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Autore: pinzy81    19/09/2011    7 recensioni
Cosa c’è dopo Breaking Dawn?
La vita di Renesmee è difficile, ma per fortuna, sono in molti a darle una mano.
Solo uno però per lei è veramente importante: Jacob.
Nuovi sviluppi per la Saga di Twilight in una fan fiction piena di colpi di scena, speranze, cuori infranti e, ovviamente, un nuovo cattivo.
Leggetela.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Chiusi la porta di casa con la stessa forza e veemenza e lo trovai lì ovviamente.
Sembrava più calmo e soprattutto era vestito.
Huilen aveva sentito tutto e doveva avergli dato dei pantaloncini di Nahuel prima che se ne andasse via.
Lo ignorai… Ero preparata a trovarmelo di fronte in quel momento: ci avevo pensato durante tutto il tragitto in macchina.
Direi che sarebbe stata una delusione non vederlo lì.
Passandogli davanti mi sentii agguantare un polso, mi voltai guardandolo fisso negli occhi… Quegli occhi ora mi provocavano solo ancora più rabbia.
Anche lui mi fissava con aria cupa, ma in silenzio.
Nessuno dei due parlò.
Mi divincolai strappandogli la mia pelle dalla mano, non senza dolore, e salii le scale veloce.
In un attimo fu dietro di me, sempre in silenzio.
Non avrei voluto, ma la rabbia mi portò ad aprire bocca per prima.
<< Che cazzo vuoi Jacob?! >>
Continuava a restare in silenzio e mi guardava indagatore e perfido.
I miei pensieri non ebbero filtro.
<< Devi dirmi qualcosa cane? Questa mezzosangue non ha niente da dirti. >>
<< Non era rivolto a te. >> disse con voce ferma.
<< Non importa stupido cagnaccio! Lo sono io quanto lo è lui. Sai cosa significa per me e così è anche per Nahuel. Siamo legati dalla nostra condizione e QUELLA PAROLA è l’infamia peggiore che potevi rivolgerci! Tu lo sai. >>
Restò muto ma gli montò la rabbia… Lo notai.
<< E ora vattene hai capito? Vattene! >> comandai.
<< No! >>
Era più imperativo di me, diamine.
<< Ora parliamo anche al plurale… Bene! Tu e lui siete una cosa sola quindi? L’ho visto come riuscite ad essere una cosa sola… >>
Le sue illazioni mi sfinivano e mi facevano solo aumentare la rabbia.
Volevo fargli male, volevo picchiarlo come mai avevo voluto fare in vita mia con nessuno.
E lo feci.
Gli piazzai uno schiaffo in pieno viso.
La mia forza mi permetteva di provocargli dolore se volevo, infondo ero mezza vampira.
Ero fiera di me e sorrisi alzando il sopracciglio.
Appena si fu ripreso dallo stupore mi afferrò quella stessa mano che lo aveva colpito e la strinse forte fino a farmi un po’ male, ma poco.
<< Aha! Lasciami! >> dissi veloce.
Per tutta risposta mi scaraventò sul suo petto mettendomi la mano dietro la schiena e mi strinse anche l’altra ingabbiandomi con le mie stesse braccia.
<< Lasciami ho detto, mi fai male! >>
Stavo perdendo colpi a quella vicinanza.
Aderivo perfettamente al suo torace caldo che si alzava e si abbassava muovendosi ad ogni respiro.
Continuava a stare zitto, ma come faceva?
Sentivo la sua rabbia pari alla mia, ma non cedeva di un millimetro.
Presi a divincolarmi con forza e ci stavamo facendo male entrambi ne ero sicura.
Non era facile per nessuno dei due averla vinta, infondo le nostre forze quasi si equivalevano.
Nella lotta i corpi si strusciavano e i nostri respiri diventavano via via più affannosi e carichi di tensione.
Ognuno voleva averla vinta, ma anche non lasciarsi sopraffare da quella vicinanza.
I nostri visi arrivarono a sfiorarsi e il mio istinto mi portò a morderlo, ma lui fu più veloce e si girò quel tanto che bastava per non farmelo fare.
Ormai volevo addentarlo.
Riuscii a prenderlo all’orecchio, lo strinsi con poca forza, quasi lo succhiai.
Mi stupii di me stessa… Io volevo fargli male, ma il mio corpo no.
Fu scosso da quella mossa e spostandosi cominciò a baciarmi famelico il collo.
Ora si che sembrava un lupo.
Erano baci forti che si imprimevano nella mia pelle, non la accarezzavano.
Ero arrabbiata con lui e non volevo permettergli di toccarmi, ma non riuscivo a non sentirmi attratta da quella situazione così carica di tensione e forza.
Ruotammo velocemente e mi fece sbattere contro la porta aperta, allora prendemmo a baciarci con sempre più foga e rabbia… La collera non ci aveva ancora lasciati anche se ci baciavamo appassionatamente.
Le mie mani portate dalle sue sopra la mia testa si intrecciarono alle sue dita e le strinsero facendo entrare le mie unghie nella pelle.
Ringhiò per il dolore o per il piacere non saprei dire, e allora le lasciò e scese lungo le braccia bloccandomi contro la porta.
Si scansò leggermente per non farsi baciare e guardarmi così provai di nuovo a morderlo fendendo l’aria.
I miei denti scattarono a vuoto, ma lui tenendomi ferma in quella posizione si insinuò sul mio collo mordicchiando la pelle.
<< Ah. >>
Mi sfuggì un rantolo di piacere.
Arrabbiata con me stessa per quel momento di debolezza, lo scansai con un ginocchio e liberandomi dalla sua presa lo spinsi sul letto poco lontano.
Mi avventai su di lui, bloccando a mia volta le sue mani con le mie sulla sua testa.
Stavolta lo morsi e per bene sul labbro inferiore, sul collo… Scesi al suo petto nudo fermandomi sul suo capezzolo che non morsi però, lo sfiorai con il naso.
Le mie mani erano ormai sul suo viso, le mie unghie gli graffiavano leggermente le guance.
Rotolammo sul letto uno sull’altro, ma nessuno dei due voleva stare sotto, volevamo avere la meglio sull’altro.
Cedetti per un secondo, uno solo, e subito fu sopra di me.
Mi bloccava di nuovo e se la rideva sotto i baffi.
<< Levati quel sorriso dalla bocca, cane! >> dissi seria e sprezzante.
Affondò le sue labbra sulla mia mandibola e le sue mani furono in un attimo sotto la mia maglietta sui mie fianchi…
“Hai perso la concentrazione bello!” pensai e fulminea ci feci ribaltare di nuovo sul letto, tanto da poter stare su di lui.
Mi tirai su a sedere tirandolo a me con le unghie sulla sua schiena o per meglio dire dentro la sua schiena  e le sue labbra rimasero attaccate al mio collo e alla mia gola.
Mi mise le mani di nuovo sotto la maglietta togliendola in fretta, ora era lui che mi graffiava.
Lasciai andare la testa all’indietro sopraffatta dal momento e lui si tirò su in piedi tenendomi avvinghiata.
Non me lo aspettavo, così, di riflesso, gli cinsi la vita con le gambe molto molto stretto a me.
Mi tenevo a lui tirandolo da dietro il collo e affondavo le dita nei suoi capelli morbidi.
Strusciavo il mio corpo sul suo e Jacob perse il lume della ragione perché mi mise in piedi di fronte a lui, mi strappò quasi via i pantaloncini e gli slip e si denudò a sua volta.
Troppo, davvero troppo anche per la mia mente che abbandonò definitivamente il mio corpo per i successivi minuti.
Ero ferma di fronte a lui senza protezione alcuna a celare quello che il suo corpo provocava al mio e lui ansante di fronte a me a sua volta fermo e interdetto.
Era il mio momento per punirlo: lasciarlo lì nudo come un verme e andarmene.
La rabbia si fece di nuovo spazio in me catturandomi e mi voltai per uscire dalla stanza.
<< Non penserai che ti lasci andare via ora? >>
Mi catturò di nuovo e mi strinse forte.
Eravamo nudi e attaccati e il fuoco ci divorava.
Era collera o desiderio?
I respiri affannati riempivano il silenzio della casa.
<< Lasciami subito andare… >>
Non c’era la convinzione desiderata nella mia frase.
<< Non ti forzerò a fare quello che non vuoi, quindi se desideri che ti lasci andare dimmelo ancora e lo farò. >>
Era proprio seducente in quella sua sicurezza.
Mi morsi il labbro inferiore nell’indecisione, poi mi scappò << Ah dannazione Jacob!.. Sta’ zitto! >>
Lo baciai, cercando di metterci impeto e passione, per riaccendere il suo fuoco, appena un po’ più spento rispetto a prima dopo quelle poche parole.
Lo volevo con rabbia e determinazione.
Volevo fargli male e picchiarlo di nuovo.
Volevo farlo in modo violento e dispotico.
Doveva pagare per quello che aveva detto.
Lo spinsi piano sul letto e questa volta ci si adagiò semplicemente su, senza cadere.
Gli fui vicina guardandolo negli occhi e mi tolsi il reggiseno piano facendolo cadere a terra con sensualità.
Lo presi dietro al collo e lo avvicinai al mio seno fremente per farglielo baciare… Così senza pudore.
Era creta nelle mie mani, avrebbe fatto tutto quello che volevo io in quel momento.
Come glielo avevo donato, così glielo tolsi dalle labbra spingendolo di nuovo a stare sdraiato.
I miei sospiri di piacere lo avevano caricato già al massimo, potevo vederlo bene…
Percorsi il profilo del suo bellissimo viso con la punta delicata delle dita, giù sul suo petto muscoloso fino all’ombellico.
<< Oh Nessie, mi fai morire. >> biascicò mordendosi le labbra.
Tolsi subito la mano, non si meritava niente in quel momento.
Doveva soffrire; per quanto mi era possibile gliela avrei fatta pagare cara.
In ginocchio vicino a lui che mi fissava mi morsi di nuovo il labbro inferiore e mi accarezzai il collo soffermando le mie mani a coppa sul mio petto: glielo stavo nascondendo e sorridevo, beffandomi di lui.
Mi sedetti allora lasciandomi andare ad un sospiro mentre mi sdraiavo lenta.
Neanche a dirlo si avvicinò spostando le mie mani dal seno per baciarlo e mordicchiarlo.
Lo lasciai fare, anche perché mi faceva impazzire, ma riuscendo a mantenere la lucidità lo allontanai dopo poco, alzandomi.
Intuivo dalla sua espressione che non ci stava capendo niente e mi beai della sua condizione incerta: il mio piano funzionava.
C’era solo una cosa da decidere: alla fine mi sarei concessa o no?
Mi allontanai lenta e lui non si mosse per fermarmi.
Mi appoggiai allo stipite della porta mostrandomi senza vergogna nella mia nudità.
Allora si alzò.
Dio se era eccitato... Lo avrei fatto morire…
Si avvicinò lento a me, passo dopo passo.
Le mie mani si fermarono sui fianchi, come se lo stessi sfidando.
Quando mi fu di fronte gli posai le mani sulle spalle ed esercitando una leggera pressione lo incoraggiai a mettersi in ginocchio.
Quella posa indicava decisamente sottomissione ai miei voleri, mi sentii potente per un istante.
Le sue mani percorsero in lungo e largo la mia pancia piatta, si soffermò anche lui sull’ombellico forse sperando che gli dicessi quello che lui aveva detto a me, ma nessuna soddisfazione mi sarebbe volontariamente uscita in quel momento.
Deluso, ma per niente vinto, mi fece gemere di piacere, non so neanche io come visto che al suo tocco chiusi velocemente gli occhi.
Volevo fare la dura, ma infondo ero solo una ragazzina inesperta!
Mi aggrappai forte ai suoi capelli con una mano e allo stipite della porta con l’altra per non cadere, mentre la stanza cominciò a girare vorticosamente.
Mi portò all’apice e mi fece vibrare come una corda di violino, poi si staccò lasciandomi quasi una ciocca di capelli tra le mani.
Affannata, e con la fronte corrucciata, lo fissai e capii.
Era lui che me la stava facendo pagare… E cara.
Era lui che si ritraeva dopo avermi dato un assaggio di quello che potevo avere.
Mi uscì un risolino compiaciuto: avevamo pensato la stessa cosa.
Capii che eravamo troppo perfetti per stare insieme e sprecare tempo a litigare e a farci i dispetti, così mi inginocchiai di fronte a lui e dissi dolce << Oh Jacob, mi fai morire. >>
Mi prese lì sul pavimento spoglio della mia camera con folle dolcezza.
Io, creta fra le sue mani mi sciolsi.



Ciao a tutti.
Visto, questo lunedì sono riuscita ad aggiornare per bene, senza ritardi.
Bene, bene... che ne pensate di questo capitolo? Jake e Nessie sono due belle teste calde e quando ci si mettono sono molto più che scintille. L'importante però è che riescono a comprendersi ed a perdonarsi vicendevolmente.
Ci tengo a precisare che non approvo la violenza, men che mai sulle donne, ma non è quello che succede in questo capitolo ai nostri due protagonisti e so che chi segue la storia fin dall'inizio lo ha capito perfettamente. La rabbia li spinge a comportarsi in maniera un po'... come dire? Rude? Si, diciamo così. Ma si tratta sempre di due adulti consenzienti e non di una persona che forza l'altra a fare qualcosa che non vorrebbe. La riprova è la frase che Jacob rivolge a Ness: << Non ti forzerò a fare quello che non vuoi, quindi se desideri che ti lasci andare dimmelo ancora e lo farò. >>
In una coppia ogni tanto ci sta anche un po' di passione "rude", a mio avviso. Ma solo ogni tanto!
Spero di non avervi sconvolto troppo.
Ringrazio sempre chi ha messo SAT tra le storie seguite/ricordate/preferite e chi legge in silenzio. Un ultimo ringraziamento va a Alice_Nekkina_Pattinson che mi ha messa tra gli autori preferiti. Mia cara sei stata la prima e mi hai fatto emozionare. Grazie.
Rinnovo l'appuntamento alla settimana prossima, lunedì puntuali come al solito (ahahahaha!!!).
Baci

Pinzy

   
 
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