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Autore: lete89    20/09/2011    2 recensioni
David si schiarisce la gola, cercando di guadagnare qualche minuto prima di dire qualcosa che, lo sente, manderà su tutte le furie la collega. –Non avevano detto che era stato un incidente?- si arrischia a chiedere, prima di svoltare sicuro verso sinistra ed immettersi nella Brodway.
-Una fuga di gas, per la precisione- lo corregge Connie, sfogliando tutte le teorie elaborate in quegli anni di indagini non autorizzate.
-E tu non ci credi?- domanda, prima di dirigere la macchina nel parcheggio del luminoso New Scotland Yard .
Connie si limita a stiracchiare un sorriso, scuotendo la testa e accarezzando la mano del collega sul freno a mano. –Lascia stare- borbotta, per poi scendere veloce dalla macchina.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Peter Minus, Severus Piton, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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-Novità

 

 

 

-Novità?-

-E’ rientrato due ore fa. Da allora non si è più mosso-.

David Canter richiude con un tonfo sordo la porta scorrevole del fatiscente furgone, camminando ricurvo fino alla collega.

-Tieni- le offre, porgendole un sacchettino di carta. –Il pranzo-.

-Oh, fish and chips! Lo adoro!- lo ringrazia la ragazza, ponendo un veloce bacio sulle labbra del collega che, con un sorrisino beato, si siede sulla sedia vuota nel retro del furgone.

-Novità in Centrale?- si affretta a chiedere Connie, addentando famelica una patatina.

-Il Profeta dei Vetrini ha quasi fatto saltare in aria il laboratorio, stamattina- le racconta, controllando le registrazioni della telecamera in funzione e posizionata sull’ingresso di una casa.

-Chaz sta bene?- scatta la ragazza, facendo cadere parte del fritto sul pavimento lercio del furgone.

-Sì- le risponde, rubando dal sacchetto un pezzo di pesce. –Ci siamo visti alla pausa pranzo. Ha detto di aver messo tutti i reperti con l’elemento sconosciuto in una di quelle sue dannatissime macchine, uno spettrofotometro se ho capito bene, e dopo un po’… PUFF! La macchina è esplosa!- spiega, accompagnando il racconto con un ampio gesto delle mani.

-Quella sostanza può essere molto pericolosa! Digli di stare attento!-

-Ci ha già pensato Erick a fargli la ramanzina, non ti preoccupare…-

Constance sbuffa, osservando le immagini sfuocate sullo schermo alle sue spalle. -E Eugene?- chiede, digitando qualche codice su una piccola tastiera, riuscendo a zoomare sulla porta d’ingresso della casa.

-E’ molto agitato- la informa il collega, ricordando di non aver mai visto il Commissario Scott camminare in quel modo per la stanza. –Mi ha convocato nel suo ufficio, voleva sapere se avevo avuto contatti con te-.

-E tu?- gli chiede la ragazza, scacciando dalla mente il ricordo della faccia amica di Eugene Scott.

Deve si schiarisce la gola con un secco colpo di tosse. -“White? Per quale motivo dovrei voler incontrare l’agente White fuori da qui?”-

Connie si lascia andare a una risata liberatoria, osservando il collega sporgersi dalla propria sedia e baciarla, innamorato.

-Sai, sembra sinceramente preoccupato- le sussurra poi, a fior di labbra.

Constance ritrae le labbra, divertita dal piacevole solletichio della barba di tre giorni del ragazzo. Si appoggia poi di nuovo sullo schienale della sedia, riprendendo a mangiare.

-Novità da Erick?- chiede, sperando di chiudere definitivamente con la questione “Eugene”.

David sospira, aprendo la valigetta che si era portato dietro ed estraendo un piccolo fascicolo. -Franck Bryce, trovato morto in una casa abbandonata di cui era il custode1- le spiega, porgendole le carte che ritraevano il corpo di un vecchio, steso a terra e con gli occhi spalancati per il terrore.

-E a noi cosa importa?- domanda cinica la ragazza, scorrendo senza vero interesse i primi rilievi dell’unità scientifica.

-Ecco il primo referto del medico legale- le porge David, avvicinando la propria sedia a quella della ragazza.

Constance inizia a scorrere i dati, soffermandosi poi perplessa su un punto.-Causa di morte sconosciuta? Non sono ancora in grado di stabilirlo?- lo interroga, perplessa.

David scuote la testa. -Già. Proprio come per i Potter. Nessun proiettile, coltellata, strangolamento… neppure segni di avvelenamento o attacco cardiaco. Sono solo… morti- tenta di spiegare, afferrando la ormai straripante agenda della ragazza appoggiata sul piccolo mobile del furgone e appuntando le novità.

-Ho fatto un sopraluogo stamattina. C’erano degli agenti, gruppi speciali credo. Mai visti prima. Hanno rivendicato la giurisdizione sul caso e mi hanno allontanato. Solo uno di loro mi ha dato confidenza, un certo Shacklebolt, ho detto a Erick di cercare informazioni su di lui. Mi ha detto che questo omicidio è collegato a un caso che il suo dipartimento segue da diversi anni e mi ha quindi chiesto se avessimo informazioni che potessero essere utili. Gli ho chiesto se Black fosse implicato e lui, sorpreso, mi ha chiesto come facessi a conoscerlo. Ha detto di essere il referente per il caso Black e di non preoccuparsi. Mi ha stretto la mano e mi ha accompagnato fino alla macchina, ma sono comunque riuscito rubare un campione di terriccio- racconta, ripensando agli sguardi torvi e, in qualche modo, derisori, che quegli uomini con i mantelli gli avevano lanciato.

-Fammi indovinare. Chaz ha trovato gli stessi particolati- tenta Constance, lasciando il sacchetto di cibo cadere per terra, disinteressata.

L’agente Canter annuisce, grave. -Ho detto a Erick di continuare a scavare. Sembra che Bryce fosse coinvolto in un triplice omicidio avvenuto almeno vent’anni fa2-.

-Il mistero s’infittisce- gli risponde la ragazza, afferrando l’agenda dalle mani dell’amico ed evidenziando i passaggi cruciali delle ultime scoperte.

-C’è altro?- sospira alla fine, sinceramente frustrata da quel mese di latitanza. Ha potuto vedere sua madre solo una volta, di nascosto. Non ce la fa davvero più a vivere così.

David ammutolisce, riafferra la vecchia borsa di cuoio e fissa la fotografia, incerto.

Sa che fargliela vedere non è una buona idea.

Però sa altrettanto bene che non fargliela vedere sarebbe una pessima idea.

Constance aggrotta la fronte, preocupata per la strana reazione del partner, per poi afferrare la foto che le sta porgendo.

Impallidisce.

-Dov’è stata scattata?- mormora, con un filo di voce e le mani tremanti.

David le circonda le spalle con un braccio, cercando di darle forza. -A Port Louis3, tre giorni fa. Erick si è messo in contatto con i servizi segreti dell’INTERPOL, ma non hanno fornito molte informazioni. Non avendo poi neanche un’indagine ufficiale aperta…- borbotta, lasciando cadere nel vuoto le ovvie conclusioni.

Constance stringe febbrilmente la foto, digrignando i denti.

Sirius Black sorride beffardo all’entrata dell’ippodromo di Champ de Mars4, guardando proprio in direzione della telecamera di sorveglianza.

Ha un aspetto più sano, rispetto alla foto segnaletica che era stata mandata loro un anno prima, si ritrova a constatare con odio Connie. Adesso sembra proprio lo stesso ragazzo che, quel dannatissimo due novembre, fece saltare in aria Tooley Street.

Constance si alza di scatto, prende alcune carte e la sua agenda, gettandole con ferocia in una valigetta, per poi afferrare con rabbia un apparecchio appoggiato sul mobile.

-Connie, dove stai andando?- le domanda preoccupato David, osservando i gesti veloci con cui la ragazza si fissa addosso, nascondendolo alla vista, il microfono.

-Black se la spassa su una spiaggia delle Mauritius e io sto qui ad arrostire in un furgoncino? Oh, non credo proprio!- si sfoga, a denti stretti, per poi far scorrere la porta del furgoncino scuro e uscire nelle polverose strade di Spinner’s End.

 

Quando aveva scoperto che Piton era tornato, avrebbe voluto fiondarsi da lui, a interrogarlo e a convincerlo a parlare, con ogni mezzo. Era stufa di tutta quell’omertà attorno a quel caso, stanca di quel mistero inestricabile che stava affrontando da ormai troppo tempo.

L’idea di sorvegliare l’abitazione dell’uomo era stata di Dave, prontamente appoggiata da Chaz. Dovevano raccogliere maggiori informazioni sull’uomo, sulle sue abitudini, cercare di capire con chi avevano a che fare.

Naturalmente quell’ingrato quanto noioso incarico era stato affidato a Connie, visto l’impossibilità della ragazza di farsi rivedere in Centrale o in qualunque altra zona di Londra alla luce del sole, per il timore che qualcuno la riconoscesse e che quei tizi con i bastoncini la rintracciassero. David le aveva assicurato che non c’era stato nessun mandato nei suoi confronti, né di cattura né di ricerca, ma lo stato di evidente agitazione in cui versava il Commissario era una prova sufficiente per far capire che era ancora ricercata.

Erick era riuscito a recuperare quel vecchio furgone sgangherato, sepolto in chissà quale deposito giudiziario e a dotarlo delle apparecchiature minime per un appostamento.

Beh, le uniche cose che aveva scoperto erano state che il signor Piton aveva un pessimo gusto nel vestire, oltre che una vita terribilmente monotona e noiosa.

Usciva una volta alla settimana da casa, faceva la spesa, rincasava lesto.

Punto.

L’unica nota di interesse era quel dannatissimo gufo che, ogni sacrosanta mattina, atterrava sul davanzale di una finestra, veniva fatto entrare in casa, e ripartiva quasi subito.5

Ci mancava solo l’ornitologo a complicarle la vita.

Impaziente, bussa con impeto alla porta.

-Agente White, Scotland Yard. Deve rispondere ad alcune domande- sbotta non appena la porta viene socchiusa e la figura arcigna di Severus Piton la squadra visibilmente infastidito.

-Prego?- si limita a rispondere, alzando indignato un sopracciglio e fissando con disgusto la figura di fronte a lui, eccessivamente imbaccuccata per quel caldo pomeriggio di agosto.

Constance mostra il distintivo proprio davanti al grosso naso dell’uomo, aprendo poi maggiormente la porta con una spallata e infilandosi lesta in casa.

Le mani di Severus Piton si serrano a pugno, mentre l’uomo richiama a sé tutta la pazienza rimastagli per non buttare fuori casa all’istante quell’insulsa Babbana.

-Qui va bene- sentenzia Connie, entrando a passo di marcia nello stretto salotto della casa e fissando con studiato interesse tutti i particolari. Le pareti sono ricoperte di libri dall’aria consunta, una vecchia candela pende dal soffitto e un tavolino precario, dove un giornale, ancora aperto, indica quale fosse l’attività del padrone di casa prima del suo arrivo.6

Senza attendere alcun invito, Constance si siede sul fatiscente divano, aspettando con impazienza che l’uomo si sieda sulla poltrona logora di fronte a lei.

Piton si limita a lanciarle occhiate d’odio dall’ingresso, per poi richiudere la porta in modo sinistro e prendere posto con estrema calma, chiudendo la Gazzetta del Profeta con gesti semplici e studiati perché la ragazza non noti le immagini in movimento.

-Quindi?- sibila, cercando di sforzarsi di ricordare, esattamente, quante norme dello Statuto Internazionale di Segretezza violerebbe se decidesse di schiantarla in quel momento.

-Quindi…- ripete canzonatoria Connie, reggendo lo sguardo serio dell’uomo fisso nei propri occhi.

Tzè, aveva interrogato delinquenti peggiori.

-Cosa sa di Sirius Black?- gli domanda a bruciapelo, estraendo l’amata agenda e aprendo la penna, pronta a scrivere.

Severus affonda le unghie nel rivestimento della poltrona, scaricando così la tensione che quel dannatissimo nome gli provoca.

-Nulla- risponde, con voce monocorde.

Constance ringhia sottovoce. –E, immagino, non sappia nulla neanche dell’omicidio dei coniugi Potter, avvenuto tredici anni fa-.

Piton socchiude gli occhi, cercando di non pensare all’amica d’infanzia. –Potter, ha detto?- domanda, retorico, mentre accavalla le gambe e si sistema sulla poltrona, mentre un ghigno soddisfatto gli cresce sul volto. –Mai sentiti-.

-Lei sta mentendo!- sbotta, picchiando le mani sul tavolo e facendo scricchiolare il già traballante tavolino.

Piton si limita a sorridere maligno. –Se ha finito di distruggermi il mobilio di casa, avrei altro da fare…- sibila, soddisfatto.

Constance prende la valigetta, se la appoggia sulle gambe ed estrae la foto. -Black è stato avvistato a Port Louis, tre giorni fa. Le conviene parlare- gli suggerisce alla fine, sbattendogli in faccia il volto sorridente e scanzonato del vecchio nemico.

Mauritius, pensa con disgusto Severus, ecco dov’e andato a nascondersi da quando è fuggito da Hogwarts, appena due mesi prima. Tipico di Black.

-Perché?- domanda, con un tono di voce terribilmente canzonatorio.

Connie, presa alla sprovvista, inizia a balbettare. –Pe-perché è un soggetto decisamente pericoloso e se è in qualche modo collegato a lei deve dircelo. O lo scopriremo lo stesso e… e per lei saranno guai, ecco- minaccia alla fine, ripensando con disgusto al discorso sconclusionato appena fatto.

-Correrò il rischio- risponde con ovvietà il mago, riconsegnandole la fotografia con un gesto elegante e visibilmente derisorio.

Constance arrossisce, inviperita. –Potrei arrestarla per intralcio alle indagini!- sbotta, alzandosi in piedi per assumere un’aria più minacciosa.

Severus, con calma, la imita, facendo svolazzare il mantello nero e assumendo un’aria decisamente più intimidatoria della ragazza. –Potrebbe farlo se ci fosse un’indagine in corso- sibila.

-Co-come…- si limita a balbettare Constance, terribilmente sorpresa. Come diavolo faceva quell’uomo a saperlo?

Piton si limita a fissarla, profondamente disgustato dal continuo cambio di colore del volto della giovane.

-Se mi importasse della mia vita, eviterei di andare in giro a fare domande scomode su Black…- la ammonisce, provocandole un repentino cambio di colore dal bianco sorpresa al rosso rabbia.

Severus Piton è stato ufficialmente aggiunto alla sua lista personale di persone odiose.

-Ma… ma io devo trovarlo!- urla Constance con voce stridula.

-Non è l’unica- la prende il giro Piton, ripensando a quanto vorrebbe averlo fra le mani e maledicendosi mentalmente per non averlo fatto fuori quando ne aveva avuto l’occasione nella Stamberga Strillante, pochi mesi prima.

-Lei non capisce- tenta di spiegargli Constance. –La questione è più grave di quanto immagini!- termina, causando una sincera risatina di scherno dell’uomo.

-Senta, Petunia Dursley ha detto che avrebbe avuto delle informazioni per noi, ci ha fatto lei il suo nome. Ha detto che conosceva sua sorella Lily, abbiamo scoperto che anni fa abitavate vicini, eravate anche compagni di scuola, giusto? Probabilmente eravate amici, ragazzi coetanei che abitano vicino è ovvio che si mettano a giocare assieme per strada, no? Lo facevate anche voi, ne sono certa. Signor Piton, ci aiuti. Lo faccia per Lily, o per il piccolo Harry…-

A quelle parole, la risata di Piton scema lentamente, fino a lasciare un ghigno rabbioso sul volto.

-Se ne vada- sibila, con sguardo intimidatorio, afferrando la ragazza per il gomito e strascinandola a forza fuori dalla casa.

-Sto cercando l’assassino di mio padre!- confessa alla fine Connie, divincolandosi dalla presa dell’uomo ormai giunta sul tappetino d’ingresso. –La prego, mi aiuti- supplica alla fine, dimenticando la rabbia e l’orgoglio e fissando con occhi imploranti l’uomo.

-Lo sto facendo- dice Piton, chiudendole la porta in faccia.

 

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Note:

 

1.    Frank Bryce è stato ucciso da Voldemort all’inizio di Harry Potter e il Calice di Fuoco

2.    Frank Bryce era il giardiniere Babbano di casa Riddle e, per diverso tempo, è stato il primo sospettato del triplice omicidio della coppia e del figlio. Da Harry Potter e il Calice di Fuoco

3.    Port Louise, alla Mauritius. Ipotesi dell’autrice sul logo dove si è rifugiato Sirius Black dopo la fuga da Hogwarts. Sono state scelte queste isole in particolare perché vicine all’Isola dei Cervi e l’idea di far nascondere Black vicino a un luogo con quel nome piaceva molto. Gli indizi: “Entrambe erano state recapitate non via gufo (com'era consuetudine tra maghi) ma da grandi, coloratissimi uccelli tropicali[…] A Harry invece erano piaciuti molto; gli facevano pensare a palme e spiagge candide, e sperava che ovunque Sirius si trovasse (Sirius non lo disse mai, nel caso che le sue lettere venissero intercettate) se la stesse spassando. Per qualche ragione, Harry faceva fatica a immaginare che i Dissennatori potessero sopravvivere a lungo alla luce diretta del sole; forse per questo Sirius era andato a sud” da Harry Potter e il Calice di Fuoco

4.    Ippodromo di Saint Louis

5.    La Gazzetta del Profata recapitata dai gufi

6.    “Erano entrati direttamente in un piccolo salotto, che dava un’impressione di oscurità, come una cella piena. Le pareti erano completamente ricoperte di libri, molti di essi avevano una  vecchia copertina di cuoio marrone o nera; un logoro divano, una vecchia poltrona ed un tavolo traballante erano raggruppati assieme nello stagno del getto fioco della luce proveniente da una candela appesa al soffitto” da Harry Potter e il Principe Mezzosangue

 

 

 

Ciao a tutti!

Ho fatto l’esame (!!!) e quindi, come è giusto che sia, torno ad aggiornare. Speriamo con maggior frequenza. Anche se, gente, ci stiamo avvicinando alla fine!!!

Questo è già il settimo capitolo, arriviamo al decimo, posto l’epilogo e ci salutiamo. Sigh.

Ok, sopravviverò.

Forse.

(sigh)

Torniamo a noi.

La storia delle Case… beh, temo di non essere stata abbastanza brava! XD

Nessuno di voi ha azzeccato tutte e quattro le case così come le avevo immaginate io, qualcuno si è avvicinato di più, qualcuno di meno.

Nessuna risposta è comunque sbagliata, lo ripeto, è solo uno stupido giochino. Ho disseminato qua e là degli indizi che però, mi rendo conto, possono essere passati inosservati ai vostri occhi. In fondo non stavate leggendo i capitoli con quell’ottica!

Comunque, se per voi va bene, metterei la mia soluzione (solo un’interpretazione, ovvio) alla fine del decimo capitolo, in modo da darvi la possibilità di vedere conclusa la storia e i personaggi delineati fino alla fine.

Vi va?

Quando siete certi, allora, scrivete in un commento (o appuntatevelo nella testa, se un pezzo di carta… dove volete!) i vostri abbinamenti finali e vedremo se siamo d’accordo o meno!

 

Un saluto a tutti!!!

E grazie mille dei commenti e delle letture!

 

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