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Autore: RoyLightGin    18/09/2011    1 recensioni
Gin Ichimaru ha rinunciato al futuro che si è creato in anni e anni di lavoro con Aizen, sa benissimo di non poter scappare per sempre: nella sua vita non ha stretto legami tranne che con una persona. Rivedere quella persona è adesso il suo ultimo desiderio, l'ultima volontà per cui lotterà prima di abbandonarsi al destino.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gin Ichimaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la fine. Soltanto questo passò nella mente di Ichimaru. Poteva sconfiggere Hitsugaya ma avrebbe svegliato tutta la Soul Society. Non aveva via di scampo. Non aveva nemmeno  Shinso. Infatti la sua zampakuto era tra le mani di Toshiro . –Che cosa ci fai qui Ichimaru?- Non se lo sarebbe mai aspettato. Il piccolo capitano era impulsivo, perché non l’aveva attaccato direttamente? Strano. –Non ti rilassare Ichimaru soltanto perché non ti ho attaccato immediatamente.- “Però… è intelligente…” -Voglio una spiegazione. Non ci credo che hai abbandonato tutto soltanto per lei. Non è da te.- Ecco un altro moralizzatore. “Non è da me.. e che ne sa lui?” –Capitano dieci… quanto tempo… - un sorrisetto, poi tornò serio: -Che tu ci creda o no sono qui “soltanto” per lei. A quanto pare Rangiku è più importante dei sogni di tutta una vita.- Hitsugaya strinse Hyorinmaru: -Qualsiasi cosa sarebbe più importante di una vita come la tua e sappi che non mi importa quanto lei ti sta a cuore. Dovevi pensarci prima, è in quelle condizioni anche per colpa tua. Ha sofferto , per la ferita e per il tuo tradimento. Cosa pensi di fare? Tornare qui per salutarla prima di farti ammazzare? Vuoi farla stare ancora più male? Sei proprio un egoista.- Un classico. Egoista. Si, lo avevano chiamato anche così ma di solito chiunque si rivolgesse a lui la trovava un’accusa troppo leggera. Ichimaru sorrise di nuovo: Hitsugaya era cresciuto… in quei pochi giorni era riuscito a sembrare più calmo nei momenti critici. Una dote essenziale. Avrebbe fatto tanta strada. –Capitano dieci… ti prego, lo so che mi odi ma io voglio soltanto salutarla. Non pensi che potrebbe stare più tranquilla sapendo che… non l’ho abbandonata? Me ne sono andato, ho tradito il Gotei 13, ho tradito la Soul Society ma non ho tradito lei. Ho pensato a Rangiku ogni giorno.- “Se Rangiku avesse ascoltato queste parole.. forse mi avrebbe perdonato” Girò un attimo la testa per controllare ma Matsumoto era ancora addormentata. “Accidenti. Non riuscirò mai a dirlo a lei… e mi guarderà di nuovo con quegli occhi azzurri pieni di dolore e rabbia. Accidenti.” Non aveva intenzione di piangere. Non l’aveva mai fatto da quando poteva ricordare. Mai. E non aveva lo stimolo nemmeno in quel momento, però si sedette per terra. Hitsugaya lo guardò. Non sapeva cosa fare. Voleva farla pagare a Ichimaru ma facendolo avrebbe distrutto ancora di più Matsumoto. No, si sarebbe comportato da egoista anche lui così… -Ichimaru.- Gin alzò gli occhi. –Salutala. E poi vattene. Non tornare mai più o ti ucciderò. E questa volta veramente. -  Eh si, era proprio migliorato. Quelle parole stavolta non lo facevano sembrare debole. Gin non se lo fece ripetere due volte e si alzò. Si chinò su Matsumoto. –Rangiku! Rangiku!- Hitsugaya osservò la scena… non si sarebbe mai creduto di poter vedere Ichimaru che parlava in modo così… dolce. Non voleva vedere il seguito.
Ichimaru rimase da solo con Matsumoto. –Rangiku!-  Per la seconda volta nella sua vita da shinigami Rangiku Matsumoto aprì gli occhi e vide il volto sorridente e soprattutto felice di Gin Ichimaru. Chiuse di nuovo gli occhi, faceva spesso quel sogno ma stava diventando un incubo. Gin si chinò ancora di più su di lei e la baciò. Matsumoto aprì gli occhi di scatto. Non era un sogno. Non poteva essere un sogno. Non si chiese niente, era soltanto felice. –Gin…!- -Ciao Rangiku! Mi dispiace.- Gli occhi della ragazza erano pieni di gioia. “Menomale… niente disperazione e rabbia.” Finalmente Matsumoto si mise a sedere sul lettino. –Ma non ti fa male? Rimani giù!-  -Gin! Non ti preoccupare! Posso resistere. Non era questo il dolore più grande.- Tra i due scese il silenzio per attimi che sembrarono ore. - Ma… perché sei qui? E… ti troveranno…- riprese poi la shinigami, preoccupata -Mi hanno già trovato veramente ma… il caro capitano dieci mi ha permesso di rimanere un po’ anche se, mi ha preso Shinso…-  Rangiku sorrise, come minimo era stato Gin ad offrire la propria zampakuto per entrare nella Seireitei. –Mi sei mancato.- -Anche a me, tantissimo. – Rimasero lì, seduti uno accanto all’altra senza dirsi niente. “Ecco, se c’è qualcuno che mi conosce… è lei.” In quel momento Hitsugaya entrò nella stanza:                     -Matsumoto! Non ti fa male?-  Per tutta risposta la ragazza sorrise come non faceva da tanto tempo: -Grazie! Siete il miglior capitano che si possa desiderare!- Hitsugaya arrossì: -Ichimaru te ne devi andare. I due shinigami della quarta si sono svegliati, li ho mandati nella loro caserma ma hanno detto che torneranno subito perché non possono abbandonare una paziente.- L’ex capitano della terza compagnia si alzò: -Rangiku… ti voglio bene.-  Matsumoto lo guardò allontanarsi poi le tornò in mente un suo grande quesito: -Gin!- Un brivido la percorse i quando vide il ragazzo di cui era innamorata girarsi verso di lei e sorridere. Un sorriso finalmente felice e secondo lei, bellissimo. –Gin… quand’è il tuo compleanno?- Ichimaru ci pensò qualche secondo poi mandò un bacio verso Matsumoto e rispose: -Oggi. – Dopodichè sparì seguito da Hitsugaya. I due raggiunsero Kira che si trovava ancora a chiacchierare con i due shinigami di guardia. Loro non si erano accorti di niente, non avevano riconosciuto Shinso. Già… Shinso. Toshiro si accorse con orrore di avere ancora con sé la zampakuto dell’ex capitano della terza compagnia. Ichimaru e Kira se ne erano già andati verso le mura della Seireitei. Non voleva crearsi dei problemi per Ichimaru ma non poteva tenere quella zampakuto così fu costretto a seguire il fuggitivo.
 
Ichimaru stava ancora ripensando a Matsumoto.Era come una droga per lui, era stato lontano da lei per tanto tempo ma l’aveva pensata ogni singolo giorno quei pochi attimi in cui non stava uccidendo hollow, umani o shinigami. Non pensava fosse possibile ma, ora che l’aveva rivista, era stato con lei, l’aveva baciata, sentiva ancora di più la sua mancanza. Evidentemente non si sognava nemmeno lontanamente di controllare la presenza di Shinso. Fu Kira ad accorgersene: abituato come era ad accorrere in aiuto del suo capitano, la prima cosa che controllava era la presenza della zampakuto. –Shinso!- Ichimaru non lo ascoltò e continuò a correre verso l’uscita.     –Shinso! Shinso! L’abbiamo dimenticata!- Kira farneticava da solo e Ichimaru era già troppo lontano per poter sentire. –Capitanooo!- Era da tanto che non veniva chiamato così. Gli sembrò di essere tornato ai vecchi tempi: -Non urlare Izuru! Sveglierai tutta la Soul Society!- Il luogotenente, che si era accorto troppo tardi di come aveva chiamato Ichimaru rispose: -Shinso!- Gin non sembrava capire. Abbassò il capo e… -Accidenti. Shinso.-
 
Hitsugaya correva sui tetti, era quasi arrivato alle mura ma non aveva ancora visto Ichimaru e Kira, dove si erano cacciati? Sperava che non fossero tornati indietro. Ripassò sopra alcune case e finalmente li vide. Erano fermi e sembrava si fossero accorti della sparizione della zampakuto. Prese lo slancio per saltare fino al punto in cui si trovavano loro e… non saltò. Aveva visto qualcosa. Qualcosa di impercettibile. Nessun reiatsu. Che cos’era? Si avvicinò senza farsi notare da nessuno. “La cosa” sembrava fissare Ichimaru e Kira, li stava per attaccare! In quel momento la luna illuminò il suo volto e Hitsugaya sospirò: -Non è possibile… ma perché… accidenti.-
 
Se ne accorse troppo tardi. Qualcosa sbucò da dietro un muro e lo attaccò. Kira non si spostò nemmeno, non si era reso conto dell’aggressore invece Ichimaru fece in tempo a spostarsi un po’ più in là. –Izuru… secondo me l’hai svegliato te… te l’avevo detto di non strillare in quel modo! – Poi si rivolse all’assalitore: -E’ da tanto che non ci vediamo… Capitano dodici -  Kurotsuchi rise in risposta: -Non ti preoccupare ex-capitano della terza compagnia… non è stato lui a svegliarmi. Secondo te io dovrei perdere tutto quel tempo a dormire? Ci sono cooosì tante cose da fare! Bisogna seeempre stare allerta, pronti per una nuova scoperta!-    Gin piegò la testa da un lato, sorrise e osservò: -Aizen sarebbe d’accordo con te…-   Hitsugaya rimase nascosto, nessuno si era accorto della sua presenza, doveva in qualche modo distrarre Kurotsuchi e rendere Shinso al legittimo proprietario, poi sarebbe ritornato da Matsumoto, quello che sarebbe capitato a Ichimaru non erano affari suoi. Kurotsuchi però non perse un attimo di tempo. –Sai Ichimaru… è da tanto che ho voglia di dissezionarti e controllare cosa c’è che non va in quel tuo cervello… Bankai.- Ichimaru continuò a sorridere mentre Kira rabbrividiva. Ormai tutta la Seireitei si era svegliata a causa del reiatsu del capitano della dodicesima compagnia che incurante della confusione che stava creando attaccò Ichimaru con il veleno del suo bankai. Gin saltò in alto inseguito dalla nuvola di vapore mentre Kira fu investito in pieno e cominciò a tossire. Pochi secondi e il luogotenente della terza compagnia cadde al suolo contorcendosi dal dolore. Il suo ex capitano invece fino a quel momento era riuscito a scappare.   –Ichimaru Gin… perché scappi? Ooooh vedo che non hai la tua cara zampakuto con te… sarebbe stata utile no?- 
  
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