreddolita. Ma in fondo anche così non era male. Lentamente la luce delle stelle si fece sempre più confusa, ma prima di addormentarsi del tutto Karui avrebbe potuto giurare di vedere una stella cadente che brillava moltissimo... Kiba la osservò in silenzio mentre il suo respiro si faceva regolare ed attraverso le labbra carnose usciva un suono appena percettibile che indicava il suo respiro e che ogni tanto spostava una ciocca di capelli ramati dal volto. La carnagione scura si abbinava insospettabilmente bene nonostante lo strano contrasto... aveva un che di naturale. Magri un po' per la situazione, un po' per i pensieri che le aveva suscitato, o forse proprio perchè gli sorse naturale Kiba la baciò. Non fu un bacio appassionato come si era sempre immaginato, ma uno appena accettato, tanto leggero che Karui nemmeno si svegliò al riflesso del coprifronte che si avvicinava, creando riflessi alla tenue luce del fuoco. 
  
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