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Autore: Francibella    18/09/2011    2 recensioni
«Tu credi che tutti noi siamo destinati alla felicità? Voglio dire... Prima o poi tutti avremo il nostro pezzettino di felicità? O alcuni sono destinati a rimanere infelice per sempre?» «No, io credo che la felicità sia un privilegio che pochi possono concedersi.» Se l'avesse presa in giro, sarebbe stato meno doloroso. Quello era uno schiaffo in faccia.
Non è una Draco/Hermione come ce la si potrebbe aspettare. Nessun Principe delle Serpi che si scopre innamorato della bella Regina dei Grifoni. C'è solo un'Hermione confusa e dubbiosa; un Draco disilluso e un cinico. E un dialogo, inaspettato quanto strano. Un lungo dialogo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Felicità.


Quella che state per leggere, cari amici lettori, è un'intervista esclusiva. La Cacciatrice delle Holyhead Harpies, Ginevra Weasley si confessa. La famiglia numerosa e povera, i sei fratelli maschi, la guerra e, soprattutto, Harry Potter.

Hermione sorrise, Ginny era stata così esaltata per quell'intervista. Harry era meno felice, non gli piaceva che i fatti propri venissero sbandierati in pubblico, ma si fidava di Ginny. Portandosi la tazza di caffè alle labbra, Hermione continuò a leggere.

Signorina Weasley, partiamo con la prima domanda. Innanzitutto, per quanto continueremo a chiamarla così? Quando diventerà finalmente la signora Potter?

Un sorriso apparve sul volto di Hermione. Finalmente aveva detto l'intervistatrice, come se avessero cinquant'anni. In fondo la guerra era finita da appena quattro anni. Il tempo di terminare la scuola, i corsi di addestramento e quant'altro avevano tenuto tutti impegnati in quegli anni. Ginny aveva soltanto ventuno anni, Harry uno in più che fretta c'era? Improvvisamente la risposta di Ginny perse di importanza, il giornale si afflosciò sulla scrivania. Aveva davvero pensato che fretta c'era? Quando ami qualcuno, hai fretta, Hermione lo sapeva bene. Aveva sentito i racconti dei Signori Weasley, di Andromeda Tonks, aveva visto Bill e Fleur, Tonks e Lupin. Si amavano e si erano sposati quanto prima. Certo c'era una guerra in corso, avevano paura di non arrivare a domani; ma il semplice fatto che non ci fosse più la guerra, non significava che i ragazzi avessero dimenticato quella sensazione di precarietà, quell'oppressione che grava il cuore. Harry aveva detto a Ginny che avrebbero aspettato ancora un po', sebbene le avesse già chiesto di sposarlo. Era perché - diceva lui - voleva che la sua fidanzata avesse il tempo di pensarci bene. Aveva paura che lei amasse ancora Harry Potter  il Bambino che è Sopravvissuto. E non solo Harry. Ovviamente era una sciocchezza, Hermione lo sapeva, Ginny non avrebbe potuto amare Harry in maniera più decisa e consapevole. E tantomeno avrebbe potuto amare qualcun altro. Ma perché, si chiese con ansia Hermione, quando qualcuno parlava di una coppia, parlava di amore, lei si voltava verso Harry e Ginny? Perché non guardava Ron? Perché quando accadeva qualcosa di pericoloso ai ragazzi, non era preoccupata quanto Ginny? Cosa c'era in lei che non andava? Perché non riusciva semplicemente ad essere felice? Aveva ormai perso la sua felicità per sempre?

«Granger» ora la chiamava così, ma c'era la stessa cattiveria di quando la chiamava Mezzosangue «non vorrei interromperti da quella interessante lettura, perché immagino che leggere sul giornale cose che conosci perfettamente - dal momento che si parla dei tuoi migliori amici - sia veramente interessante, ma abbiamo da fare.»

«Io...» Hermione non pensò nemmeno di ribattere. «Ero distratta. Hai ...»

«Preparato i documenti che mi avevi chiesto? Eccoli.» il ragazzo lanciò il pacco sulla scrivania. Hermione si mise a controllare ogni singola parola, più per scacciare gli inopportuni pensieri sulla sua felicità mancata.

«É davvero paradossale. Io, Draco Malfoy, che lavoro per Hermione Granger, praticamente gratis, e la aiuto a sostenere i diritti dei poveri piccoli elfi domestici.»

«Paradossale, sì.» Hermione era abituata. Trattava quotidianamente con quelli che erano stati dalla parte di Voldemort e che ora cercavano di tornare ad una vita normale. Non si sarebbe aspettata Malfoy, ma qualcuno avrebbe dovuto dargli una mano. E lei era la migliore. Lucius Malfoy era ad Azkaban, ma il non aver partecipato alla battaglia finale gli avrebbe risparmiato parecchi anni. Narcissa Malfoy era viva e libera. Ma soprattutto era una figura controversa. Aveva salvato Harry Potter, era un'eroina? O rimaneva moglie, madre e sorella di Mangiamorte?
Hermione continuava a leggere ciò che Malfoy le aveva portato, senza dire nulla. Erano inutili documenti - secondo il ragazzo - sulla condizione degli elfi domestici. Vi erano alcuni passi delle leggi che regolamentavano il rapporto maghi - elfi, le opinioni di alcuni esperti di chissà che. Roba inutile, per Malfoy, che ci aveva messo tre giorni per mettere insieme quel fascicolo.

«Granger, ma non dovremmo fare qualcosa d'altro? Voglio dire, pensavo che ti avessero assunta per fare altro oltre a cercare di creare leggi per i poveri piccoli elfi domestici.»

«Dovremmo, sì.» Malfoy si sentì decisamente ignorato.

«Penso che potremmo fregarcene di Lenticchia e Astoria e fare sesso. Qui. Ora.»

«Potremmo, sì.»

«Non pensavo che ti avrei convinta così facilmente.» Malfoy si alzò veloce e si avvicinò alla sedia di Hermione. Quando lei lo vide così vicino, alzò finalmente gli occhi dal documento.

«Cosa...?» Arrossì leggermente per quella vicinanza.

«Hai appena accettato di fare sesso con me, Granger.» davanti all'espressione terrorizzata della ragazza, Malfoy aggiunse «Tranquilla, era solo per vedere se mi ascoltavi, non ho intenzione di toccarti.»
Hermione pensò che avrebbe dovuto arrabbiarsi, avrebbe dovuto dirgli che non erano a scuola e che lei era il capo, ma si limitò a scrollare il capo. Draco si sedette al suo posto e rimase in silenzio. Dopo un quarto d'ora lei non aveva detto nulla.

«Mi fai paura, quando stai troppo zitta.» Con un lungo sospiro, lei lo fissò negli occhi, ma solo per alcuni secondi.

«Voglio farti una domanda, Malfoy.» l'altro alzò un sopracciglio, ma non disse nulla. «Tu credi che tutti noi siamo destinati alla felicità? Voglio dire... Prima o poi tutti avremo il nostro pezzettino di felicità? O alcuni sono destinati a rimanere infelice per sempre?» Hermione alzò gli occhi castani, rendendosi conto di essere una cretina, Malfoy l'avrebbe presa in giro per sempre.

«No, io credo che la felicità sia un privilegio che pochi possono concedersi.» Se l'avesse presa in giro, sarebbe stato meno doloroso. Quello era uno schiaffo in faccia. Hermione rimase zitta ancora per qualche secondo. Se fosse stato come diceva Malfoy, il che era del tutto possibile, lei doveva ritenersi fortunata. Non era felice, ma non era infelice. «Granger, mi sembra chiaro che non parlavo di te.»

«Pensavo che fosse un discorso in generale, Malfoy.»

«Lo pensavo anch'io. Ma dalla tua faccia sembrava che ti avessi appena condannata a morte. Tu e Lenticchia sarete felici, avrete tanti piccoli Weasley e diventerai il Ministro della Magia più giovane che ci sia mai stato.» Era questa, le felicità? Diventare Hermione Weasley? Se fosse andata da Ginny e le avesse detto una cosa del genere, che sarebbe diventata Ginny Potter, lei sarebbe stata la ragazza più felice del mondo. Invece quello che aveva detto Malfoy, provocava ad Hermione uno strano senso di ... fastidio.

«Allora a chi è preclusa la felicità?»

«A quelli come mio padre. A quelli come Voldemort. A quelli come me.»

«Voldemort non la voleva.»

«Non la meritava.»

«Tuo padre l'ha avuta. E potrà ancora averla.»

«Tu credi?»

«Quando uscirà da Azkaban...»

«Credi che sia mai stato felice?» Ora Malfoy aveva abbassato gli occhi.

«Ne sono certa. Ha sposato una donna che ...»

«Gli hanno imposto i suoi.»

«... che amava, ha avuto un figlio che ...»

«Disprezzava.»

«... adorava ed ammirava. Ha seguito i suoi ideali,»

«Sbagliati»

«... sbagliati, sì, e ne ha pagato le conseguenze. Ma quando sarà fuori ...»

«Avrà una vita ben peggiore di quella che ha ad Azkaban.»

«... quando sarà fuori ritroverà sua moglie e suo figlio, che magari intanto sarà sposato. E avrà dei nipotini a cui badare.» Non aveva senso. Hermione
Granger che cercava di consolare Draco Malfoy, parlando quasi bene del padre di quest'ultimo.

«Ed io?»

«E tu, Malfoy... Io credo che tu ora sia ad un bivio.»

«Un bivio?»

«Sì. Ti è stata data la possibilità di essere felice. Puoi prendere la strada che porta alla felicità oppure no.»

«E qual è la strada della felicità?»

«Non lo so... Sposa la ragazza che ami, stai vicino a tua madre, ama i tuoi figli e perdona tuo padre?»

«E viviamo tutti felici e contenti a Malfoy Manor? Pensavo fossi meno disincantata, Granger.»

«Nessuno si aspetta più niente da te, giusto? Il che, se ci pensi, è un gran vantaggio. Qualsiasi cosa farai, nessuno sarà deluso. Anzi, potrai stupire tutti.»

«E da te la gente cosa si aspetta?»

« Tu e Lenticchia sarete felici, avrete tanti piccoli Weasley e diventerai il Ministro della Magia più giovane che ci sia mai stato, l'hai detto tu!»

«E tu cosa vuoi?»

«Essere felice. Ma non so dove sia la mia felicità.»
 

   
 
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