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Autore: Daisy Potter    16/05/2006    5 recensioni
Una nuova vita insieme alla sua vera madre, ma anke il dolore per la separazione dai suoi amici e da lui … da Akito. Come vivrà Sana questa lontananza? E quali saranno i sentimenti di Akito, come reagirà?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Capitolo 3.

 

DRIIIIIIIIIIN!!!

“Uff, finalmente!” sbuffò Sana alzandosi dal proprio banco e riponendo i libri di scuola nella cartella. I giorni di scuola erano sempre più difficili, poiché non riusciva a stare al passo con il programma che era decisamente più avanti di quello dell’istituto di Tokyo. Si mise lo zaino in spalle e andò verso l’uscita della classe dove l’aspettavano le sue compagne.

“Ehi, Sana!!!” si sentì chiamare mentre usciva dal cortile della scuola. Si voltò, abbandonando la conversazione con le sue amiche, per vedere un ragazzo che la stava salutando con la mano mentre le si avvicinava.

“Ciao, Mark” lo salutò lei.

“Senti, possiamo fare due chiacchiere?” le chiese timidamente il ragazzo, accennando alle sue amiche. Sana lo guardò per un istante, poi disse:
“Certo! Ragazze, ci vediamo domani, ok?” chiese con un sorriso, e le sue amiche la salutarono proseguendo in direzione delle loro case. Sana e Mark, invece, si incamminarono dalla parte opposta.

Passeggiarono per un attimo in silenzio, mentre Sana guardava di sottecchi il ragazzo: i suoi occhi, azzurri come il cielo, erano rivolti a terra, nascosti da alcuni ciuffi dei suoi capelli biondi. Lo aveva conosciuto poco più di un mese prima, quando ancora non si era ben ambientata ad Osaka …

- INIZIO FLASHBACK -

“Allora …” stava pensando Sana tra sé e sé. “Kate mi ha detto che abita da queste parti … ma è un’ora che giro per questi isolati!!! Dove caspita è casa sua???”

Una delle sue nuove amiche l’aveva invitata a casa sua per un pomeriggio tra amiche, ma non conoscendo bene la nuova città Sana si era persa tra le strade ancora sconosciute.

Svoltò un angolo, percorse alcuni metri, imboccò un’altra via e … si ritrovò in un vicolo cieco!

“Oh, no! Dove sono finita?” pensò sconsolata. Tornò sui suoi passi, ma non appena arrivò all’uscita del vicolo, urtò contro una persona che arrivava da dietro l’angolo.

“Oops!!” disse Sana, perdendo l’equilibrio. Sarebbe caduta a terra, se una mano non l’avesse afferrata in tempo, trattenendola. Alzò lo sguardo mentre ringraziava la persona che l’aveva aiutata e si trovò a fissare due iridi azzurre e brillanti.

“Ehi, tutto a posto?” le chiese una voce gentile.

“Sì, sì, grazie …” rispose lei, poi si bloccò per un istante. “Ma … scusa, ci siamo già visti?” gli chiese, scrutando il ragazzo cercando di ricordare perché i suoi lineamenti gli sembravano familiari.

“Forse … mi chiamo Mark, frequento l’istituto vicino al centro commerciale.”

“Ecco dove ti ho già visto!” esclamò Sana. “Frequentiamo la stessa scuola! In ogni caso, piacere, Sana!” e con un raggiante sorriso si strinsero la mano. Il ragazzo stava per salutarla e proseguire per la sua strada, quando a Sana venne in mente una cosa:
“Scusa!” lo chiamò “Sai dirmi dove si trova questa via?” e gli nominò l’indirizzo della sua amica.

“Certo, se vuoi ti accompagno” rispose gentilmente lui, e insieme si avviarono verso la casa di Kate.

“Grazie mille” lo ringraziò Sana una volta arrivati.

“Di niente. Allora ci si vede a scuola!” la salutò lui, e se ne andò.

- FINE FLASHBACK -

Fu così che iniziò la loro amicizia.

“Senti, Sana …” la voce del ragazzo la distolse dai ricordi.

“Sì?” gli chiese sfoderando un meraviglioso sorriso. Lui abbassò lo sguardo a terra, prima di dire, con qualche difficoltà:
“Ehm … volevo chiederti se … insomma, vorresti venire a fare un giro con me questo pomeriggio?”

Sana lo fissò per alcuni istanti. In quel mese si era accorta degli sguardi che il ragazzo le lanciava ogni tanto, della sua timidezza quando si trovavano insieme che aumentava di giorno in giorno; aveva capito che forse Mark iniziava a provare qualcosa per lei e dopotutto una proposta simile se l’era aspettata. Ma a lei non interessava, nel suo cuore c’era posto solo per un ragazzo, e non era Mark … stava per rifiutare, quando incrociò gli occhi azzurri del giovane che non sentendo una risposta aveva alzato lo sguardo su di lei: vide così tanta speranza in quegli occhi che non se la sentì di deluderlo, e decise:
“Ok. Ci vediamo oggi, allora” e con un ultimo sorriso, un po’ falso e preoccupato quello di lei, decisamente sincero e felice quello di lui, si salutarono.

Le ore passarono in fretta, e presto Sana dovette iniziare a prepararsi per l’uscita con Mark.

Ma che mi è saltato in mente di accettare quest’uscita? si chiese mentre indossava una felpa. Per me è solo un amico, ma i suoi sentimenti sono diversi! Forse lo sto soltanto illudendo e lo farò soffrire …

I suoi pensieri però furono interrotti dal suono del campanello che fece scomparire ogni pensiero di tirarsi indietro cambiando idea all’ultimo momento. Con un sospiro, scese le scale e andò ad aprire a Mark.

“Ciao!” si salutarono, poi insieme si avviarono lungo il marciapiede. Fu un pomeriggio piacevole: Mark fu gentile e divertente, la portò in un bar, dove le offrì un gelato alla panna, e poi andarono in un parco. Si sedettero su una panchina, dove continuarono a parlare per un po’ degli argomenti più svariati. Poi, però, cadde un silenzio imbarazzante tra i due. Sana fissava con ostinazione un punto del terreno, ma con la coda dell’occhio vedeva lo sguardo di Mark posato su di lei, e dentro di sé sapeva benissimo cosa stava per accadere.

“Sana …” iniziò il ragazzo con tono serio. Lei, seppure di malavoglia, fu costretta a sollevare gli occhi e a posarli su quelli de giovane.

“Io … devo dirti una cosa importante …” esordì. Sana cercò di interromperlo, per chiarire subito le cose, ma lui non glielo permise.

“Sai, da quando ci siamo conosciuti ho sempre visto quanto sei bella … e di giorno in giorno mi accorgevo che eri anche una ragazza simpatica, solare, gentile ed altruista e … io … io mi sono innamorato di te …”
“Mark …!” provò di nuovo a dire Sana, ma lui la zittì posandole un dito sulle labbra.

“Mi piaci davvero, Sana …”

Vide il suo viso avvicinarsi, i suoi occhi azzurri chiudersi lentamente … ad un tratto, però, quello sguardo cristallino si trasformò in due occhi ambrati, profondi, fieri, che la fecero trasalire. Immediatamente si scostò, allontanando il viso da quello di Mark, che la fissò stranito.

“Scusami” disse lei. “Scusami, Mark, ma non posso. Io … c’è un altro ragazzo nel mio cuore …”

Pronunciò l’ultima frase in un sussurro, appena udibile, ma che Mark sentì chiaramente. Il suo sguardo si rabbuiò, ma poco dopo un seppure debole sorriso comparve sulle sue labbra, spiacenti di non aver potuto nemmeno sfiorare quelle della ragazza.

“Capisco …” si limitò a dire. Si alzò dalla panchina e la guardò.

“Dai, ti riaccompagno a casa”

Sana lo fissò per un istante, poi gli rivolse un timido, ma sincero sorriso, felice di avere ancora il suo amico:
“Grazie” disse, e si alzò, affiancandolo, mentre il ricordo di Akito continuava a martellarle nel petto.

 

“Sono tornata!” esclamò chiudendo la porta di casa alle sue spalle. Fece per salire in camera, ma la voce di sua madre la raggiunse dalla cucina:

“Sana, sei tu? Sono appena tornata … c’è una lettera per te in salotto!”

La ragazza si fermò con un piede ancora posato sul primo scalino. C’era una lettera per lei? Chi poteva essere? Che fosse …? Si precipitò in salotto, dove vide una busta sul tavolino di fronte al divano. Con il cuore che accelerava i battiti si avvicinò al centro della stanza e prese con mani tremanti la lettera. La fissò per qualche istante, riconoscendo la calligrafia con cui era stato scritto il suo nome sul retro, poi corse in camera. Si chiuse la porta alle spalle, si sedette alla scrivania accanto al letto e lentamente strappò la busta, estraendo il foglio che c’era all’interno. Con gli occhi che tradivano la sua emozione iniziò a scorrere le righe …

“Cara Sana,

Scusami se non ti ho scritto per così lungo tempo. La scuola ci sfinisce, ma per il resto tutto va piuttosto bene … tranne per il fatto che ci manchi tantissimo, a tutti! Lo so, non ci siamo sentite per più di un mese, ma sappi che non ti abbiamo dimenticata! Né io, né Aya, Hisae, Tsuyoshi … e nemmeno Akito. Sai, da quando sei partita è cambiato … è tornato il ragazzo freddo e aggressivo di una volta, non parla più con nessuno, si è chiuso dentro di sé. Gli manchi, Sana, forse più di quanto manchi a tutti noi. Perché te ne sei andata? … Scusami, so che avrai avuto le tue ragioni … dopotutto ora vivi con la tua vera famiglia, e forse è la cosa giusta. Spero che le cose lì ad Osaka vadano bene. Sai, vorrei tanto tornarci, è stata la mia città per un lungo periodo!

Be’, non ti ho scritto per raccontarti della mia vita, ma per dirti che ti vogliamo tutti bene! Ti prego, Sana, vieni a trovarci presto! Ne abbiamo tutti bisogno, e forse soprattutto Akito. Un abbraccio

Fuka”

 

Sana rilesse la lettera più volte. Davvero sentivano la sua mancanza? Si sedette sul letto, riflettendo sulle parole della sua migliore amica …

Gli manchi, Sana, forse più di quanto manchi a tutti noi …

Akito sentiva la sua mancanza … era ritornato il ragazzo introverso e distaccato di qualche anno prima …

Sono stata una stupida! pensò. Prima di partire aveva pensato che i suoi amici non avrebbero sentito la sua mancanza, che l’avrebbero dimenticata presto, e invece non era stato così. Aveva pensato che sarebbero andati avanti con la loro vita, senza più pensare a lei, e invece Akito si sentiva male senza di lei …

Akito …

Si ricordò ancora una volta di quando era partita, quella lacrima che le era sembrato di scorgere sul viso del ragazzo … non se l’era immaginata … Akito le voleva davvero bene, e lei non se n’era accorta! Lei aveva pensato che nessuno dei suoi amici avrebbe sofferto per quella separazione, e invece era successo il contrario! Si sentì una stupida … le tornarono alla mente le parole che aveva detto a Mark poco prima:

“… C’è un altro ragazzo nel mio cuore …

Akito occupava il suo cuore. Non si erano mai confessati i propri sentimenti, ma Sana lo aveva sempre amato. E ora lo aveva fatto soffrire …

Le lacrime iniziarono a scorrere lungo le sue guance, a quei pensieri. Si pentì di essersene andata, di averlo abbandonato. Dopotutto, Akito era come un cucciolo, che aveva bisogno di protezione e comprensione … solo lei poteva dargliele, e ora che non c’era più si sentiva sperduto. Ma ormai era troppo tardi, non si poteva tornare indietro, e entrambi avrebbero dovuto accettarlo … a meno che il destino non decidesse di aiutarli …?

 

Non è un granché, vero? Scusatemi, ma in qste sett sn piena di verifiche e interrogazioni e non ho un attimo di pace, qndi nn riesco a creare capitoli molto soddisfacenti … Vi avverto che nn penso ke la storia durerà ancora più di due o massimo tre capitoli, xkè ho già in mente tt la trama e non è molto lunga! Spero di riuscire cmq ad aggiornare presto, anke se prima del weekend nn credo ke riuscirò a fare nulla. Vvumdb, e recensite, commentate, criticate! Tt quanto! J Daisy

Ps. Sania, spero avrai trovato la risposta che cercavi nella riflessione dopo la lettera di Fuka ^_^

  
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