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Autore: Ofelia20    24/09/2011    3 recensioni
Sequel di "Change".
Clelia è tornata in Italia da ormai sei mesi, piena di rimpianti e rimorsi. La sua vita sta andando in pezzi e le paure che pensava di aver perso in America cominciano a riaffiorare. La speranza di poter tornare finalmente a sorridere risplende quando il Dottor Ried approda in Italia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Se un giorno mai...'
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Ehy hai già finito di sistemare tutte le tue camicie, i gilet di lana e le assurde cravatte? “disse Clelia senza spostare lo sguardo dalla Tv notando il giovane appoggiato contro lo stipite della porta, e portandosi alla bocca un cucchiaio colmo di gelato.

“Si” rispose secco il giovane “Sai non dovresti mangiare il gelato a quest’ora” aggiunse cercando di fare notare alla ragazza che l’ora di pranzo non era decisamente l’ora più adatta per il gelato.

“Si certo mamma!” Rispose roteando platealmente gli occhi e portandosi alla bocca una quantità ancora più grossa di gelato guardando con aria di sfida il ragazzo, che rispose solo scuotendo la testa e sorridendo leggermente divertito,come sempre dal comportamento della rossa. Ma lei non era l’unica a non essere d’accordo con lui, in quel momento anche Mefistofele fece capolino dal bracciolo del divano dove stava placidamente sonnecchiando, e con un movimento fulmineo fece un balzo fino a terra e andò a sedersi proprio di fronte al giovane ostruendogli il passaggio e continuando a guardarlo con i suoi brillanti e impassibili occhi verdi.

“Clelia il tuo gatto mi dà i brividi!” disse il giovane con voce grave squadrando la spaventosa figura felina e indietreggiando lentamente.

“Non lasciarti spaventare dai suoi modi bruschi, gli sei simpatico lo sai?” ripose la ragazzo guardando la scena divertita.

“Lo credi davvero? Perché a me sembra il contrario!” replicò il giovane.

“Oh si credimi, gli sei simpatico! Dovresti vedere quello che ha fatto a Marco…” disse ridacchiando ripesando all’accaduto.

“Marco? Chi è Marco? E che ne è stato del suo corpo?” chiese il giovane quasi spaventato dalle parole della giovane.

“Oh nessuno, un amico di Noemi e Agnese. Un vero cretino… per fortuna ci ha pensato Mefistofele a togliermelo di torno…. Spero solo che non gli restino le cicatrici… “disse seriamente richiudendo la scatola del gelato e  alzandosi velocemente dalla poltrona.

“Ma ora basta parlare! È ora di pranzo, andiamo a mangiare!” disse la ragazza uscendo dalla cucina, dove era andata  a posare il gelato, e mettendosi le scarpe. Uscendo seguita dal giovane.

 

 “Non posso crederci! Hai portato un americano a pranzo da McDonald’s?” disse incredulo ridacchiando Spencer mentre mangiava delle patatine fritte.

“Hai ragione! Ma è tardi è questo è il posto più vicino.” Disse la ragazza bevendo un sorso di cola. “Ci vengo spesso qui.”

“Bè non dovresti venirci spesso. I cibi  da Fast-Food sono estremamente calorici, poverissimi di elementi nutritivi nobili, ricchi in modo assurdo di zuccheri raffinati, e di grassi saturi. Questo cocktail ha fatto si che il popolo americano dal dopoguerra ad oggi abbia incrementato vertiginosamente, l’obesità e le malattie connesse quali, infarto trombosi, ictus eccettera… In altre parole questo cibo è deleterio, e in più  trovo davvero esilarante che io che mi astengo dal mangiare questa roba in America, la patria di questo cibo spazzatura, lo venga a mangiare in Italia” disse il giovane genio senza però smettere di mangiare le sue patatine.

 “Reid rilassati, non  ti verrà un infarto se per una volta mangi dal McDonald’s. Ma questa sera preparati ad assaggiare la vera pizza italiana” annunciò la ragazza addentando l’ultimo pezzo del suo hamburger. “Agnese e Noemi mi hanno appena mandato un sms verranno anche loro” aggiunse.

“Oh, andremo a cena con le tue vicine, bello!” disse il ragazzo sforzandosi di sembrare più entusiasta possibile.

“Tranquillo Spencer, è solo una cena! E poi tu almeno non sei costretto a parlare con loro e a stare ad ascoltare i loro discorsi. Non fraintendermi voglio molto bene alle mie amiche, ma a volte preferirei che stessero zitte.” Disse con il suo solito tono cinico, voleva davvero molto bene ad Agnese e Noemi, loro erano state le sue prime vere amiche qui in Italia e le uniche che le erano stata vicina dopo il suo ritorno in patria. “Comunque come sta la squadra?” chiese poi sorridendo al giovane,

“Oh stanno tutti benissimo! Ti mandano i loro saluti, soprattutto Garcia. Quando ha saputo che sarei venuto a trovarti mi ha pregato di portare anche lei” disse ridacchiando.

“Oh la mia adorata Penny, ci siamo scambiate spesso delle e-mail. Amo quella donna.” Disse sorridendo ripensando all’eccentrica informatica che aveva avuto modo di conoscere in America.

“A proposito di lavoro, Clelia tu non devi lavorare?” chiese il giovane. Sapeva che la rossa lavorava come consulente profiler per la polizia italiana, e malgrado il suo lavoro in patria non fosse attivo come il suo in America, era certo comunque che sarebbe dovuta andare lo stesso a lavoro. Al sentire la parola lavoro la ragazza si irrigidì e subito abbassò lo sguardo per cercare di nascondersi agli occhi del giovane profiler americano.

“Oh il lavoro… si ehmm.. bè ecco… io… Sono in ferie. Mi sono presa dei giorni di ferie per essere a tua completa disposizione…” disse velocemente cercando di mostrarsi il più calma possibile, senza però riuscirci. Il giovane genio capì subito che c’era qualcosa che non andava nella ragazza, ma decise che forse quello non era il momento migliore per mettersi a fare profili, pertanto decise di sorvolare l’argomento. I due finirono di mangiare e tornarono a casa, Clelia rimase in silenzio per quasi tutto il viaggio, con lo sguardo basso ed un espressione preoccupata sul volto.  La giovane in America aveva finalmente ricominciato a vivere, cercando di lasciarsi alle spalle quello che era il suo tragico passato. Ma da quando era tornata in Italia, le cose erano tornate ad andare male. Abbandonare l’America che le aveva ridato la vita, ma soprattutto Lui, riaprì il vuoto nel cuore che per anni la rossa aveva cercato di chiudere. Passò sei mesi a flagellarsi nei rimpianti e nei rimorsi, a maledirsi per quella che era stata una scelta sbagliata, una scelta che già prima di essere decisa lei stessa aveva predetto essere sbagliata. Il dolore le aveva fatto perdere il lavoro, e con esso la casa che non poteva più permettersi di pagare. Era riuscita ad andare avanti solo grazie alle due ragazze, Noemi ed Agnese, conosciute per caso mentre cercava un nuovo appartamento il cui affitto costasse di meno. In pochissimo tempo tra le tre nacque una forte amicizia, tanto forte che Noemi decise di concederle il suo appartamento gratuitamente trasferendosi in quello di Agnese. L’unico spiraglio di luce nel buio in cui si trovava erano queste ragazze, e adesso anche Spencer. Aveva deciso di non raccontargli niente della sua storia, di nascondersi dietro al suo brillante sorriso e godersi quei pochi giorni in cui poteva tornare a stare con lui.

La giornata trascorse lenta e uggiosa come i pensieri di Clelia che continuavano a tormentarla, quando arrivò la sera Clelia si preparò distrattamente, indossò dei jeans ed una banale maglia nera. Cercò di dare forma al suo indomabile cespuglio di capelli ricci e si sedette ad aspettare l’arrivo delle sue amiche.

“C’è qualcosa che no va?” chiese il giovane preoccupato sedendosi vicino alla ragazza, sfidando persino la paura che il gatto addormentato sulle ginocchia della donna gli incuteva.

“Si certo! Sono solo stanca! Tranquillo…” disse la ragazza ridenstandosi dai suoi pensieri e sforzandosi di sorridere per tranquillizzare Spencer.

“Bene. ma sappi che se hai bisogno di parlare, io sono qui!” disse sfiorandole leggermente la mano sorridendo dolcemente. Clelia aprì la bocca per rispondere, forse finalmente decisa a confessare tutto al giovane, ma fu interrotta dal campanello. “Oh Ecco sono arrivate. Dai andiamo!” disse alzandosi cercando di chiudere il discorso. Uscirono dalla porta accolti dalle due sorridenti ragazza, dopo i saluti e i convenevole, tanto odiati da Clelia, la comitiva a bordo del bizzarro maggiolone giallo di Agnese si avviarono verso la pizzeria.

“Preparati a mangiare la miglior pizza della tua vita Dottor Reid!” disse solennemente la rossa una volta che tutti e quattro occuparono i loro posti intorno alla tavolo. “Niente a che vedere con la pizza Hut che mangiate voi in America” aggiunse citando la famosa catena franchising di pizzerie americana.

“Ne sono certo! La pizza per voi italiani è una colonna portante della vostra cultura, così come la pasta.” Le rispose il giovane sorridendo impaziente di assaggiare una della specialità italiane per eccellenza.

 

 

“Clelia ma il tuo amico, Spencer lavora con lo scrittore David Rossi, vero?” chiese nel bel mezzo della cena Agnese mentre addentava un pezzo di pizza.

“Si certo. Te l’ho già detto, fa parte della stessa squadra della BAU.” Rispose la rossa non riuscendo a capire dove volesse andare a parare la bionda.

“Oh mio Dio. Io lo adoro, ammetto di non aver finito nessuno dei suoi libri che Clelia mi ha prestato, ma lo trovo decisamente un bel uomo. Sono innamorata di lui!” disse la bionda rivolgendosi a Spencer che capendo ben poco della sua frase le rivolse uno sguardo confuso, per poi rivolgersi a Clelia: “Cosa ha detto la tua amica? Sbaglio o ho sentito pronunciare il nome di Rossi?”

“Lascia perdere. Credimi è meglio che tu non sappia cosa ha appena detto Agnese.” Gli rispose la rossa per poi rivolgersi all’amica: “ Ti rendi conto di quello che dici? A volte mi dai i brividi…” disse prima di scoppiare a ridere insieme alle ragazza e a Spencer che pur non avendo capito niente si asciò trasportare dal suono soave della risata di Clelia.

 

 

 

 

Salve!! Che ve ne pare?? Io sinceramente sono molto contenta di questo capitolo, secondo me poteva andare meglio, e secondo voi?? Fatemi sapere mi raccomando! Ringrazio come sempre tutti! Soprattutto quelli che si fermano a recensire ^^  bè che dire, vi aspetto al prossimo capitolo. Baci!!

 

P.S. Insieme ad una mia amica, GIUNIAPALMA, anche lei scrittrice su EFP abbiamo aperto una pagina su Facebook, in cui parliamo delle nostre storia, o comunque di tutto quello che ci passa per la testa. Mi farebbe veramente piacere se passaste. La pagina si chiama Ofelia & Giunia in Wonderland, ma comunque trovate li link sulla mia pagina qui su Efp. Grazie per l’attenzione. Baciii

 

 

 

 

   
 
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