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Autore: Oph_    25/09/2011    1 recensioni
"I wish I was special,you're so fuckin' special." ,cantano i Radiohead,e mai storia d'amore fu più adatta a queste parole.
Un'incerta,dolce,brillante Weasley ed un irriverente,sbruffone,eppure tanto tenero Malfoy,così strani,così dannatamente speciali.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“I don't care if it hurts,
I want to have control.”



 
“Rosie?”.
La povera ragazza portò una, mano alla fronte. No, no, no, non poteva essere. Non proprio adesso e non fuori dall’aula in cui il suo amore segreto era nascosto. No.
“James, James!”si affrettò ad uscire, impedendo la visuale della maniglia che apriva l’accesso a quello che in certe ore della sua vita era stato il più bel posto del mondo.
Urlò il più possibile,implorando con la mente il suo Scorpius di capire, di sentirla, di restare lì dentro e non provare ad uscire, urlò anche perché sapeva che altrimenti avrebbe pianto, che se non avesse urlato quello avrebbe urlato che il suo fragile equilibrio si era spezzato, che era rimasta vittima delle sue stesse convinzioni, graffiata dai suoi stessi desideri.
“Che ci fai qui?”, le chiese il suo cugino più grande, quello più alto, quello più odiato dai figli di Salazar Serpeverde.
“Mi serviva una pergamena, mi sono finite. Tutte.”
“Tipico di te, Rose ,scrivi tanto, troppo.”,disse sorridendo James, sfilando una pergamena dalla sua piccola tracolla di pelle nera. “Tieni.”
La Weasley sorrise, guardò suo cugino e accennò ad un grazie con le labbra.
“Ora, devo entrare qui, ho dimenticato il mio libro di Incantesimi in classe!”
La ragazza chiuse gli occhi e lo lasciò fare, prima di affrontare l’impossibile sussurrò soltanto “Scusami,cugino. Perdonami,Scorp.”

***

 
“Come cazzo hai potuto, Weasley?”, la voce del ragazzo che preferiva al mondo le sembrava inquietantemente meravigliosa, mentre con quel tono vellutato la faceva sentire la più inutile del castello.
Era mezz’ora che parlava. Sempre lui,solo lui. Lei si limitava a star seduta,a deglutire ed implorarlo con gli occhi, ma adesso una nuova consapevolezza le si era stampata nella testa.                                                                                                
 “Evidentemente non te ne frega nulla di noi! Evidentemente non ti importa di come i miei compagni mi deriderebbero se sapessero,e non ti passa neanche per la testa che io…”                                               
“Scorpius. “ si era alzata, una lacrima già seguiva la prima sulla sua guancia. Sapeva di essere stata sciocca, ma le era sembrata la cosa più giusta da fare.                                                                                                                             
James era entrato, l’aveva visto, gli aveva chiesto.  Malfoy aveva negato, aveva inventato mille scuse, alla fine aveva deciso che la  storia sarebbe andata così:lui si stava intrattenendo con Patricia Harrison, quando l’insopportabile grifona era venuta a guastargli la festa. Potter aveva guardato male Rose, ma solo perché lei non gli aveva raccontato quella storia.                                              “Scorpius, a te importa solo di te.”                                                                                                                                “Cosa?”                                                                                                                                                                                         
  “Vaffanculo, amore.”
Salì tutte le rampe del castello, arrivò alla sua torre,ignorò chiunque fosse nella calda sala comune, arrivò in dormitorio,aprì la porta della sua stanza singola, la sua stanza da prefetto. Cercò piuma e pergamena:
“Al, sono nei guai. Aiutami.                                                                                                                                                                       R.”                                                                                                                                                                                                           

***

Albus Severus Potter era famoso per la sua enorme fame ed il suo corpo lungo e magro,meno muscoloso di quello del fratello, meno aggraziato di quello di sua sorella, eppure intrigante. Fin dal suo primo anno quintali di ragazzine l’avevano adulato, lui ne sorrideva, ma alla fine restava il solito bravo bambino di sempre. Non raccontava gli affari suoi a nessuno, ovviamente eccezion fatta per sua cugina.                            
Rosie era ancora più riservata,aveva avuto un paio di storielle in passato, ma mai aveva immischiato Albus in questioni di questo genere, conosceva le sue debolezze, l’avrebbe presa a male. Però ora stava scoppiando. Non solo era in una tresca con la serpe della serpi, ma l’aveva pure mandato in un deretano.                              
“Rose! Che succede,allora?”,le chiese Al quella mattina a colazione,le dita della mano lunga e sottile introno alla forchetta, metà di una porzione di patate in bocca. La visione di suo cugino rasserenò la piccola Rosie,il suo più caro amico era ancora il solito:il mondo non poteva essere cambiato così tanto. Aprì la bocca per cominciare a raccontare, ma Potter la fermò : “Aspetta, prima devo dirti una cosa che ti farà scompisciare!” ,rise.                                                                                                                                                  “Sai che il biondo Malfoy ieri è stato trovato da non so da quale prefetto a limonare con quella Patricia?”      
“Sì, sì, l'’ho sentito.”                                                                                                                                                                
 “Ma di sicuro non hai sentito  che ‘sta notte l’hanno trovato con Camille Ward, sì, la corvonero! Insieme a lei su alla torre di astronomia.”                                                                                                                                               
Al scambiò la faccia di Rosie per incredulità e concluse: “Meno 150 punti per entrambi e sei settimane di punizione!"                       Si versò un bicchiere di succo di zucca e biascicò “Ora dimmi!”                                                                                                
“Niente, Al, nulla. Ho già dimenticato.”                                                                                                                                                

***

Babbanologia. Lezione con le serpi. La Weasley non vedeva l’ora.                                                                                       
“Chi ha già completato il compito per  la prossima settimana?” era stata la domanda d’apertura.                                                             “Io, signore”,avevano detto contemporaneamente Rose e Scorpius.Lui l’aveva guardata, lei aveva resistito,occhi fissi alla cattedra,dal secondo banco era facile.                                                 
“Bene, voi due, venite qui ed esponete alla classe le vostre opinioni su come gli anni della rivoluzione industriale hanno influenzato il mondo magico!”                                                                                                                          
 Si erano alzati, la serpe aveva sbuffato,era intelligente e quello bastava per rendergli voti niente male senza il minimo sforzo. Non chiedeva altro. Aveva cominciato a parlare, con quella voce fluida e piacevole,aveva poi esortato Rose ad intervenire, chiamandola per nome.                                                                                        
“Non scaldarti, Malfoy, non ho bisogno di che m’inciti a prendere parola.”, risatine ochesche provenienti dagli ultimi banchi la sfiorarono appena, arrivò quasi alla fine, col sopracciglio inarcato e la voce modulata.      
“Se posso correggerti, credo che l’invenzione dell’auto non sia stata di notevole mole come dici, Rose, io penso..."                       “Pensi?”, ribatté cinica lei “Non credevo che usassi la testa per qualcosa di diverso del tuo appagamento personale, Malfoy.”, tornò al suo posto, ma prima di sedersi lo guardò bene e gli disse “Questo è anche il mio gioco, ed io voglio averne il controllo.”
  
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