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Autore: Ginny_theQueen    19/09/2011    4 recensioni
'Sentendolo fare quel discorso, Ginny pensò con orgoglio che quello non era il Bambino Che E’ Sopravvissuto, il Prescelto, il Salvatore del Mondo Magico o l’ex aitante cercatore di Grifondoro, era l’uomo della sua vita.'
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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«Adesso basta!»
Arrabbiata, ecco come si sentiva in quel momento Ginny Weasley. Fissava meccanicamente il suo fidanzato seduto sulla sedia accanto a lei.
Anche lui non sembrava di buon umore. Era piuttosto spaventato.
Sì, proprio spaventato.
Già: Harry Potter, il Bambino Sopravissuto, il Prescelto, il Salvatore del Mondo Magico aveva paura.
Certo, aveva sconfitto il più grande mago oscuro di tutti i tempi, ma in quel momento davanti a lui c'era qualcosa di molto più spaventoso.
'Mai far arrabiare Ginevra' era come un undicesimo comandamento nella sua famiglia. Tutti i suoi fratelli ed amici avevano imparato a temerla, perchè se non altro, ci tenevano all'osso del collo.
Si trovavano tutti riuniti attorno al tavolo della Tana per cenare, era presente tutta la famiglia Weasley, fidanzate comprese.
Nel momento in cui la più piccola della famiglia aveva urlato alzandosi dalla sedia e battendo un pugno sul tavolo, le altre dodici persone sedute a quel tavolo erano sbiancate.
Il motivo della scenata era semplice: Ginny non ne poteva più.
Erano passate a stento tre settimane da quando lei ed Harry avevano annunciato alla famiglia il loro desiderio di sposarsi di lì a breve.
E da quel giorno, nessuna donna che frequentasse la Tana aveva parlato di altro: Molly ed Hermione in particolare erano prima scoppiate in un lungo pianto, per poi cedere posto all'iperventilazione. ('Morgana, non ce la faremo mai ad organizzare tutto in tempo!') Ed erano state subuto imitate da Fleur, Angelina e Audrey.
Invece i maschi Weasley si erano limitati a sorridere e a congratularsi con i due neofidanzatini, e George aveva fatto qualche battuta poco carina sulla castità, che aveva fatto andare di traverso ad Harry il succo di zucca che stava bevendo.
Ginny non sopportava di essere sempre al centro dell'attenzione, e soprattutto, non sopportava il fatto che la sua famiglia dovesse decidere tutto per lei. Quindi, quando quella sera a tavola si stava discutendo per l'ennesima volta del numero di invitati per il ricevimento ('Che dici cara, seicento basteranno?'), Ginny non ne potè più.
Aspettava che Harry dicesse qualcosa, ma capì che tanto quel ruffiano del suo fidanzato ci teneva troppo a sua madre e non l'avrebbe mai delusa, per cui toccava a lei prendere in mano la situazione.
«Basta» ripetè.
Fece un respiro profondo e si preparò per quella che avrebbe potuto essere la battaglia più ardua della storia: non sarebbe stato facile convincere sua madre, la sua migliore amica e le sue cognatine che non c'era bisogno di applicarsi più di tanto: lei ed Harry avevano ben specificato che volevano una cerimonia tranquilla e senza troppa pubblicità. Come sarebbero stati capaci di invitare seicento persone e far sì che la stampa non lo venisse a sapere? Tanto valeva invitare ufficialmente Rita Skeeter e regalarle in esclusiva lo scoop del matrimonio del secolo!
«Ragazze davvero, smettetela vi prego. Ci state rendendo la vita impossibile»
L'uso del plurale era stato intenzionale, Harry sarebbe stato dalla sua parte, che avesse ferito i sentimenti di Molly o no.
«E' possibile che non si parli d'altro? Apprezzo quello che fate, ma penso che qui si stia esagerando. E poi sul serio, seicento persone? Eravamo d'accordo per una cinquantina! Solo gli amici più intimi, non l'intero Ministero della Magia!»
E così dicendo prese la mano di Harry e lo trascinò di peso di sopra, senza dare l'opportunità di replicare a nessuno.
                                             **
Tutto sommato non è andata così male, pensò Harry in quel momento. Si era aspettato che Ginny avesse potuto affatturare qualcuno e distruggere la cucina, quando invece si era limitata a qualche parola.
Si ritrovò seduto sul letto di Ginny con lei accanto.
«Bhè, grazie del supporto, Harry» gli disse acida.
«Scusa amore. Però è che-»
«..non te la senti di deluderla, lo so. Quando la smetterai di sentirti sempre un peso per tutti? Comunque, lasciamo stare.»
Passò qualche minuto silenzioso, poi Harry parlò:
«Gin, cosa vogliamo fare dopo?»
La domanda lasciò sconcertata la ragazza, soprattutto per il modo in cui era stata posta, così direttamente, e con tanta incertezza. Capì subito che Harry non le stava chiedendo semplicemente cosa fare dopo la cena, ma le occorse tempo per formulare una risposta concreta, e mentre stava per aprire la bocca, Harry la precedette:
«Insomma intendo, dopo. Dopo. Non possiamo rimanere alla Tana per sempre, dobbiamo trovarci un posto dove stare. Io pensavo a Grimmaud Place, o magari potremmo comprare casa a Godric's Hollow, Hogsmead, qualsiasi altro villaggio. Poi insomma, vorrei che la vita continuasse in modo normale. Tu continuerai a giocare nelle Holyhead e io terminerò l'addestramento per diventare Auror. Mi sto rendendo conto che quello che sto dicendo non ha molto senso e non so nemmeno perchè ho messo in mezzo questo discorso, ma mi sembra una bella sensazione parlare del futuro..»
«Già. Dopo tutto quello che abbiamo passato.. comunque penso che Grimmaud Place vada più che bene come inizio»
Gli sorrise. Lo capiva, lui non aveva mai avuto nessuna certezza nella vita, e nel suo futuro aveva visto solo Voldemort. Ora che lo aveva sconfitto, Harry si vedeva tante possibilità aprirsi davanti.
Istintivamente Ginny lo abbracciò. Non era mai stata una tipa sentimentale, ed erano state molto poche le volte in cui Harry le aveva detto cose sdolcinate. Andava così tra loro: era sempre stato tutto molto naturale, senza biogno di ulteriori conferme.
Harry la strinse a se, la guardò negli occhi e poi sorrise.
«Allora, cosa facciamo stasera?»
«Usciamo. Divertiamoci. Da soli però, solo io e te.»
«Va benissimo, dove andiamo?»
Lo stomaco di Ginny brontolò.
«Ehm, amore ti dispiace se andiamo a cena fuori? Non ho toccato nulla a tavola..»
Harry le diede un bacio sui capelli rossi che tanto adorava e poi sciolse l'abbraccio.
«Certo, come vuoi. Cambiati, ci vediamo giù fra qualche minuto.»
   
 
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