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Autore: Joey Potter    20/09/2011    4 recensioni
[Raccolta di drabble, flash e one-shot, partecipa al Characters&Themes Challange indetto da Vogue sul forum di Efp, con la tematica "Paura".]
Raccolta di 100 storie (drabble e flashfic) su 100 personaggi.
La mia paura è la mia essenza, e probabilmente la parte migliore di me stesso.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Titolo: "Coraggio"
Personaggio: Peter Minus
Tematica: paura
Genere: Introspettivo; horror; angst
Avvertimenti: death-fic
Timeline: 7° libro
 
 
 
“All I do is dream of you, the whole night through… ”, canta qualche sconosciuto.
Ricordi quella canzone, ma non ricordi perché dovresti ricordarla; nemmeno la voce ti suona familiare, anche se non del tutto ignota.
Una brezza leggera ti solletica i capelli; indossi un completo blu chiaro, un completo elegante, un completo Babbano ed è strano: ricordi d’aver indossato un abito di quel tipo solo una volta, al matrimonio di James e Lily.
“Perché l’hai fatto?”
È una domanda semplice, Peter, rispondi.
… with the dawn I still go on, dreamin' of you… ”, continua la melodia, in quello strano giardino. Ti guardi intorno incredulo; l’ultima cosa che ricordi è il freddo e il rombo del silenzio delle segrete del Maniero dei Malfoy, e invece adesso il sole scalda le tue braccia e la musica ti circonda la testa.
“Perché l’hai fatto?”, incalza la voce di Lily.
Ti volti verso di lei, perché è inspiegabilmente seduta accanto a te, su quello che sembra essere il cornicione di un patio ed è ancòra bella come ricordavi: indossa un leggero vestito bianco che crea contrasto con i suoi rossi capelli lisci, solo in parte raccolti, e le guance rosee di contentezza.
Non ti guarda con rabbia o sdegno, i suoi occhi sono così diversi da quelli di Sirius o Remus.
Loro non si sono fermati a darti il tempo per trovare le parole; non erano interessati alla tua risposta.
“Perché l’hai fatto?”.
“… you're every thought, you're everything,  you're every song I ever sing… ”
Intanto, dietro le vostre spalle, il complesso continua a suonare: il violinista pizzica le corde in un ritmo blues, orecchiabile e allegro, e risate ovattate si mescolano alle note. “… summer, winter, autumn and spring…”
Lei sembra non notare il chiasso, e si accosta a te come una madre paziente, pronta a perdonare un figlio colpevole di aver rotto un vaso o di aver mangiato troppa marmellata; Lily parla con la voce delle persone buone, Lily parla come se tu non l’avessi uccisa.
“… and were there more than twenty-four hours a day, they'd be spent in sweet content dreamin' away…”, la voce continua a canticchiare allegra.
“Avevo paura.” Squittisci al parquet della veranda, senza avere il coraggio di guardarla in faccia.
Paura, è stata solo colpa della paura.
Paura di non conoscere mai il profumo del potere, del successo, della grandezza.
Avevi paura di rimanere a guardare, come avevi fatto per tutta la tua adolescenza, limitandoti a raccogliere le briciole della popolarità e del coraggio di James e Sirius.
Senti il calore della sua mano sulla tua spalla ed è strano, perché siete entrambi morti e i morti sono freddi.
“Ma noi eravamo tuoi amici, Peter.”, nella bocca solo genuina incredulità dei bambini, delle persone pure, di chi non capisce.
“Sky's are gray, sky's are blue… ”; la sua attenzione si distoglie da te per un attimo, e intona col violinista le ultime strofe di quella conosciuta canzone: “… morning, noon and nighttime, too All I do the whole day through is dream of you.  ”
Non è delusa; avrebbe tutto il diritto d’esserlo ma lei no, non è delusa.
Dovrebbe essere incazzata, dovrebbe picchiarti, urlarti contro insulti irripetibili.
È colpa tua. Hai mandato te il boia da lei e James.
“Perché l’hai fatto, Peter?” chiede ancòra.
La musica arriva alle tue orecchie con un suono distorto
Le risate improvvisamente si ingigantiscono, sovrastandoti così tanto che temi possano inghiottirti in un sol boccone, come se fossero il riflesso di Nagini.
“Coraggio, Peter.”
È quantomeno ironico, che Lily parli di coraggio. Tu non ne hai mai avuto
Solo paura, solo invidia, solo questo a logorarti il ventre, a infiammarti gli occhi acquosi e rapidi.
“Coraggio, Pete’.” Ripete sorridendo, la voce melliflua e sbagliata, sbagliata, sbagliata.
Il suo sorriso è troppo rosso, forse sporco di sangue, e i denti non sono quanti e dove dovrebbero.
La sua presa sul tuo braccio comincia a farti male, e lo smoking si è fatto troppo stretto, perché stai sudando e strepitando per liberartene.
“Perché l’hai fatto?”
Non è più un sorriso. La bocca di Lucifero è piegata in un angolatura disumana, mentre ti rivolge per l’ennesima volta quella domanda.
“Perché l’hai fatto?”
Non c’è più la musica, alle tue spalle. Solo urla e lamenti degli altri dannati, il loro pianto atroce e innaturale.
Così capisci.
Quella è la tua condanna.
“Perché l’hai fatto?” torna il volto di Lily, e poi quel mostro, e poi Lily sporca di sangue e fredda come il ghiaccio, e poi Lily felice come al suo matrimonio e poi il mostro, il mostro il mostro il mostro.
E quella domanda che risuona per la tua eternità, facendoti contorcere nella paura che una vera risposta non ci sia.










L'angolino dell'autrice
Non so proprio come mi sia uscita dalla tastiera, questa cosa.
Ma mi è piaciuta fin dall'inizio, malgrado io sia sempre titubante in questo genere.

E non è meraviglioso che io la stia pubblicando allo scoccare della mezzanotte?!

Ah, la canzoncina ascoltatela qua (ciao, sono la versione della canzoncina, e sono cantanta in modo assai strano dallo Zefron scandinavo. Cliccami!)
   
 
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