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Autore: Lolli1    22/09/2011    1 recensioni
Lui non avrebbe detto niente. L’avrebbe fissata, stando in disparte, facendo sentire la sua presenza anche restando in silenzio, e sarebbe intervenuto solo se lei lo avesse chiesto, senza tuttavia esprimere la sua opinione a riguardo e senza commentare il modo in cui lei aveva deciso di affrontare la situazione.
"Son le cose che non dici
che capisco anche di più"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Quando aveva ricevuto il messaggio per un attimo aveva pensato ad uno scherzo. Non vedeva quella scrittura dai tempi della scuola, ed era passato davvero tanto tempo. E adesso se ne stava lì, seduto al bancone del pub dove lei gli aveva dato appuntamento, a domandarsi se aveva fatto la scelta giusta accettando di incontrarla. Era arrivato con largo anticipo, non ce la faceva più a stare in casa e adesso, sbirciando l’orologio, aveva appena deciso che era ancora in tempo ad andarsene. Lasciò dei soldi sul bancone, sotto il bicchiere vuoto, e si avviò verso l’uscita. Purtroppo per lui, appena arrivò davanti alla porta questa si aprì e se la ritrovò davanti, in tutto il suo splendore.

-Dove vai?-

-Volevo fumarmi una sigaretta…-

-Tu non fumi.-

-Tu che ne sai?-

Partivano bene. Lei sospirò, spazientita, e gli lanciò una di quelle occhiate che conosceva così bene. Alla fine lui cedette e si spostò di lato per farla passare e la seguì. Lei si guardò intorno con occhio critico e poi si diresse velocemente verso il tavolino più lontano dalla porta e più nascosto rispetto agli altri. Si sedette accavallando con grazia le lunghe gambe e gli fece cenno di sedersi di fronte a lei. Lui le lanciò un ultimo sguardo, come a volersi imprimere per bene nella memoria quell’immagine, e poi l’assecondò.

-Allora fumi?-

-Sei qui per stilare un elenco dei miei vizi?-

-Era per fare conversazione. Se la metti così comunque, arriverò subito al punto.-

-Ti ascolto.-

-Tieni a freno il tuo amichetto.-

-Prego?-

-Blaise.-

-Ok. Forse tu sei abituata a vivere in un mondo dove ci sono persone che controllano gli altri. Per me non è così. Blaise fa quello che gli pare. Non mi interessa quello che ha fatto a te. Veditela con lui.-

-Ci ho provato. Peccato che abbia tirato fuori una storia che non avrebbe dovuto sapere. Invece tu non sei stato capace di tenere la bocca chiusa.-

-Parli come se non conoscessi Blaise.-

-Io non lo conosco. Non più.-

-Non dire cavolate. Sai benissimo che lui sa sempre più di quello che dovrebbe sapere e che il più delle volte le cose le scopre da solo. Non so che storia abbia tirato fuori, ma l’ultima volta che gli ho parlato di te andavamo ancora a scuola. E non è stata una lunga conversazione.-

-Pensi che ci creda?-

-Perché dovrebbe interessarmi se ci credi o no?-

-Mi ha parlato di una cosa che solo io e te potevamo sapere, di una cosa successa quindici anni fa più o meno. Io so di non avergliene parlato.  Se non glie l’hai detto tu, come può esserne venuto a conoscenza?-

-Stai facendo le domande giuste alla persona sbagliata. Vai da lui e chiediglielo. Se te lo dirà, poi non disturbarti a venire a porgermi le tue scuse.-

-Pensi che sia stupida? Lo so che vi metterete d’accordo per propinarmi una scusa che ti faccia uscire pulito.-

-E cosa me ne verrebbe in tasca? Ginevra, non mi rivolgi la parola da una vita, hai già una pessima opinione di me e non credo che la cambierai mai. Perché sforzarsi? Onestamente mi domando perché hai voluto vedermi…-

-Perché vorrei che tu dicessi a Blaise di non spifferare in giro i fatti miei, che in una certa misura sono anche fatti tuoi.-

-E per convincermi mi dai del bugiardo? Interessante come approccio…-

-Ho capito dove vuoi andare a parare. Inizio a pensare che ci sia tu dietro tutto questo e che tu lo stia facendo perché vuoi qualcosa in cambio.-

-E che cosa sarebbe?-

-Non lo so. Dimmelo tu e facciamola finita.-

-Mi dispiace deluderti ma io non c’entro niente. Non hai niente che mi interessi avere. O che valga la pena avere.-

-Malfoy…-

-Ti saluto.-

Draco si alzò e se ne andò velocemente, senza voltarsi indietro. Aveva passato un sacco di tempo a chiedersi perché volesse vederlo e stupidamente si era anche illuso che fosse per qualcosa di diverso da quello che si era ritrovato ad affrontare. Aveva sperato di trovare una Ginevra tranquilla e cordiale, non una donna passivamente aggressiva che gli lanciava accuse assurde su un episodio accaduto tantissimo tempo prima. Scosse la testa, irritato, ripensando a quel giorno. Si era imposto di cancellarlo e alla fine era riuscito a convincersi che non era mai accaduto, e invece adesso quel ricordo di faceva largo prepotentemente tra gli altri e occupava tutti i suoi pensieri.

҈҈҈

15 anni prima

Astoria lo fissava con i suoi occhi azzurri magnetici pervasi dal disprezzo. Lo stava lasciando. Lui non si capacitava, non capiva perché. Dopo Ginevra non pensava che sarebbe più riuscito a provare qualcosa per un’altra donna e poi era arrivata lei. Bella da togliere il fiato, spiritosa, intelligente. Aveva iniziato ad uscire con lei quando aveva capito che Ginevra per lui era persa, ed era stato un passatempo, un gioco in cui alla fine era rimasto incastrato. Aveva finito con l’affezionarsi a lei e a provare qualcosa. Non sapeva cos’era esattamente, non somigliava al fuoco che lo logorava quando stava con Ginevra. Ma era qualcosa, qualcosa che lo aveva portato ad avere un figlio con lei e ad essere felice della cosa. Era sereno con lei.

Ma ora lei era lì, di fronte a lui, con quello sguardo. Aveva parlato, aveva detto tante cose. Non ne aveva sentita nemmeno una. Non da quando aveva annunciato che se ne sarebbe andata.

-Perché?-

-Mi prendi in giro? Draco, lo so che non sono mai stata la tua prima scelta, che ti sei messo con me solo perché non potevi avere la donna che desideravi in realtà. E pensavo di poterci convivere, di poterlo accettare. Mi sbagliavo. Non ce la faccio più.-

-Così, da un giorno all’altro?-

-Ci penso da mesi. Da mesi mi domando, quando siamo a letto insieme, se è a me che stai pensando. Da mesi mi guardo allo specchio e mi chiedo perché mi accontento di un uomo che non mi considera abbastanza.-

-Io… Astoria, sei importante per me, davvero!-

-Ma non mi ami. E io ho smesso di farlo.-

-C’è un altro?-

-Hai una bella faccia tosta a chiedermelo!-

-E Scorpius?-

-Starà con te. Io non voglio avere più niente a che fare con te. Manderò qualcuno a prendere le mie cose e a portarti i documenti in cui dichiaro di rinunciare alla patria potestà.-

Se n’era andata e non l’aveva più rivista. Era rimasto solo con suo figlio. I primi giorni li aveva passati ripetendosi che aveva capito male, fissava di continuo la porta di casa, sicuro che da un momento all’altro l’avrebbe vista aprirsi e lei, con un sorriso, gli avrebbe annunciato il suo ritorno.

Poi quella porta si aprì e ad entrare fu un avvocato che veniva a portare, come promesso, i documenti della separazione, della rinuncia al loro figlio e, ovviamente, a reclamare l’ottavo di patrimonio che le spettava di diritto visto gli accordi prematrimoniali. Era successo tutto molto velocemente, qualche firma e ogni cosa era svanita nel nulla. Ma ancora non ci credeva.

Poi era scoppiato lo scandalo: non sapeva come ma la notizia era finita su tutti i giornali. La lesse come se il protagonista delle vicende non fosse stato lui. E poi, improvvisamente, ogni cosa gli sembrò enorme. Si sentiva come un insetto che da un momento all’altro può essere schiacciato da chiunque. Aveva chiamato la tata ed era uscito, doveva schiarirsi le idee.

Senza accorgersene aveva camminato sotto la pioggia fino all’ufficio di Ginevra. Faceva l’agente immobiliare e la sua scrivania era posta davanti ad una grande vetrata che le permetteva di vedere la strada. Si era fermato lì davanti, incurante della pioggia, ad osservarla, fino a che lei non si era accorta di lui. L’aveva guardato per un tempo che a lui era sembrato interminabile. Poi l’aveva raggiunto, l’aveva preso per mano e l’aveva fatto entrare. Lo aveva portato nella stanza sul retro, gli aveva dato degli asciugamani e gli aveva parlato, non ricordava di cosa, e poi, non ricordava come, le loro labbra erano l’una sull’altra.

L’aveva amata come pensava di non poter fare mai più, con tutto il desiderio, l’amore, la sofferenza e la rabbia degli anni passati lontano da lei, mentre fuori infuriava un temporale pazzesco. Lo spazio e il tempo non avevano più importanza, non finché lei era tra le sue braccia.

Inutile dire che il sogno finì anche troppo presto. Lo aveva guardato e lui aveva capito. Aveva capito che tra loro c’era ancora qualcosa, ma che lei non avrebbe mollato tutto per lui. Era sempre riuscito a leggere la sua anima con una facilità che aveva dell’assurdo. Capiva che i sentimenti che aveva provato per lui pochi anni prima erano ancora vivi in lei, anche se lei tentava di soffocarli e di nasconderli, ma che non aveva più fiducia in lui.

-Non ha significato niente.-

-Bugiarda.-

-Sono seria Malfoy. Non aspettarti chissà cosa, è stato solo un episodio che non si ripeterà.-

Lo sapeva, l’aveva capito, ma sentirglielo dire gli aveva comunque provocato dolore. Per la seconda volta una donna importante per lui gli stava dicendo che  non lo voleva. Senza dire una parola se n’era andato, era uscito da quella stanza che gli sembrava troppo piccola, era scappato da quegli occhi che gli bruciavano l’anima.

҈҈҈

Non l’aveva più rivista da quel giorno. Era scappato da Londra con suo figlio ed era andato avanti come meglio poteva. Ginevra Weasly era stata la causa di gran parte dei suoi problemi: per lei aveva tradito la sua famiglia, per lei aveva rinnegato il suo Signore, cercando di essere una persona migliore, per lei era scappato lontano. E tutto quello che aveva ottenuto era stato il ritrovarsi solo a raccogliere i pezzi della sua vita e del suo cuore.

Andò dritto a casa di Blaise, nonostante tutto aveva deciso di assecondarla. E voleva sapere come faceva a sapere di quel giorno, perché lui davvero non glie l’aveva detto.

-Draco! Qual buon vento! Di solito per vederti devo piombare a casa tua di nascosto!-

-Ho visto Ginevra.-

-Ma pensa! Anche io, giusto l’altro giorno. Cosa vi siete detti?-

-Stavo per farti la stessa domanda.-

-Come faccio a sapere cosa vi siete detti, io non c’ero!-

-Smettila di giocare Blaise.-

-Le ho detto tante cose…-

-E una in particolare, che non dovresti sapere. Come l’hai scoperto?-

-Siediti. Non ti piacerà.-

-Ti ascolto.-

-Venne da me un uomo, uno di quei morti di fame sempre in cerca di una notizia interessante da vendere per fare soldi. Mi fece vedere delle foto. Voleva dei soldi.-

-Che tipo di foto?-

Blaise si alzò e andò a frugare nella sua libreria. Spostò alcuni libri e aprì la sua cassaforte. Ne prese una busta che rovesciò sul tavolino davanti a Draco. C’erano una mezza dozzina di foto. Lui che entrava nell’ufficio di Ginevra, lui e Ginevra mentre si baciavano, mentre facevano l’amore. Alzò gli occhi su Blaise, sconcertato.

-Come cavolo ha fatto a scattarle?-

-A quanto pare, nella foga del momento, non siete stati prudenti. Lui ti seguiva perché eri già su tutti i giornali, qualsiasi cosa tu avessi fatto, ci sarebbe stato qualcuno disposto a scriverne. Non si sognava nemmeno di trovare te e la moglie del ministro in questi atteggiamenti e ha pensato che tu avresti pagato molto più di un qualsiasi giornale pur di non far uscire le foto.-

-Lo hai pagato?-

-Ovviamente no.-

-E allora com’è che la notizia non è mai uscita?-

-Gli ho fatto un bel discorso, nel bel mezzo del quale gli ho mostrato il marchio. Non aveva idea di chi aveva davanti. Mi sono fatto consegnare i negativi e le foto e gli ho fatto intendere che se la notizia fosse mai circolata, l’avrei trovato e l’avrei fatto pentire di avermi sfidato. Poi per sicurezza ho mandato qualcuno a perquisire il suo appartamento.-

-E adesso lui dov’è?-

-Ha provato a fare il furbo e me ne sono sbarazzato. L’avevo avvertito di non mettersi contro di me!-

-Cosa vuol dire te ne sei sbarazzato?-

-Non fare domande se conosci già la risposta.-

-Ti devo un favore!-

-Lo scalerò da quelli che io devo a te.-

-Grazie Blaise, davvero. Però ho un altro favore da chiederti…-

-Immagino che riguardi una certa rossa di nostra conoscenza…-

-Smetti di tormentarla con le storie del passato.-

-Volevo solo che fosse sincera, almeno con sé stessa!-

-So che pensi di fare la cosa giusta, ma lei si è costruita una vita, ha un marito, tre figli con lui. È tardi.-

-Quando ami qualcuno non è mai tardi.-

-Questo succede nei film e nei romanzi. Nella vita reale se perdi un treno l’hai perso per sempre.-

-D’accordo. Smetterò di lanciarle frecciatine sul passato.-

-Grazie. Ora devo andare.-

-Solo una domanda… Come pensi di comportarti al matrimonio?-

-Giusto, le tue nozze con la Granger… Mi chiedo ancora perché lo stai facendo…-

-Al cuor non si comanda…-

-Raccontalo a qualcun altro, Blaise. Sono sicuro che ci sia qualcos’altro sotto, ma che non me lo dirai fino a che il tuo piano non sarà completo.-

-Hai appena ferito profondamente i miei sentimenti.-

-D’accordo, come ti pare. Non lo so… Potresti esonerarmi…-

-Sei il mio testimone!-

-Mi inventerò qualcosa ok?-

-Qualcosa per non venire?-

-No, non mi perderei mai il tuo matrimonio d’amore! Qualcosa per gestire la situazione. Ci vediamo Blaise!-

Si avviò verso la porta, di umore decisamente migliore. Parlare con Blaise gli faceva sempre quell’effetto. Aprendo la porta però il sorriso gli morì sulle labbra. Davanti a lui c’era Ginevra, che lo guardava arrabbiatissima.

-Ci avrei scommesso che saresti venuto a complottare con il tuo amico per uscirne pulito!-

-Due volte in un giorno… Sono proprio fortunato! Blaise, hai visite!-

-Weasly. Cosa ci fai ancora qui?-

-Sono qui dietro suggerimento del tuo amico, ma è evidente che arrivo tardi.-

-A parte che il mio amico ha un nome, che oltretutto tu hai pronunciato fin troppo spesso in svariate occasioni, non ho idea di cosa tu stia parlando.-

-Ovvio. Vi guardate le spalle a vicenda voi due. Non mi diresti mai che era qui per chiederti di non dirmi che ti ha raccontato di quella cosa!-

-Draco era qui per chiedermi di smettere di stuzzicarti riguardo al passato e per chiedermi come sono venuto a conoscenza di “quella cosa” come la chiami tu. Draco, se è lei che tira in ballo il passato la tua richiesta non vale vero?-

-Vedetevela voi due, io per oggi e per i prossimi quindici anni mi sono subito la mia parte. Raccontale quello che hai detto a me, magari evita l’ultima parte per evitare problemi.-

-Non mi crederà, ha già deciso come sono andate le cose.-

-Fatti suoi. Ci sentiamo.-

-Vieni dentro Weasly, ci manca solo che qualcun altro venga alla mia porta con un’ altra storia da insabbiare.-

 

Eccomi con un altro capitolo! Un altro segreto è stato svelato, adesso sappiamo cosa è successo 15 anni fa, anche se solo per quanto riguarda Draco. Prima o poi anche Ginny darà la sua versione!

Ringrazio come sempre tutti quelli che hanno letto, Hermione59 e Gre_leddy che mi hanno recensito ed Hermione26, myseryndm e Gre_Leddy che l’hanno aggiunta tra le seguite.

Alla prossima

Ale

 

 

  
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