Voice
# N; 631 words
Due mondi per vivere separatamente senza più soffrire.
Due scacchiere differenti su cui giocare una partita gli uni contro gli altri senza mai essere veramente dei vincitori.
I pokemon e gli umani, una volta uniti come un unico essere, presto o tardi verrano separati e costretti a vivere lontani per un volere diabolico, fermi ai lati di confini tracciati da un piano malvagio, specchio del suo creatore privo di cuore.
Gli ideali del Team Plasma, sciorinati dalla bocca di un Ghecis esaltato, picchiano sulle teste di tutta quella gente radunata ai suoi piedi.
A Quattroventi si dà spettacolo, i pedoni del vero Re, i suoi soldati in divisa, tutti uniti attaccano i nemici della parte opposta, armati di sguardi adoranti per il capo e sorrisi suicidi per tutti gli altri.
Quell'uomo, il padre di N è un Dio, spreca parole al vento e prega, illudendo gli uomini che questa – quella di tagliare le parti – sia la scelta migliore.
La terra diverrà un paradiso, quelle povere creature trattate come bestie saranno libere di vivere senza più bambini a torturarli di coccole ed adulti che li sfruttano per crearsi da soli un po' di felicità.
Sarà N, capelli come foglie di tè ed occhi sognanti a spianare la via, versando il proprio sangue per tracciarne la strada.
Ormai il suo destino è scritto dal giorno in cui è nato e se adesso è lì, fermo e dritto al fianco di suo Padre è perché come si conviene ad un grande Eroe deve trovarsi un antagonista, fra tutte quelle teste e quelle bocche sussurranti di sdegno, incredulità, indifferenza e passione.
Touko l'ha vista per prima, ammiccante fra la folla, i boccoli a tingerle ancora di più il sorriso da bambina, da eroina forte e decisa, pronta a conquistare il mondo e a rovinargli i piani. L'ha toccata con lo sguardo senza nemmeno rivolgerle la parola. Ad un primo impatto le è risultata una pedina come le altre e privo di vero interesse verso di lei l'ha ignorata, ritenendola uguale e noiosa ai suoi simili – umani senza cuore che pensano più a loro stessi che ai pokemon, povero tesoro cadente ed in rovina.
Nei suoi occhi si è inoltrato per rubarle un bagliore particolare che seppur cercando, senza darsi per vinto, N non ha trovato.
Orgoglio, forza e coraggio non sono gli elementi che vuole e così, senza dichiararsi veramente sconfitto, ha provato a vedere oltre quei volti lunghi e piatti, sorprendendosi a guardare una volta finita la ricerca, il sorriso di un bambino stretto al suo Snivy scalpitante e verde quasi come i suoi capelli.
Touya. Il suo nome riuscì a leggerlo sul muso di quell'animaletto da compagnia, innamorato della bontà del suo allenatore.
In quel momento gli fu tutto più chiaro, lui era sicuramente quello giusto.
*
Quel bambino – Touya, così ha detto il suo pokemon – splende come una gemma preziosa ed N sa che lui è l'antagonista perfetto per la sua storia e la sua battaglia.
Lo desidera prima di tutti gli altri proprio perché è diverso e dietro la sua debolezza apparente si nasconde sicuramente la spada del nemico perfetto.
« Voglio sentire la voce dei tuoi Pokemon. » declama il Re, lontano dal suo trono e della sua armata, piegando con delicatezza il suo corpo in un inchino perfettamente teatrale, calcolato quasi conto il suo sorriso.
Più di tutti però, per chissà quale strano meccanismo attivato nella sua mente, N vuole sentire la voce di Touya. Quella melodia di risate e discorsi che solo tra amici si può suonare – amici che loro, al momento, non sono affatto.
Brama le sue grida e quelli che saranno gli echi di una battaglia di cui nessuno dei due sarà veramente vincitore.
« Bene, sono pronto. »
E dal quel preciso momento iniziò il gioco.
Un rincorrersi e cercarsi senza mai arrivare a toccare l'uno la mano dell'altro.
[ note dell'autrice sclerotica: ecco, finalmente ci siamo e cosa posso dirvi se non ''il prossimo capitolo è praticamente già pronto?'' niente, non vi dico niente se non che questa volta non ho voglia di scrivere le note ;__; quindi vi lascio senza, ecco. Vi voglio tanto bene (L) Ness. ]