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Autore: annina94    23/09/2011    2 recensioni
Una piscina, una ragazza e il suo amico.
...
Una furiosa lotta per la conquista del tubo.
Chi vincerà?
La fiction contiene qualche battuta sia in inglese che in tedesco, ma ho provveduto a mettere le rispettive traduzioni.
Buona Lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La piccola Anna

La Piccola Anna



Il libro era veramente come Mariagrazia le aveva detto: lo sfondo era indiscutibilmente triste, ma il racconto era venato di un'ironia tipica dell'innocenza di un bambino di sette anni.

Papà dice che è un onore morire per l'Irlanda quando verrà la chiamata, il maestro dice che è un onore morire per la fede e io mi chiedo se a questo mondo ci sia qualcuno a cui farebbe piacere se noi rimanessimo in vita.” *

La ragazza ridacchiò, sdraiata sulla sdraio a bordo piscina, allungando una gamba piegata.

La lettura andò avanti anche quando il ragazzo svaccato sulla branda dall'altro lato del piccolo tavolino che si frapponeva tra loro si alzò e si diresse in direzione della doccia, prima di fare un tuffo rinfrescante in piscina.

Benché il suo cervello fosse immerso nelle pagine de “Le ceneri di Angela”, non poté non considerare che quel biondino si sarebbe probabilmente lanciato a bomba di fronte a lei apposta per bagnarla.

Feh, uomini.” Fu il suo seccato commento mentale, mentre piegava l'angolo della pagina a mo' di segnalibro prima di chiudere il volume e metterlo al riparo dagli schizzi.

Come ebbe posato il libro nella borsa, il tonfo di un corpo non esattamente leggero lanciato a forza nell'acqua raggiunse le sue orecchie.

Stranamente nessuna goccia la raggiunse.

Si stiracchiò e si preparò a guardare con aria indifferente quello che doveva essere il suo amico riemergere in superficie con aria compiaciuta.

- Tutti i tuoi sforzi si sono rivelati vani: gli schizzi sono volati in alto senza comprendere me nella loro area d'azione. In poche parole sono ancora tutta asciutta. - affermò lei, sollevando il sopracciglio sinistro, prima di voltarsi a pancia in giù e bearsi della piacevole sensazione dei caldi raggi del sole sulla schiena.

Lo sguardo del ragazzo si rabbuiò, ma non si perse d'animo, cominciando a schizzare le gambe della ragazza, che dovevano essere molto calde, dato che l'ultimo bagno risaliva ad almeno tre ore prima.

Come le goccioline fredde entrarono a contatto con la pelle calda, la ragazza cacciò un urletto, non riuscendo ad impedirselo, benché si fosse aspettata anche quello.

Maledetto bastardo!”

Nonostante ciò, trattenne le esclamazioni di fastidio derivanti dalle schizzate successive; non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di sapere di averla infastidita abbastanza da alzarsi e cantargliene quattro.


Gli schizzi si interruppero giusto il tempo necessario per consentirgli di uscire dalla piscina e andare a gocciolare personalmente sulla ragazza appoggiando le mani vicino alle sue spalle e piegandosi su di lei.

Presa alla sprovvista, la ragazza fece scattare le gambe verso il corpo, urtando il bacino di lui con i talloni.

- Ahia! - esclamò il biondo con poca convinzione, mantenendo tuttavia la sua posizione.

- Pirla di un Leveghi, ma ti pare il caso di venirmi a sgocciolare addosso a 'sta maniera?! Che vuoi, che entri in acqua?! - sbottò lei, oltremodo seccata, battendo una mano sulla sdraio e girando il busto verso quello scemo che le stava sopra.

Per nulla toccato dalle gentili parole dell'amica, il ragazzo sorrise sornione e cominciò a cantilenare con una vocina infantile – Jackson era gay, Jackson era gay - sapendo che questo l'avrebbe fatta muovere.

Erano poche le cose che la indisponevano, ma prendere in giro Michael Jackson era una di queste.

- Julian Leveghi, ti consiglio di portare te e la tua capoccia dura molto lontano da me per qualche tempo se non vuoi stringere una profonda amicizia con le piastrelle che lastricano la piscina. - sibilò lei in tono assai minaccioso, scandendo bene le parole affinché nessuna sillaba andasse persa.

- Tsé, non riusciresti a buttarmi in piscina e lo sai, Anna. Ti ricordo che sono un ragazzo, quindi sono più pesante, più forte, ma soprattutto più alto di te. - sogghignò Julian, alzandosi in posizione eretta e guardando la ragazza fare altrettanto.

Normalmente le dava fastidio che qualcuno le ricordasse la sua altezza, 1.58 m, ma ultimamente ci scherzava su anche lei.

- Feh, faresti meglio a portare rispetto per le mie vecchie ossa stanche, invece di continuare a vantarti di una cosa della quale non hai meriti, cipollino. - lo riprese lei acida, purtuttavia non guardandolo negli occhi.


Senza prestare attenzione a quello che il ragazzo le stava rispondendo, si avvicinò con circospezione al bordo della piscina, studiando attentamente i movimenti dell'ombra di Julian, affinché non la trovasse impreparata e la scaraventasse in acqua.

Neanche si stupì quando scorse la sua sagoma avvicinarsi convinto di non essere stato scoperto.

Povero illuso.” Sogghignò lei malignamente, pronta a sfruttare l'impeto del compagno per far cascare lui in piscina.

Attendendo che Julian fosse in posizione ottimale per essere preso e lanciato, si spostò di lato all'ultimo secondo, gli mise una mano sulla schiena – in modo che lui non potesse allungare quelle sue stramaledettissime lunghe braccia per farla affondare con lui – e lo spinse in piscina.

Fu una soddisfazione immensa vederlo riemergere sputacchiando acqua, che chiaramente appagò il suo ego.

Abbassando la testa per guardarlo vittoriosa gli rifilò un irritante sorrisino di superiorità.

- Mai sfidare le persone con più esperienza di te, pivello. - lo apostrofò – E rimangiati quello che hai detto su Michael. - aggiunse assottigliando gli occhi verdi.

- Sai che non lo farò. - annaspò lui, alzando il volto per guardarla con espressione di sfida – E poi capirai, hai sette mesi più di me, mica sette anni. -

Anna lo liquidò con un noncurante gesto della mano, notando troppo tardi l'occhiata perplessa che Julian aveva rivolto alle sue spalle...


...prima di sentire una mano delicata poggiarsi sulla sua schiena e spingerla in acqua.

Nonostante la sorpresa, il suo orgoglio riuscì a farle fare un elegante tuffo di testa, giusto per non dare troppa soddisfazione a quel miserabile – chiunque egli fosse – che l'aveva colta alla sprovvista.

Chi diavolo può essere?” si domandò Anna, facendo emergere la testa con la nuca rivolta sia a Julian che al misterioso assalitore.


- Hallo, kleine Anna. - proruppe una voce sconosciuta.

(Trad: Ciao, piccola Anna.)

La ragazza spalancò gli occhi verdi e rimase un secondo a pensare a quelle parole.

Ovviamente quella era l'unica persona che avrebbe potuto chiamarla così.

Si girò per fronteggiare dignitosamente – Dignitosamente un corno!, pensò, dato che non toccava e quindi doveva galleggiare – quell'elemento.

- Toh guarda chi si vede – proruppe con un tono fintamente sorpreso – Hallo Semelen. -lo salutò a sua volta, sfoderando un sorrisino compiaciuto.

(Trad: Ciao panino.)


Johannes era un ragazzo tedesco di media statura, capelli biondo scuro dello stesso colore di Anna e occhi verdi.

I lati positivi del suo carattere erano l'affabilità e la simpatia, nonché il carisma e una certa dose di fascino.

Quelli negativi...

- Also, ist die Wasser warm? -

il senso dello humor nero.


Anna lo aveva mandato elegantemente a 'fanculo, perché la prendeva sempre in giro, tante di quelle volte, che ormai aveva perso il conto.


Dopo che si fu avvicinata abbastanza al bordo, senza sorridere per non far intendere le sue intenzioni, la ragazza fece un movimento fulmineo con la mano, sollevando una considerevole quantità d'acqua e arrivando a bagnare il ragazzo in maniera soddisfacente.

- Was denkst du? - lo canzonò in tono fintamente innocente.

(Trad: Tu che ne pensi?)



***


10 minuti dopo...


- YOU DAMNED BASTARD! - urlò per la diciassettesima volta la ragazza, cercando di afferrare il tubo – quello di polistirolo colorato che galleggia in acqua – dalle mani di Johannes, per evitare che lo lanciasse a Julian.

(Trad: Dannati bastardi!)

Chiaramente le sue imprecazioni non toccarono i due ragazzi – i quali avevano stipulato un'alleanza contro l'unica femmina - che anzi, si misero a ridere ancora più forte.

Julian parlava italiano e Johannes tedesco, quindi, affinché gli insulti risultassero chiari ad entrambi senza il bisogno di ripeterli due volte – considerando poi che i Tedeschi non hanno un corrispettivo di tutte le parolacce italiane – Anna li diceva – urlava - in inglese.

- Hai esaurito la tua scorta di insulti, per caso? Sai com'è continui a ripetere sempre la stessa cosa! - la beffò Julian sbottando a ridere vedendo Johannes alzare il braccio con cui reggeva il tubo, dove lei non arrivava.

- TACI ESSERE PROCARIOTE!!** - ululò lei incazzata nera, carbonizzando con lo sguardo il biondino davanti a lei.

- Siehst, du bist wirklich eine kleine Anna. - le disse l'altro con un sorriso ebete, battendo affettuosamente la mano sulla sua testolina.

(Trad: Vedi, sei proprio una piccola Anna.)

- Fuck you, freaky boy. - lo insultò lei, portandosi dietro di lui, circondandogli la vita con le gambe e protendendosi in avanti verso il tubo dopo aver posato una mano sulla sua spalla.

(Trad: Fottiti, mostriciattolo.)


Urlò, si dibatté, si arrampicò, minacciò di morte, ma nulla di tutto ciò funzionava contro quei due.

Si ritrovò a dover ammettere che era impossibile battere due ragazzi diciassettenni più alti e forti di lei, per questo decise di giocare il fattore sorpresa.

Si appropinquò dunque con non chalance al bordo della vasca vicino a dove stavano le sue prede, aspettando il momento propizio per mettere in atto il suo piano di conquista.


Uscì velocemente dalla piscina e si lanciò addosso al Tedesco, che in quel momento aveva il tubo, atterrandogli quasi sopra e aggrappandosi al trofeo.

- MIO!! - abbaiò quando, a furia di piantare i piedi sui petti dei due ragazzi e tirare il tubo a viva forza, riuscì a sfilarlo di mano a Johannes, assicurandosi la vittoria.

Lo sventolò sotto i nasi degli sconfitti, prima di bearsi della sua vincita, rilassandosi e stando a mollo a galleggiare.


Per i dieci minuti successivi andò berciando che aveva fregato non uno, bensì due ragazzi da sola.


- Tks, we let you win. You looked painful. - disse Julian in maniera altezzosa, cercando di recuperare un po' di orgoglio.

(Trad: Tks, ti abbiamo lasciata vincere. Ci facevi pena.)

- Pff. - fu l'unico commento che ottenne in risposta.




Avevano deciso di andare a mangiare in un locale fuori paese e l'unica diciottenne con la patente era Anna, quindi avrebbe guidato lei.

Entrambi i ragazzi si fidavano di lei, anche se non avevano intenzione di perdere nessuna occasione per punzecchiarla.

- You are the dangerous girl, did you know? - le fece notare Johannes, sorridendo.

(Trad: Tu sei la ragazza pericolosa, lo sai?)

Dietro di lui Julian fece un gesto decisamente eloquente con la mano.

Prima di voltarsi a fronteggiare l'amico, la cinerea ghignò.

- Oh nein, ich bin nur die kleine Anna. -

(Trad: Oh no, io sono solo la piccola Anna.)


The End




* Il libro è appunto “Le ceneri di Angela” di Frank McCourt.

** Gli organismi procarioti sono quelli formati da una sola cellula di struttura antica e semplice. Addirittura meno delle amebe.


Allora, questa è la prima volta che mi cimento in fic originali, in genere seguo altre sezioni, ma mi è venuta in mente questa idea e volevo pubblicarla.

Alcune vicende della narrazione, come per esempio l'inizio e i soprannomi, sono realmente accaduti alla sottoscritta, che non ha perso l'occasione di ficcarli in questa shot.

Spero che l'abbiate trovata carina o magari divertente e spero che commenterete!

Saluti a tutti                                                                                                                                                 




annina94

  
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