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Autore: Circe    24/09/2011    7 recensioni
Rabastan è ossessionato dalla sua Bellatrix. Alecto è invidiosa dell'unica ragazza del gruppo, Bellatrix. Rodolphus è l'unico che può possedere Bellatrix, la sua anima gemella. Ma lei, Bellatrix, è innamorata dell'unico irraggiungibile, l'unico inarrivabile ... il suo maestro di arti oscure.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Mangiamorte, Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Eclissi di sole: l'ascesa delle tenebre'
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Dal grimorio di Bellatrix: “SAPORE DOLCIASTRO”

Quella sera il mio maestro era più bello del solito, più misterioso ed inquietante che mai, sentivo il suo fascino in me così profondamente da non respirare quasi, da sentire le vertigini sconvolgermi e diramarsi nel mio corpo a pochi istanti l‘una dall‘altra.

Da vicino emanava come un magnetismo sovrannaturale che incuteva timore e perdizione e, proprio in quella sera, mi stava spesso vicino, molto più del solito, in modo che io sentissi quel magnetismo e non riuscissi nemmeno lontanamente a reagire ad esso distogliendomene.

Non che volessi farlo realmente.

Nel buio oscuro di quella notte, fra le vie e fra gli spazi aperti, guardavo i suoi occhi scuri, erano strani, persi, con le pupille invisibili, sentivo quel profumo dolciastro che gli impregnava, ogni tanto, la pelle del viso, forse proprio delle labbra.

Le sue labbra …

Sembrava comandare tutto attorno con una strana aura di potere sconosciuto anche a me, strano e illimitato, non so da dove gli potesse provenire o come lo potesse originare perennemente.

Mi toglieva il fiato, la ragione, i pensieri, per questo ho provato a concentrarmi su altro attorno a noi.

Sui festeggiamenti, i rumori, la magia.

Il fuoco dei tanti falò disseminati nelle vie di Nocturne Alley si ingrandiva e muoveva col vento, le candele sui davanzali dei negozi, dei locali e delle case tremolavano ad ogni piccola folata rischiando di spegnersi, in vari momenti lasciavano buio totale e un’atmosfera di travolgente eccitazione per l’oscurità.

I miei capelli non stavano un attimo fermi, si liberavano spesso dal cappuccio del mantello e seguivano sempre lui, il vento. Nulla era comunque fastidioso, ma solo in movimento perenne ed inquietante.

Solo il io maestro sembrava calmo, solo i suoi capelli che di solito si muovevano spettinandosi davanti agli occhi, erano tranquilli e al loro posto, come se tutto quello scompiglio derivasse da qualcosa di particolare e lui fosse semplicemente nell’occhio del ciclone, a comandare il tormento intorno.

Poteva muoversi poco ormai soprattutto per le vie frequentate da tutti, già era abbastanza conosciuto come mago oscuro e pericoloso, ma pochi sapevano quale fosse realmente il suo volto, quali fossero le sue sembianze sotto al mantello nero, e per Nocturne Alley il regno dell’oscurità e dei maghi neri, era considerato più un mito che un pericolo.

In quel luogo dunque, nel buio, ci muovevamo molto bene.

“Bella …” mi ha chiesto ad un certo momento con tono strano, facendo poi subito una pausa.

Ho alzato lo sguardo languidamente verso di lui per accennare che mi dicesse il suo volere, ma presto ho capito che non voleva ordinare, soltanto parlare.

“Ti piace questa atmosfera? Questo tipo di festa?” ha accennato vago e senza guardarmi. “È questo che piace ai purosangue?”

Era una domanda particolare, di quelle domande che fa sempre in quello stato e che mi fanno sentire come una stretta allo stomaco.

In quei momenti non so se percepisco in lui forza o debolezza e mi pare di provare una sensazione mai provata prima, o meglio, che è cresciuta talmente tanto da farmi stare quasi male in sua presenza.

“Non so se piace a tutti i purosangue, maestro, però a me di sicuro piace più di ogni altro ricevimento, festeggiamento, o ballo. E io, si sa, ho il sangue fra i più puri di tutto il mondo magico ...”

A quelle parole ha abbassato lo sguardo verso di me, sorridendo appena, sempre in maniera lontana. Come se lui fosse in alto, lontano nel cielo buio e io a terra distante più di sempre.

“Allontanati dagli altri, vieni con me.” ha detto poco dopo, improvvisamente in modo deciso.

L’ho seguito dunque per le vie più buie, nei vicoli più freddi e oscuri, restavo leggermente arretrata, ma quasi al suo fianco, tanto che il lungo mantello nero sfiorava spesso il mio vestito mosso dal vento, restavamo silenzio e solo le musiche dei riti accompagnavano quel momento.

“Dove andiamo, maestro?” ho chiesto dopo lungo tempo.

“A rendere la tua bacchetta adatta ad una vera strega oscura.” ha risposto lento.

“All’inizio, se ricordi, ti ho fatta esercitare molto per sprigionare tutta l’energia che potevi creare verso la tua bacchetta. Ora che sei arrivata circa alla potenza massima è però necessario un piccolo accorgimento che Olivander non può aggiungere alle sua creazioni, perché è vietato.”

Ho sorriso eccitata.

Iniziavo a sentirmi davvero a mio agio, potente e protetta da lui.

Potevo toccare il fuoco ogni qual volta incontravamo qualche falò, era tornato forte il mio potere derivante da quell’elemento, sembrava oscillare di potenza a seconda del mio umore.

Potevo scegliere le pietre coi poteri maggiori da tutti i venditori per le strade, il mio maestro si soffermava, ogni tanto, ad insegnarmi o indicarmi ciò che era più adatto se notava un tentennamento, altre volte lasciava fare a me, mi metteva alla prova.

Potevo bere l’idromele più magico e assistere ai duelli più cruenti fra i maghi più capaci.

Lord Voldemort era ben diverso dal solito quella sera, si comportava con me nel modo che avevo sempre desiderato, mi faceva sentire speciale, una donna, e mi teneva al suo fianco.

Ero la sua strega, non solo un’allieva.

Mi guardava come mai aveva fatto prima.

Sembrava che tutto fosse organizzato per me e non per Rabastan che era diventato un Mangiamorte, o almeno, non solo per lui.

Mentre pensavo tutto questo, il maestro si è fermato davanti ad una bottega apparentemente chiusa, e io mi sono affiancata a lui.

Ho percepito di nuovo quell’odore dolciastro e ho chiuso gli occhi assaporandolo, odore di laudano, odore di morte e felicità. Cominciava a piacermi davvero questo di lui, o forse ero troppo felice perché qualcosa che mi colpisse tanto non mi piacesse.

Ha pronunciato parole nella lingua dei serpenti, socchiudendo leggermente gli occhi e sospirando, come se fosse piacevolmente stanco.

La porta si è aperta e, nel buio dell’entrata, è apparso un uomo alto e vestito di scuro, aveva una voce possente, anche lui forse, parlava o capiva quella lingua.

“Dammi la tua bacchetta Bella.” mi ha detto improvvisamente il mio maestro, porgendomi la mano magra.

Gli ho passato con cura e lentezza la cosa più preziosa che avevo, che è poi finita nelle mani del terzo uomo.

Non avevo idea dei loro accordi, ma lui è scomparso nel retrobottega tornando solo diverso tempo più tardi, con la mia bacchetta avvolta in un panno di velluto nero.

Lord Voldemort l’ha afferrata nel suo panno, senza guardarla e si è diretto all’uscita con un cenno di saluto, senza dire una singola parola.

L’uomo mi ha guardata attento poco prima che uscissi, poi ha fatto una sorta di inchino soddisfatto e io ho risposto con un altro cenno seguendo infine il mio maestro fuori, nella notte.

“Manca l’ultimo rito e la bacchetta sarà pronta.” ha detto, poi, girandosi ha aggiunto: “La devi bruciare.”

Non mi sono stupita delle sue parole, non ho fatto la benché minima rimostranza, anche se quella frase poteva apparire strana.

Ero sicura di lui e certa che ogni sua frase per me, era la sola verità esistente, infatti già al primo falò incontrato, ci siamo fermati.

Era grande, protetto da un piccolo muretto di pietre, piuttosto lontano dal centro del quartiere, posto in una piccola piazzola con alcuni personaggi strani posti in gruppi tutto attorno.

Ho aperto il velluto con cura e accostato la bacchetta al fuoco, per poi immergerla del tutto e guardarla lì, come in trance, spinta da una forza potentissima che sentivo completamente mia, forse era l’eccitazione del momento, o forse il potere del fuoco, non so.

Una folata improvvisa e forte di vento l’ha risucchiata completamente nel fuoco che si era immediatamente accresciuto, facendomi scostare lentamente.

Solo dopo pochi attimi, il mio maestro ha richiamato a sé la bacchetta.

Era perfettamente intatta e straordinariamente calda quando me l’ha restituita. L’ho afferrata forte e, stringendola, ha istantaneamente brillato un pentacolo rovesciato del colore delle braci: era posizionato alla base della bacchetta, vicino al’impugnatura... un pentacolo grande e profondo segnato nel legno, coi bordi sfaccettati.

“Ti considero pienamente una strega iniziata ora, una strega oscura.” mi ha detto lentamente lui nel silenzio di quel momento, fra il crepitio del fuoco.

Lo guardavo rapita.

“Non ti esaltare, non hai ancora finito, di cose da imparare ne restano.”

“Va bene, mio maestro.” ho risposto trasognata, pronta a fare domande nuove, ma lui mi ha interrotto subito avvicinandosi.

Avvicinandosi molto.

Mi sovrastava di parecchio, ma era tanto vicino da sfiorarmi tutta, mi faceva sentire debole, fragile, in balia del vento attorno.

“Voi siete un mago del vento, maestro?” ho domandato mentre mi abbandonavo alla brezza fredda che mi raggiungeva a tratti.

“Non sono più il tuo maestro ora, sono il tuo Signore.” ha sussurrato avvicinando il suo volto al mio, accostandosi alla mia sinistra, lentamente, muovendo i miei capelli col suo respiro, sempre più vicino.

Sentivo la sua pelle vicina, ne percepivo il fresco e lieve contatto, quasi impalpabile.

Ho scostato lo sguardo di lato, senza muovermi troppo, persa in tutto il suo fare, il suo mormorare, il suo avvolgermi col vento attorno.

E io lo desideravo. Lo bramavo. Mi sentivo bruciare.

Lui aveva un sorriso appena accennato, strano, tentatore, superiore.

Nel momento in cui ho sussurrato a stento per l’emozione le parole “Sì, mio Signore.” lui ha afferrato le mie labbra fra le sue, veloce, spietato, improvviso come il morso di un serpente, morboso, seducente, forte … tanto da farmi perdere completamente, da far eccitare i punti più delicati del mio corpo, da farmi sentire male per il piacere.

Un bacio che, in quell’istante iniziale, sapeva terribilmente di quel sapore dolciastro e amaro che tante volte avevo sentito durante quella serata insieme a lui. Quel sapore che dalle sue labbra è passato alle mie e che ho assaporato continuamente non appena ho trovato l’ardire di ribaciarlo a mia volta, con una frenesia e un abbandono che mai avevo provato in vita mia.

Stavo baciando lui, il mio maestro, il mio Signore.

Lord Voldemort.

 

…………………………….......

Note:

Ho alcuni punti da spiegare di questo capitolo:

Prima di tutto di certo il bacio (che ha un suo perché che verrà fuori nell’ultimo capitolo che non sarà altro che un epilogo), all’inizio non avevo alcuna intenzione di mettere questo bacio, ma poi si è scritto da sé, più che altro per il fatto che mi sono detta … “Com’è possibile che Bella sia tanto innamorata del Signore Oscuro se mai lui le ha dato una qualche futile speranza?” … mi sembrava una cosa tanto strana e quasi innaturale che ho deciso di mettergliela io questa speranza!!

Altra cosa: lui è un mago del vento, finalmente è venuto fuori. Sono sempre stata indecisa sui loro elementi, ma alla fine ho scelto questi. Bella si adattava bene al fuoco, inoltre il fuoco è animato dal vento come lei è animata dal suo signore. Per quanto riguarda lui, oltre al legame che ho detto prima, ho semplicemente pensato al nome che si è scelto: volo di morte … volo, aria, vento! Questo è stato il collegamento (tra l’altro ha un umore vario che sembra cambiare come cambia il vento).

Ne “La camera dei segreti” viene detto che parlare serpentese è una priorità di pochi maghi oscuri, non solo di Lord Voldemort, per cui in questo capitolo ne ho introdotto un altro che lo parla che poi è colui che aggiunge il simbolo del pentacolo rovesciato sulla bacchetta di Bella. Questo simbolo è quello della magia oscura.

Direi che ho finito con le note. Se riesco rispondo subito alle scorse recensioni, scusate eventuali ritardi, ma sto passando un brutto periodo e l’umore va ad alti e bassi.

Approfitto per dire (metterò vari annunci) che ho aperto un gruppo proprio sulle mie ff assieme ad un’altra fan writer, se volete saperne di più, guardate sul mio profilo dove ho aggiunto le spiegazioni.

Credo di aver detto tutto, vi do appuntamento presto con l’epilogo della storia, grazie a chi mi ha seguito fino a qui.

   
 
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