~ Fior di Ciliegio
Métro e lacrime non corrisposte
“Dove mi porta,professore?” domandò il ragazzo.
“Goditi il viaggio” tagliò corto Nobu.
Scesi dalla stazione di Yostuya,camminarono lungo i binari che seguivano,in direzione di Ichigaya.
“La métro è qualcosa che stordisce un po’,non credi?” disse il signor Nobu,probabilmente per parlare di qualcosa.
“E’ questo quello che mi piace delle métro,professore. Ne esci fuori con gli occhi accecati come un piccola talpa esce dalla sua tana. A volte serve,non ti accorgi subito degli errori del mondo”.
“Che puoi trovare al di fuori della métro?I venditori di ramen?Barboni?” replicò l’uomo prendendosi gioco di Tarō.
Per una frazione di secondo,il ragazzo pensò ad Eda ma scosse la testa e riordinano i pensieri disse:
“In ogni cosa c’è male come c’è il bene,dipende come la si guarda. Purtroppo io trovo solo del male e le persone che vedo uscire ed entrare dalla métro sono la stupidità personificata”.
“Quanto ego Tarō,troppo ego e pessimismo” lo rimproverò il professore.
Il ragazzo non rispose,piuttosto,già dal primo scalino dell’uscita si accorse del soffice strato bianco che ricopriva il marciapiede.
“Sta nevicando,stupida neve..” disse irritato Tarō rivolgendosi a Nobu.
“Guarda il lato positivo: quando si scioglierà sarà tutto lindo e pulito e nessun volgare e schifoso spazzino non verrà a pulire” lo consolò l’uomo poggiandogli una mano sulla spalla.
Sdraiata sul tatami della sua piccola camera,Midori gustava uno dei suoi manga preferiti,‘Fullmetal Alchemist’. Sarà stata la quarta volta che lo leggeva ma ogni vignetta portava lo stesso magnifico sapore della prima volta. Divorava ogni pagina come un delizioso o-nigiri al salmone così da finire ore ed ore a leggere. Ma di colpo,in quell’attimo,si fermò. Alzò lo sguardo e la sua mente si annebbiò lasciando spazio solamente a uno dei suoi più importanti pensieri: Tarō.
Chiuse il giornalino e rotolò sul tatami fino a che non si ritrovò a pancia all’aria e con lo sguardo fisso al soffitto.
Che fai in questo momento,Tarō?
Perché tutte le volte che finiscono le lezioni sparisci nell’ufficio del preside e non mi lasci contemplare i tuoi bellissimi capelli dai riflessi blu al sole?
Tarō,non mi degni neanche di uno sguardo?
Perché non sei con me? Perché non sei mai stato con me?
Midori si pugnalò il cuore con questa onda di domande impossibili.
Le amiche,le conoscenti,le ragazze della sua età in generale avevano già assaggiato le labbra di qualcuno. Addirittura c’è chi aveva perso la verginità con qualche giochino erotico mentre lei rimaneva la piccola e ingenua Midori.
Sono brutta?Cosa c’è che non va in me? Sono forse troppo giapponese?*
Le sue domande disperate la soffocarono in un mare di interminabili punti interrogativi dall’opprimente color nero che la inghiottirono in silenzio. Indolore.
Si trascinò con fatica verso il futon e poco più accanto afferrò un quadernetto color carta da zucchero. Trovò una penna sotto ai libri di scuola poco vicino e con il viso rigato dalle lacrime cominciò a scrivere.
Non aveva mai pianto pensando a Tarō.
E Tarō non aveva mai pianto pensando a qualcuno.
* Nel Giappone di oggi sono sempre di più i giovani che si sottopongono a chirurgie plastiche per assumere caratteri occidentali
(riducono labbra,abbassano gli zigomi,affinano il mento..)