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Autore: IlaOnMars6277    25/09/2011    4 recensioni
"Cosa mi stava succedendo? Ultimamente mi ritrovavo spesso a fare sogni ad occhi aperti su di lui e non mi era mai capitato. Sin dall'inizio ci eravamo detti che sarebbe stato solo un rapporto lavorativo e di amicizia, per non creare incomprensioni e malintesi.Eppure ora facevo questi pensieri, dopo anni di lavoro."
[Vincitore dei NESA nelle categorie: Best Scena, Best Kiss, Best Long Fic, Best Female, Best Couple.]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cellulare squillava da mezz’ora.
Guardavo quel nome sul display ma non avevo il coraggio di rispondere. Cosa avrei dovuto dire? Non mi aveva mai detto che stavamo insieme. Erano questi i suoi buoni propositi? Cominciavamo bene!
 
Sei chiamate perse.
Questo segnava il display. Oltre all’orario, erano le quattro di notte.
Diedi le spalle al telefono e guardai la luna dalla finestra. Mi persi nei miei pensieri, sperando di trovare pace ed addormentarmi ma qualcuno bussava prepotentemente alla mia porta.
Sapevo chi era. E sapevo che avrei dovuto parlargli.
 
“Perché non rispondi?” era evidentemente agitato.
“Non mi andava, non sapevo cosa dirti.” Risposi semplicemente la verità
Mi oltrepassò ed entrò nella stanza sedendosi sul letto.
“Non dovrei giustificarmi ma, visto che trai conclusioni sbagliate sono obbligato,  ci stavo solo parlando” sbuffò e aprì le braccia come per dimostrare che la cosa era abbastanza ovvia.
“Si lo so. Per quello non sapevo cosa dirti” ero rimasta in piedi, accanto alla porta. La chiusi.
Aggiunsi evidentemente in imbarazzo “In cuor mio sapevo che non stavi facendo nulla di male ma il mio istinto mi diceva di scappare, i miei occhi non volevano più vedere…avrei potuto strapparti dalle sue grinfie e con una scusa portarti via ma qualcosa mi bloccava” .
Sorrise e chiese curioso “Che cosa?”
“Il dubbio che non mi avresti seguita” lo stavo guardando in modo truce, volevo farlo sentire in colpa. Per cosa poi, non lo so.
Non disse nulla.
Si alzò lentamente e prendendomi in braccio mi baciò con furia. Mi adagiò sul letto disfatto e si distese su di me. Bloccandomi le mani sopra la testa cominciò ad esplorare di baci ogni parte di pelle nuda. Non essendo abbastanza,  sfilò la maglietta. Io feci lo stesso con la sua che lanciai lontano, strappandogli un sorriso. Lo avevo visto per anni a torso nudo, ma non mi ero mai abituata. Con le dita percorsi tutte le vene che si vedevano sulla sua pelle chiara, mentre lui toglieva gli ultimi pezzi di stoffa che separavano i nostri corpi.
 
 Mi abbandonai completamente a lui, tutta la notte, come mai avevo fatto in vita mia.
 
Mi svegliai rilassata, sentivo che qualcuno era dietro di me e mi abbracciava. Finsi ancora di dormire, per assaporare quel momento. Ero in completa estasi. Sentivo il suo respiro sul  collo, una mano a cingermi la vita, l’altra sotto il cuscino. Volevo voltarmi per guardarlo dormire ma mi soffiò nell’orecchio “ So che sei sveglia, inutile fingere”
E mi solleticò con il naso.
Mi voltai, rimanendo abbracciata a lui. Il seno contro il suo petto.
“Immagino che tu sarai sveglio già da un bel po’. O non hai dormito per niente?”
“No, un po’ ho dormito.” E vedendo il mio volto scettico aggiunse “Giuro!”
“Credi che dovremmo parlarne?”
“Di cosa?”
“Di noi, di quello che stiamo facendo…” finì in un sussurro. Non volevo risultare pesante, ma avevo bisogno di conferme.
“Perché? non stiamo facendo niente. Se vuoi mi attivo subito a fare qualcosa” e scese sotto le coperte.
“No, dai! Non intendevo questo….sempre al sesso pensi! Ti porto a farti curare”. Sbucò da sotto il lenzuolo,
“Primo: non dobbiamo parlare di quello che stiamo facendo, viviamocela così, come viene. Secondo: non penso sempre al sesso, stavo per dare piacere a te.”
“Ok, va bene, ho ricevuto, hai ragione. I miei soliti pensieri.
 Riguardo al secondo punto….continua pure quello che stavi per fare”
Sorrise e tornò sotto le coperte per mandarmi in paradiso.
 
Ci vestimmo velocemente. Eravamo rimasti troppo a letto e si era fatto tardi. Uscimmo in fretta dalla porta, Jared mi teneva la mano.
Tolsi la chiave dalla toppa e sentì la voce di Shannon darci il buongiorno.
Jared automaticamente lasciò la mia mano.
“Buongiorno Bro!”
“Già sei andato a rompere le palle a Emma di prima mattina? Perché non lo mandi a cagare qualche volta?” disse l’ultima frase rivolgendosi a me.
Non risposi. Guardavo ancora la mia mano. Che scema ero stata, pensavo forse che sarebbe stato così semplice? Il mio silenzio riempì il corridoio così Jared rispose al posto mio “Ero andato a svegliarla perché aveva il cellulare spento.” Una bugia semplice, diretta e pulita.
Shannon ci oltrepassò diretto a mangiare qualcosa.
Jared fece per seguirlo ma si voltò a guardarmi. Ero ancora ferma di fronte alla porta, riflettevo.
“Che c’è? Non hai fame?”
Risposi con un’altra domanda.
“Dobbiamo tenerlo nascosto? Neanche a tuo fratello vuoi dirlo?” la frase ad alta voce acquistava un non  so che di squallido.
“Shhhh abbassa la voce.”
“Rispondi”
“Per adesso si.”
“Non sono una puttana.”
“Ma che cazzo c’entra? Certo che non lo sei, ma non voglio che per ora gli altri lo sappiano. Già è complicato così, non peggioriamo la situazione.”
“Non credo che se lo dici a tuo fratello possa giudicarti negativamente, anzi…”
“Emma, vieni a far colazione. Poi ne parliamo con calma.” E allungò un braccio per invitarmi ad andare con lui.
Gli camminai accanto senza parlare fino al tavolino dove era anche gli altri, poi presi posto lontano da lui.
 
La giornata fu lunga e pesante, faceva freddo e ogni volta che rimanevo da sola con Jared, lui trovava il modo per fare altro o andarsene. Mi stava palesemente evitando per non parlare. La discussione era solo rimandata, non sarebbe scappato a lungo.
In serata, dopo la cena andai a cercarlo in camera. Bussai a lungo, ma da dentro non proveniva nessun rumore. Chiesi a qualcuno se lo avesse visto. Nessuno sapeva darmi una risposta. Adesso sapeva anche volatilizzarsi?
Uscì fuori e vidi una luce nel bus, posteggiato di fianco all’albergo.
Mi avvicinai e lo vidi su un sedile posteriore.
Bussai al finestrino e lui si voltò a guardarmi, si alzò e venne ad aprire.
“Che ci fai qui dentro da solo?”
“Sfuggivo al tuo stalking”
“Che simpatico che sei.” Si era riaccomodato su un sedile, a gambe incrociate, era senza scarpe.
“Dai vieni qui.” Disse allargando le braccia
“Prima parliamo” continuavo a rimanere in piedi con le braccia incrociate.
“Puoi parlarmi anche da qui. Dai vieni, se fai come ti dico, parlerò quanto vorrai”
“Questo è un ricatto bello e buono”
“Oh si che lo è. Allora, che hai deciso?”
Sbuffai e andai a sedermi su di lui con fare poco delicato.
“Auch! Fai piano”
“Che c’è, cominci a perdere colpi?”
“No, non mi pare.” Sfoggiò un sorriso malizioso e infilò una mano tra le cosce sfiorandomi il collo con le labbra.
“Jared, hai detto che avremmo parlato.” Dissi ansimando.
“ah….ah…possiamo farlo anche dopo che abbiamo finito questa di discussione, che mi sembra più interessante”
Sospirai, allontanai le sue mani  e risposi “prima parliamo, poi facciamo tutto quello che vuoi”
“E’ un ricatto questo”
“Si, decisamente. Ce l’hai solo tu l’esclusiva?”
Si passò una mano tra i capelli, si sistemò meglio e disse “Ok, parliamo. Vuoi sapere perché non voglio dirlo in giro?” Io annuì e continuò “perché sono cavoli miei, sono cose private. Non mi piace spiattellare la mia vita privata in giro. L’ho sempre odiato. Se le cose non dovessero andare bene tra di noi, non lo saprebbe nessuno e non ti tratterebbero come l’ennesima donna che è venuta a letto con me. Se tutto andrà come deve andare, allora il resto verrà spontaneamente. Però per ora, andiamoci piano.”
“Ti preoccupi per quello che potrebbero dire di me?”
“Si. Su di me ne dicono tante, che sono gay, che sono arrogante, che vado a letto con tutto ciò che respira, che mi drogo, che sono un coglione,  che sono una diva egocentrica….potrei continuare per ore. Però sono abituato, tu no. Quindi per ora meglio così.”
“Ho capito. Comunque che sei una diva egocentrica è vero, su un forum ho letto che ti chiamano La principessa con il Pisello”
“Bello, vedi i nostri fan sono sempre molto originali” rise divertito e tornò a guardarmi serio dicendo “non voglio che parlino male di te, perché non te lo meriti, quindi per ora ti proteggo tenendoti nell’ombra”
“Che discorso altruista”
“Ecco, quindi  la smettessero di dire che sono una diva egocentrica. Al massimo solo diva”
Lo abbracciai forte e affondai il viso nel suo collo.
   
 
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