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Autore: SaraMichaelis_Ciel    26/09/2011    2 recensioni
Breve fic dedicata a Fiammellina. {AcexAnne}
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Portuguese D. Ace
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Corsi giù per le scale, rischiando di inciampare più volte a causa dello strascico del lenzuolo che stringevo saldamente al petto. Liberai un sospiro frustrato mentre le guance accaldate si erano colorate di un rosso cremisi, non appena realizzai le mie attuali condizioni. Affranta mi sedetti sull’ultimo gradino, intrecciando le dita della mano tra i miei capelli.

“Grandioso…ho dimenticato di prendere i vestiti.”

Avevo così tanta fretta di allontanarmi da lui, da dimenticare la biancheria e un ricambio pulito. Di certo non potevo tornare in camera, vista la situazione imbarazzante si era venuta a creare. Quell’accendino si prendeva gioco di me, ed ogni pretesto era valido per potermi stuzzicare. Di una cosa era certa: non potevo girare per casa avvolta in un lenzuolo; se ne sarebbe approfittato e avrebbe preso il sopravvento.

Quell’accendino muscoloso riesce sempre a farmi vacillare, a tal punto da farmi perdere completamente il lume della ragione.

Scossi energicamente la testa facendo ondeggiare i boccoli corvini. Presi un bel respiro profondo e iniziai ad ispezionare il soggiorno, nella speranza di trovare qualcosa di adatto da indossare. Notai una camicia gialla appoggiata sul bracciolo del divano in pelle. La presi tra le mani, respirando una scia delicata e inebriante, simile ad incenso aromatico. La analizzai con attenzione, riconoscendola immediatamente. Il tessuto fine e morbido dal color giallo chiaro, mi riportò alla mente il giorno in cui conobbi Ace. Si trattava della stessa camicia che indossò durante il nostro primo incontro. Con un movimento fluido e rapido, accertandomi di essere sola, -lontano da sguardi indiscreti- mi privai del lenzuolo e infilai la camicia, abbottonandola in parte ed accorciando le maniche. -troppo lunghe per la mia esile corporatura- Rincuorata, mi diressi in cucina, iniziando a preparare la colazione.

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“E con questo ho concluso” - canticchiai terminando di tagliare la torta ai frutti di bosco, poggiandola sul tavolo accuratamente apparecchiato. Mi sedetti su una delle sedie lì presenti attendendo il suo arrivo.

“Ma quanto ci impiega per prepararsi ? Ormai è passata un’ora, si sarebbe già dovuto sbrigare” – borbottai tra me e me, sorseggiando lentamente il succo d’arancia appena spremuto e zuccherato.

Il solito ritardatario. Sicuramente si sarà addormentato di nuovo, in preda ad un attacco di narcolessia.

Quel super sexy narcolettico lentigginoso si appisolava improvvisamente, nei luoghi più impensabili: in giardino, sotto la doccia, durante i pasti, mentre camminava.

“Se penso di aver fatto questa fatica per preparare tutto questo ben di Dio… “ - sbuffai, tamburellando la superficie del tavolo con la punta delle dita, perdendomi nei pensieri.

Un sonoro sbadiglio provenne dalle labbra del ragazzo con le lentiggini, mentre tirava fuori dal frigo una bottiglia di sakè fresco.

“Ti vedo sovrappensiero Piccola, spero tu abbia riposato bene” - un ghigno divertito si incurvò sulle sue labbra, voltandosi parzialmente verso di me.

Deglutii a fatica cercando di focalizzare la mia attenzione altrove. Era lì, con portamento fiero e sicuro; indossava soltanto dei boxer neri alquanto aderenti, permettendomi una visuale a dir poco ampia del suo fisico statuario e muscoloso. 

Non era la prima volta che lo vedevo in quello stato, eppure il senso di calore che pervadeva il mio viso era davvero bruciante. Sentivo le guance andare a fuoco ogni volta che me lo ritrovavo davanti. I battiti si alternavano rapidamente, martellandomi in petto, quasi da riuscire a togliermi il respiro.

“Dannato Accendino, non guardarmi con quel ghigno. Lo sai che non lo sopporto!!”

Un sorriso a trentadue denti, splendente e smagliante, riuscì a spiazzarmi completamente.

Il lato sensuale e provocante alternato a quello dolce e sensibile di un cucciolo desideroso d'affetto.

“Sbaglio o quella è la mia camicia?”

“IIh non so di cosa tu stia parlando “ - indietreggiai appena di qualche passo stringendola saldamente, arrivando a sgualcire il tessuto della camicia in questione.

“Oh si invece la riconosco molto bene, è impregnata del mio profumo” – mosse un passo in avanti, raggiungendomi con rapidità.

“Qualcosa dovevo pur indossare razza di Accendino pompato, o preferivi che girassi nuda per casa?”

“Interessante, non sarebbe una cattiva idea” – rise scherzosamente, incrociando le braccia al petto e chiudendo gli occhi.

Sussultai all’improvviso e, approfittando di quel momento di distrazione da parte sua, corsi via salendo rapidamente le scale.

Necessitavo di una doccia fredda.
L’acqua avrebbe rilassato la muscolatura tesa, e avrebbe calmato questo senso di tepore che riecheggiava in tutto il corpo.
  
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