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Autore: Nihal_11    22/09/2011    4 recensioni
Certe volte quello che hai non ti basta più. E non sai come fare per affrontare la realtà, finisci per ferire le persone che ti circondano e soffri anche te. Certe sentimenti difficilmente si accettano.
Questa è la storia di una ragazza che non è riuscita ad affrontare i suoi sentimenti e le sue paure, cedendo all'illusione e alla solitudine dell'alcool.
Prima o poi, però, bisogna reagire e affrontare le proprie paure.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa: in questo capitolo ho modificato un po' il mio stile di scrittura, cercando di seguire dei consigli di un'amica molto più brava di me! spero di esserci riuscita e che il capitolo sia di vostro gradimento ^-^
Nihal

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Capitolo 4


-maledizione – I ricordi continuavano a fluire nella mia mente, così nitidi da sorprendermi. Non credevo di potermi ricordare anche i piccoli particolari, eppure ricordavo anche l'odore del caffè preso al bar tutti insieme. Erano ore ormai che stavo distesa sul letto inerme, mi ero arresa alla forza di gravità che mi schiacciava più pesante che mai.

Per qualche incredibile bontà divina riuscii a dormire qualche ora prima di risvegliarmi di colpo, spaventata da un incubo che ho già dimenticato. Senza pensare mi ritrovo in cucina. Mi guardo intorno, ma non trovo niente di cui avrei bisogno; so cosa sto cercando e la voglia è tanta, ma so altrettanto bene che in quella casa non c'è più nemmeno un microlitro di alcool. - non ce la faccio più – mi arrendo al mio istinto, prendo le chiavi di casa ed esco. Non mi va di andare al bar, so benissimo che potrei incontrare volti noti, così mi dirigo al discount dietro l'angolo; una volta dentro mi ricordo perché non ci vado mai... Questo posto è davvero desolante: oltre a me ci sono solo altri due clienti ed entrambi non hanno facce raccomandabili. - ma chi sono io per giudicare? Guarda in che stato sono uscita: non mangio da due giorni e sono in astinenza da quattro...almeno passerò inosservata - Raggiungo lo scaffale degli alcolici e prendo tre bottiglie senza farmi troppi problemi sulla scelta, pago alla cassa e poi riprendo la breve strada verso casa accompagnata dalla tequila, dal rum e da un buonissimo liquore alle more. Quando comincio a salire le poche scale che mi separano da casa mia sento una voce nota urlare il mio nome dall'altra parte della strada, non c'è bisogno che mi volti per capire chi è: Marco. Non ho voglia di vedere nessuno, tanto meno di sentire i rimproveri di Marco! Faccio in tempo ad entrare in casa e a chiudergli la porta quasi in faccia “Sara! Che stai facendo? Dai apri, sono giorni che non ti fai nemmeno sentire!” non lo considero, in realtà non credo nemmeno di riuscire a sentirlo veramente. Appoggio il sacchetto con i liquori sul tavolo, prendo quello alle more e mi siedo sul divano fissando lo schermo nero della tv. - chi sono io? - davvero, non mi riconosco più. Un tempo ero una ragazza solare, amichevole e simpatica (almeno i miei amici mi definivano così), non mi arrendevo alle sfide: non mi piaceva perdere, ma per questo non significa che non accettassi le sconfitte. Solo qualche mese fa se mi avessero detto che mi sarei ritrovata in questo stato mi sarei messa a ridere e avrei dato del matto a chi l'avesse detto. Eppure è così. Mi sento una perdente. Sono seduta sul divano e l'unica cosa che riesce a darmi un pizzico di sollievo è quel liquido aromatizzato che mi scende in gola. Sento il profumo delle more, lo respiro a pieni polmoni e poi prendo un'altro lungo sorso. Voi vi chiederete “ma cos'è che ti fa star bene nel bere se poi stai male per la sbronza?” eppure vi posso assicurare che non c'è nient'altro che mi dia più sollievo che sentir la testa girare, i piedi leggeri sembrano non toccare più la terra. Ecco cos'è: la sensazione di non essere più legata a questo mondo. Poco importa se dopo una nottata a bere sto male e vomito. Quel momento lo odio semplicemente perché mi riporta qui, sulla Terra, alla realtà. Il dolore non è niente in confronto a ciò che provo.

Il pomeriggio dopo il liquore alle more è vuoto ed in parte anche la tequila, solo il rum è sopravvissuto per intero prima che crollassi definitivamente sul letto. Poi come sono arrivata al letto non lo so. Non che sia grande casa mia, ma non potete pretendere che mi ricordi tutto, ovvia. So solo che sono crollata sul letto e mi sono risvegliata non so quante ore dopo nel peggiore dei modi: ricordando.

- tre mesi prima -

“Sara io vado! Ti passo a prendere io alle 7:30 ok?!”

“va bene Fra...yuppy” dissi sconsolata: quella sera era in programma una cena tra colleghi per festeggiare gli ottimi progressi ottenuti. Ovviamente anche i nuovi ospiti erano coinvolti. Non che avessi qualcosa contro di loro...almeno non contro tutti. “dai Sara non fare l'antipatica” mi riprese Francesca, quasi mi leggesse nel pensiero.

“si, si! Ho detto va bene!”

“vabbè, allora a stasera!”

“ciao”



“Giovi! Le hai spostate te le mie scarpe nere? Non le trovo nel portascarpe!” Cavoli, ero in ritardo. Come sempre. Francesca aveva già fatto lo squillo per avvertirmi che lei e la sua audi A4 nera erano sotto casa ad aspettare ME. “io non c'entro nulla” mi rispose Giovanni, mentre giocava alla play. Sapevo benissimo che, invece, era stato lui: non voleva ammetterlo ma era sempre geloso quando uscivo 'in tiro' senza di lui. Così mi avvicinai da dietro e cominciai a baciarlo sul collo, dietro l'orecchio. “sono in ritardo tesoro” sussurrai provocandogli un brivido dietro la schiena. “devi proprio andare?”

“si...Francesca e la sua maledettissima audi sono già qui sotto che mi aspettano da almeno dieci minuti”

“mmm....sotto il divano...” sussurrò arrendevole. Gli diedi un'ultimo bacio a stampo, recuperai i decoltè sotto il divano ed uscii.

“era ora!” esclamò Francesca prima di darmi un bacio, una volta seduta nel posto passeggieri. “scusa, Giovi mi aveva nascosto le scarpe”

“ahah! Grande Gio!”

Nemmno un quarto d'ora dopo avevamo parcheggiato la macchina non distante dal ristorante. “non solo hai la macchina bella...hai anche culo nel trovare parcheggio” dissi ironicamente “c'è chi può e chi non può!” ribattè facendomi sorridere.

“wow, come siamo belle stasera”

Entrambe ci voltammo non ricnoscendo chi ci avesse fatto quel complimento. “Luca!” Sorridente nella sua camicia bianca, aderente al punto giusto, il biondo ci salutò con un bacio a testa. “è tanto che ci aspettate?” chiese Francesca dopo aver salutato Luca “solo un pochino, ci siamo appena seduti al tavolo, andiamo?” rispose gentilmente. Fantastico aspettavano tutti noi! Entrammo nel ristorante e notai subito la tavolata numerosa a lato della stanza, appena ci notarono molte mani si alzarono in segno di saluto e chi era seduto dalla nostra parte si alzò anche per salutarci. Per mia fortuna Alessandro non era tra questi, infatti si limitò a salutarci sorridendo, ma riuscì ad infastidirmi subito col suo sguardo che mi puntò addosso finchè non venne distratto dal collega seduto accanto a lui. “lo odio” sussurai a Francesca che si limitò a sorridermi incoraggiante. Nonostante tutto la cena fu piacevole, forse merito del tanto vino che bevemmo, ma alla fine mi sentivo felice e Alessandro non era più un mio problema. Dopo il caffè, e l'ammazza-caffè, ci salutammo col classico saluto del sabato sera “a lunedì!” finchè non si rimase noi più 'giovani' ovvero io, Francesca, Luca, Stefania, Davide e -aimè- Alessandro. Ci recammo ad una discoteca lì vicino e cominciammo a ballare in mezzo alla pista. Mi stavo divertendo molto, poi notai che Luca si era avvicinato molto a me e Francesca, quindi con la scusa di andare a prendere da bere provai a lasciarli soli. Pensavo che magari la mia amica avrebbe finalmente trovato un bel ragazzo e sarebbe stato merito mio! Al bar presi un sex on the beach, uno tra i miei cocktail preferiti quindi cominciai a berlo con gusto mentre tornavo verso il mio gruppo. Ci misi un po' per riuscire a trovare qualcuno, ma alla fine riuscii a vedere Francesca che rideva assieme a Luca. Feci per avvicinarmi a loro quando qualcuno mi afferò un braccio. Mi voltai ed incrociai quegli occhi così dannatamente belli che per un attimo mi dimenticai di odiare il proprietario di quegli occhi. “Non disturbarli” mi disse sorridendo. Certo si riferiva a Francesca e Luca...ammettere a me stessa che aveva ragione fu una bastonata. “Non volevo disturbarli...solo non vi trovavo più” mi giustificai. “beh adesso ci hai trovato” disse sorridendo. “già” fu la mia unica risposta. Non so spiegare il perché né il come, fatto sta che mi ritrovai a ballare e chiacchierare con Alessandro che scoprii essere un intenditore di musica, oltretutto con gusti affini ai miei. Mi stavo divertendo, la musica mi piaceva, l'ultimo drink sommato al tanto vino bevuto a tavola contribuiva a quello stato di benessere che non mi sarei mai aspettata di trovare con quella persona che ballava a tempo davanti a me. Cominciai a considerare l'idea di provare simpatia per Alessandro, inoltre provai curiosità e voglia di sapere qualcosa in più su di lui. “raccontami qualcosa di te” azzardai. Lui mi sorrise e cominciò a raccontarmi un po' della sua vita, i suoi interessi maggiori, ovvero il calcio e il tennis, e qualche buffo aneddoto di qualche anno prima.

“e tu invece?”

“io?...beh anche a me piace molto il tennis, l'ho praticato fino a quando avevo ventitre anni. Poi ho smesso perché non avevo più molto tempo, però ogni tanto organizzo una partita con gli amici. Non fumo, ma ho un po' il vizio di bere qualche bicchierino di troppo ogni tanto e sono da sempre una fan sfegatata di Ligabue”

“ma davvero? Sei fan del Liga?”

“certo, mio caro”

“allora oltre al tennis e alla musica abbiamo un'altra cosa in comune” mi dice sorridendo.

Ecco. Un istante. Un sorriso. Così cambia il mondo: in un attimo. Con quel sorriso tutto cambia, la musica batte forte il ritmo, sembra provenga da dentro di me, le luci si accendono e si spengono illuminando a tempo il suo volto. I suoi occhi li distinguo bene anche nei momenti di buio, neri come la notte sono un pozzo senza fondo. La sensazione di leggerezza. La musica. Le luci. Lui.



“Sara, fermati. Aspettami non ce la faccio a starti dietro!”

Francesca correva dietro di me, cercando di non cascare dall'alto dei suoi tacchi dodici.

“SARA! Ti prego!”

Per sua fortuna la macchina era vicina e poco dopo mi raggiunse. Invece di aprire si fermò davanti a me con sguardo interrogativo “si può sapere che ti è preso? Perché siamo scappate così all'improvviso?” La guardai negli occhi consapevole della mia incapacità di mentirle. “andiamo da te, ti devo parlare”

“da me? Non torni a casa tua?”

“no. Stasera no”

“e Gio?” una lama incandescente mi attraversa lo stomaco “mandagli tu un sms, digli che ho bevuto un po' troppo e resto da te”

“Sara ma-”

“dopo Fra. Ti racconto tutto dopo.”



“tu lo hai...!? c-cioè veramente TU hai...”

“si, si, si, si, SI! SI FRA LO HO BACIATO!” probabilmente non le avevo mai urlato in faccia così. Le mie mani tremano, il cuore batte forte e non riesco a stare ferma.

“o-kkey. Calma. Clamati Sara, siediti accanto a me e calmati.” mi disse invitandomi a sedermi vicino a lei con un gesto della mano. Sedermi non mi calmò affatto. “ma sei stata tu a....oppure è stato lui?”

“non lo so Fra...è successo. Un attimo prima ci guardavamo negli occhi e quello dopo ci stavamo baciando. Ma non cambia niente sapere chi ha preso l'iniziativa”

“credo tu abbia ragione...” Francesca sospirò stringendomi nel suo abbraccio e appoggiando la sua testa contro la mia. Mi piaceva quando faceva così, mi aiutava e soprattutto non mi faceva sentire sola. “pensi di dirglielo?” ecco il problema più grande: dirlo o no a Giovanni?

“non lo so”



Mi ci volle un po' per capire che l'umido che sentivo erano le lacrime che mi rigavano il volto. Come avevo potuto fare questo a Giovanni? Avevo rovinato dodici anni di rapporto con la persona che più amavo al mondo, lui che mi aveva dato tutto...Perché Alessandro mi aveva sconvolto così tanto? Non poteva continuare ad essere l'antipatico dagli occhi belli e basta? No. Dovevo innamorarmi di lui per forza. Non ero riuscita a dire no e a limitare i danni a quel bacio in discoteca, ero stata con lui, lo avevo amato e mi ero fatta amare prima di sentirmi bruciare dai sensi di colpa e ammettere il tradimento a Giovanni. E lui sapete che ha fatto? Quando confessai uscì di casa senza dire nulla e tornò la sera dopo convinto di voler rimanere con me, convinto di poter riconquistare il mio cuore e farmi dimenticare quello sbaglio. Come potevo non essere felice? Avevo commesso l'atto più grave che si possa fare in un rapporto ed ero stata perdonata! Eppure dopo poco mi resi conto che non riuscivo più a lasciarmi andare come prima. Anche quando Alessandro tornò a casa sua in Puglia, non risucii a dimenticarlo, a fare a meno del suo pensiero. Era un tormento. Per questo avevo lasciato Giovanni: perché non riuscivo più ad amarlo come prima e non mi sentivo in pace con me stessa. Pace che, nonostante tutto, non ho mai trovato. È così che mi sono distrutta. Colpevole di aver tradito l'amore della mia vita e perdutamente innamorata del diavolo. Così ero finita all'inferno e l'acool era l'unica cosa che riusciva ad illudermi di avere un paio d'ali per volare via da lì.




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Eccomi qua col nuovo capitolo! Finalmente si scopre come Sara è arrivata a diventare un'alcolista...che grulla eh!? vabbè ad ognuno il suo xD ora scrivere il seguito sarà molto più difficile...speriamo bene. Intanto mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se è un po' corto mal'ispirazione scarseggia un po' xP

Intanto approfitto di questo spazio per pubblicizzare una fic sul bellissimo Johnny Depp a VENTI mani (si proprio venti!) che sto scrivendo assieme ad altre nove ragazze conosciute qui su EFP! Vi consiglio vivamente di darci un'occhiata perchè, anche se è solo all'inizio, sta venendo una chicca! è pubblicata sul profilo di Black Pearl, che è bravissima a scrivere di suo! cliccate sull'immagine sottostante per andare direttamente alla storia! 

Hey, Soul Sisters

GRAZIE infinite a tutti coloro che avranno la pazienza e la bontà di leggere  la mia storia  =)

Nihal

  
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