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Autore: Nisi    06/06/2006    14 recensioni
Ed ora, cari lettori, se questa fosse stata una fanfic normale, Remus mi avrebbe dovuto baciare e poi musica di violini e roselline dappertutto. Ma invece questo è stato solo l’inizio di un lungo incubo. Voglio dire, come si può pretendere che una Metamorfomagus impiastra come la sottoscritta organizzi il suo matrimonio?
Ma infatti non lo ha preteso nessuno… e mi hanno affibbiato quella lagna francese per aiutarmi. Ho il forte sospetto che in realtà Ginny volesse sbarazzarsi di lei.
SPOILERINI DEL SESTO LIBRO!!!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fleur Delacour, Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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Non avrei mai pensato che Fleur fosse una persona così puntuale: alle nove in punto, appaio con un sonoro “POP” in Diagon Alley. e la vedo proprio davanti alla vetrina di Chez Sabine, il negozio di biancheria intima super raffinata che, sospetto, annoveri la neo signora Weasley tra le sue migliori clienti. Se non altro per patriottismo, visto che la proprietaria pare sia francese come lei .

Fissa la vetrina, ma credo non la veda neanche. Infatti mi avvicino e non si sarebbe mai accorta del mio arrivo se non avessi inciampato in una buccia di banana che qualcuno aveva lasciato cadere lì per caso

”Ah, sei arrivata.” mi dice a mò di saluto guardandomi dall’alto in basso, come fa sempre. “Sei pronta?”

”Più o meno.” le rispondo, anche perché non ho la benché minima idea di quello che mi aspetti nelle prossime quattro ore.

”ça va. Allons-y!”

Chez Sabine apre solamente fra mezz’ora ed io mi ritrovo a camminare al fianco di Fleur. Nonostante l’ora mattutina, c’è già una grande folla che riempie la via. E’ quasi divertente: tutti si accorgono di lei, della sua bellezza e del fascino che sprigiona quasi senza rendersene conto; tutti si scostano per lasciarla passare e, di conseguenza, per lasciar passare anche me che le cammino a fianco.

Sembra indifferente a quegli sguardi che la scrutano minuziosamente dalla testa ai piedi. Si limita ad incedere graziosamente, un passo davanti all’altro. E’ bello potersi muovere liberamente tra questa folla, non mi è capitato così spesso.

Arriviamo davanti al negozio di Magic Wizard Music, il negozio di musica e butto un’occhio alla vetrina. Non ci credo: è uscito il nuovo magic Cdisk delle Sorelle Stravagarie. Forse lo avrete già capito che sono il mio gruppo preferito.

“Fleur, devo entrare un momento…”

“Oh, non! Qui io non sci antro! Ti aspetto al Ghirigoro.” fa fatica a pronunciare il nome della libreria: troppe erre da arrotare alla francese, probabilmente.

I due negozi si trovano proprio l’uno di fianco all’altro, per cui non rischiamo di perderci (peccato!).

“Va bene. Allora ti vengo a recuperare quando ho finito.”

Strano. Fleur non mi è mai sembrata una grande lettrice: non l’ho mai vista con in mano uno straccio di pergamena…Si vede che deve fare acquisti per Bill o per qualcun altro della sua famiglia acquisita. Entro a MWM ed un giovane mago con i capelli lunghi fino alla vita, dei grossi anelli d’argento alle dita ed una veste nera con piccoli scheletri stampati sulla stoffa, mi domanda se mi può essere utile. A MWM assumono solamente MetalWarlocks, visto che loro di musica se ne intendono parecchio. Finalmente, esco dal negozio con la mia preziosissima copia numerata del nuovo album delle Sorelle Stravagarie: “The Number of The Witch”, la sollevo in aria e poi la bacio amorosamente. Era ora! Lo aspettavo da tanto di quel tempo…Ora mi tocca: devo raggiungere Fleur. Il Ghirigoro è un posto che mi piace: si tratta di una libreria piena zeppa di libri con scaffali di legno massiccio che arrivano fino al soffitto. Ci ho trovato spesso degli ottimi testi: i libri del mio corso di Auror li ho comprati tutti qui.

Dove sarà Fleur? Facile! Basterà seguire la direzione degli sguardi imbambolati e la troverò subito. Il giovane commesso (mi ricordo che quando io frequentavo il settimo anno ad Hogwarts, lui era al primo) le sta lanciando occhiate trigliesche da lontano. Eccola! Sta sfogliando un grosso tomo che ha tutta l’aria di essere pesantissimo.

In tutti i sensi. Ha le sopracciglia aggrottate ed un’espressione concentrata che le ho visto poche volte: di solito sembra annoiata, schifata, innamorata od oltraggiata.

“Fleur!”

Sobbalza come se l’avessi beccata a fare qualcosa di illegale e chiude il libro di scatto, sollevando un gran polverone, tanto che non riesco a capire di che testo si tratti. Quando entrambe abbiamo finito di tossire, lei agita la bacchetta ed il libro ritorna levitando al suo posto, in uno degli scaffali più alti.

“Cosa stavi leggendo?” le chiedo incuriosita.

Fa spallucce e mi chiede: “Cos’hai comprato?”

“Il nuovo album delle Sorelle Stravagarie.”

“Ah, oui, quei maghi pelosi che hanno suonato a Ballo del Ceppo.”

“Non sono pelosi!” esclamo, negando l’evidenza.

Due cose non mi dovete toccare: una è il mio Remus, l’altra sono le Sorelle Stravagarie. In effetti, devo ammettere che sono talmente irsuti che in inverno potrebbero stare nella neve nudi senza paura di ammalarsi, però Fleur non me li può demolire così. Quello che conta è la loro musica.

Robusta, sanguigna, in una parola… magica!

“Mais oui, scerto che sono pelosi… e sono anche brutti!”

“A me interessa la loro musica: sono un complesso rock eccezionale.”

“Peut etre (forse NdA), ma io non ascolto musica fata da cantanti che sono brutti. Se ti accontanti…”

“Che musica ascolti, Fleur?” mi azzardo a chiederle, sapendo già che i suoi gusti musicali saranno atroci.

“Quel che capita. Speso Radio Strega Netwòrk, ma mi piasciono molto i Backstreet Ghosts”

Ti pareva: i Beautiful Ghosts sono cinque ragazzi carucci carucci che cantano canzoncine orecchiabili sull’amore. Niente a che vedere con il mio adorato rock.

“Ah.” le rispondo laconica, mentre penso al motivo per il quale mi trovo con una persona che con me non c’entra proprio niente.

“Andiamo da Chez Sabine” non mi chiede: impone.

La seguo e penso proprio che oggi non sceglieremo il mio abito da sposa.

Non sono mai entrata da in quel negozio. Più che altro, non sono tanto da biancheria sexy. E la biancheria che vende la fantomatica Sabine è MOLTO sexy.

“Oh bonjour, Fleur!” tuba la madama in questione quando vede entrare la mia compagna.

“Bounjour à tois, Sabine.”

Io vengo totalmente ignorata e le due si lanciano in un’animata discussione in francese. Inutile dire che non capisco una parola.

Sto in piedi accanto a Fleur per cinque minuti buoni apparentemente invisibile e ne approfitto per guardarmi attorno: la Sabine proprietaria di questo paradiso della lingerie è una strega di media altezza, piuttosto formosa. Mi sento rassicurata dal fatto che Sabine porti i capelli tinti in una bella sfumatura… lilla. Non so dirvi quanto questo mi tranquillizzi.

Il negozio è un’estensione della chioma sua padrona: muri dipinti di un lilla tenue molto carino, arredi di un tono appena più scuro, con profili panna. Mi sembra di ritrovarmi immersa in uno dei fantastici gelati di Fortebraccio. Tutto questo viola, mi fa pensare ai mirtilli affogati nella crema di latte. Ora che ci penso, non ho neanche fatto colazione…

Nella stanza aleggia un lieve profumo di talco. Starnutisco rumorosamente e questo attira l’attenzione delle due donne. Sabine mi scandaglia dalla testa ai piedi senza dire una parola, mentre Fleur mi guarda con disapprovazione. E che diamine, ho solo starnutito!

“E’ Chanel numéro scinque, encompetante! Come ti permetti di starnutire.” mi redarguisce Fleur. “Sarà quello che vuoi, Fleur, ma se mi viene da starnutire, io starnutisco.”

Silenzio imbarazzato di Sabine che ci osserva mentre ci scambiamo occhiate incendiarie. Alla fine, la proprietaria riporta lo sguardo su Fleur e la invita sorridendo: “Fais comme chez toi (fa come fossi a casa tua)”

Fleur obbedisce e comincia ad esaminare delle cosine di seta che non conosco.

“Très bien. Lei è la signorina Ninfadorà, n’est-ce pas?”

“Tonks, io mi chiamo Tonks!” le rispondo di getto senza neanche pensare. Ormai mi viene automatico.

Sabine mi guarda perplessa e si tira sulla fronte u

na ciocca più viola delle altre: “Marrant. Fleur mi ha detto che lei si appella Ninfadorà.”

Più che strega, quella è una befana! Fleur, non Sabine, intendo.

“E’ il mio nome, ma preferisco che mi si appelli Tonks.”

“Comme vous voulez.” acconsente facendo spallucce. “Alora, in che poso aiutarrrla, Tonks?”

“In niente, madame. Io sono venuta solo ad accompagnare Fleur. In realtà, sto cercando un abito da sposa, ma non credo che lei ne venda.”

“Je lo so, mais cosa entende endossare per la prima note?”

Sento il sangue, tutto quello che vagola nel mio corpo, confluire alle mie guance; Sabine non ci fa caso e non fa una piega.

“Una maglietta di cotone?” ipotizzo io. “Tanto dopo qualche minuto lui…”

“Ma è ben perrrr questo che bisogna endossare qualcosa di verrramante spesciale: lei è venuta nel posto sciusto, Tonks.”

A questo punto, Sabine si è impadronita della mia mano destra e mi dà tante pacchettine rassicuranti. Mi trascina verso alcune grucce ordinatamente disposte e mormora tra sé: “Sci vuole qualcosa de sexy, veramante sexy. Très éngrifant “ (questa è una parola che mi sono inventata io! NdA.)

Comincia a frugare e dopo qualche secondo mi porge una… cosa in pizzo nero.

“Cos’è questo?” domando dubbiosa.

“Guepière e reggicalze. Con perizoma coordinato. Quando gli uomini vedono queste cose, ululano.”

Non posso certo dire a Madame Sabine che, essendo un lupo mannaro, il mio fidanzato nei giorni di luna piena ulula già abbastanza di suo, per cui sto zitta e prendo la gruccia che sostiene quel pizzo impalpabile e lavorato. Ed ecco che arriva Fleur, che mi guarda dubbiosa e mi liquida sarcastica.

“Queste cose non sono per toi. Tu non hai abbastanza….” e con le mani descrive due globi all’altezza del petto.

“Ah sì? Ma davvero? Ora lo provo e ti faccio vedere!”

Mi richiudo in un camerino e mi spoglio in gran fretta. Indosso solamente i calzini di cotone bianco.

Mi guardo allo specchio a figura intera e mi rendo conto che non sono un gran bel vedere, combinata così. Ok, il perizoma è a posto, anche se mi causa prurito e mi tira dappertutto. La guepière è talmente piena di ganci e gancetti che comincio a sudare freddo. Il reggicalze è un ostacolo lontano nel tempo.

“Mademoiselle Tonks? Sci sono problemi?” Sabine è dall’altra parte della porta. Mi correggo: era dall’altra parte della porta, infatti, l’ha spalancata senza complimenti e ha fatto il suo ingresso nel camerino. Cerco di coprirmi i piani alti, ma Sabine mi scocca un’occhiata divertita: “Allez, siamo tute uguali, Mademoiselle, non si verrrrrgogni.” Senza perdere ulteriore tempo in chiacchiere, mi aiuta nella vestizione, poi si allontana di qualche passo, squadrandomi con aria critica. Ed eccola che arriva, Fleur e si mette accanto a Sabine.

“Tu avais raison: elle n’a pas de seins du tout” (avevi ragione: non ha per niente seno.)

“Je te l’avais dit, Sabine. Elle ne ressemble néamois à une femme” (te l’avevo detto, Sabine. Non assomiglia neanche una donna).

Non capisco niente di ciò che quelle due stanno blaterando. E la cosa non mi piace.

“Potreste per favore smetterla di parlare di me in francese, visto che non capisco quella lingua?”

“E tu potresti emparare il fronscese. Le lingue sono emportanti.” mi ammonisce Fleur.

“Sì, sono importanti, le lingue, soprattutto quando le si sanno tenere a posto.”

Fleur, stranamente, arrossisce e non dice altro.

Spero che continui a tacere.

Povera illusa che sono:

“ça va. Però quella guepière non va bene per te: non hai il seeno.”

Mi mordo le labbra per non scoppiarle a ridere in faccia.

La guardo dritta in faccia e quando sono sicura di non crollare, le dico: “Davvero, Fleur? Ne sei così sicura?”

Non sono mai stata così felice di essere una Metamorfomagus: i miei seni cominciano a gonfiarsi come palloncini sotto gli occhi allibiti di queste due francesi.

Si gonfiano, si gonfiano a tal punto che strabordano dal pizzo fino quasi a lacerarlo.

Sono oltremodo consapevole, a questo punto, di avere il corpo di una pornowitch e che se dov

essi venire silurata come Auror, potrei trovare un altro lavoro meno pericoloso e decisamente pagato meglio.

Mi avvicino a Fleur e le punto il dito sullo sterno: “Ti sei sbagliata. Io indosso una 38C (una bella quinta abbondante, qui in Italia). Per questioni pratiche, quando lavoro e sono di servizio, riduco le dimensioni.”

Ovviamente, è una balla, ma Fleur non lo può certo sapere.

Sabine mi si avvicina ridacchiando: “Très bien. Allora lo prande?”

“No. Il nero non mi piace. Ce l’ha per caso di colore rosa shocking?”

Fleur alza gli occhi al cielo in un gesto di esasperazione, ma tace.

Questa battaglia l’ho vinta io!

“Rosa shocking?” mi domanda Sabine perplessa.

“Certo!” esclamo esultante. “Per fare pendant con l’abito da sposa!”

Il campanellino della porta trilla dolcemente e due ragazze entrano nel negozio.

“Oh, baronessa Iljovich, signorina Malatesta, accomodatevi, je vous en prie!”

Sabine saluta le nuove entrate, invitando le due ragazze a mettersi a loro agio. Dopo avermi mostrato il completino nella tinta che preferisco.

“Le serve altro, Mademoiselle Tonks?”

“No, la ringrazio.”

“Très bien. Vi saluto, mesdames, a bientot.”

Sabine porge il MIO completino ad una commessa uguale a lei per farmi fare il conto. Poi si rivolge festante alle due ragazze. Quella con i capelli ricci sembra abbastanza arrabbiata ed ogni tre secondi e mezzo fulmina l’amica (o presunta tale) con uno sguardo assassino (tipo quelli che ci lanciamo io e Fleur).

“Costanza, che ne pensi di questo completino? Ti starebbe un amore” cinguetta la baronessina sventolandole uno strano insieme di seta nera sotto al naso.

La signorina Malatesta la incenerisce con un’occhiata degna dello sbuffo di un drago: “Un completo intimo per centodieci galeoni? Preferisco sfamare due nazioni del terzo mondo, se proprio devo spendere quei soldi. Facciamo tre, che è meglio.”

La Iljovic non batte ciglio: sembra quasi quelle occhiate siano parte integrante del rapporto con la sua amica.

“Credimi, cominci ad avere più bisogno tu di sembrare sexy che i popoli del terzo mondo di cibo. E Sasha sarebbe d’accordo con me.”

“Che bisogno c’è di spendere tutti quei soldi per un… coso che neanche dopo due minuti Sasha…” Rendendosi conto che ha pronunciato queste parole compromettenti in un negozio neanche tanto grande ed alla presenza di quattro estranee, la ragazza si morde la lingua.

Mi sta immediatamente simpatica: io e lei la pensiamo allo stesso modo, a riguardo di quegli strumenti di tortura fatti di pizzo.

Vorrei vedere come finisce la diatriba, ma Fleur mi trascina fuori e con me il pacchettino ben confezionato posto in una borsetta lilla con la scritta panna. Se non avessi già i capelli di cinquanta colori diversi, direi che il conto me li avrebbe colorati ben bene di suo.

Io e Fleur usciamo lasciamo Chez Sabine alle nostre spalle e mi rendo conto che Madame Weasley non ha acquistato niente. Strano.

“Perché non hai comprato niente?” le domando in tono casuale.

“Perché dobbiamo fare spese per toi, oggi.”

Risposta logica.

Il negozio di Chez Sabine si trova al numero settanta di Diagon Alley. Al trentotto, invece, ci sono i Tiri Vispi Weasley.

Visto che sono già le undici ed un quarto (forse ho passato in camerino più tempo di quanto me ne fossi resa conto…), credo che per questa volta, l’abito da sposa dovrà aspettare. Devo essere a Grimmauld Place alle dodici e mezza e non ho più voglia di sentire le battute sarcastiche di Fleur. Alla fine, mi sfiancano, per cui, propongo un’alternativa.

”Fleur, qui vicino c’è il negozio di Fred e George. Andiamo a trovarli?”

Magari poi possiamo pranzare assieme.” propongo speranzosa, sempre pensando all’affogato al mirtillo di Fortebraccio.

“TU ES FOLLE!”.

La voce, di almeno una decina di ottave più alta del normale mi perfora i timpani.

“Non ti sono simpatici i tuoi cognati?” le chiedo con una faccia tosta che non pensavo di possedere.

“Je les déteste! Non li soporrrrto!”

“Ho capito. Allora, non hai voglia di pranzare con loro.”

“Non! Absolument!”

“Io faccio un salto da loro. Tu vai o stai?”

“Torno alla Tana. E’ meglio!”

“Va bene.”

“Domani alle nove, sempre qui, Ninfadorà!”

E sparisce con un pof!

“Mi chiamo Tonks!” strillo rivolta all’etere, pestando un piede per terra per la rabbia.

Ragioniamo: Fleur dice che non le piace nessuno dei suoi parenti acquisiti. Se preferisce rimanere con Molly alla Tana, piuttosto che con i gemelli, ciò sta a significare che, correggetemi se sbaglio, i due gliene hanno combinata una di troppo. Vedrò di ricordarmene la prossima volta che Fleur diventa insopportabile.

Cioè domani a partire dalle nove.

Ho bisogno di riflettere, per cui, per oggi, pranzerò da sola.

Il gelato porta consiglio…

* * *

Ciao a tutti! finalmente riesco a postare questo aggiornamento dopo le peripezie del sito.

Grazie a tutti voi che avete letto e recensito, ma un grazie particolare va alla cara Elfie che mi ha generosamente prestato il negozio di Chez Sabine, la fisionomia della proprietaria del negozio e, direttamente dalla prova del drago, Costanza e Nadja. Se non avete letto questa ff, dateci un occhio perché ne vale davvero la pena. (autore L-fy) e grazie anche a Serintage per avermi betato.

E ora, i ringraziamenti ad personam.

Corvonero19: senti, se ti pago, vieni a dirmi cose carine tutti i giorni? La mia personale autostima ne sarebbe alquanto rinfrancata. Comunque grazie, grazie davvero.

Cucciola83: piacere di conoscerti, cara compagna di casa, ma se leggi la recensione precedente, puoi capire che siamo pochi ma buoni. Remus mi piace tanto ed ho un debole per i personaggi pasticcioni e casinisti, sai, per il fatto dell’autoidentificazione…

Varekai: mille grosie à toi! Je suis contant che l’histoire ti piascia tooonto. Anche moi si diverte a scriverlà!

Elenie Estel: Ma no, Molly non è che la dipingo male, è che secondo me, una mamma per difendere i suoi bambini farebbe questo ed altro… ed io la prendo in giro! uaz uaz uaz!

Evan88: Sacre merde, non ci crederai, ma l’ho letto in una fanfiction e mi sono ricordata di averlo sentito quando ero in Francia; in Inghilterra, si dice Holy Shit, ma non ha certo lo stesso pathos, sei d’accordo?

Briseide: i tuoi complimenti sono una vera spinta propulsiva per me, grazie di cuore! Elfie: cara la mia ex Lillina (o lillotta, come gli stampi per dolci di silicone), Fred ricomparirà ancora e glielo potrai chiedere di persona (dopo che lo avrai violentato, si capisce), e sarà tutto tuo. Grazie ancora per il prestito d’uso, Elfie cara, gentilissima, al solito. Grazie per il buono sconto, ma ce li avete i reggiseno con i ponteggi?

Lu: genio no, dai, altrimenti non sarei qui a far la segretaria, però devo dire che sul nome della modella della repubblica polacca, ci ho riso io stessa per un buon quarto d’ora, di nascosto dal capo: mi diverto tantissimo ad inventare questi personaggi dai nomi taaanto evocativi. Ciao e grazie.

Suzako: no, non sei pazza. Ricordati che è una Veela e che tutti si innamorano di lei. Quasi quasi comincia a star simpatica persino a me… o Merlino!

Chloe90: Il fatto di mangiare come un maiale dal trogolo e non mettere su neanche un misero etto, è una delle peggiori ingiustizie in assoluto. Ne so qualcosa: io preparo i dolci (perché mi diverte un sacco), mio marito li mangia, di solito funziona così. Amarcord, amarcord… hai visto il tuo spazio recensioni? Ciao ciao.

Carillon: A me Ginny piaceva parecchio prima del principe. Poi è andata in decadimento totale. Harry ed Hermione non mi fa impazzire come coppia: io ce lo vedrei con Luna, ma si tratta di gusti personali…

Maura85: piacere di conoscerti. Certo, hai indovinato. Anche in questo capitolo si parla di qualcuno che tu conosci bene.

Calime: mi inchino e ti ringrazio.

Faith Sun: qui c’è stato un piccolo incidente di percorso, come avrai notato… i fuochi d’artificio arriveranno.

Grazie a tutti, a presto (sono già a buon punto del prossimo capitolo).

Baci dalla Nisi

   
 
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