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Autore: The Black Wolf    18/09/2011    1 recensioni
“non sei un fantasma, vero?”
“no, non credo”
Segreti incontri e favolose avventure racchiuse nelle mistiche notti di una ignota cittadina dove tutto sembra scorrere lento e monotono.
E voi siete proprio sicuri di sapere tutto ciò che accade intorno a voi?
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 1       luci di novembre

 
 

Una storia come questa non andrebbe mai raccontata.
Non ha un inizio e non ha una fine, o forse questi due tratti coincidono.
Non esistono “perché” a ciò che è successo, è successo e basta
. Non si sa da dove arrivi, non si sa la sua origine, forse ha già fatto il giro del mondo, o forse è accaduto lì, proprio vicino a voi. Questo io non lo posso sapere, ma quel che posso ricordare è una notte di novembre, una notte senza luna ne stelle.
 La città era addormentata e immersa in una torbida coltre di nebbia che come un muro impediva alla vista di andare oltre il proprio naso. Una barriera impenetrabile.
Le strade erano accese di mille luci, i lampioni scandivano un ritmo regolare e le insegne luminose delle vetrine tingevano di mille colori il candido velo di nubi.
Tutto era silenzio, tutto taceva. In lontananza si sentiva, leggero, un rintocco di campane, la notte era ancora giovane e poteva riservare molte sorprese.                                                                                                   
Un uomo, o forse un ragazzo, si aggirava per le vie della città. Non sembrava avere una meta, andava a destra e a sinistra, attraversava una strada e poco dopo la attraversava di nuovo, poi ne camminava al centro. A volte si girava e con disinvoltura ritornava indietro. Non sembrava voler raggiungere nessun luogo, il suo unico interesse sembrava camminare.
Non sembrava affatto un vagabondo a partire dall’elegante abito che indossava: di certo era un frac nero quello che aveva indosso, sopra ad una camicia bianca con un papillon, anch’esso nero, e un paio di eleganti pantaloni.
Assomigliava quasi ad un direttore d’orchestra, se non per uno strano cappello che portava abbassato sul volto, celandone l’espressione.
Dal cappello scendevano dei capelli corvini e riccioluti che gli arrivavano si e no alle spalle, ma il resto era nascosto, la sua identità ancora rimaneva un segreto.
La camminata era sicura ma elegante, fluida ma decisa. Un uomo d’altri tempi che si aggirava nelle notti più buie della città, con fare misterioso.
Ma questa storia non la racconterei oggi se qualcosa non fosse successo, qualcosa che ha sconvolto le segrete notti di questo personaggio così ambiguo e singolare, qualcosa che ha sconvolto i cuori di un’intera cittadina. Certo, perché questa storia ha molti risvolti. Qualcuno potrà dire che è un’assurdità, altri diranno che è una pazzia e altri ancora saranno costretti ad ammettere di essersi lasciati sfuggire almeno una piccola lacrima. Ma sicuramente voglio anche il vostro parere e so per certo che non me ne priverete.
Credo che la storia inizi quando una piccola bimba di tre o forse quattro anni si alzò dal suo lettino per andare a bere, teneva stretto a se un peluche, un lupo che possedeva da quando ne aveva memoria.
 Prima di uscire dalla sua camera si affacciò alla finestra, quasi un impulso silenzioso e involontario, ma tutto sommato era una cosa normale. Il buio era intenso nel cielo, ma in strada la luce del lampioni risplendeva più che mai. Il suo sguardo percorse l’intero marciapiede e tornò indietro, e proprio in quell’istante ecco apparire una figura alta e snella che emerse dal buio con la sua camminata signorile. La piccola continuò a guardarlo per un lungo tempo, finché questo non scomparve immerso nel freddo buio notturno.
 Perché mai un uomo si aggirasse a quell’ora di notte e tutto solo, lei di certo non lo sapeva, ma già nella sua tenera età comprendeva che non era affar suo, anche se la cosa l’aveva molto incuriosita. E di sicuro questa sua curiosità non poteva essere soffocata in una notte.
Alcuni giorni dopo, di nuovo sentì l’impulso di alzarsi, ma questa volta non aveva bisogno di bere. La cosa che la chiamava era la finestra che dava su quella strada di città, che di giorno era così affollata e caotica, ma di notte appariva alquanto deserta, quasi non sembrava la stessa.
Quel che vide non la sorprese, ne la spaventò, ma al contrario fu rallegrata nel vedere che quella misteriosa figura notturna stava passando davanti ai suoi occhi. Impassibile, anche se il volto non lo vedeva, sembrava godere della leggera brezza che popolava quella notte ancora terribilmente buia. Ma da quanto tempo non si vedevano più la luna e le stelle?
 Solo ora ci faceva caso e ne era rattristata, e subito le ritornò alla mente quelle volte in cui era triste e riusciva a trovar conforto nel bianco volto della luna, ma quella volta non c’era e chissà da quanto tempo non si faceva vedere.
Ma quell’uomo, chi era? Da dove veniva? E dove andava ogni notte? Nei suoi dolci pensieri la bimba cominciò a formulare delle ipotesi: forse andava a trovare la sua ragazza, forse aveva una nonna malata o forse gli piaceva la notte, ma tutte queste cose assumevano un fare sospetto alle tre di notte. Per quanto potesse essere innamorato, non credo che una donna lo aspetti ogni volta fino a quell’ora. Una nonna, specialmente se malata, ha bisogno di dormire. E anche se provasse un maniacale amore per la notte non vagherebbe di certo per una città intrisa di luce come quella.
Quindi anche quella notte lo guardò apparire per poi andarsene inghiottito dal buio.
Ma ben presto la curiosità superò ogni buon senso.
La notte seguente rimase alzata, seduta alla finestra, con il suo peluche in grembo a osservare la strada. Puntuale l’uomo arrivò, con la sua elegante camminata, il cappello abbassato sul viso che gli impediva di vedere oltre i suoi piedi.
 La bimba sorrise, non lo conosceva, ma era felice di vederlo.
Per fortuna la sua stanza si trovava al piano terra, perché senza pensarci aprì la finestra e saltò sul marciapiede. Attraversò la strada senza guardare , a quell’ora era vuota, si avvicinò lentamente, quasi timorosa di quel nuovo e speciale incontro e in prossimità del misterioso uomo, pronuncia quell’unica parola capace di sconvolgere una vita, con la sua vocina timida e dolce “ Ciao..”..
Così iniziò il  primo incontro tra una bimba di quattro anni e una misteriosa figura di cui solo la notte ne conosceva i segreti… 

 

  
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