Apobebwti
To my leaving one
Come suggerisce il titolo – in Greco per tributo all’eredità classica e per la faciltà d’impiego di questo participio- questa raccolta di testi e poesie è dedicata alla figura di qualcuno che è partito. Difatti, Apobebwti significa “A colui che è partito”. Dal punto di vista emotivo, si tratta sicuramente delle mie confessioni più intime e più attese nei confronti del concetto di amore, mentre analizzo la distanza momentanea da esso. Al contrario, sarebbe errato interpretare quanto seguirà come dedicato ad una sola persona. Il riferimento ad un preciso soggetto lontano -probabilmente amato- c’è senza dubbio, tuttavia credo sia più interessante e rappresentativo il dialogo spirituale con la figura della poetessa, altra immagine fondamentale e caratterizzante della raccolta.
Inutile dire, quindi, che quanto segue è frutto di un’esperienza personale. Da qui la forma di diario che costituirà le fondamenta di questo lavoro. Il lettore si accorgerà di come ogni poesia riporterà data e momento della giornata in cui è stata scritta, e la raccolta sarà aggiornata quotidianamente per una settimana.
Benvenuti, dunque, in una settimana interminabile della mia vita.
Segni
7 Marzo 2004, Mattina.
Non più leggero m’alzo,
non razionale e distaccato.
Pensoso e non lieto,
lo sguardo tuffo nel grigio.
Bianco manto sulle colline,
sprigionato alla tua partenza
e lasciato per inganno,
in trappola per trarmi.
Non tramonti attendo,
ma segni, inequivocabili e gravi.
Distanza ancora non m’appare,
non s’apprende sconforto al mio cuore.
Muto canto dolore,
modello e definisco immagine.
In grigio mattino,
diritto d’averti in testa, di crearti,
m’appare revocato…
Se vuoi ferir, fallo
Se vuoi pensar, pensa
Ma fa’ ch’io non lo sappia.
Piano
7 Marzo 2004, Mattina
Te lontano,
pensar m’è dolce al futuro:
in versi dolor tradurre,
in pagine idee spiegare,
le armi preparare,
l’orizzonte netto scrutare.
Mia bellezza afflitta,
tua distanza ideale,
sette tramonti mi canteranno.
Esercizio di stile
Massimamente all’ego giova.
Di te controllato,
d’un angelo armato,
d’una poetessa pensosa,
scriverò senza timore.
Perché è dal dolore
Che più forte nascerà il mio ardore.
Far
off distance 7 Marzo 2004, Mattina
You’re
holding him
As
he’s shaking.
It
might not be cold tough,
It
might be loss of grip,
Both
yours and his’.
He
seems to enjoy your warmth
but
gaze reveals his sadness.
How
will you cope
With
his loss of grip on you?
It’s
not he does not want it
He’s
lost his gaze in the horizon.
Don’t
go seek for it..
You’d
find it linked with someone else’s.
He’s
taking advantage now
Of
this far off distance.
Nod by
the sunset,
Wipe
away the last tear
he
will ever allow you to wipe,
turn
your back,
kiss
the sun
and
don’t stop at the top.
Freddo
7 Marzo 2004, Pomeriggio
Mi sovviene ora della distanza!
Ogni proposito congela..
Cercando poetesse e amori
m’imbatto in volti senz’occhi.
sono essi ansiosi d’ascoltarmi
per non comprendere nulla;
mentre esterno pensieri
son solo col soffitto.
Distanza, in ritardo m’hai trafitto!
Parole s’azzuffano in testa,
nuvole passano indifferenti,
che il sole t’abbia seguito?
Il manto candido s’è estinto,
fuggito dall’orizzonte,
il tuo estremo regalo d’illusione.
Dove ti soffermi?
Dove mi ferisci adesso?
Spiegar m’è duro…