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Autore: _Deina13    21/09/2011    0 recensioni
Cosa dovrei fare? sono innamorata, per la prima volta in vita mia. Se da quando sono nata sono stata costretta a fare sesso con uomini per soldi. Praticamente da sempre! Ed ora arriva lui. Mi fa innamorare, e poi mi fa soffrire. E se non sono stata cresciuta per amare, come posso sopportare tutto questo senza soffrire?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai di scatto, di riflesso. La radio-sveglia segnò le 6:00 am e iniziò a cantare Wish you were here di Avril Lavigne
               -''Damn, damn, damn,
                     What I’d do to have you
                      Here, Here, Here
                      I wish you were here''-
Adoravo quella canzone, era una delle poche che mi piacevano davvero. Mi girai verso il letto e vidi un uomo sui vent'anni, capelli castano chiaro e viso d'angelo,  mi diceva qualcosa, non so cosa. Doveva essere il mio cliente della sera precendente, non me ne ricordavo, non me ne ricordavo mai. mi alzai, mi asciugai il sudore, e spensi la radio
         -I wish you were here...-
Scendevo le scale con tutti i miei tatuaggi  bene in vista, non portavo il corsetto, l'uomo nel mio letto doveva avermelo tolto.  Da sopra l'elastico delle mie mutandine al ferro del mio regiseno, si estendeva l'albero autunnale che mi ero fatta tatuare un paio di mesi prima, e sulla schiena si  espandevano le due ali nere mezze aperte, il regalo di Diego per il mio dodicesimo compleanno.
Quando finii a scendere le scale assonnata me lo vidi davanti a petto nudo che si abbottonava i pantaloni, lo salutai svogliatamente.
 -Ciao Dié-
-Ehy Deì! che hai?- chiese avvicinandosi.
-Niente, devo essermi addormentata stavolta, ho avuto gli incubi-
Diego si avvicino, mi prese il viso fra le mani e mi guardò dolcemente negli occhi.
-....Ho sognato mia madre che si suicidava, sempre meglio di quando sogno che mio padre mi abbandona..- dissi io a sguardo basso, ma lui non mi fece finire e mi abbracciò.
Il momento venne interrotto da Renata che mi porse il telefono in modo sobrio.
-Matt- mi disse -Per te-.
Presi il telefono e la fissai andarsene. Schiacciai la cornetta al petto e feci un sospiro, poi guardai Digo e con le labbra gli chiesi chi fosse l'uomo che dormiva nel mio letto.  Zach. Feci un altro sospiro e risposi al telefono.
-Matt! Ehy! sisi...tuo fratello è qui..te lo mando subito!-.
Riattaccai, possai il telefono a Diego e mi chiusi in bagno.
Fissai il mio orribile riflesso nello specchio poi distolsi lo sguardo e aprii lo stipetto affiancho al lavandino presi una lametta, attraversai l'idromassaggio e aprii l'acqua fredda, iniziai a togliermi il regiseno e lo buttai nel lavandino, poi anche le mutandine, misi del bagnoschiuma nell'acqua che divenne schiumosa e abbondante poi mi distesi e mi rilassai, con la tasta appoggiata al marmo freddo dell'enorme portasapone che mi fungeva anche come posto dove poggiare lo shampoo. Chiusi gli occhi. La prima cosa che vidi fu mia madre. Natalie che litigava con Marco piangendo e urlando. Scacciai quell'immagine e visualizzai qualche bel ragazzo. Immaginavo Alex Pettyfer che urlava di amarmi come se fossi Vanessa Hudgens interpretando Lindy in 'Beastly'. Di essere dolcemente baciata da Zac Efron in 'Me and Olson Wells'. Poi tornai alla realtà. Sgranai gli occhi e mi misi seduta. Presi la lametta ed iniziai a farla passare sul polso sinistro, tra le altre cicatrici spuntava una fine, piccola linea di sangue. Ero troppo stanca per farmi del male.
   Mi feci una doccia veloce, mi feci la tinta giornaliera per ridiventare mora e mi misi le lenti a contatto nere colorate, per non dare all'evidenza con i miei occhi color miele. Intanto sentivo  Zach che andava via e sbatteva la porta.
Uscii coggiolante dal bagno, l'asciugamano non faceva il suo dovere. Entrai nel camerino ed iniziai a vestirmi.
Stavo realizzando che era il primo giorno di scuola, avrei iniziato la terza media nello stesso modo  di tutti gli anni. Da puttana.
Erano tutti pronti che mi aspettavano di sotto. Diego, che avrebbe dovuto ripetere la seconda media, Renata e Candice che avrebbero dovuto fare la terza con me, e mia zia che aspettava che ce ne andassimo per andare a farsi un lifting.
Scesi le scale. Le mie scarpe col tacco 10 cm viola con fiocchi neri , calze pesanti e bianche che mettevano in evidenza il  reggicalze nero sulle cosce, che spuntava dai minuscoli shorts elasticizzati neri. Non erano quelli inguinali ma corti al punto giusto. Indossavo un corpetto bianco con croci nere disegnate sopra ed era strettissimo, tanto da non potermi muovere, come piaceva a me.  Portavo una collana lunga con palline brillanti nere ed una enorme croce goticha. Ero truccata pesantemente ed avevo i lunghi capelli che mi accarezzavano i gomiti.
Diego iniziò a fissarmi come per dire 'Sei bellissima anche oggi, come sempre!' uscimmo e ci incamminammo per la fermata del bus.
   
 
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