Introduzione
Eccoci
arrivati alla mia seconda fanfiction!! Ci ho preso gusto, eh!
Comunque
siccome ho già finito la mia prima fanfic e ho voglia di dannarmi l’anima per
farne un’altra, eccoci qui!!!
Mi è
venuta in mente in uno di quei momenti in cui sei a letto, non hai sonno e non
hai un cazzo da fare… ho pensato alla mia prima FF e che mi sarebbe piaciuto
approfondire un personaggio: Leannel
Allora,
questa FF, in breve parla dei momenti più importanti della vita di Leannel (già
nella prima fanfic), la sorella di Legolas.
Nella
maggior parte dei casi s’incontrerà con altri membri della compagnia, anche se
(che tristezza!) non sono riuscita ad infilare il mio amato Gimli se non alla
fine.
I
primi capitoli sono più che altro descrittivi del suo carattere, solo dopo si
passerà a degli eventi più ‘importanti’.
La
storia è divisa in capitoli e sottocapitoli (come IsdA J)
Anche
se non me la immagino come un personaggio divertente cercherò di scrivere
questa FF in modo un po’ meno tragico…
Per
leggere la FF vi conviene aver letto prima l’altra (Ricordi sul Passo di
Caradhras) dove se ne parla a lungo.
Come
per l’altra FF vi do il mio indirizzo di e-mail, zoozy@libero.it , al quale siete pregati di
scrivermi, sia per i commenti che per altro.
A
proposito di commenti… POSSIBILE CHE NESSUNO NE SCRIVA??
Buona
lettura
Vostra
Zoozy J
-Parte
prima-
Capitolo I _Leannel_
Cavalcava.
Un anno qualsiasi della terza era e accavalcava. Aveva sempre amato cavalcare.
Cavalcava da quando aveva imparato a respirare e si poteva considerare
piuttosto abile. Amava i cavalli. Qualche volta, quando ne aveva avuto la forza
e la voglia, era andata a Rohan per vedere i cavalli. E gli aveva amati. Poiché
erano diversi da quelli elfici. Sembrava che avessero un fuoco dentro, un
ardore che in lei era spento da tempo. Rimaneva il fatto che i cavalli dei
Rohirrim avessero un grande atroce difetto, confrontati a quelli Elfici:
morivano.
Ma
forse a lei sarebbe sembrato più giusto dire che era lei ad avere un grande
atroce difetto: era immortale.
Spesso
Leannel si ritrovava in posti lontani da dove doveva essere senza accorgersene
minimamente.
Da
pochi (che per noi sarebbero parecchi) anni aveva lo stesso bel cavallo dal
manto color giallo paglia, Feren, una dalle migliori bestie di Rohan.
Non
era , o per lo meno, non sembrava, un cavallo adatto a grandi battaglie. Era
infatti di indole tranquilla e dolce, e si era affezionato parecchio alla sua
padrona , tanto che sarebbe morto con onore in battaglia se lei glielo avesse
chiesto.
I
cavalli erano l’unica cosa mortale alla quale Leannel non riusciva a non
affezionarsi.
Era
una di quelle volte in cui doveva andare in un posto che conosceva come le sue
tasche ma deviava per i boschi,
perdendosi,e il suo cavallo camminava lento e lei si perdeva nei suoi
pensieri.. E pensava… Infondo aveva passato la sua intera vita a pensare…
Leannel
era una di quelle persone che ‘fanno
quello che si deve fare’. Se fosse stato per lei avrebbe preso uno dei suoi amati cavalli Rohirrim e
avrebbe vagato senza meta per tutta la vita, amando ogni persona a lei cara, e innamorandosi di un mortale
qualsiasi, per poi uccidersi alla sua morte.
Ma
dato il fatto che lei ‘aveva fatto quello che doveva fare’ era rimasta a casa
nel Bosco Atro, con suo padre che continuava a trattarla come una bambolina, e
con suo fratello che amava più di sé stessa, e molte cose erano cambiate nella
sua testa.
Perché
quegli anni di inutile stabilità non le avevano permesso di dimenticare quello
che avrebbe dovuto; e ora lei aveva troppa paura di soffrire. E si era donata
alla solitudine.
Era
divenuta un’eremita dedita al pensiero, alla lettura e a lunghi
solitari,silenziosi viaggi sulla groppa del suo fidato Feren.
Le
uniche persone con cui aveva dei legami erano Legolas, suo padre, e pochi altri
amici di vecchia data , come il grigio e la dama di Lòrien,
che non vedeva da millenni (nel vero senso della parola).
“Patetico”
si disse rimproverandosi
Ma
la realtà la assalì con veemenza
“Sto
parlando da sola” si disse
Ma
dove andava? Chi doveva vedere? Cosa faceva là?
‘Sono
diretta a casa dal piccolo Legolas, ed ho perso la strada’ si rispose.
Non
che il fatto di non sapere dove si trovava la toccasse più di tanto, né la
stupisse. Le capitava spesso di avere la testa tra le nuvole. A parte quando
c’era bisogno di averla ben piantata in mezzo alle spalle.
In
Effetti Leannel aveva un grosso difetto:
amava la battaglia come la vita. Non che amasse in particolar modo la
sua vita, ma forse oltre ai cavalli e a poco altro, la guerra era l’unica cosa
che la teneva in vita.
L’adrenalina
della battaglia, il vestirsi da uomo, tenere in mano una pesante spada che
freme, assetata di sangue. Lei viveva per questo.
Non
era legata a nulla e nulla la legava alla vita, se la morte avesse dovuto
prenderla, avrebbe dovuto farlo in battaglia, e lei non temeva né il dolore, né
la morte.
‘Non
è bello nemmeno da pensare’ si disse
Ma
in quell’istante fu travolta da una delle poche cose ancora capaci di travolgere
la sua esistenza. Fu travolta dalla bellezza.
Quel
luogo era così perfetto e meraviglioso fin da quando ne aveva memoria.
In
quell’unico punto delle foreste intorno a Lothlòrien gli alberi si diradavano
circondando quel piccolo squarcio di paradiso.
Il fragore
dei piccoli spruzzi d’acqua che si rompevano sulle pietre, l’aveva cullata sin
dalla prima volta. E la sua prima volta era stata molto tempo addietro.
Una
piccola cascata, acque argentee che scivolavano con forza verso il fiume. E in
tutto questo l’acqua limpida, rimaneva stagnante in un laghetto di modeste
dimensioni.
Sentì
una forza avvolgerla. Comprese che non poteva resistere. Scese da cavallo come
solo chi cavalca meglio di quanto non cammini può fare.
Non
ebbe bisogno di legare Feren perché sapeva che il suo destriero non l’avrebbe
mai abbandonata. In secondo luogo, il cavallo non aveva né sella né briglie e
legarlo sarebbe stata una cattiveria inutile.
Scese
da cavallo, la sua figura era alta e fiera come gli antichi re elfici, e come
pochi di loro oramai. Ricordava Galadriel quando era una giovane guerriera
combattiva. Portava abiti scuri, per lo più neri e verdi scuro; e portava dei
pantaloni da uomo sotto un lungo grigio
mantello elfico,dono di Galadriel stessa, signora di Lòrien.
I
pantaloni neri, erano stati presi a suo fratello, che oramai si era trovato
costretto ad abituarsi a questo genere di cose.
Così,
alta e severa, si avvicinò alle limpide acque delle stagno che parve
risplendere delle sua stesse luce.
Leannel
infatti, era dotata di una bellezza che aveva pochi a suo pari nella Terra di
Mezzo.
Affatto
fragile, né dolce, ma austera e forte, e una profonda tristezza covava nei suoi
impenetrabili occhi grigi. Neppure una lontana luce di speranza era nei suoi
lineamenti, nessuna virgola del suo volto perfetto dava l’impressione di non
appartenere ad una rassegnatezza profonda.
Il
suo viso aveva il sapore cangiante e sfuggevole del vento, e quello forte e incostante dell’acqua. Si
avvicinava a passi lenti e decisi a quel ruscello che le ricordava i primi
inverni della sua vita.
Me
nonostante tutto non erano quei giorni ad occupare i suoi pensieri. Era la vita
stessa a farlo.
Finalmente
giunta alla riva, si inginocchiò cautamente sulla riva delle acque. Si sfilò i
guanti di pelle, li appoggiò accanto a sé; e si allungò verso lo specchio d’acqua cercando un immagine… E nel suo
più grande stupore, si scorse.
“Mai
le acque di questo ruscello avevano potuto vedere un essere di così perfetta
bellezza” disse in un sussurro
“Così
bella, e così perdutamente sola nell’abisso di domande…” e avvicinò una mano
all’immagine riflessa mentre con l’altra toccava il suo viso, ‘l’originale’
“sola
nell’abisso di domande senza alcuna risposta!” gridò mentre la mano che toccava
l’acqua, con un movimento forte e veloce, distruggeva la figura che vi era
riflessa.
Si
alzò di scatto, come dopo essersi svegliata da un incubo
“Sono
completamente pazza” si disse mentre la sua mano destra non aveva smesso di
toccare il viso.
Quindi
fece un lungo fischio e Feren giunse immediatamente dalla sua padrona. Salì
sulla groppa del fidato Feren che ripartì camminando lentamente.
“Sarà
meglio andare verso casa, ora” si disse.
Ma i
suoi buoni propositi non riuscirono a dare frutti. Il suo pensiero si perse
immediatamente in quel groviglio di domande che era la su mente.
Dov’era
stata?
“Sono
stata a Lòrien” si disse. A Lòrien a fare cosa? A vedere sua madre. A incontare
quell’orrendo segreto, che segreto doveva rimanere.
Il
ricordo di sua madre la riportava alla prima volta che si era trovata in quei
boschi. La Regina di Bosco Atro in effetti, aveva amato con tutte le sue forze
quei boschi, quell’incontaminato verde… Forse Leannel aveva preso anche questo
da sua madre… Fu così che il ricordo la sopraffece. Anni e anni prima , poco dopo
la nascita di Legolas, la Regina di Bosco
Atro era stata sopraffatta dal Male, questo l’aveva portata a fare delle
cose orribili… Quella notte… Quella fresca notte di guigno…
Molti,
se non tutti credevano che quella stessa notte ella fosse morta… ma non era la
verità… ella si era allontanata dalla sua dimora e rifugiata da alcuni suoi
amici di vecchia data, a Lòrien. E a lungo nessuno seppe nulla, Leannel stessa
non conobbe la verità per molto tempo.
La
madre aveva scoperto qualcosa dentro di sé, in lei il male si agitava…
E
quando il male venne allo scoperto nessuno seppe trovare rimedio… e fu Leannel
stessa a pagarne le conseguenze… sulla sua pelle.
Quindi
i suoi amici di Lòrien ve la condussero, nel suo stato atroce. E nessuno aveva
saputo nulla. Finché Leannel non aveva scoperto tutto da sola.
Aveva
ritrovato sua madre in uno stato ben peggiore di quello in cui l’aveva
lasciata. Era divenuta vecchia, fragile e grigia,e nonostante tutto era sempre
bellissima; ma la cosa più orribile era che ella era ormai soggetta a notevoli
sbalzi d’umore, se così li si poteva chiamare;in alcuni momenti, nonostante il
suo contatto con la realtà fossa poco più che parziale, riusciva a parlare con
chi le stava intorno anche se da molto non era più consapevole dello scorrere
del tempo, né di quello degli eventi; ma il più delle volte oramai cadeva in
uno stato di profonda catalessi, dalla quale spesso non riusciva svegliarsi per
giorni.
Odiava
questo argomento. Non voleva pensare a questo ora. Sarebbe dovuto rimanere un segreto
tra lei, pochi dei fidati di Galadriel, Galadriel stessa e Miriel.
Chi
era Miriel?
Miriel
era una delle più alte collaboratrici di Galadriel, nonché una dama deliziosa.
Non
poteva far altro che ricordarla come bellissima, pura e fresca come ornai pochi
degli elfi sapevano ancora essere.
Ma
non poteva scappare… I suoi pensieri la sopraffecero di nuovo… Non poteva
sfuggirgli…La rivide. Immobile, con gli occhi spenti su un letto di seta
azzurra.
Non
provava odio, almeno si sforzava di non provarne; ma siccome provava solo pena,
e odiava la pena, era quasi inevitabile che disprezzasse quell’essere.
“Neppure
questo è bello da pensare” si disse.
Ma
ora la sua mente volle dargli un po’ di tregua. Le permise di pensare a Miriel
di Lòrien. Non poteva che esserle grata. Galadriel si fidava di lei al punto
che aveva deciso di affidarle la fragile e incostante vita della Regina di
Bosco Atro…
“
Sei una stupida! Pazza sciocca, imbecille!” gridò a sé stessa “Stai sbagliando
strada! Devi andare a Lòrien, da Miriel!!”
Quindi
costrinse il suo ronzino a girare il muso e portarla in fretta, cavalcando più
veloce che mai, a Lothlòrien, da Miriel. E Feren , per amor suo, si trasformò
da amabile ronzino di Rohan a velocissimo destriero del Mark.