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Autore: rei22688    18/09/2011    1 recensioni
Quando il tuo cuore e la tua coscienza morale ingaggiano una battaglia all'ultimo sangue. Il ragazzo di cui tu sei perdutamente innamorata č proprio il tipo di persona che normalmente tu detesteresti: borioso, saccente e superficiale. Come fare in questi casi? Ovviamente ci si perde in un mare di pare mentali al limite dell'assurdo. Ecco la storia di una ragazza al centro di questa irritante esperienza...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore paranoico

Amore paranoico

Parte seconda: Lieto... fine? 

-Tu ricordi la prima volta in cui ci siamo parlati?-
Ran si irrigidi. Da dove cavolo gli era uscita quella domanda? Comunque era ovvio che se la ricordasse. E anche molto bene. Era stato l'anno precedente, nel periodo di poco precedente gli esami.
-...e intelligente, colto, elegante e con un ottimo portamento. Senza contare che e anche un figo pazzesco!-
Ran, Naomi e Kyoko, con la compagnia di Taro e Takeshi, stavano approfittando della pausa pranzo per passare qualche minuto di tranquillita crogiolandosi al sole primaverile nel cortile della scuola.
La discussione era da poco entrata nel tragico argomento degli esami di fine trimestre, che si stavano avvicinando inesorabilmente. Piu nello specifico, il problema era il pessimo rendimento di Ran in matematica e fisica. Dato l'enorme problema, Kyoko aveva pensato bene di proporre che la disperata chiedesse aiuto a qualcuno che fosse abbastanza capace da poterla aiutare.
La prima proposta era stata il nome di Takeshi, dato l'altissimo punteggio raggiunto agli ultimi esami, senza contare quelli ottenuti ai precedenti. Il diretto interessato si era pero trovato a rifiutare a causa della considerevole mole di lavoro imposta dai suoi.
La seconda opzione era stata quella di Taro che, per quanto biologicamente imbranato ed estremamente infantile, grazie alla sua innaturale passione per la matematica, la chimica e la fisica, oltre che per i gia sopracitati treni, era sempre riuscito a prendere dei voti praticamente eccellenti.
-Mi dispiace ma tra poco devo partire per un paio di settimane. Tornero giusto in tempo per sostenere gli esami.- questo era stato il suo rifiuto.
A quel punto Naomi, gia esclusa insieme a Kyoko, perche era ben risaputo che un'eventuale sessione di studio fra loro si sarebbe risolta  in un vortice di chiacchiere inutili e pettegolezzi, come gia era accaduto durante precedenti tentativi, aveva pensato bene di proporre colui che, anche piu in alto di Takeshi e Taro, aveva alti voti in matematica: Ishida Tetsuya della seconda sezione. E da qui era andata avanti ad elencare le sue infinite virtu: -Vedessi anche che sedere da paura! E veramente un gran figo!-
-Cavolo, hai ragione! Quando e venuto a portare dei documenti ai nostri rappresentanti di classe ho creduto di svenire!- questo lo spalleggiamento da parte di Akane, un'altra loro compagna di classe.
-E poi ha dei lineamenti perfetti! La sua ragazza sara una donna fortunata!- questa Rika, un'altra compagna loro di classe con il precoce e pessimo vizio del fumo.
Ran sbuffo: -Ragazze! Io dovrei trovare un aiuto in matematica, non  un probabile ?gMister Honan?h . E poi non posso mica chiedere ad uno sconosciuto di darmi ripetizioni.-
Naomi scosse la testa con convinzione: -Ma  no, vai tranquilla! E anche un tipo gentile, puoi chiedergli quello che vuoi! Ovviamente nei limiti della decenza...- e si lascio andare ad una risatina ambigua, seguita dai commenti poco ortodossi di Rika e Akane, che ebbero il grottesco risultato di far arrossire fino alle orecchie i poveri Taro e Takeshi, per niente avvezzi a certi discorsi, nonostante fossero ampiamente abituati ai momenti in cui anche Ran era solita dare il meglio di se.
Cercando di ridare un tono meno patetico al discorso, Ran riprese le redini della situazione: -Allora dite che questo tizio mi potrebbe veramente aiutare? Pero credo che  mi sentirei un attimo in imbarazzo ad andare da lui...-
Kyoko diede un'alzata di spalle: -Ma che problema c'e? Se e nella seconda sezione sara in classe con quel tuo compagno del club di kendo... quel Ryuzaki!-
Al solo sentire quel nome i suoi sensi si erano acuiti istantaneamente: -Accidenti hai ragione! Sarebbe anche un'ottima scusa per parlare con lui. Eccellente!- concluse con un'espressione paurosamente decisa.
Nel vederla cosi lanciata, Naomi, seguita da Akane e Rika, si alzo da terra: -Beh allora, dato che siamo a neanche meta della pausa pranzo, direi che potremmo approfittare della situazione per andare a cercarlo.- seguirono i versetti entusiastici di Akane e i mugugni soddisfatti di Rika.
Intanto Ran, ancora seduta insieme a Kyoko e agli altri due, le scrutava perplessa: -Immagino che questo entusiasmo sia dovuto alla vostra preoccupazione per la sottoscritta...-
Naomi ridacchio ironicamente: -Naturalmente! Non lo facciamo mica per andare a vedere il ragazzo piu fico della scuola.-
Roteando gli occhi, Ran si alzo in piedi, ripulendosi la gonna da eventuali corpi estranei. Si rivolse a Kyoko: -Voi che fate? State qui?-
L'altra annui: -Si... Anche perche credo che tu riesca a sentirti gia abbastanza in imbarazzo. Senza altro pubblico aggiunto.- disse alludendo alle altre tre ragazze insieme a lei, che per tutta risposta si misero a ridere.
Akane si porto le mani al viso con fare lezioso: -Dai Kyoko! Faremo le brave!-
Anche Naomi annui: -Si certo. Non temere, non faremo stupidaggini, staremo solo a guardare da lontano.-
All'udire quelle parole, Kyoko si mise a ridacchiare, mentre passava una mano tra i capelli di Takeshi: -Speriamo bene. Beh allora buona fortuna ragazze. Soprattutto a te Ran.- e le fece l'occhiolino.
Sospirando, Ran le sorrise: -Gia, speriamo in bene tesoro. A dopo ragazzi.- e, senza aggiungere altro, si avvio verso l'entrata della scuola, seguita dalle altre tre.
Recuperate le calzature scolastiche, salirono le scale alla ricerca della seconda sezione, che si trovava al primo piano. Dentro Ran si stava facendo strada una sensazione di entusiasmo, che raggiunse il suo culmine quando, giunta verso meta corridoio, incrocio due famigliari fanali blu intenso. 
-Wah ma quello e Ryuzaki! Mamma mia che figo!- gli ormoni della ragazza presero a girare a velocita vorticosa alla vista del suo piu grande oggetto di desiderio.
Era da quando aveva iniziato l'attivita del club di kendo alle superiori che si era infatuata del bel vice, poi capitano. Sin dalla prima volta in cui si erano parlati, lei era rimasta assolutamente incantata da quel suo modo di fare cosi grazioso e dal suo fascino. Era il massimo per lei avere a che fare con un ragazzo cosi carino, tra l'altro condividente con lei una delle sue piu grandi passioni.
Le sue amiche, al contrario, ebbero una reazione di puro disgusto, ma lei non se ne stupi. Sapeva bene che loro non approvavano la sua scelta, anche se non riusciva a spiegarselo fino in fondo: lui era gentile, simpatico e incredibilmente carino, come potevano schifarlo in quella maniera? 
Per converso, penso che il loro tanto idolatrato Ishida dovesse davvero essere di una bellezza ed un savoir faire da principe delle fiabe per poter vincere il confronto in maniera tanto schiacciante.
-Ehi, ma con lui c'e anche Ishida! Dai, dai puoi andare a parlargli Ran!- la incoraggio Naomi, spingendola leggermente.
Ran cerco di aguzzare la vista, pero non riusci ad identificare chi fosse il misterioso oggetto della sua ricerca. Noto solo uno strano spilungone con gli occhiali che, dopo averle lanciato una strana occhiata intrisa di scherno, si era voltato passandosi una mano tra i capelli con nonchalance. Arriccio il naso; d'accordo che lei non era certo una favola, pero certi atteggiamenti avrebbero anche potuto risultare offensivi.
Ma tanto a chi mai sarebbe importato delle occhiatacce da parte di ignoti quattrocchi spocchiosi quando, dritto davanti a se, si trovava un capolavoro della natura come il sorriso caldo e splendente del bel Ryuzaki che, vista la nostra Ran, si era messo a salutarla calorosamente: -Buon giorno Matsumoto? Tutto bene oggi?-
Una miriade di cuoricini rosa si mise a roteare intorno alla testa dell'ormai persa ragazzina, mentre dalla sua bocca usci una voce a dir poco zuccherosa: -Buon giorno Ryuzaki! Io tutto bene e tu?- ma quanto cavolo riusciva ad essere bello e dolce un unico uomo? Era talmente godurioso da dover essere messo fuori legge.
Di nuovo quel sorriso piu bianco del bianco, illuminato ancora di piu da quei due occhioni blu: -Bene, mi fa piacere! E il gomito che avevi sbattuto a terra l'altro giorno durante l'allenamento? Ti fa ancora male?- ma che carino! Si preoccupava per lei! Un vero tesoro di uomo.
Fu pero in quell'attimo che, con la coda dell'occhio, vide il secchioncello snobbetto di poco prima che, nell'udire Ryuzaki che citava la sua triste sventura, aveva fatto una risatina di scherno. Molto velata, ma cavolo se l'aveva fattta!
?gMa tu guarda che infame insopportabile!?h
Pero non aveva tempo per mettersi a creare litigi con sconosciuti ignoranti: i suoi voti avevano bisogno di un'ancora di salvezza e se la doveva conquistare al piu presto, magari passando per qualche amorevole chiacchierata fatta con il suo idolo dagli occhi di zaffiro: -Senti Ryuzaki... scusami infinitamente se approfitto in questo modo di te, pero avrei un gran bisogno di un enorme favore!- Ran congiunse le mani con fare supplichevole.
L'altro annui cordialmente: -Ma certo, ci mancherebbe altro. Dimmi di cosa hai bisogno.-
La piccola Ran dentro di lei emise un gridolino di soddisfazione: ma com'era gentile! Un vero tesoro. Cercando di dissimulare quel moto di tenerezza, in effetti un tantino patetico, Ran cerco di manifestare il suo lato piu brillante: -Intanto scusami davvero per il disturbo. Comunque e a proposito della mia precaria situazione in matematica. Ricordi che te ne parlavo anche l'altro giorno...-
Alla risposta affermativa, con tanto di sorriso al Lurex, da parte di Ryuzaki, la ragazza continuo: -Beh ecco... mi hanno detto che nella tua classe c'e un tipo bravissimo di nome Ishida. Non e che potresti farmi da intermediario?-
-E tu che cosa vorresti da Ishida?-
Ran sussulto, dalla spalla sinistra di Ryuzaki era misteriosamente apparso il ragazzo occhialuto che solo pochi minuti prima l'aveva derisa, rivolgendosi a lei con aria curiosa.
?gMa che accidenti gliene importa di cosa voglio da questo benedetto Ishida? Oltre che stronzo e anche ficcanaso!?h
Era pero vero che, trattandosi magari anche lui di un compagno di classe del misterioso Ishida, forse poteva essere un buon collegamento. Magari era anche un suo amico stretto; molto meglio tenerselo buono. Cerco quindi di mantenere il piu possibile un tono gentile, risultando comunque un poco piccata: -Mi hanno detto in tanti che, dato che ho parecchi problemi in matematica, essendo lui uno degli studenti migliori della scuola, sarebbe stato possibile chiedere a lui.-
Il quattrocchi annui pensieroso: -Uhm... ma quindi si dice che Ishida sia uno dei migliori studenti della scuola. Veramente?-
Ran diede un'alzata di spalle: -Cosi mi hanno detto...-
L'altro continuava ad annuire, mentre Ryuzaki si era misteriosamente voltato da un'altra parte. Ran si maledi per aver buttato via la sua occasione per fare una chiacchieratina col suo amore ?gNo, calma i bollenti spiriti cavolo! Pensa agli esami! Esami!?h
Intanto l'altro tizio continuava a parlare: -E ti hanno anche detto che lui avrebbe potuto aiutarti in caso di bisogno...-
La rabbia stava iniziando a montare nel petto della povera Ran, mentre quello la guardava come fosse stata  la cosa piu strana che gli fosse mai capitato di vedere nell'arco della sua vita. Doveva pero stare calma, se fosse riuscita a mantenere i nervi saldi avrebbe magari trovato un appiglio per  parlare con il tanto agoniato Ishida: -Si. Capisco di essere un'estranea, ma nel caso fosse possibile...-
Il gruppo dei compagni di Ryuzaki e del quattrocchi si erano messi a bisbigliare in maniera estremamente fastidiosa. Che cavolo mai aveva detto di sbagliato? Ora, oltre alla rabbia, in un piccolo angolo dentro di lei si stava facendo strada anche una certa voglia di piangere.
Nel mentre, l'altro si era zittito un secondo, porgendo anche lui un attimo lo sguardo ai suoi compagni. Ran noto un che di serio nella sua espressione, quasi stesse cercando di concentrarsi su qualcosa: -L'entita dei tuoi problemi e molto grave? In quanti argomenti hai bisogno di spiegazioni? Ti avverto che comunque non ho molto tempo libero.-
Ran sbarro gli occhi, mentre nella sua testa tutto iniziava a farsi piu chiaro e vivido: -Un attimo... non mi dire che tu sei...-
Il sorriso cordiale, con un che di immensamente diabolico, che il ragazzo le porse, fu una di quelle cose che Ran penso non avrebbe dimenticato facilmente: -Ishida Testuya in persona signorina. Complimenti per la perspicacia.- e tutta la sua classe esplose in una fragorosa risata.
Quanto avrebbe voluto che una voragine si fosse aperta sotto di lei! Che immane figura del cavolo aveva fatto. Fu quello il preciso istante in cui i suoi sentimenti verso quel ragazzo da poco conosciuto iniziarono a prendere una forma precisa.
?gTu, brutto figlio di una mignotta! Ti detesto!?h
E questo fu il primo dialogo avvenuto tra di loro.
Al solo ricordo di quell'imbarazzante episodio e delle risate che ne seguirono, a Ran inizio a ribollire il sangue nelle vene: -Ovviamente me ne ricordo... Una tale figura del cavolo non si dimentica!-
Ishida ripunto gli occhi nei suoi con perplessita: -Figura? Di cosa parli?- e, dato che la ferita era ormai pulita, smise per un attimo la medicazione.
Ran sospiro: -Ma si... parli della volta in cui ti ho chiesto di darmi una mano in matematica no?- poi le venne il sospetto: magari se n'era anche dimenticato di quell'episodio. Forse faceva riferimento a qualcosa di successivo.
Vide Ishida irrigidirsi per un attimo, non riusci a capire bene il perche. Dopodiche scosse la testa sorridendo: -No,non era a quello che mi riferivo.-
All'udire queste parole, Ran percepi come una fitta al cuore. Era in fondo normale che lui si fosse dimenticato del loro primo incontro. Eppure lei, per quanto quel momento fosse stato per lei incredibilmente imbarazzante e irritante, in un certo senso conservava dentro di lei quel ricordo con un tantino di tenerezza. Ma giusto un tantino, rispetto all'enorme senso di vergogna.
Chino un poco la testa, guardando con improvviso interesse le punte delle sue scarpe:-E quindi... di quando parli?- 
Ebbe un sussulto, quando senti la mano di lui posarsi sotto il suo mento per risollevarle il viso. 
Segui poi il ben noto bruciore alla fronte, che le fece strizzare gli occhi. Quel disinfettante era una vera tortura.
Lo senti sospirare: -Se tieni bassa la testa, mi spieghi come potrei mai riuscire a terminare l'opera?-
Una piccola parte di lei si era accorta che lui, chissa per quale motivo, non aveva risposto alla sua domanda. Forse si era accorto di aver  fatto effettivamente una sorta di gaffe, chiedendole di quando si fossero parlati la prima volta, per poi dimostrare di essersene in realta dimenticato. Un po' le dispiacque; non era certo sua intenzione metterlo in imbarazzo. Cosa ci poteva fare se ogni stupido momento in cui si erano scambiati due cavolo di parole era impresso a fuoco nella sua memoria piu delle poesie del Kokin Waka Shu che sua mamma le aveva fatto imparare con la forza sin da bambina? 
Il silenzio che si era formato aveva un che di esasperante. Avrebbe tanto voluto scambiare qualche parola con lui, cosi, per alleggerire la tensione, ma non ne aveva il minimo coraggio. Che situazione irritante! L'impulso di piangere stava di nuovo facendosi strada dentro di lei, partendo dal petto, fino a concentrarsi in un fastidioso nodo alla gola.
-Il primo giorno di scuola...-
Ran si riebbe dal suo momento depressivo. Aveva forse detto qualcosa?
-Eh?-
Per tutta risposta, Ishida sorrise divertito: -Noi ci siamo parlati il primo giorno di scuola Matsumoto. Esattamente un anno e mezzo fa.-
Ran lo guardo un attimo stranita. Ma davvero si erano scambiati qualche parola prima di quel giorno in cui lei gli aveva chiesto aiuto in matematica?
Vedendola abbastanza turbata e neanche minimamente in grado di dare una risposta adeguata, Ishida continuo a raccontare: -Dato che era il primo giorno di scuola superiore, avevo chiesto a mio padre se era possibile farmi andare a piedi, dato che volevo godermi l'atmosfera. E cosi feci...-
Camminava un po' stranito ed emozionato quel giorno Ishida Tetsuya. Colui che era il secondogenito della famiglia Ishida, titolare di una delle societa trainanti nel settore meccanico Giapponese.
Si guardo in giro, verificando che quella fosse la strada giusta. Ovviamente lo era, difficilmente gli capitava di sbagliare. Sorridendo compiaciuto, procedette per la sua strada, tanto era comunque in largo anticipo.
Si soffermo qualche minuto a guardare i fiori di ciliegio, che proprio in quel momento erano in piena fioritura ?gDavvero meravigliosi!?h per poi procedere verso la scuola, certo di arrivare giusto in tempo per la cerimonia d'ammissione. Camminava a testa alta e passo sicuro, non esisteva nulla che potesse mai riuscire a turbarlo.
Era talmente assorto nei suoi pensieri, che nemmeno senti dei passi di corsa furiosa alle sue spalle. Infatti fu solo quando colei che stava correndo si mise anche ad urlare che si accorse di lei: -Ehi tu! Aspetta un attimo!-
Si fermo, dopodiche si volto, cercando di verificare se effettivamente qualcuno si stesse rivolgendo a lui.
Vide una ragazza con l'uniforme femminile della sua nuova scuola, un po' sovrappeso, con una coreografica massa di ricci scuri intorno ad un viso arrossato dalla corsa: -Si, tu con gli occhiali! Fermati un attimo!-
Come gli era stato ordinato, si blocco definitivamente, aspettandola. In pochi passi, la suddetta ragazza fu subito al suo fianco, mentre stava piegata, mani alle ginocchia, tentando di riprendere fiato: -Grazie mille... scusa se ti ho fermato cosi, ma non sapevo come altro fare.-
Lui la scruto con un attimo di perplessita, senza contare una punta di preoccupazione. Da come ansimava, sembrava dovesse avere un collasso da un momento all'altro: -Tutto a posto?-
La vide alzare il viso, con un sorriso solare stampato sul volto. Da quella vicinanza pote ben notare un paio d'occhi di un delicato verde chiaro: -Si, si, ora si. Comunque scusa ancora...- tento di darsi una sistemata, rimettendo la borsa scolastica sulla spalla e passando una mano in mezzo a quell'infinita di ricci scuri.
Ishida penso bene fosse meglio arrivare al sodo, in fondo non mancava poi tanto tempo alla cerimonia d'ammissione: -Avevi bisogno di qualcosa? Perche mi hai fermato?-
La vide arrossire un attimo imbarazzata, mentre con un dito si grattava una guancia alla ricerca delle parole giuste: -Beh ecco... il fatto e che io mi sono persa. Ho visto che tu portavi la divisa della mia scuola e mi chiedevo se potessi gentilmente darmi una mano...-
Ishida spalanco un attimo gli occhi sorpreso: -Ah ma quindi tu, il giorno della cerimonia d'ammissione, stai a vagare per il circondario alla ricerca dell'edificio scolastico senza la minima idea di dove andare?- certo che si trattava di una ragazza davvero particolare.
Il rossore sulle sue guance divenne piu intenso: -Beh... Una cosa del genere. Il fatto e che avevo un paio di amici che sarebbero dovuti venire con me, ma ieri sera mi hanno dato buca dicendo che sarebbero arrivati da tutt'altra parte e cosi mi trovo un pochino in difficolta...- mesta, aveva puntato lo sguardo a terra.
Ad Ishida venne una gran voglia di ridere, ma decise di trattenersi per rispetto verso di lei. In fondo, pur non essendo per niente un amante della compagnia estranea, soprattutto in momenti come quelli, in cui amava starsene da solo in contemplazione delle meraviglie circostanti, non era giusto deridere quella che, in fin dei conti, era stata la risultante di un insieme di sbadataggine e sfortuna. E poi, in fin dei conti, la sua compagnia non gli dispiaceva piu di tanto. Avrebbero anche potuto andare insieme verso la scuola, perche no?
Le sorrise cordiale: -Beh, ora non hai di che preoccuparti. Possiamo procedere insieme.-
La ragazza ebbe un attimo di sorpresa, dopodiche lo guardo con occhi colmi di gratitudine: -Davvero? Ti ringrazio tanto.- 
Da agitata e depressa qual'era stata, si era subito messa a sorridere con serenita, quasi avesse dimenticato totalmente il problema che l'affliggeva fino a pochi secondi prima.
In genere si dice che siano le persone stupide a cambiare cosi in fretta il proprio stato mentale; e in effetti di primo acchito non e che lei sembrasse esattamente la persona piu brillante di questo mondo. Eppure c'era qualcosa che gli diceva che non doveva fermarsi alle apparenze, che nello sguardo verde chiaro di lei ci fosse qualcosa in piu della solita superficiale volubilita tipica femminile. Era solo una sensazione, ma la sentiva molto forte.
Procedettero a camminare insieme. Lei, di una buona spanna piu bassa di lui, camminava a passi piccoli e veloci, leggermente forzata dalla pesante borsa che portava sulla spalla sinistra, ogni tanto sbuffando per la fatica, ogni tanto blaterando lamentele o incoraggiamenti sul fatto che ormai mancava poca strada, senza comunque mai lasciar scemare un briciolo di quell'interesse che in lui aveva destato. Una creatura davvero insolita.
-Sei anche tu un primino vero?-
Ridestato dalle sue fantasie, Ishida annui puntualmente: -Si, come vedi anche io sono una matricola.- e le mostro lo stemma dai contorni arancioni sulla giacca, peculiare delle matricole, differente da quello a contorni bordeaux degli studenti piu grandi.
Lei annui sorridendo: -Beh allora devo farti i miei complimenti! Anche se sei alla cerimonia d'ammissione non sei per niente teso. Io invece ho un'immensa paura di fare una figuraccia!- e inizio a grattarsi una guancia, dubbiosa.
Ishida ebbe di nuovo la forte tentazione di ridere: -Una figuraccia? Come mai?-
La ragazza sospiro affranta: -Sono una vera frana! Sono imbranata da morire e anche sbadata! Sia mia madre che le mie amiche mi sgridano di continuo. Senza contare i miei amici che mi danno dell'irresponsabile.-
Certo che era una tipa veramente strana. Mettersi a parlare cosi dal nulla del suo personale problema di sbadataggine con un completo sconosciuto. Eppure doveva ammettere di trovare estremamente interessante quell'essere uscito dal nulla.
Se ne rimase un po' zitta, camminando con un'espressione agitata e ansiosa; probabilmente stava crogiolandosi nei suoi pensieri tragico-depressivi pre-cerimonia d'ammissione. Rimase un po' deluso da una tale prospettiva: ad una prima impressione gli era sembrata una ragazza abbastanza spigliata e spiritosa, non un'amante del vittimismo.
-Tu come vai? Nel senso... hai la faccia di un secchione! E vero o hai problemi da qualche parte?-
Un altro cambio d'argomento, nuovamente sul personale. Anche se normalmente avrebbe trovato irritante quello strano interrogatorio, in quel momento si senti stranamente divertito, tanto che addirittura rispose: -Beh... in vero non e che abbia piu di tanti problemi. Piu che altro non sono particolarmente portato per le lingue, ma non e che abbia chissa quale pecca.-
La vide fare delle vere e proprie espressioni da cartone animato, per poi sospirare affranta: -Beato te! Io invece ho dei voti decisamente mediocri. E in piu sono una vera frana in matematica... Wah! Sento gia che sara il mio cruccio per i prossimi tre anni! O magari anche di piu! Disgrazia!- fece una breva pausa: -Machissene! Il mio spirito da samurai sara piu forte di tutta la matematica di questo mondo!- e sollevo il pugno con aria combattiva.
Vedendo quella scena cosi ?gcartooniana?h, non pote fare a meno di ridere divertito. Quella ragazza era davvero incredibile.
Intanto erano finalmente arrivati nel cortile della scuola, dove gli studenti, sia nuovi che non, si stavano avviando verso la palestra per la cerimonia di inizio anno scolastico, dove loro sarebbero stati presentati come nuovi alunni.
-Ran! Finalmente ti sei decisa a farti vedere eh? Ti avro mandato una decina di messaggi! Anche Takeshi era preoccupato! E se e arrivato a preoccuparsi persino lui...-
Al fianco della ragazza era apparsa una tizia dai lunghi capelli scalati, dal look lontanamente dark. Aveva preso la sua nuova conoscenza per un braccio, minacciando di trascinarla via.
Vedendo quella reazione improvvisa, la ragazza tiro fuori il cellulare: -Oh santo cielo! Venti messaggi! Non immaginavo che mi avreste cercata tanto! Ma porca miseria! Persino Takeshi!-
Per tutta risposta, l'altra diede un lungo sospiro: -Ma quanto sei sbadata! Comunque muoviti che abbiamo bisogno di te! Quel rimbambito si e ritrovato a dover ancora scrivere il discorso di inizio anno e deve cominciare fra meno di un'ora! Te che sei brava a parlare in pubblico, vieni a darci una mano!- e la prese per un braccio: -Dai, saluta il tuo amico e muoviti!-
Mentre l'altra gia la trascinava, la ragazza si volto verso di lui con aria colpevole: -Scusami tanto! Ora devo proprio andare... Ci si vede in giro!-
Prima che lui avesse modo di fare anche solo un cenno di saluto, lei si era gia voltata verso la sua amica iniziando a correre trascinata dalla sua  foga.
Beh, erano comunque compagni di scuola no? Si sarebbero visti presto. Magari gia alla cerimonia.
Invece non riusci a vederla. Non la vide nemmeno quando chiamarono il suo nome. Accidenti, non si erano neanche presentati. Sapeva che si chiamava Ran, pero quel giorno ne erano state chiamate almeno quattro e comunque poteva benissimo trattarsi di un'abbreviazione, o peggio di un soprannome senza nessun senso reale. Dopotutto Ran voleva dire ?gguerra?h no? E quella ragazza decisamente possedeva uno spirito combattivo.
In seguito accadde che si incrociassero per i corridoi della scuola, ma lei sembro non fare caso a lui. Probabilmente doveva essersi totalmente dimenticata di cio che era successo quel primo giorno di scuola.
Dato il suo giunonico orgoglio personale, nemmeno lui aveva mai fatto niente per allacciare un qualche tipo di rapporto con lei.
Magari un giorno, chissa, si sarebbero rincontrati in un modo o nell'altro. Cosi, per caso. Poi lei, da quella sbadata che la sua amica le aveva detto essere, magari sarebbe arrossita violentemente, chiedendogli scusa per non averlo piu riconosciuto.
-Matematica, eh?- lei aveva detto che quello era il suo punto debole no? Magari era arrivato il momento per darsi da fare con equazioni e sistemi. E bene puntare sul caso, ma anche dargli una spinta non e un male.
Fu infatti cosi che si rividero: lei, disperata per il suo pessimo rendimento in matematica, era andata da lui, che era riuscito a diventare uno dei migliori dell'istituto. Vedendo la piega che avevano preso le cose, quel giorno non aveva potuto fare a meno di esultare dentro di lui, decidendo poi di farle quel piccolo scherzo sulla sua identita, per vendicarsi del suo non riuscire a ricordarsi di lui.
E ora si trovavano la, in quella infermeria, lui a curarle la ferita che lei, per quella sua gia citata sbadataggine, si era procurata. Doveva ammettere che trovarsi la, con lei, a quel modo, gli dava una certa sensazione di calore. Ma, in fondo, lui sapeva bene di cosa si trattava. Anche vederla a bocca aperta, mentre ascoltava da lui il racconto del loro primo vero incontro, gli dava una certa sensazione di caldo piacere.
Intanto Ran se ne stava a bocca aperta, vedendo Ishida che, tranquillo e sorridente, le dava metaforicamente dell'imbecille per essersi dimenticata del loro primo incontro e di lui ?gNon ci credo! Il ragazzo strano del primo giorno... era lui!?h
Non riusciva veramente a crederci. Come aveva fatto a dimenticarsi di lui? 
-Ma... eri veramente tu?- domanda cretina, ma che rifletteva a pieno la sua incredulita.
Ishida sorrise ironico, non stupito dalla sua reazione: -Beh guarda... Sei liberissima di non crederci, ma si trattava proprio di me.- e, detto questo, le mise un cerotto sulla fronte, dando fine alla medicazione.
Lei, ignorando la fastidiosa pressione del cerotto appena attaccato, rimase ancora un attimo a fissarlo a bocca aperta. Ishida, quell'Ishida che tutte adoravano e che lei odiava, ma allo stesso tempo amava da impazzire, era la stessa persona che, quel primo giorno di scuola era stato cosi gentile da aiutarla a trovare la strada e. pur non conoscendola, e stato ad ascoltare con pazienza tutti i suoi scleri da primo giorno.
Al solo pensarci sentiva come una leggera morsa allo stomaco, con un che di nostalgico, come se solo in quel momento si fosse ritrovata con una persona che non vedeva da tempo immemore.
Ripresasi dallo shock, Ran venne presa dai dubbi: -Ma... perche me l'hai detto solo ora?-
Lui distolse lo sguardo, sorridendo fra se con malcelato imbarazzo: -Beh... A dir la verita non mi stupisce del tutto che tu non l'abbia ancora capito... Pero pensavo che fosse evidente...-
Ran arriccio il naso indispettita. Come cavolo si permetteva di darle indirettamente dell'idiota in quel modo? Gia lei era ipersensibile ad ogni sua parola, se poi si metteva a dire certe cattiverie poi non doveva certo aspettarsi che le sue reazioni fossero tutte rose e fiori. Incrocio le braccia con aria scocciata: -Scusami se sono limitata... E  quindi? Cos'e che volevi dirmi, con tutta questa storia?-
Chissa quale concetto evidentemente profondo le avrebbe illustrato. Magari infarcendo la sua nutrita e prolissa esposizione con particolari assolutamente inutili atti a dare sfoggio della sua infallibilita e di paroloni degni di un trattato filosofico di quinto ordine.
Stava ancora aspettando l'inizio della sua filippica sull'ipotetica evidente ragione del suo improvviso racconto, ma accadde qualcosa che lei non si sarebbe mai immaginata. Lui alzo gli occhi verso di lei e le sorrise, ma non parlo.
Per svariati minuti nessuno dei due disse niente. Stettero a fissarsi per attimi che le sembrarono infiniti. Lui sorridendole in quel modo che per lei era del tutto nuovo, lei chiedendosi cosa diavolo stesse architettando.
Poi, improvvisamente, una calda sensazione, seguita da un brivido che le attraverso come una saetta tutta la spina dorsale. La delicata e soffice carezza di lui sulla sua guancia sinistra fu qualcosa che lei mai, nemmeno nei suoi sogni piu audaci, aveva mai osato immaginare.
Senti la sensazione di calore allargarsi in tutto il viso; segno che, evidentemente, stava diventando di una tonalita di rosso tendente al bordeaux: -M-ma-ma... Che cosa stai facendo?- piu una richiesta di spiegazione che una vera e propria protesta.
Lui inizio a farsi piu vicino: -A te cosa sembra che stia facendo?-
Man mano che lui si avvicinava, lei sentiva sempre piu intenso il soffio delicato del suo respiro, accompagnato dalla nota dolciastra del suo dopobarba.
Ormai la distanza delle loro labbra era poco piu di un sospiro, Ran ebbe la terribile sensazione di essere presa da una sincope prima ancora di riuscire a entrare totalmente nell'ordine delle idee di cio che stava accadendo.
Fu la voce di Ishida a farla riprendere: -Dimmelo se vuoi che mi fermi...-
La paura della distanza che, in maniera impercettibile, stava ritornando fra di loro, il timore per un'ipotetica occasione persa e la voglia di concludere quel momento tanto desiderato le diedero nuova forza: -No, non fermarti!- e afferro il nodo della sua cravatta, tirandolo verso di lei.
E le loro labbra, con la stessa perfetta armonia di un'opera d'arte, si unirono. Ran percepi una sensazione calda e piacevole; le labbra di lui erano lisce e soffici sulle proprie. Ad un certo punto senti la sensazione solleticante e umida della lingua di lui, un richiamo a cui non seppe resistere. Socchiuse la bocca, permettendogli l'ingresso.
Quello fu per lei davvero un momento del tutto inaspettato, che nemmeno nelle sue fantasie piu ottimistiche avrebbe mai osato immaginare. Uno dei baci piu caldi e appassionati che lei avesse mai ricevuto, forse anche perche era il primo. Movimenti lenti e ritmati, ma non per questo privi di emozione. L'altra mano di lui era scivolata intorno alla sua vita per afferrarle saldamente la schiena, tenendola stretta a se. Intanto, la mano di lei che tratteneva la sua cravatta, man mano che le effusioni procedevano, perse la stretta, fino a scivolare verso il basso, per poi artigliarsi alla schiena di lui, insieme alla sua compagna.
Ancora non se ne stava capacitando completamente, presa com'era da quel momento cosi surreale quanto desiderato. Le sue percezioni del tempo e dello spazio si erano come sopite del tutto, non sapeva dire quanto tempo fosse passato da quando si erano ritrovati la, a fare cose che, se qualcuno solo un paio d'ore prima le avesse detto che sarebbe andata a finire cosi, lei gli avrebbe riso in faccia, per poi scoppiare a piangere dalla depressione. Addirittura la sua sensibilita tattile sembrava aver deciso di ignorare tutto cio che non facesse parte di lui. Il tocco della sua mano sul viso, la sua stretta forte ma allo stesso tempo dolce e rassicurante e quel suo bacio da perdita del senno. Com'era mai potuto succedere che un ragazzo come Ishida Tetsuya potesse tirare fuori delle qualita del genere?
Ran inizio a sentire l'affanno a causa del ritmo accalorato che aveva finito per prendere quel bacio dal tutto privo di logica. I polmoni iniziarono a premere nel petto per ottenere un filo d'aria, ma il cuore loro vicino tentava di resistere fino all'ultimo, pur di non far finire quell'attimo di felicita.
Proprio mentre pensava queste cose, Ishida inizio lentamente a staccarsi da lei. Liberatisi l'uno dall'altra, entrambi ansimando copiosamente, appoggiarono le fronti l'una all'altra.
Stettero cosi per alcuni minuti. Occhi bassi, respiro pesante, ancora abbracciati stretti, la mano di lui che si muoveva sul suo viso in una carezza leggera.
-Spero di non averti turbata... Anche se a giudicare dalla tua reazione mi sembra di poter dire che tu sia tutt'altro che scontenta...- la voce di lui giunse ansimante ma serena alle sue orecchie.
Lei sorrise, artigliando di piu le dita alle pieghe della giacca di lui: -Beh... diciamo che non mi ha fatto tanto schifo...-
Lui ridacchio sommessamente, rialzando il viso per poterla guardare. Ran fisso gli occhi nei suoi; con un po' d'orgoglio Tetsuya noto il sottile velo di piacere che ora annebbiava la sua espressione sempre cosi divertente e curiosa, che in quel momento gli parve terribilmente invitante, col pollice sfioro di nuovo quelle labbra che fino a poco prima erano state sue: -Sai... Non avrei mai pensato di ritrovarmi qui, in una situazione del genere con te...- passo poi a sfiorare la sua guancia, la cui pelle risulto dolcemente setosa al tatto, esattamente come si era sempre aspettato.
Ran devio un attimo lo sguardo da quello di lui: -Che cosa intendi dire? Forse non corrispondo al tuo tipo di ragazza?- nel pronunciare le ultime parole, un piccolo nodo inizio ad attorcigliarle lo stomaco. L'insicurezza e la paranoia di quella ragazza sono decisamente un qualcosa di patologico.
Lui ridacchio leggermente, mentre ancora giocherellava con quelle guance tonde e soffici, che tanto lo invogliavano a mordicchiarle: -Ma figurati... Piuttosto, hai idea di quanto sia difficile penetrare quel tuo muro di teatrale comicita?-
Ran rimase interdetta, di che diavolo stava parlando.
- Muro di comicita?- e intanto, non resistette alla tentazione di passare una mano tra quei capelli brillanti, appoggiandosi leggermente alla sua spalla.
Passando la mano dietro la nuca di lei, Ishida continuo a ridacchiare: -Ma si Ran... quel tuo atteggiamento sempre cosi comico e casinista. E terribilmente scoraggiante per chi abbia voglia di sedurti...-
?gComico e casinista?!?h sinceramente lei aveva capito benissimo a cosa lui si riferisse. Sapeva bene di non essere di certo un concentrato di grazia e femminilita ma, al contrario, di assomigliare piu ad un teatrale pagliaccio, ma nulla le vietava di fare un po' la sostenuta dopo una frase del genere: -Ma quanta confidenza... Tetsuya!- il solo chiamarlo col suo nome le diede un brivido che la scosse da capo a piedi.
Lui sorrise leggermente, per poi riavvicinare il viso a quello di lei, che avvicino al proprio. Le labbra alla distanza di un sospiro.
-Ah! Ah! Ah! Fermo la!- lei poso un dito sulle sue labbra, bloccandogli l'azione.
Lui la guardo sorpreso, senza tuttavia allungare piu di tanto la distanza fra loro: -Cos'hai? Non mi dire che ti sei offesa per cio che ho detto...-
Lei scosse la testa ridacchiando: -No, no...- dopodiche mise le mani ai lati della testa di lui, togliendogli delicatamente gli occhiali: -Pero questi cosi pungono un casino! Ho la pelle delicata io!- e, una volta rimosso l'ostacolo, rimiro il risultato compiaciuta: -Molto meglio!- 
Tetsuya rise a sua volta: -Beh... quand'e cosi...- e, detto cio, si riavvicino a lei, ma qualcosa lo blocco.
Ran aveva distolto lo sguardo da quello di lui, fissando un punto non ben definito alle sue spalle con aria pensierosa. Il ragazzo sospiro: -Che c'e ancora?-
La ragazza sospiro: -Niente... Pensavo solo che... quando diro una cosa del genere alle mie amiche, come minimo verra a tutte una sincope!- e si mise a ridacchiare divertita.
Testuya la guardo con aria perplessa: -Perche mai dovrebbero?-
Per tutta risposta, Ran continuo a ridacchiare: -Ah e una storia molto lunga... ne parliamo dopo.- e, detto questo, annullo definitivamente ogni distanza.

Ciao, e cosi si conclude la mia brevissima storia. Questi due personaggi, e quelli che li circondano, sono ancora in fase di rodaggio, ma spero di aver reso bene la loro personalita, come dice il titolo, tendenzialmente... paranoica! Spero vi sia piaciuta. Baci!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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