Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ginny_theQueen    19/09/2011    3 recensioni
'Sentendolo fare quel discorso, Ginny pensò con orgoglio che quello non era il Bambino Che E’ Sopravvissuto, il Prescelto, il Salvatore del Mondo Magico o l’ex aitante cercatore di Grifondoro, era l’uomo della sua vita.'
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dieci minuti dopo Harry era seduto su una sedia nella cucina della Tana che aspettava Ginny.
Lei arrivò pochi minuti dopo, raggiante e gli prese la mano.
«Buonasera signorina, è da un po’ che l’aspetto»
La ragazza ridacchiò, poi rispose melodrammaticamente:
«Per Circe! Chiedo venia, mio signore! Come potrò mai farmi perdonare?»
Non ci fu bisogno di rispondere, la ragazza gettò le braccia al collo di Harry e gli diede un sonoro bacio, poi i due si sorrisero.
«Allora, dove mi porti?»
«Bhè a dire la verità pensavo di portarti in un bel ristorantino italiano nella Londra Babbana, almeno per stasera non voglio camminare per strada e fermarmi ogni due e tre perché tutti ci indicano.. insomma, capisco che sei la campionessa delle Holyhead Harpies e che tutti ti adorano, ma ti ricordi l’altro ieri quando quel tizio ti ha chiesto una foto? Ci stava proprio provando! Insomma, ci è mancato poco che io non lo affatturassi!»
«Harry, adoro davvero questa tua gelosia, ma io che dovrei dire? Cioè, io sono solo una giocatrice professionista di Quidditch, ma tu hai salvato il mondo! E non mi lamento quando le fan ti si strusciano addosso» concluse acida.
Poi sorrise, «Andiamo?»
«Sì.»
Il ragazzo la prese per mano e i due si smaterializzarono insieme; arrivarono in un bel quartiere centrale della capitale ed Harry fece strada a Ginny verso uno di quei ristoranti dove una bottiglia di vino costava più di una Firebolt.
Furono accolti da un cameriere e si diressero verso un tavolo.
Ginny aprì il menu e ordinò una cosa a caso, stava morendo di fame.
 
                                                ***
 
Due ore dopo, la coppietta felice uscì dal ristorante.
Ginny non potè non pensare che se avesse voluto pagare anche solo la metà del conto avrebbe dovuto chiedere un mutuo alla Gringotts. (cosa impossibile, visto che i Goblin non fanno prestiti)
Decisero di comune accordo di non tornare subito a casa, ma di passeggiare un po’ per le strade deserte di Londra.
Ginny adorava farlo. Semplicemente passeggiare con il suo Harry, tenerlo per mano, guardarlo negli occhi e ammirare il suo sorriso erano tutte cose che la ragazza amava fare.
I due erano immersi in un piacevole silenzio, durante il quale ognuno seguiva il filo dei propri pensieri.
Fu Ginny ad interromperlo:
«Amore ci pensi?»
«Ginny, tesoro, non sono ancora un Legilimens, non ho idea di a cosa tu ti stia riferendo..» le sorrise.
«Ci sposiamo! Non ci posso ancora credere, è tutto così.. irreale.»
Harry la capiva benissimo.
«Sì. E’ come vivere la vita di qualcun altro.»
Sorrise amaramente ripetendo quelle parole che le aveva detto un paio di anni prima, quando era stato costretto a lasciarla.. il solo pensiero di quell’orribile ricordo lo fece rabbrividire.
Ginny dovette sintonizzarsi sulla sua stessa linea di pensieri, perché si fermò di scatto e lo tirò verso di se in un abbraccio, poi gli prese il volto tra le mani e lo baciò teneramente.
Dopo un po’ Harry parve riprendersi e scacciando tutta la malinconia approfondì il bacio.
Continuarono a baciarsi per qualche minuto, poi i loro volti si staccarono, e Ginny posò il suo sulla spalla di Harry.
«Gin?»
«Sì?»
«Ti amo.»
«Anche io. E’ per questo che ci sposiamo, no?» e gli fece un occhiolino.
«Forse è meglio che torniamo a casa però. Si è fatto tardi e Molly ci starà sicuramente aspettando alzata.»
«Già, non vorremmo mica far preoccupare quella santa donna di mia madre perché una volta tanto torniamo a casa dopo le dieci e mezza, vero?»
Harry posò un bacio sui capelli della ragazza e senza replicare, si smaterializzò con lei.
Quando entrarono, la Tana era deserta. Probabilmente Molly doveva essere andata a dormire. Così si diressero al piano superiore e si augurarono la buona notte.
Ginny aspettò che Harry entrasse in camera prima di aprire la porta della stanza che, ormai da anni, condivideva con Hermione.
Successe tutto molto velocemente: prima ancora di poter mettere a fuoco quello che stava vedendo, la ragazza si ritrovò la porta sbattuta in faccia.
 
«Santissimo Godric! Vedi un po’ tu!»
Rassegnata, si diresse verso la stanza dove pochi secondi prima era entrato il suo ragazzo.
Entrò e lo trovò che si stava per infilare sotto le coperte, indossava solo i boxer, e Ginny non potè biasimarlo: ad agosto faceva davvero molto caldo.
«Scusa. Quei due disgraziati di mio fratello ed Hermione si stavano divertendo un po’ troppo in camera mia. Mi hanno richiuso la porta in faccia con un incantesimo non verbale prima ancora che potessi vederli per bene. Che gentili.»
Harry le sorrise.
«Va bene, ma questa faccenda ha i suoi lati positivi,» indicò il suo letto, «almeno abbiamo una scusa valida per dormire insieme e domani mattina tuo padre non mi guarderà male durante tutta la colazione.»
Anche Ginny sorrise.
Dormiva spesso con Harry. Era bellissimo addormentarsi tra le sue braccia e svegliarsi con lui accanto.
Non facevano sempre l’amore, ma andava benissimo così.
Però purtroppo, questo non era quello che il suo ‘esercito di fratelli’ e suo padre credevano. E tutte le mattine stavano lì a squadrare Harry come se avesse appena commesso un assassinio.
«C’è un problema..» sussurrò Ginny.
«E sarebbe?»
«Il mio pigiama è sotto il mio cuscino. E non voglio immaginare che cosa mi farebbe mio fratello se aprissi di nuovo quella porta. Che per inciso, è la mia porta.»
Un sorriso malandrino apparve sul volto di Harry.
«Amore mio, per quanto io non veda l’ora di rifare l’amore con te, credo che avere un pigiama sia una cosa.. necessaria, ecco. Adesso provo con un incantesimo.»
Prese la bacchetta dalla tasca dei jeans e mormorò «Accio pigiama!» e dopo qualche secondo, dalla porta fluttuò la sua camicia da notte, che la ragazza prese prontamente.
La posò sul letto vuoto di Ron e fece cenno ad Harry di sedersi sul proprio.
 
                                          ***
 
Quando si svegliò, le sembrò che non fosse passato nemmeno un secondo da quando si era addormentata. Si rigirò nel letto cercando il suo ragazzo, ma quando le sue mani ebbero tastato solo le lenzuola, si decise ad aprire gli occhi.
Harry era lì, appoggiato allo stipite della porta che le sorrideva beatamente e teneva in mano un vassoio pieno di cibo. Si avvicinò, mise il vassoio sul letto e le posò un bacio sulle labbra. Poi sorrise ed esclamò:
«Buon compleanno amore!»
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ginny_theQueen