Non si sente neanche il rumore.
Non si sente niente. Tempo fermo. La finestra chiusa. Le coperte bianche.
Goccia.
Go-cc-ia. Lenta. Lenta.
Speravo che la morte fosse un po’ più veloce.
Mi aspettavo… non lo so… un lampo di luce, una scossa, una vertigine. Non la noia.
Goccia.
Goccia.
Goccia.
Guardo la flebo ipnotizzato da quel cadere e subito riformarsi. Provo a chiudere gli occhi, ma finisco per vederla anche dentro la mia testa. Il mio orizzonte resta tutto qui, in questo stillicidio lentissimo.
Goccia.
Provo a ricordarmi qualcosa del mondo di fuori… un paesaggio, un tramonto, un suono qualsiasi. Non mi viene in mente niente. Quel liquido incolore sta impregnando anche tutti i miei ricordi.
Fisso il contenitore cercando di cogliere l’attimo esatto in cui il liquido si stacca, diventa sferico, si appiattisce sul fondo. Che strano, non ci riesco. Nella sua lentezza quell’attimo è troppo veloce.
Più o meno come la vita. Ti sembra lentissima… e in un attimo è finita.