Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: AngelSword    20/09/2011    4 recensioni
Pensieri, parole, emozioni. Solo tracce d'inchiostro su carta, ma delle persone ci hanno creduto davvero.
Una raccolta di One-Shot che vedono i protagonisti dell'Ancient Saga come i "pensatori".
!!!ATTENZIONE: Per leggere questa raccolta bisogna aver letto almeno il primo volume della serie!!!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa
 

Buona sera a tuttiiiii!!! ^-^
Ancora mezza stordita dalla febbre vi porto questa nuova One-Shot =)
Prima di tutto, domani è il mio compleanno!!! **
Secondly, fatemi l'In Bocca Al Forno ("Lupo" non lo dico più per principio XD) perchè ho appena consegnato la mia fic al giudice di un contest!! *-* Spero davvero di vincere qualcosa |3 (anche se so che non accadrà mai)
Thirdly, consiglio le seguenti canzoni per l'ascolto: "FINAL FANTASY XIII - The Promise - The Sunleth Waterscape" - Masashi Hamauzo; "Roses Of May" "Zanarkand" "Eyes On Me" - Nobuo Uematsu ; "A Flower Blooming In The Slums" "Resolution" "The Price Of Freedom" "Keeping The Peace"- Takeharu Ishimoto; "Why" - CCFFVII Mix; "Kuon - Memories of Waves and Light" - Noriko Matsueda & Takahito Eguchi (Le ho messe in ordine di "preferenza": la prima è quella che consiglio più vivamente, e così via... Ah, e sono tutte di Final Fantasy ^^)
Finally, (ah, e questo non è spam, è un amichevole consiglio) io e la Mary abbiamo organizzato questa challenge  http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9922895&tid=49c82cf24fc362fae2d134ad707830fccd0c7bffe685c2f62989db2eca7f61fc (come si mette il titoletto cliccabile??!) e se qualcuno... là fuori... volesse partecipare, è più che benvenuto ^-^
Buonissima Lettura ♥


 5. Impulsività

Ma certo, è colpa mia. Tutto è sempre colpa mia.

Cammino velocemente e a grandi falcate, sollevando lunghe falci di sabbia ad ogni passo.

E certo, date pure la colpa a me. Mai una volta che la dessero a quell’altra.

Dopo aver percorso un buon tratto di strada, cambio bruscamente direzione e mi siedo all’ombra di una palma tesa verso il mare. Porto le ginocchia al petto e le circondo con le braccia, poggiandoci il mento sopra. Fisso piccata l’enorme distesa d’acqua, sperando che mi faccia calmare. Macchè, il fuoco della rabbia riprende a bruciare ancora più forte di prima.

“Stupidi, stupidi, stupidi...” comincio a sibilare con odio per sfogarmi.

“Ma che accidenti--!!!” Xenon accorse immediatamente trovandosi di fronte ad un mucchio di alberi mozzati. “Chi ha fatto questo?” chiese scioccato portandosi una mano alla testa. Gli fa sempre male quando troppi alberi tutti assieme vengono tagliati.

“Ah, sono stata io!” rispose con un sorriso imbarazzato. Si strofinò il retro della nuca. “Ho avuto uno scatto di rabbia e quindi--“

“MA SEI MATTA??!!” le urlò contro, spaventandola. Cercò di calmarsi e guardò stizzito i tronchi sparsi per il terreno. “Dio santissimo...” Fu costretto a sedersi per sopportare le vertigini. “Ma perché devi essere così... dannatamente impulsiva?!”

“Idioti, idioti, idioti...” sussurrò con più forza stringendo le mani a pugno fino a sbiancarmi le nocche.

Entrò allegramente in cucina, la stanza era allegramente illuminata dalla luce del mezzogiorno. Canticchiando a labbra chiuse un motivetto, aprì il frigo e cerco qualcosa di buono da sgranocchiare in attesa della cena. Non trovando nulla che le andasse, lo richiuse, alzando gli occhi al soffitto, il volto corrugato in un’espressione pensosa. Il suo sguardo fu attirato dal brillante arancione di una ciotola sul tavolo. Si avvicinò e notò che era piena di una specie di crema giallognola. Prese la frusta, lasciata dentro all’impasto, e, una fatto gocciolare i residui in eccesso, leccò uno dei fili d’acciaio. La crema sapeva di zucchero, miele con un leggero retrogusto di limone. Schioccò la lingua sul palato soddisfatta: deliziosa. Voltandosi vide il forno, illuminato da una soffusa luce gialla. Lo aprì, venendo investita da una vampata di calore, e vi infila l’impasto per poi richiudere lo sportello. Uscì dalla cucina allegramente.

“Oh, ciao Seph!” lo salutò quando lo incrociò sulla soglia della stanza. In mano aveva una piccola busta bianca.

Il ragazzo alato stava per rispondere quando percepì un odore strano. Annusò l’aria un paio di volte mentre un’ipotesi cominciò a delinearsi nella sua mente. Sfrecciò in cucina, lanciando la busta bianca verso la ragazza che la prese al volo sorpresa.

Si fermò in scivolata di fronte al formo e guardò al suo interno. “Cristo, no!!” esclamò portandosi le mani nei capelli. Scavalcò agilmente il tavolo, afferrò le presine e ritornò di fronte all’elettrodomestico, tirando fuori la ciotola di plastica, semifusa dal calore. La lasciò andare sul tavolo di marmo su sfrigolò a contatto con la pietra gelida. Seph sospirò ed alzò indeciso gli occhi sulla ragazza in colpevole silenzio sulla soglia della cucina. I suoi occhi erano davvero dispiaciuti e stava stringendo la busta al petto più che poteva. S’intenerì davanti a tale dispiacere. Sospirò rassegnato. “La prossima volta pensa prima d’agire, ok?” le disse cominciando a rimettere a posto il macello. “E sta lontana dal forno, o perlomeno, chiedi prima a me se vuoi cucinare qualcosa.”

Il suo tono tranquillo, comunque, non mascherò completamente la frustrazione che stava provando.

“Bastardi, bastardi, bastardi...” La mia voce si rompe.

“Vediamo...” Agitò di fronte agli occhi due provette, una contenente un liquido arancione e l’altra uno verde.

“Cerca di creare questo composto qui.” Ruby le porse un grosso tomo dalle pagine lievemente ingiallite dal tempo, indicando uno dei paragrafi. “Sai già dove trovare tutto, no?”

Lei annuì con decisione dopo aver dato una veloce letta agli ingredienti. L’Antico delle Gemme allora si alzò dal tavolo strusciando la sedia contro il pavimento ed andò a riordinare uno scaffale pieno di libri all’altro capo della stanza. La ragazza invece cominciò a rovistare tra i vari barattoli, recipienti ed ampolle in cerca degli elementi giusti.

 S’imbatté in un piccolo barattolo senza etichetta, pieno di una sottile polvere azzurrina. Lo scrutò indecisa sul da farsi, le sopracciglia contratte mentre si mordicchiava il labbro inferiore. Alzò gli occhi sulla schiena di Ruby. Teneva in equilibrio su una mano una colonna di almeno venti voluminosi tomi mentre cercava di riporli sugli scaffali della libreria in ordina alfabetico. Sembrava parecchio indaffarato.

Sapeva che uno degli ingredienti di cui aveva bisogno era di colore azzurro. Non lo aveva ancora trovato però. Fece due più due e concluse che in mano stava tenendo proprio quello che stava cercando. Sorrise soddisfatta pensando che forse l’Antico si era solo dimenticato di metterci sopra una nuova etichetta.

Ruby si voltò un attimo per controllare l’andamento dell’esperimento che aveva affidato alla ragazza. Lei sembrava tranquilla nel suo camice bianco, lavorava in silenzio accompagnata dal lieve tintinnare del vetro. Stava per ritornare al suo compito quando udì “Ehm... Ruby?” Rispose con un verso affermativo. “Questo composto... siamo proprio sicuri che sia di colore rosso?”

Riflettè un momento su quello che le aveva dato da fare e subito scattò sull’attenti lasciando cadere la pila di volumi a terra. “NON OSARE AVVICINARTI!!” La spinse via dal piano di lavoro, congelando in una sfera d’acciaio la provetta, bloccando l’uscita del sottile fumo azzurrognolo.

Silenzio. Lei lo fissava scioccata. L’Antico prese un lungo respiro per calmarsi. “Sei sicura di aver usato tutti gli ingredienti corretti?” chiese nel modo più casuale che poteva.

“Sì...” sussurrò lei. “Giusto uno non aveva l’etichetta sopra...”

Il sangue nelle vene di Ruby si gelò. “Non mi dire anche che era azzurra.”

La ragazza lentamente annuì.

“Ok...” sospirò l’uomo raddrizzandosi e passandosi una mano su volto, bloccandola sopra agli occhi. Lei si sentiva sempre di più sotto pressione. “Hai la più pallida idea di cosa fosse?”

Scosse la testa.

“Quella polverina azzurra è un tritato di Zalenia, quell’allegro fiorellino che ti ammazza in pochi secondi,” la infornò con lo stesso tono che avrebbe usato per parlare ad un bambino dell’asilo. Aprì un occhio e fissò severamente la ragazza attraverso lo spazio tra le due dita davanti ad esso. “Non ne hai sentito il profumo, vero?” chiese grevemente.

Scosse vigorosamente la testa di nuovo. “È solo che...” azzardò poi, “Pensavo fosse solfato di rame e quindi---”

“Beh, hai pensato male,” la interruppe laconico lui. La ragazza abbassò il capo. Ruby sospirò di nuovo. “Ogni tanto,” disse cercando di suonare un po meno arrabbiato, “dovresti agire in modo meno impulsivo. Dovresti essere un po più come Aqua-chan, ecco.”

Non riesco più ad andare avanti per trattenere i singhiozzi. Sento le calde ed umide lacrime accarezzarmi le guance per poi cadere sui miei pantaloni.

Certo, siamo tutti come Aqua, la donna perfetta.

Lei è tranquilla, pacata, razionale, silenziosa, bella e buona. Insomma, è sempre stata meglio di me.

Aqua di qua, Aqua di là, “fai come Aqua”, “Aqua è una ragazza così posata.... mi chiedo come faccia ad avere una gemella come lei.”

Ovvio, sono io il problema di tutto. È colpa mia se spesso metto in imbarazzo mia sorella. Sono io che faccio sempre i casini.

Stringo i denti e serrò la mascella, decisa a rimanere in silenzio.

Per cento cose che faccio, mi devono sempre andare addosso per quelle due che mi vengono male. Beh, naturale, no? Aqua non si può toccare, è la “stella” della famiglia. Io sono solo una nuvola carica di pioggia: ci si aspetta che sparisca per sempre una volta scaricate le sue gocce d’acqua sulla terra.

Forse dovrei sparire. Lontano da tutti loro, da qualche parte dove nessuno se la prenderà più con me anche sa faccio macelli.

“Oi,” sussurra dolcemente una voce fin troppo familiare accanto a me.

Non alzo nemmeno la testa, urlo soltanto “SPARISCI!! Sei l’ultima persona al mondo che desidero vedere!!”

Un sospiro e la sento sedersi accanto a me. “Ruby, Nex e Seph mi hanno detto quello che è successo.”

Non rispondo. Quella là non si merita le mie parole.

“Sono tutti e tre molto dispiaciuti.”

La mia sopportazione scatta. “Dispiaciuti di che cosa???!!” strillò esasperata stringendo la presa delle braccia intorno alle mie gambe. “Tanto è sempre colpa mia, no?! Allora lasciami in pace!!”

“Jen, chi ha mai detto niente che è colpa tua?”

Di nuovo non rispondo. Mi concentro unicamente sui miei pensieri che schizzano freneticamente da un lato all’altro della mia mente. “Sono troppo impulsiva...” sussurrò poi involontariamente con voce rotta.

“Beh, non c’è niente di male ad esserlo.”

“E certo, la fai facile tu.” Il mio tono è freddo e beffardo. “Tu sei sempre stata la preferita, quella perfetta in tutto e per tutto. Che ne sai te che cosa vuol dire? Ma sta zitta va...”

Lei rimane in silenzio. Sento lo scialacquare delle onde che s’infrangono sugli scogli. Un paio di gabbiani, da qualche parte strepitano. Le cicale cantano, cantano e piangono quella loro agonizzante melodia. Non c’è vento, giusto una sottile brezza appena percepibile proveniente dal mare, carica di salsedine.

Forse ce l’ho fatta a colpirla nel vivo.

“Io t’invidio, Jen.”

Quelle tre parole mi trafiggono il cervello arrestando momentaneamente le lacrime per lasciarmi lì, sorpresa ed incredula come non mai.

“Vorrei essere io almeno la metà di quanto sei impulsiva tu.”

Fermi tutti, che cosa voleva?

“Sai del discorso con la Sete, no?”

Nessuna risposta.

“Io sono obbligata ed essere come sono.”

Tristezza e malinconia? Di certo non mi sarei mai aspettata la presenza di queste due emozioni nel tono della donna più fantastica del mondo.

“Sono forzata a mantenere questa facciata di fredda impassibilità contornata da razionalità e distacco. Non l’ho mai voluto né immaginato di volerlo. Ma sai che c’è? Se non mi controllo in questo modo potrei impazzire da un momento all’altro.

“Fredda ci sono dovuta diventare così che non piangessi più in seguito da uno dei miei inconsci massacri. Razionale ci sono dovuta diventare così che riducessi al minimo le probabilità che io sbagliassi, di conseguenza anche quelle che ammattissi. Controllata ci sono dovuta diventare per tenere a bada senza soccombere questa Sete che mi divora.

“Ecco perché t’invidio.”

Mi sento debole. Le braccia mi tremano, come le mani. Forse è paura quella che sto provando? “Non voglio essere come te...” mormoro con voce stridula a causa del pianto.

Sento una leggera risata. “Ovvio che no. Essere impulsivi significa essere sinceri - con sé stessi e con gli altri - oltre che spontanei nelle proprie azioni. Io ho dovuto perdere questa sincerità per limitare quello che mi hanno fatta diventare. Tu non ci provare nemmeno fare lo stesso sbaglio.”

Oso alzare di poco il capo per guardarla di nascosto. Ha una gamba distesa ed una piegata, su quest’ultima riposa il braccio destro mentre l’altro ha la mano affondata nella sabbia per sorreggere il peso del suo busto. Fissa il mare con una tristezza che non avevo mai visto dipinta sul suo volto. Non riesco a vedere l’occhio sinistro, quello più vicino a me, perché coperto dalla spessa frangia bionda. Mi chiedo se abbia gli occhi lucidi data la sconsolatezza con cui aveva pronunciato l’ultima frase.

Ad un certo punto, Aqua si accorge che la sto osservando e volta lievemente il capo verso di me, rendendo l’altro occhio zaffiro visibile insieme ad un lieve sorriso. “Le sorelle esistono per essere quello che l’altra non è. Quindi se tu non fossi quello che sei, allora io sarei completamente inutile.”

Ci misi qualche secondo ad assimilare il senso del discorso. “No, no, un attimo,” dico liberando le ginocchia dalla stretta delle mie braccia. “Tu sei venuta qui a dirmi tutte quelle cose dense di significato che non mi sarei mai aspettata che uscissero proprio dalla tua bocca... solo perché altrimenti ti saresti sentita inutile?”

Mia sorella contrasse gli angoli della labbra in basso ed alzò gli occhi sulle longilinee foglie spioventi della palma mentre rifletteva. “Eccessivamente riassunto, però... sì,” concluse con una scrollata di spalle tornando a fissarmi.

Rimango a bocca spalancata ed abbandono le braccia lungo i fianchi, sulle mie gambe, ora incrociate. “Ma lo sai che certe volte sei davvero spregevole?” le chiedo apprensivamente.

Lei si alza in piedi e si toglie la sabbia di dosso prima di rispondere maliziosamente “Oh, anch’io ti voglio bene sorellina.” Poi mi porge una mano. Io la fisso stupidamente per qualche secondo prima di guardare Aqua in volto con un sopracciglio alzato. “Andiamo? Seph ha preparato una torta apposta per te.”

Sospirò un po scocciata, un po dispiaciuta ed un po rassegnata mentre mi strofino la nuca. “Andiamo va...” rispondo e le stringo la mano.

Leggo la sorpresa chiara nei suoi occhi quando la strattono di nuovo a terra con un sorriso di sfida. “Ma vado prima io a mangiarmi la torta!!” la informo scattando in piedi e cominciando a correre.

Lei alza la faccia dalla sabbia e, dopo una veloce sciacquata in mare, comincia ad inseguirmi. “Maledetta doppiogiochista!!” mi urla infuriata.

E chissà per quale motivo scoppiamo entrambe a ridere di gusto.
______________________________________________________________________
Ecco qua cosa è uscito fuori con il mio primo sclero con Photoshop (tranquilli, è solo la versione di prova gratuita XD)

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: AngelSword