“Grazie
per il duro lavoro, Uzumaki-san..”
La voce bassa di Shikamaru
gli giunse alle orecchie, ridestandolo dai suoi pensieri. Un'altra
lunga giornata era finita e due camerieri si godevano i pochi minuti
di pausa loro concessi prima di lasciare lo stabile per avviarsi
ognuno alle proprie abitazioni.
Il giardino dietro alle cucine
era deserto, le voci concitate dei cuochi e dei camerieri giungevano
all'esterno dalle grandi finestre spalancate.
Naruto, seduto sui
gradini polverosi della porta, si portò la bottiglietta dell'acqua
alle labbra, bevendone alcuni sorsi. Shikamaru armeggiò con
l'accendino, riuscendo a raccattare dal fondo dei pantaloni un
pacchetto sgualcito di sigarette.
“Altro che acqua, ci vorrebbe
una bella birra.” esclamò il moro, accendendosi la sigaretta e
assaporando il gusto amaro del fumo sul palato.
Naruto sorrise,
voltando il viso verso l'amico. “Sai che non ci è permesso bere in
servizio.”
Shikamaru alzò le spalle.
“Tanto non ci
scopriranno mai.” mormorò, osservando assorto il pavimento. “
Che dici, andiamo a bere qualcosa con i ragazzi più tardi?”
Naruto
si alzò in piedi, stiracchiandosi le braccia.
“Io passo. Non
sono in vena.”
Shikamaru annuì pensieroso, lanciandogli
un'occhiata veloce.
“Ascolta, Uzumaki. Che intenzioni hai con la
ragazzina dei Hyuuga.” domandò il moro, portandosi la sigaretta
alle labbra e aspirando un boccata.
Il rumore dei piatti e delle
varie stoviglie giungevano alle loro orecchie come una melodia
lontana. In lontananza si potevano anche sentire le macchine che
sfrecciavano per le strade dell'Havana.
Naruto alzò lo sguardo
al cielo, osservando le coltre di stelle luminose.
“Nulla in
particolare.”
“Lo sai che ci è vietato uscire con le
dipendenti.” disse il ragazzo, facendo cadere della cenere sul
pavimento e pestandola con il piede, lasciando una lunga striscia
nera sul cemento “ E poi Ino andrebbe di matto se per caso tu hai
solo intenzione di divertiti con lei.”
Naruto sorrise, chiudendo
la bottiglia d'acqua e lanciandola all'interno di un cestino a pochi
passi da lui.
“Io non sono un gigolò, Shikamaru.”
“Lo
so, ma visto il tuo passato non mi stupirei se la gente lo pensasse.”
esclamò il moro, spegnendo la sigaretta e alzando lo sguardo sul
biondo. “Tutti lo sanno che lo eri un tempo.”
Naruto scrollò
le spalle, sbuffando appena.
“Era divertente essere pagati per
dare un po' d'amore alle clienti dell'albergo. Ma dopo l'ultima
dichiarazione d'amore di una 50'enne che voleva sposarmi e lasciare
il marito ho deciso di chiudere con quel mondo.” rispose il
ragazzo, passandosi una mano sugli occhi stanchi e arrossati “Fidati,
non sarò più un host di lusso.”
Shikamaru annuì, alzandosi
in piedi a sua volta.
“Se lo dici tu. Comunque dammi qualche
consiglio, magari inizio un'attività di quel tipo.”
Naruto
sorrise, dando un leggero pugno sulla spalla dell'amico.
“Menti,
menti tanto e sii credibile.”
Quando
Naruto ritornò a casa era mezzanotte passata. Le strade erano
deserte, la luce dei lampioni le illuminavano fiocamente e l'odore
delle pietanze dei ristoranti ancora aperti a quell'ora inondavano le
vie con un profumo di carne arrosto, ramen e altre leccornie. Naruto
aprì la porta del suo appartamento lentamente, togliendo le chiavi
dalla toppa e lanciandole con poca attenzione sopra al mobiletto
della cucina. Una palla di pelo rosso pelosa trotterellò ai sui
piedi, miagolando e strusciando il corpo sulle sue gambe. Naruto
sorrise stancamente, accarezzando il gatto dietro all'orecchio con
fare affettuoso.
“Ciao Nino. Mi di spiace ma Otou-chan oggi si
è dimenticato di fare la spesa.” mormorò il ragazzo,
accucciandosi vicino al gatto e prendendoli il viso paffuto tra le
mani “Oggi si fa digiuno.”
Il gatto si divincolò dalla sua
delicata stretta correndo, quasi offeso, sulla finestra del salotto,
miagolando per manifestare la sua protesta. Naruto si tolse la maglia
dell'albergo lanciandola sopra al divano e, a torso nudo, si diresse
verso la cucina, stiracchiando le braccia. Accese la piccola tv , più
per abitudine che per volontà, e si mise a cercare qualcosa di
commestibile in frigo. Arricciò la bocca nello costatare che il
frigo era vuoto quanto il suo stomaco.
“Si, devo decisamente
fare la spesa.” sentenziò, chiudendo il frigo e decidendo di farsi
una doccia. Si diresse verso la porta del bagno ma fu costretto a
tornare sui propri passi non appena sentì qualcuno bussare al suo
appartamento. Cercò di trattenere la voglia infrenabile di ignorare
il visitatore e di chiudersi nel bagno e si diresse verso l'entrata.
Non appena aprì la porta, la figura slanciata di Ino fece capolino
sulla soglia. Indossava una maglia a maniche corte decisamente troppo
larga per il suo fisico magro e i lunghi capelli biondi gli
ricadevano sulle spalle.
Il suo sguardo indugiò sul suo torace
per poi ritornare al punto di partenza.
“Naruto, sei
consapevole del fatto che mi hai aperto la porta mezzo nudo?” disse
Ino, osservandolo con uno sguardo leggermente seccato.
Naruto
sorrise maliziosamente, appoggiandosi allo stipite .
“Speravo
di conquistarti con il mio fascino spagnolo.”
Ino alzò gli
occhi al cielo, spostando Naruto dalla porta ed entrando nella
stanza.
“Non ti ho detto che puoi entrare.” disse il biondino,
alzando un sopracciglio e sorridendo divertito. Ino alzò un busta
trasparente del supermercato contente due scatolette di vetro che ,
con molto probabilità, contenevano le porzioni in più della cena
servita quella sera all'albergo.
“Resta pure quanto vuoi.”
esclamò Naruto, chiudendo la porta e appuntandosi mentalmente l'idea
di costruire una statua in onore dell'amica.
“Ero sicura che
non aveva mangiato niente ,quindi ho deciso di fare la buona
samaritana.” disse la ragazza, sedendosi su una sedia vicino al
tavolo, adagiandoci sopra la busta di plastica. Naruto si sedette
davanti a lei, passandoli una forchetta e osservando Ino aprire le
scatole.
“Che ci propone stasera lo chef Kakashi?”
“Carne
strana in una poltiglia altrettanto strana.” esclamò la bionda,
passando uno dei due contenitori al ragazzo e annusando leggermente
sbigottita il suo.
“E' salmone in salsa di basilico, Ino.”
rispose Naruto, sorridendo appena. Ino alzò le spalle, prendendo la
forchetta tra le mani.
“Gente ricca, mangiano cose così
strane....” rispose, addentando un pezzo di pesce e masticandolo
con riluttanza. “Non puoi nemmeno immaginare che mi è capitato
oggi.”
“Che cosa ti è capitato?” domandò il biondo,
masticando lentamente il salmone e passandosi una mano sugli occhi
stanchi che poi riportò su Ino. Capitava così quasi ogni sera. Ino,
tutta pimpante e per niente stanca, si precipitava a casa sua per
raccontargli ogni singolo momento della sua giornata. Sebbene Naruto
fosse sempre stanco morto e lottava per riuscire a tenere gli occhi
aperti, rimaneva sempre in silenzio ad ascoltare Ino, lasciandola
parlare. Non era molto educato per lui cacciarla di casa e infondo
gli faceva piacere ascoltarla. Se almeno rimaneva un po' con lui, non
rischiava di rimanere a casa da sola in quel condominio che era tutto
tranne che sicuro.
“Oggi un uomo che sta nella camera 578 mi ha
rimproverato perché gli ho spostato i libri di un certo Tromm. E per
giunta ha detto che sono ignorante perché non conosco i libri di
questo tipo. Ma che ne posso sapere io di un libro che si chiama
“Scappare dalla libertà!”
“Si chiama “Fuga dalla
libertà” Ino e l'autore non è Tromm ma Fromm.” la corresse
Naruto, bevendo un sorso d'acqua e osservando pazientemente Ino.
La
bionda rimase con la bocca spalancata e la forchetta per aria.
“Ti
è andato di traverso qualcosa?” chiese il ragazzo, incrociando le
braccia sopra al tavolo e appoggiandoci la testa.
“Io l'ho
sempre detto che sei troppo intelligente per fare il cameriere!”
esclamò Ino, scuotendo la testa e cacciandosi in bocca quello che le
rimaneva della sua cena.
“Non mi ritengo intelligente, sono
semplicemente nella norma” rispose Naruto, osservandola con i suoi
grandi occhi azzurri. Ino prese il bicchiere, rigirandoselo un po'
tra le mani.
L'aria tiepida dell'estate entrava dalla finestra
aperta, scompigliandole i lunghi capelli. La ragazza osservò per
alcuni secondi le tende del salotto ondeggiare alla leggera brezza
d'estate, concentrandosi su Nino che dormiva pacificamente sul
balcone.
“Naruto, ti piace Hinata-chan?” domandò Ino,
riportando l'attenzione sul ragazzo. Il biondo si limitò a scuotere
la testa, osservandola in silenzio.
“Perché sai, penso che a
lei tu piaccia.”
“Me ne sono accorto.”
“Allora, che
cosa pensi di fare?”
Naruto cercò con tutto se stesso di
combattere contro il sonno e alzò lo sguardo sulla biondina.
“Lo
sai che noi dipendenti non possiamo uscire con gli ospiti.” rispose
il ragazzo, sospirando appena e chiudendo gli occhi per alcuni
secondi.
Ino storse la bocca, seccata. “ Lo so, ma vorrei tanto
vedervi assieme, siete proprio carini.”
Naruto si limitò a
sorridere, trattenendo una risata. Ino incrociò le braccia al petto
e, approfittando del fatto che Naruto teneva gli occhi chiusi, si
mise ad osservarlo. Le spalle non erano muscolose e nemmeno grandi,
il suo fisico era semplicemente nella norma. Possedeva un accenno di
muscolo sulle braccia e la pelle era liscia e leggermente abbronzata.
Ma una cosa in particolare attirò l'attenzione della ragazza.
All'altezza della scapola, poco visibile dal punto in cui si trovava
lei, vedeva qualcosa di nero. Era un tatuaggio, ma era impossibile
capire che cosa rappresentasse .
“Da quando hai un tatuaggio?”
chiese la ragazza, aggrottando la fronte. Naruto aprì gli occhi,
lentamente.
“Da un po'.” rispose, alzandosi a sedere e
appoggiando la schiena allo schienale della sedia, togliendo ogni
visuale alla bionda.
“E che cosa rappresenta?”
Naruto
alzò le spalle. “Credo che ora sia meglio se vai a dormire, domani
dobbiamo essere al lavoro presto.”
Ino annuì, sorridendo.
“Si, credo che tu abbia ragione. Buona notte,
Naruto-chan!”
Naruto sorrise, scompigliandole i capelli.
“Buona
Notte, Ino.”
Quando,
la mattina seguente, Hinata scese dabbasso per fare colazione, rimase
stupita nel vedere un gruppo numeroso di gente nell'entrata.
Parlavano tutti animatamente tra di loro, alcuni indicavano la porta
chiusa della sala da pranzo. La moretta si guardò velocemente in
giro, cercando di scorgere il padre tra la folla
rumorosa.
“Onee-chan, ma che cosa sta succedendo?” domandò
Hanabi, osservando incuriosita le persone attorno a se.
“Non lo
so, forse non hanno ancora aperto la sala per la colazione.”
rispose Hinata, non riuscendo a capire quale fosse il motivo di tanto
trambusto. In piedi vicino al bancone della recemption scorse la
figura di Sasuke che, con un espressione grave in volto, parlava con
un uomo anziano che sembrava essere un segretario. Hinata prese per
mano Hanabi e si avviò verso il ragazzo.
“Sasuke-kun...” lo
chiamò la moretta, attirando la sua attenzione. Sasuke smise di
parlare con l'uomo e spostò lo sguardo su di lei.
“Hinata,
buon giorno.”
“Che cosa sta succedendo?” domandò la
ragazza, indicando le porte della sala da pranzo.
“L'albergo ha
ricevuto un ordine da parte di Orochimaru ieri sera. Dobbiamo
licenziare un numero cospicuo di dipendenti perché, da quanto dice
lui, ci sono dei ribelli che fingono di lavorare per noi ma in realtà
complottano una specie di attentato. Così stamattina siamo un po' a
corto di personale, quindi stiamo aspettando dei nuovi camerieri che
sostituiranno quelli vecchi. Ovviamente si chiude un occhio per i
maggiordomi privati degli ospiti, anche se sono di origine cubana.”
disse Sasuke, tamburellando un dito sulla superficie liscia del
bancone alle sue spalle.
Hinata sentì il cuore fermarsi per
alcuni secondi. Avevano licenziato dei dipendenti? Anche
Naruto?
“Scusami, sai per caso se Naruto Uzumaki è nella lista
dei camerieri licenziati?” domandò la ragazza, cercando di
controllare la voce palesemente preoccupata. Sasuke la guardò
perplesso.
“Intendi il ragazzo biondo che ti ha salvato quando
stavi per cadere dalla terrazza?”
“Esattamente lui.”
Sasuke
sembrò pensarci un po' su, incrociando le braccia al petto.
“Si,
lo hanno licenziato stamattina stessa.”
Hinata sgranò gli
occhi, portandosi una mano alla bocca. Lo avevano licenziato? Perché
proprio lui, non aveva mai fatto niente di male. Cercò di calmare il
battito del suo cuore, assumendo un'espressione di finta calma.
“Non
c'è un modo per riassumerlo? Io tenevo....nel senso....io lo
consideravo un bravo cameriere e mi trovavo molto bene in suo
compagnia.....quindi......”
Sasuke sorrise, palesemente
divertito dal suo imbarazzo.
“Beh, basterebbe che lei lo
assumesse come suo maggiordomo privato. In questo caso non avremmo
nessun diritto di cacciarlo dall'albergo.”
Hinata scosse la
testa, osservandolo tristemente.
“Io lo farei molto volentieri,
in questo preciso momento, ma mio padre....non credo che....”
Sasuke le si avvicinò, posandole una mano sul braccio candido e
mormorando a bassa voce, facendo in modo che solo lei potesse
sentirlo.
“Stasera organizzerò una cena dove saranno presenti
la mia famiglia e la sua. Farò in modo che il nostro cameriere sia
proprio Naruto così suo padre potrebbe cambiare idea su di lui e
magari lo potrebbe considerare un bravo maggiordomo per le sue
figlie.”
Hina lo guardò stupita. “Tu credi che possa
funzionare?”
Sasuke sorrise.
“Forse possiamo essere
fortunati. Dopotutto, anch'io ho coperto una cameriera per il tuo
stesso motivo.”
Hinata non domandò chi fosse quella cameriera.
Bastava guardare il suo sguardo per capire che quella ragazza era
proprio Ino.
Cenare
non era mai stato così difficile. Seduta comodamente sulla sedia
foderata di velluto rosso di casa Uchiha, la ragazza fissava il suo
piatto vuoto con estrema intensità, timorosa di alzare lo sguardo
sul padre. Il signor Hyuuga conversava tranquillamente con il signor
Uchiha, parlando dei grandi profitti che avrebbero ricavato dalla
loro attività turistica in qualche zona balneare dell'Havana.
Hanabi, educata e agghindata come una bambolina, sedeva vicino alla
padrona di casa con cui stava parlando animatamente. Sasuke, di
fianco a lei, le lanciò un'occhiata veloce. Le posò una mano sulla
spalla, sorridendo. Rincuorata, Hinata cercò di rilassarsi. Non
appena le pietanze sarebbero state servite il ragazzo avrebbe
accennato al discorso riguardante la grande efficienza dei
maggiordomi personali e, solo a quel punto, Hinata avrebbe proposto
al padre di assumerne uno per lei e per la sorella, parlando quindi
di Naruto.
Quello, almeno, era il piano di partenza...
La
porta si aprì e un paio di cameriere vestite di nero e bianco
entrarono nella stanza, portando ciascuna due piatti che servirono in
modo elegante. Hinata sbirciava verso la porta, speranzosa di vedere
apparire il biondo. IL suo desiderio non tardò ad essere realizzato.
Sulla soglia, vestito elegantemente con camicia bianca, cravatta
nera, gilè grigio con con il retro nero, pantaloni di raso del
medesimo colore della cravatta e scarpe in vernice, fece capolino
Naruto, i bei capelli biondi pettinati con ordine. Hinata non poté non
arrossire, quell'abbigliamento lo faceva sembrare un nobile.
Naruto si avviò verso la stanza, sorridendo alla signora Uchiha
che, estasiata nel vedere un cameriere così elegante, gli sorrise
divertita.
“Sasuke, mi hai regalato un maggiordomo tutto per
me?” domandò la donna, lanciando un'occhiata giocosa al figlio.
Sasuke scosse la testa.
“No, madre. Uzumaki-san è qui solo per
questa sera.” rispose il ragazzo, posando lo sguardo sul biondo
“Dico bene, Uzumaki-san?”
Naruto sorrise, abbozzando un
inchino.
“Sarei onorato nel servire una bellissima donna come
lei, Uchiha-sama, e mi rammarico nel doverle confermare le parole di
vostro figlio.”
“Non è ancora detto...” disse la donna,
lanciando occhiate maliziose al marito che rise di cuore.
Hinata
lanciò un'occhiata veloce al padre che, quasi con disprezzo,
osservava il biondo in silenzio. No, decisamente non c'è l'avrebbero
fatta.
Sasuke, notando l'espressione demoralizzata della ragazza,
cominciò ad attuare il loro piano. Posando la forchetta, si voltò
verso l'uomo, sorridendo.
“Hyuuga-san, cosa ne direbbe di
assumere un maggiordomo per le vostre due figlie?” disse
pacatamente il ragazzo, indicando Naruto che, nel frattempo, stava
prendendo una bottiglia di vino dal carrello per servirla a tavola
“Guarda caso ne abbiamo uno libero.”
L'uomo sorrise
amaramente, bevendo qualche sorso dal suo bicchiere.
“Non credo
che le mie figlie vogliano un maggiordomo e...”
“Ne sarei
molto felice invece, padre.” esclamò di getto Hinata, avvampando
per le parole appena dette. Hyuuga le lanciò un'occhiata di fuoco e
concluse la frase.
“E non credo molto nell'utilità di un
maggiordomo.”
Naruto sorrise, aprendo la bottiglia di vino con
eleganza.
“Hyuuga-sama lei conosce il detto cubano riguardo ai
maggiordomi?” domandò il ragazzo pacatamente, versando del vino
alla signora Hyuuga, che lo ringrazio.
“Quale sarebbe?”
rispose l'uomo, tagliando il suo brasato lentamente, i tendini delle
mani era tirati al massimo. Hinata deglutì. Era irritato, si vedeva
a vista d'occhio.
“Circondati di maggiordomi e la gente
conoscerà la tua grandezza.” disse Naruto, riempiendo il bicchiere
del padrone di casa che lo ascoltava in silenzio. “Manifestare il
proprio patrimonio economico sfoggiando molti domestici è sempre
stato un nostro vanto, qui a Cuba. Scegli i migliori maggiordomi del
paese, quelli che possiedono eleganza, cultura ed educazione, e
verrai considerato un uomo d'affari degno dell'attenzione di
qualsiasi imprenditore che si rispetti. I nostri maggiordomi sono
invidiati anche in Giappone.”
“ E dei maggiordomi con la
lingua tagliente, che cosa dite voi cubani al riguardo?” chiese
l'uomo, alzando il viso e incrociando gli occhi azzurri del ragazzo.
Naruto si fermò al suo bicchiere, pulendo la bocca della bottiglia
con un tovagliolo scuro per impedire a delle gocce di vino di cadere
sulla tovaglia bianca.
“I maggiordomi con la lingua tagliente
sono i primi ad essere assunti, Hyuuga-sama.” rispose Naruto,
abbozzando un sorriso “ Altro vino, Hyuuga-sama?”
Hiashi
rimase impassibile, osservandolo con attenzione.
“No, grazie.”
“Molto bene.”
Il signor Uchiha batte le mani,
felicemente.
“Vedo che questo maggiordomo ha la stoffa per casa
Hyuuga. Che ne dici, Hiashi? Lo assumerai?” domandò l'uomo,
posandoli una mano sulla spalla.
Naruto sorrise pacatamente. “Non
credo di essere all'altezza, Uchiha-sama.”
“Non sei
all'altezza, questo è vero, ragazzino cubano.” rispose Hyuuga,
prendendo il bicchiere vuoto tra le mani “ Ma un maggiordomo in
casa sarebbe la cosa migliore per Hinata e Hanabi.”
Hinata
cercò di non spalancare la bocca dallo stupore.
“Padre, lo
assumerà?” domandò la ragazza, la voce che traspariva
felicità.
“Lo faccio solo per scusarmi con te per il mio
comportamento nei tuoi confronti, Hinata.” rispose l'uomo “Come
ben sai, io odio la loro specie.”
Hyuuga alzò lo sguardo e lo
puntò sul biondino. Alzò il bicchiere, sorridendo amaramente.
“Vino, grazie.”
Naruto sostenne il suo sguardo e,
sorridendo, disse:
“Come desidera, Hyuuga-sama.”
Eccoci
qua con il nuovo cappy!!!
Vi avevo promesso che avrei aggiornato
ed eccomi qua!
Come vedete si sta cominciando ad entrare nel vivo
della vicenda. Naruto ora vivrà con loro e, naturalmente, ora inizia
il bello!
Naruto, come vedete, nasconde qualcosa. Qualche
supposizione?
Grazie mille alle due ragazze che hanno recensito e
grazie anche per coloro che hanno solo letto.
Un bacione e al
prossimo cappy che spero che arriverà presto ^^
Rebby