Capitolo 2

Un altro errore

♂Trent

Stavo pensando... ho fatto talmente tante stronzate che una più o una meno non fa differenza... perciò se volessi... perché no?

Io ti voglio, tu... non so se mi vuoi, ma ad ogni modo io voglio riaverti, e ti riavrò. Ad ogni costo.

Come se non bastasse non ho neanche pagato la bolletta perché non andavo più al lavoro (ora ho ricominciato) e fino alla fine di questo mese non avrò né luce, né acqua, né gas. Non posso neanche collegare il cordless o il cellulare!

Il capo mi scassa in continuazione perché dice che lavoro male. Vorrei vedere lui nella mia situazione.

Quello che voglio dire è che voglio parlarti.

Voglio dirti tutto ciò che non ti ho potuto dire negli ultimi tre mesi.

Tutto.

♀Gwen

Non riesco a credere che tu lo abbia fatto davvero, non mi capacito che tu possegga questa crudeltà, questa freddezza, questa stramaledettissima ragione.

Già.

Perché purtroppo hai ragione.

E poi non riesco nemmeno a chiamarti al telefono perché dice che il numero non è attivo. E neanche al cellulare, ma lì dice che è spento o non raggiungibile. È evidente che non vuoi chiamarmi, è evidente. Che non vuoi sentirmi, vedermi, ricordarmi.

Proprio tu, che mi dissi quella frase.

Anzi, quella parola.

Ricordami.

Io non ti ho dimenticato, Trent, non potrò mai dimenticarti.

C'è una cosa che però devo fare.

Mi vesto in fretta, non voglio fare tardi.

Non sto venendo da te, ma devo andare da un'amica che mi ha detto se volevo parlarle dello stato pietoso in cui mi sono ridotta.

-Gwen! Sei venuta!-

-No potevo non venire, Bridgette.-

-Andiamo, siediti, vuoi che ti prepari qualcosa?-

-No... grazie lo stesso. E Geoff?-

-Ok, ti preparo un tè.-

-Bridgette? Ti ho chiesto di Geoff...-

-Dolce o amaro, Gwen?-

-Bridgette, cosa è successo con Geoff? Non l'ha presa bene?-

-No... l'ha presa benissimo...-

Il suo sguardo va verso il basso.

-È il suo corpo che non l'ha presa bene...-

-Ovvero?-

-Gli è venuto una specie di infarto, all'ospedale dicono che non è niente, ma io...-

Singhiozza e mi abbraccia.

-Io ho paura, Gwen.-

E adesso? Io sono venuta per essere consolata e devo consolarla? Infame di un destino!

-Tranquilla... vedrai che tutto si sistemerà...-

-Ho paura...-

♂Trent

È un'ora che suono il campanello ma non rispondi.

Ho raccolto un po' di informazioni e sono arrivato fin qui, c'è addirittura una pecetta sotto il citofono che recita: "In affitto a:" e il tuo nome a seguire.

Ma tu non sei qui.

Ho paura che tu te ne sia andata.

Un'altra volta.

E tutte e due le volte perché?

Perché io ti ho lasciato fare.

Coglione.

Evidentemente lo stronzo bucato ti ha riportata con sé chissà dove.

E anche se la pista sarebbe ancora calda, non voglio più seguirti, perché ormai mi respingeresti.

Poco ma sicuro.

Credo proprio che me ne andrò.

Senza di me ti sarà tutto più facile.

Sarai libera da qualunque peso, compreso il più grande.

Me.

E per sempre.