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Autore: MisteriousWriters    23/09/2011    1 recensioni
Ciao a tutti! Siamo una classe di pazzi, e ci è venuto in mente di fare questa fan fiction... ispirata ad Hogwarts e al nostro mondo...
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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I passi un po’ incerti delle due Corvonero risuonavano per il corridoio quasi deserto, com’era sempre a quell’ora, quando gli studenti si erano ormai ritirati nelle proprie Sale Comuni a studiare e a chiacchierare dopo una faticosa mattinata scolastica.
“Ma tu sei sicura che sia una buona idea???!!” Julia guardava perplessa Mary Rose.
“Boh…” e si mise a ridere.
Julia afferrò il braccio dell’amica, fermandosi di colpo.
“Ok, dobbiamo farlo!Io lo distraggo e tu rubi” esclamò, improvvisamente decisa, “No no anzi. TU lo distrai e io rubo. Io non riuscirei mai a mentire al cospetto dei suoi occhietti malvagi e delle sue bretelle!”.
“Via, sono riuscita ad impormi su mezza Hogwarts, riuscirò anche a fare questo!”
“Allora, pelle tritata di Girilacco e corno di Bicorno, vero? Dovrei riuscire a riconoscerli facilmente. Andiamo ora?”
A quelle parole Mary Rose assunse un’espressione non molto convinta, ma un sorriso spuntò sulle sue labbra.
“Ok” disse piano, “almeno potremo cominciare a preparare la pozione domani, e tra un mese riusciremo a mettere in atto il nostro piano”.
“Si, ma… di chi prenderemo le sembianze?”
“Tracy Bond e un’altra Serpeverde… Margareth, magari.. che dici??”
“Mmm… si può fare, fra i Serpeverde, sono quelle a cui Marc è più legato”.
“Finalmente qualcosa su cui siamo d’accordo” Mary Rose cominciò a ridere ancora prima di finire la frase, seguita a ruota da Julia.
“Chissà se troveremo qualcosa frugando tra le sue cose? Magari potremo capire come mai in questi giorni Marc si comporta in modo più strano del solito”.
Continuando a fare congetture, le due ragazze svoltarono nel corridoio che conduceva all’ufficio del tondo professore.
 
Julia si nascose dentro un’armatura, mentre Mary Rose bussò al pesante portone di massa poco inferiore a quella del professore. Toc Toc.. “Sììì??” la voce di Viton si propagò nel mezzo isotropo dell’aria. “Salve professore.. ho un dubbio atroce, posso parlarle in privato?” chiese con voce carezzevole, che venne istantaneamente riconosciuta dal bretellone come quella della sua più “stimata” alunna. “Entri pure signorina Vane...” rispose Viton esasperato. Mary Rose aprì la porta con lentezza, che cigolò sui cardini. Ed entrò con grazia sfoggiando il suo migliore sorriso. “Ma.. non è che potrebbe venire giù lei?”.  Ci voleva davvero un bel coraggio a chiedere a Viton di spostarsi, dopo che era sprofondato sulla sua poltrona, che era già mezza sfondata; dall’armatura del corridoio provenivano lievi risate da una ragazza che rischiava di soffocare nel tentativo di trattenerle.
Il professore di pozioni si alzò non senza sforzo dalla poltrona, storcendo la bocca per la fatica e seguì la ragazza che, continuando a fissarlo sorridendo senza motivo e sbattendo le palpebre, lo trascinò nell’aula di pozioni.
 
“Beh, cosa vorrebbe dirmi signorina?”
Mary Rose lanciò uno sguardo alla lavagna e poi di nuovo a Viton. La sua mente cercava una scusa decente, tentando nel contempo di tenere a bada l’imbarazzo.
“Ecco… mi stavo chiedendo… da cosa si capisce se dobbiamo aggiungere alla pozione integrale un autovalore buono o uno cattivo?”.
L’odio che Viton provava nei suoi confronti, rafforzato dall’inutilità della richiesta, si stemperò un poco davanti all’espressione angelica di Mary Rose, su cui la ragazza si concentrava con tutte le sue forze.
 
Nel frattempo Julia dopo essersi liberata dall’armatura, si era intrufolata nell’ufficio del professore. Ampi scaffali a vetri erano addossati alle pareti, contenenti ingredienti di ogni genere, alcuni dei quali altamente disgustosi: intestini di Bolzano-Weierstrass, dita di Lagrangiane dalla bocca larga, occhi di estremanti religiose, radici hessiane sotto alcool… ma il peggiore era uno strano e informe ammasso globulare percorso da striature rossastre. Sicuramente era a quello che si riferivano le macabre voci sulla presenza di un cervello umano nel suo ufficio, appartenuto ad un alunno che aveva osato contraddirlo. Ma come avrebbe fatto a trovare i due ingredienti in mezzo a tutto quel marasma? Fece un profondo sospiro, si rimboccò le maniche e cominciò la sua ricerca leggendo centinaia di etichette ingiallite ed aprendo decine di sportelli, stando ben attenta a non mettere le mani in qualcosa di troppo sospetto.
 
“… e grazie a questo può capire quale autovalore utilizzare”. Viton assunse l’aria da “avrà capito, adesso? Ora posso tornare alla mia fidata poltrona?”. La conversazione si era conclusa decisamente troppo presto, perché il segnale di Julia ancora non era arrivato. Non poteva permettere che si allontanasse in quel momento, rischiando di mandare a monte il loro piano. Sempre più agitata annaspò alla ricerca di una nuova domanda. “Mmm.. mi stavo chiedendo.. come mai la pozione di ricorrenza è viola e non verde, dato che utilizziamo distillato di salice crescente?” Viton sbuffò e, paziente, riprese la sua spiegazione.
 
Gli occhi di Julia si posarono sull’etichetta che riportava uno dei nomi che stava tanto cercando. Le lettere si impressero nella sua mente una ad una “corno di bicorno”. La Corvonero aprì il barattolo, afferrò il corno e lo nascose in una tasca dell’uniforme. Dopodiché si rimise subito alla disperata ricerca dell’ultimo ingrediente, assediata dall’atroce sospetto di non averlo visto e di averlo saltato.
 
“Ha capito ora? Posso andare?”
“Ma, veramente…” Mary Rose continuò a sorridere imperterrita, nonostante gli occhi di fuoco del professore la stessero trapassando. “Perché per bollire le pozioni, non usiamo l’acqua di rose, invece che quella distillata, dato che ha un profumo decisamente migliore?”
 
Finalmente, dentro una cassapanca piena di meteoriti risalenti all’era di Cauchy, le sue dita si chiusero attorno ad una boccetta contenente una finissima polvere. Dopo aver trafugato anche quella, Julia uscì dall’ufficio e diede il segnale concordato.
 
“Ma lei…” la ragazza ormai non sapeva più che chiedere davanti ai suoi occhi assassini ed al suo naso spropositato. “lei.. quanti cucchiaini di zucchero mette nel caffè?” Viton era sul punto di ucciderla, ma proprio in quel momento un topolino si intrufolò furtivamente nella stanza. Mary Rose, sollevata, guardò con gratitudine il piccolo mammifero e si ricordò di assumere un’aria terrorizzata e urlò fuggendo dall’aula. “Aiuto! Un topooo!” Viton la guardò perplesso, ma non disse niente, facendo sparire il topo con un colpo di bacchetta e tornando felice alla sua poltrona.
 
  
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