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Autore: Keira Pym    19/09/2011    1 recensioni
“Sai” disse una voce alle sue spalle “Ci siamo sempre chiesti come sia possibile che una testa bacata come te, sia potuta finire in Corvonero.” Si girò, i gemelli Weasley la osservavano ridendo.”Ti sei persa di nuovo?” chiese Fred. “Se vuoi possiamo indicarti la strada.” Continuò George con un sorriso malizioso stampato in faccia. “No, grazie.” Replicò lei. “L’ultima volta che mi avete dato indicazioni mi sono ritrovata nei sotterranei… E dovevo raggiungere la Torre di Astronomia. Ora devo andare.” Disse tentando di allontanarsi, ma Fred le si schierò davanti, bloccandole il passaggio. “Sicura di non volere una mano?” chiese avvicinandosi. Eileen arrossì , e anche i suoi capelli cominciarono a tingersi di rosso; le succedeva tutte le volte che era in imbarazzo.Conosceva i gemelli da tanto tempo ed era molto affezionata a entrambi, ma per Fred aveva sempre provato qualcosa di più, e adesso lui le era di fronte che insisteva per accompagnarla in classe.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro, personaggio, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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I giorni passarono veloci, e ben presto si ritrovarono in Primavera. Durante tutte le vacanze di Pasqua Fred e George erano rimasti stranamente tranquilli “Non abbiamo intenzione di rovinare le vacanze a nessuno” le spiegarono quando Eileen glielo fece notare; era l’ultima sera che avevano libera prima che riprendessero le lezioni “E mandare a rotoli i piani di ripasso di tutti gli studenti è l’ultima cosa che vogliamo… Però domani si torna al lavoro” concluse allegramente Fred “Dove intendete agire?” chiese lei interessata “Nel corridoio di Gregory il Viscido, verso le cinque” Eileen dovette ammettere che i gemelli erano stati davvero geniali. Quel corridoio, soprattutto di pomeriggio, era sempre pieno di studenti impegnati a leggere o a giocare partite di Gobbiglie e scacchi magici. Uno scherzo in un posto del genere avrebbe semplicemente scatenato l’inferno, sarebbe stato troppo anche per la Umbridge “Resterà nella storia di Hogwarts” stava dicendo George sognante “Credo che nessuno abbia mai fatto niente del genere” “Non avete paura che vi scopra?” Eileen non poteva fare a meno di preoccuparsi “Lo spero” rispose George divertito “Così non ci perderemo la faccia che farà quando monteremo sulle scope e ce ne andermo via… AHI!” nel tentativo di zittirlo, Fred gli aveva lanciato contro un libro, ma ormai Eileen aveva sentito “Volete lasciare Hogwarts?” chiese incredula, anche se dentro di sé conosceva già la risposta. Guardò Fred con aria di rimprovero, come aveva potuto non dirle una cosa così importante? Quindi quello era l’ultimo giorno che avrebbe trascorso insieme a loro “E dov’è che andrete di preciso?” chiese senza curarsi di fingersi tranquilla. Era livida di rabbia. George la guardò imbarazzato “Davvero non sai niente?” “Sei un idiota, George” lo interruppe Fred avvicinandosi, ma all’occhiata di Eileen tornò a sedersi in silenzio, lo sguardo rivolto verso il basso “Non sai niente del negozio?” continuò George sempre più a disagio. No, non so niente! avrebbe voluto urlargli contro Eileen, ma sapeva che non poteva prendersela con George. Guardò un’ ultima volta Fred e poi si allontanò in silenzio. Era furente. Sentì che lui la prendeva per mano “Eileen…” “Perché non me lo hai detto?” scoppiò lei, non aveva intenzione di mostrarsi comprensiva o ragionevole. Fred sospirò “Credevo che tu…” “Credevi cosa?” lo interruppe Eileen “Che ti avrei chiesto di non andare per rimanere con me? Sai che non ti metterei mai i bastoni tra le ruote” “Certo che no” disse Fred ridendo “Questo è comunque il nostro ultimo anno a Hogwarts, ricordi?” Certo che ricordo pensò tra sé e sé, e proprio in quel momento, seppe che era questo il problema. Il motivo della sua rabbia. Ma non poteva continuare così, doveva rassegnarsi e smettere di fare la stupida. Anche se comunque, non aveva poi tutti i torti. Fred le aveva pur sempre nascosto di un negozio e di una fuga imminente e quindi aveva ancora tutto il diritto di essere arrabbiata. O almeno, di fingere di esserlo. Ridusse gli occhi a due fessure e guardò ancora una volta Fred incrociando le braccia. Ormai conosceva il suo viso a memoria, ogni suo particolare, a partire da quella piccola cicatrice sul mento - Si ripromise di chiedergli come se l’era fatta – alle sue lentiggini, ogni singola lentiggine. Fred parve preoccupato da quello sguardo “Giuro che te lo avrei detto, volevo solo aspettare ancora un po’. Avevo paura che, non so, visto che non ci saremmo più visti tanto spesso, avresti potuto decidere di…” Lasciò la frase in sospeso ma lei aveva capito “Credevi che ti avrei lasciato?” gli chiese sorpresa, lui non rispose. Eileen rise “Mi sa che invece dovrai sopportarmi ancora per un po’” disse sorridendo “Mmh, credo di poter resistere” replicò lui più tranquillo. Le strinse la mano e presero a camminare insieme “Fred” disse Eileen a un certo punto “Mi parli di questa storia del negozio?” lui sorrise contento che gliel’avesse chiesto “Certo”

Anche quell’ultima sera sembrò volare via, e il giorno dopo le lezioni ricominciarono. Eileen non vide i gemelli né a colazione e né a pranzo. Evidentemente stavano completando gli ultimi preparativi. Erano quasi le cinque quando Eileen si avviò verso il corridoio di Gregory il Viscido; quel pomeriggio aveva i capelli rossi e ondulati e il viso coperto di lentiggini. Sarebbe potuta benissimo passare per un’altra Weasley. Mentre camminava sentì in lontananza gli inconfondibili rumori di uno scherzo ben congegnato. Urla e strilli echeggiavano da qualche parte sopra di lei, e tutt’intorno gli studenti si fermavano e alzavano timorosi lo sguardo al soffitto. Poco dopo vide la Umbridge schizzare verso il corridoio al piano superiore il più velocemente possibile. Eileen fece lo stesso. Quando arrivò tuttavia dovette fermarsi; l’intero corridoio era stato trasformato in una palude. Gli studenti, molti dei quali ricoperti di fango e Puzzalinfa, erano tutti in piedi lungo le pareti e Pix si librava sopra la calca facendo smorfie e cantando canzoni volgari. Al centro del corridoio - Eileen ebbe un tuffo al cuore – c’erano la Umbridge e i gemelli, con l’inconfondibile espressione di chi è appena stato incastrato. “Bene!” esultò la Preside “Allora, vi sembra divertente trasformare un corridoio in un palude, eh?” “Molto divertente, sì” rispose Fred, fissandola senza la minima traccia di paura. Senti qualcuno spingerla per farsi spazio, poi vide Gazza dirigersi quasi piangendo di gioia verso la Umbridge “Ho trovato il modulo, signora Preside!” gracchiò sventolando una vecchia pergamena giallastra “Ho il modulo e la frusta pronta… Mi permetta di procedere subito…” Eileen ebbe un tremito e portò la mano sulla bacchetta da sopra il mantello. Era pronta a sfoderarla nel caso quel mostro avesse solo provato a colpire Fred o George con la frusta che stringeva tra le mani “Benissimo Argus” riprese la Umbrideg “Voi due. Scoprirete molto presto che cosa succede a chi combina guai nella mia scuola” “Sa una cosa?” replicò Fred “Credo proprio di no” Si voltò verso il gemello “George” disse “Credo che abbiamo raggiunto l’età per interrompere la nostra carriera accademica” “Condivido in pieno la tua opinione” rispose disinvolto George “E’ arrivata l’ora di mettere alla prova il nostro talento nel mondo reale, non credi?” “Assolutamente” E prima che la Umbridge potesse dire una sola parola, levarono le bacchette e dissero all’unisolo “Accio scope!” Subito le scope, ancora con le catene attaccate ai manici, arrivarono e si fermarono davanti ai gemelli “A mai più rivederci” disse Fred salendo a cavallo della sua “Sì, non si disturbi a darci sue notizie” aggiunse George facendo lo stesso “FERMATELI!” strepitò la Umbridge, ma era troppo tardi. Fred e George si staccarono dal pavimento e volarono in alto, sotto gli sguardi ammirati di tutti “Falle vedere i sorci verdi anche per noi, Pix” urlò Fred rivolto al poltergeist che scattò sugli attenti, mentre tra gli applausi i gemelli volavano via. Eileen, che intanto sorrideva emozionata, si ricordò giusto in tempo del loro appuntamento. Si fece largò tra la folla e corse in direzione della torre di Astronomia. Quando arrivò i gemelli erano già lì “Sei in ritardo” l’ammonì George “Lo sai che non abbiamo tempo da perdere” “Scusate!” rispose lei, aveva ancora il fiatone, Fred le si avvicinò e le prese il viso fra le mano “Devi assolutamente venire a trovarci al negozio quest’estate. È grandioso” “Solo se promettete di farmi degli sconti ragionevoli” scherzò lei. Il fischio di una civetta la fece girare, era appollaiata lì vicino e si puliva le ali di un caldo color marrone “Ti piace?” chiese Fred “Io e George abbiamo pensato di farti un regalo” “Co… E’ per me? Davvero?” chiese Eileen contenta, mentre andava a osservare l’uccello da vicino “E’ molto intelligente, pensa che è arrivata qui da sola dall’Emporio del Gufo” disse George, Eileen lo abbracciò “Ragazzi grazie! È un regalo stupendo! Adesso vi scriverò migliaia di lettere!” disse ridendo, poi tornò da Fred “Dobbiamo andare” sussurrò lui con un po’ triste, poi la baciò dolcemente. Eileen sorrise e li salutò “A presto” disse, mentre quelli volavano lontani verso il tramonto radioso.

   
 
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