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Autore: funkia    26/09/2011    14 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Rivoglio indietro il mio posto

DON’T TELL DAD II

 

18. Who owns my heart

 

Who owns my heart?
Is it love,
Or is it art?
You now I wanna believe,
That we're a masterpiece.
But sometimes it's hard
to tell in the dark
Who owns my heart                                           Miley Cyrus

 

 

 

 

“Rivoglio indietro il mio posto!”

 

Jordan mi alzò un sopracciglio scettico, fissandomi come se fossi completamente uscita di senno. Posò la testata del giornale della mattina e scosse un po’ i baffetti a spolverino sotto al naso.

 

“Vuoi indietro il tuo posto?” Chiese.

 

“Voglio indietro il mio posto all’Ufficio Misteri.” Dissi decisa. “E non accetterò un no.”

 

Jordan esitò un po’. “Come mai ho la strana sensazione che tu non rivoglia indietro solo il tuo lavoro, Weasley?”

 

Io sospirai e mi sedetti alla sedia della scrivania di Jordan. “Senta, quello è stato il miglior posto in cui abbia potuto lavorare. Mi piace. E’ il mio lavoro. Insomma, non voglio essere una semplice giornalista, voglio essere di più. Mi affascina il mistero.”

 

“E non solo.” Disse lentamente Jordan. “Dimmi la verità, Weasley, hai visto di nuovo Malfoy in questi giorni.”

 

Toccata su un tasto dolente. “Beh, sì… ma…” Vacillai. Mai vacillare con Jordan. “Non è per lui che rivoglio indietro il mio lavoro.”

 

Jordan sospirò pesantemente e assunse un tono che aveva sempre mio padre quando doveva consigliarmi. “Senti, Weasley, non ho nessun motivo per dirti di no. Sei brillante, intelligente, determinata ma soprattutto testarda.” Mi guardò male e io arrossii. “E sono tutte doti che servono ad una buona giornalista. E non ho mai visto l’Ufficio Misteri andare così bene come quando te ne occupavi tu… ma…”

 

“Odio i ma.” Feci io scocciata.

 

Jordan allargò le braccia. “Beh, io odio che il Direttore dell’Ufficio Misteri si scopi le mie giornaliste, ma purtroppo succede abbastanza spesso.”

 

Io cercai di rimanere impassibile, ma mi sentii come se stessi ingoiando un missile a reazione. “D’accordo, mi sono fottuta il lavoro…”

 

“E non solo…” Commentò Jordan sottovoce.

 

“E so che lei non dà seconde occasioni.” Feci guardandolo negli occhi. “Ma io ho veramente bisogno di una seconda occasione.”

 

Jordan mi fissò per un po’ poi sbatté un pugno contro la scrivania e cominciò a sbraitare. “Per la miseria, Weasley, esci da questo cazzo di ufficio prima che ci ripensi! Cominci domattina! E non tornare più con quello sguardo da cane bastonato o ti faccio licenziare!”

 

Io balzai in piedi lasciandomi scappare un urletto. “Grazie! Grazie, grazie, grazie!”

 

“Sparisci!” Brontolò ancora Jordan. “Non voglio vederti per il resto della giornata!”

 

“Aww, andiamo…” Feci io ridendo. “Lo ammetta, lei ha un debole per me.”

 

Jordan accennò ad un minuscolo sorriso sotto ai suoi burberi baffoni. Scosse la testa. “Weasley, mi farai diventare matto. Ma voglio che tu mi prometta una cosa.”

 

Io vacillai e mi schiarii la gola. “Spero non si tratti delle cosce chiuse, perché ho scoperto di avere un po’ di problemi riguardo a quella regola…”

 

“No, no, per l’amor del cielo, basta con questa storia!”

 

Io scoppiai a ridere. “Va bene, signore. Di cosa si tratta allora?”

 

Jordan mi guardò. Mi guardò con gli occhi di un padre e non di un capo. “Torna a trovarci, ogni tanto.”

 

Io sfoderai un sorriso enorme. “Tornerò così spesso che pregherà Merlino perché la liberi dalla mia presenza.”

 

 

**

 

 

Mi sentivo così potente. Camminavo lungo quel corridoio come se tutto il Dipartimento fosse mio e sapevo di avere tutti gli sguardi puntati contro, ma non mi importava niente. Avevano cominciato a fissarmi fin da quando ero entrata al Ministero. Niente mi toccava, anzi, dovevo impegnarmi per non sorridere così tanto e sembrare una persona seria.

 

Arrivai finalmente davanti alla porta del mio nuovo ufficio e presi un grande respiro. Aprii lentamente e feci capolino dentro. Irene era seduta alla sua scrivania col suo solito pallore spettrale. Mi schiarii appena la gola.

 

“Mi spiace non si può…” Irene si voltò annoiata verso di me, ma non appena mi vide balzò sulla sedia e corse ad abbracciarmi. “Rose! Non posso crederci, Rose! Sei tornata!”

 

Io ridacchiai e mi sciolsi dall’abbraccio. “Ciao Irene, come te la passi?”

 

Lei mi fissò stralunata. “Come me la passo? Da quando te ne sei andata in questo ufficio siamo in alto mare. Sono venute altre tre persone. Il signor Malfoy le ha mandate via dopo neanche ventiquattrore.”

 

Io le sorrisi e le diedi una pacca sulla spalla. “D’accordo, ora ci penso io.” Guardai la porta dell’Ufficio di Malfoy. “E’ occupato.”

 

Irene annuì. “Sì.” Fece un sorrisino. “Ma credo che per te troverà il tempo.”

 

Io annui e mi feci avanti. Non sapevo neanche cosa avrei potuto dirgli data la conversazione di qualche giorno prima. Non sapevo neanche cosa mi avesse spinto a riprendermi il mio lavoro all’Ufficio Misteri.

 

Aprii discretamente la porta. Lui era lì, ricurvo su una pila indefinibile di scartoffie, concentrato, con la penna tra le dita. Per un attimo mi sembrò di rivederlo tra i banchi di scuola, impegnato sui temi di Storia della Magia, che finiva per copiare dal primo che gli capitava a tiro. Mi sentii scaldare dentro.

 

“E’ proprio vero che i tempi non cambiano allora.” Mi annunciai a voce alta, lui sobbalzò e alzò la testa su di me. “Da chi copierai questa volta?”

 

Rimase a fissarmi di sasso. E solo poche volte avevo avuto l’onore di gustarmi quella faccia da pesce lesso. E una di quelle volte avevo appena confessato di essermi innamorata di lui.

 

“Che ci fai qui?” Chiese alla fine.

 

Io feci la vaga e scrollai le spalle. “Ho saputo che siete pieni di lavoro. Pensavo di poter dare una mano.”

 

“Stai dicendo sul serio?” Io non risposi e rimasi a fissarlo con un sorriso sulle labbra. Malfoy si alzò dalla sua scrivania e mi raggiunse, titubante, fermandosi appena ad un passo da me. “Cosa ti ha fatto cambiare idea?”

 

Io abbassai la testa e scrollai le spalle. “Questo lavoro mi piace.” Sussurrai.

 

Lo vidi aprire la bocca per parlare, ma sembrò ripensarci. Tornò sui suoi passi e si passò una mano tra i capelli albini. “Sono felice che tu ci abbia ripensato, sono sommerso di lavoro e Jordan non riesce a trovarmi una giornalista decente. Irene e Charice stanno aiutando molto ma…”

 

Io annuii. “Ci penso io.” Dissi porgendo le mani. “Dammi pure.”

 

Scorpius alzò un risma di fogli incredibile e camminò lento verso di me forse per paura di farli cadere. Me li posò sulle mani che tenevo aperte, riuscivo appena a vedere al di sopra dell’ultimo foglio. Sorrisi, anche se il mio sorriso era nascosto dal pacco di fogli.

 

“Tutto qua?” Feci sarcastica.

 

Lui sbuffò e chiuse gli occhi. “Non criticare, sto lavorando anche di notte per riuscire a stare al passo, ma sembra impossibile. Solo cianfrusaglie, ma vanno sbrigate.”

 

“Cianfrusaglie, eh?” Feci io alzando un sopracciglio. “Dammi due ore di tempo.”

 

Malfoy scoppiò a ridere. “Due ore?” Mi sbeffeggiò. “Senza offesa, Weasley, ci lavoro da una settimana.”

 

“Va bene.” Feci calma. “Dammi due ore.”

 

Malfoy rimase fermo a fissarmi, anche se probabilmente riusciva a vedere solo i miei occhi. Io non cedetti neanche per un secondo. Fissò la pila di fogli che avevo tra le mani e tornò a guardarmi negli occhi. “… se lo dici tu.”

 

“Lo dico io.” Feci convinta. Posai i fogli a terra e li feci lievitare con un incantesimo, poi tornai a guardare Malfoy. “Infondo avevi ragione, sono sempre la solita Rose Weasley ed oltre a profumare di rose, sono sempre la solita secchiona.”

 

Si concesse un sorrisetto. “Riesci sempre a stupirmi.”

 

“Peccato non si possa dire la stessa cosa di te.” Feci io punzecchiandolo.

 

Malfoy fece una smorfia. “Weasley, sei sicura che ti convenga giocare col fuoco? Lo sai che adesso sono di nuovo il tuo capo?”

 

Io alzai un sopracciglio, scettica. “Sì, signore.” Ci guardammo per un po’ poi mi riscossi. “Beh, questo lavoro non si sbrigherà da solo.”

 

Lui annuì. “Se hai bisogno di me, sono qua in ufficio.”

 

Aprii la porta e mi voltai un’ultima volta prima di uscire. “Bisogno di te?” Feci con mezzo sorriso. “Non temere, Malfoy, penso proprio di potermela cavare da sola. Sempre che tu non decida di interrompermi come al tuo solito ogni cinque minuti per qualche stupidata.”

 

Malfoy si schiarì la gola, punto sul vivo. “Me ne starò buono qui.”

 

“Voglio sperare.”

 

 

**

 

 

Dopo un’ora avevo già dimezzato il lavoro da fare e Charice, che cercava di darmi una mano, non sapeva neanche da che parte cominciare. Andavo troppo veloce per lei. Per non farla sentire inutile, avevo deciso che avrebbe ricontrollato le mie bozze, anche se sapevo che non ce ne sarebbe stato alcun bisogno.

 

Irene aveva passato tutto il tempo a ringraziarmi di essere tornata. Sembrava quasi aver ripreso un po’ di colore.

 

Io, però, ero troppo indaffarata col mio lavoro per poter stare a chiacchierare con loro. Solo quando il plico di fogli si sfoltì parecchio, rallentai il mio ritmo e riuscii a scambiare qualche parola con Irene e Charice.

 

“Non è venuto neanche un secondo a vedere come stava andando.” Disse Charice guardando la porta di Malfoy. “Non lo trovi strano?”

 

Alzai lo sguardo sull’orologio al muro. Ancora dieci minuti e le mie due ore sarebbero finite. Sorrisi tra me. “Sono sicura che sta morendo dalla voglia di venire di qua.” Dissi. “Ma non è ancora il momento.”

 

Charice corrucciò la fronte ma non osò chiedere niente. Spillò un paio di fogli insieme e sospirò. “Non so davvero come avremmo fatto senza di te, Rose! Ancora un paio di giorni e mi avrebbero ricoverata al San Mungo… e credo che Irene stesse per avere un attacco di nervi.”

 

“Va così male?” Chiesi io sinceramente perplessa.

 

Charice annuì. “Questa settimana abbiamo lavorato tutti fino a tardi. Non sono mai rientrata a casa prima di mezzanotte. E il Capo era sempre di pessimo umore.”

 

Potevo immaginare per quale motivo. “Non c’è da preoccuparsi.” Feci io incoraggiante mettendo giù l’ultimo foglio. “Abbiamo finito.”

 

“Per adesso.” Fece lei sospirando. “Vado a prendere le altre pratiche.”

 

“No.” La ripresi per un braccio trattenendola. “Charice, abbiamo finito.”

 

Lei mi fissò shockata. “Hai finito tutto il lavoro nel giro di due ore? Ma come diavolo hai fatto?”

 

“E’ Rose Weasley.” Arrivò la voce di Malfoy da dietro di lei.

 

Charice si mise a sedere lentamente fissandomi allibita, come se fossi una specie aliena. Malfoy. Invece, si fece avanti verso la mia scrivania e guardò compiaciuto le cartelline completamente ripulite, i fogli spillati, le cartacce nel cestino e le bozze in ordine cronologico. Scosse la testa tra sé.

 

“Non dirmi che sei sorpreso.”

 

Lui scosse la testa. “Non so come ho fatto a starmene chiuso in ufficio per due ore senza sapere cosa succedesse di qua. Ma sapevo che avresti finito tutto in due ore.”

 

Guardai l’orologio. “Un’ora e cinquantaquattro minuti.”

 

“Sì, sì, abbiamo capito, Weasley. Sei brava.” Fece Malfoy annoiato.

 

Io sorrisi beffarda. “Sono la migliore.”

 

Malfoy roteò gli occhi. “Sì, certo.” Si voltò verso Charice. “Beh, Charice, puoi andare a casa.”

 

Lei lo fissò per qualche secondo, come se non avesse sentito una sola parola. “Davvero?”

 

Malfoy sorrise e annuì. “Hai fatto troppi straordinari ultimamente. Va’ pure a casa. E prenditi la giornata libera domani.”

 

Gli occhi di Charice si illuminarono. Saltò al collo di Malfoy. “Lei è il miglior capo che si possa desiderare!”

 

Malfoy non ebbe il tempo di dire nient’altro perché Charice si carico borsa in spalla, diede un veloce saluto a Irene e si scaraventò nel corridoio chiudendosi fragorosamente la porta alle spalle. Io scoppiai a ridere e Malfoy alzò un sopracciglio, tornando lentamente a guardare me. Si schiarì la gola gonfiando il petto.

 

“Beh, allora? Sono il miglior capo che si possa avere?”

 

Io feci una smorfia. “Spiacente, nessuno è meglio di Jordan.”

 

Sbuffò una risata. “Sei la prima persona al mondo a definirlo il capo dell’anno, lo sai?”

 

Io scrollai le spalle puntellandomi sui gomiti. “Lo so.” Dissi ridacchiando. “Ma credo proprio che abbia una cotta per me.”

 

“Non è il solo.”

 

Arrossii. Malfoy mi stava fissando con uno sguardo che di professionale non aveva proprio niente. E avevo visto quello sguardo altre volte. I suoi occhi erano gli stessi di sempre, gli stessi che mi ero riscoperta a fissare quel giorno di tanti anni prima, quando tutto era iniziato.

 

Io, al contrario, distolsi lo sguardo imbarazzata. “Sono qui per lavorare.” Gli rammentai.

 

Lui allargò le braccia. “Beh, hai finito tutto il lavoro. Che c’è, non possiamo neanche più parlare?”

 

Io alzai un sopracciglio, scettica. “Non abbiamo mai avuto grandi conversazioni, io e te.”

 

“Non parlo molto con nessuno.” Fece Malfoy scrollando le spalle.

 

Io feci una smorfia. “Ma davvero? Dimmi qualcosa che non so.”

 

“Credo che sia impossibile, Miss Enciclopedia.” Fece prendendomi in giro. “Come mai Jordan ha deciso di rispedirti quaggiù?”

 

Io mi schiarii la gola ma abbassai lo sguardo. “Beh, sapeva che eri nei guai fino al collo ed ha dovuto mandare qualcuno all’altezza della situazione.”

 

Malfoy mi fissò per un paio di secondi. Poi tirò fuori il suo solito sorrisino malizioso. Lo odiavo. “L’hai supplicato, non è vero?” Io non risposi e lui scoppiò a ridere. “Oh avanti, dimmi la verità! Hai supplicato di tornare qua da me!”

 

“Non da te!” Sottolineai infervorata. “In questo ufficio!”

 

Malfoy fece di nuovo quel fastidioso sorrisino. “Come ti pare…”

 

Io mi morsi un labbro diventando improvvisamente più seria del dovuto. Lo guardai negli occhi. Sapevo che la mia vita era ancora un casino al momento. “Seriamente, Scorpius… non sono qui per te. Non posso essere qui per te.”

 

Lui sospirò pesantemente. “Che cosa devo fare?”

 

Aggrottai la fronte. “Come?”

 

“Cosa devo fare?” Disse di nuovo serio, come poche volte lo avevo visto. “Ci dev’essere un modo per farti capire che noi… oh, ti prego, non farmelo dire, Weasley!”

 

“Non c’è nessun noi.” Dissi io incrociando le braccia al petto. “Smetti di sognare.”

 

“Sognare?” Fece lui quasi offeso. “Tu hai mandato a monte il tuo matrimonio per me! E adesso ti comporti come se niente fosse!”

 

“No, tu hai mandato a monte il mio matrimonio!” Stavo cominciando ad arrabbiarmi. “Non cercare di far ricadere la colpa su di me!”

 

“Non sono stato io a presentarmi alla tua porta richiedendo… affetto!” Fece Malfoy quasi risentito. “Dovresti ringraziarmi, ti saresti svegliata tra dieci anni accanto ad uomo che si chiama come un cane solo per accorgerti di aver sbagliato tutto quanto!”

 

Stavolta balzai in piedi. “Sei stato tu a cominciare! Tu mi hai baciata in ascensore!”

 

Dietro le spalle di Malfoy qualcuno diede un colpettino di tosse. Ci voltammo entrambi, Irene era seduta impettita alla sua scrivania, completamente arrossita e chiaramente a disagio. “Non… non vorrei interrompere ma io sono ancora qui… e questa conversazione sta diventando imbarazzante…”

 

Malfoy alzò la testa al cielo, prese un sospiro. “Ho del lavoro da fare.” Disse dandomi le spalle e entrando nel suo ufficio chiudendosi la porta dietro le spalle.

 

Io rimasi ferma in piedi, come un’idiota. Mi scambiai uno sguardo imbarazzato con Irene.

 

“Beh, secondo me non ha tutti i torti.” Fece lei timidamente.

 

Io la guardai male. “Oh, chiudi il becco!”

 

 

**

 

 

“E’ un idiota!”

 

Al e Vanessa si scambiarono uno sguardo e sospirarono. Al fece una smorfia. “Perché mi sembra di rivivere un deja vu ogni volta che vieni a trovarci?”

 

Vanessa si portò una mano sulla panciona e scrollò le spalle. “Andiamo Rose, perché non puoi ammettere che ti piace e farla finita con questa storia.”

 

Io sentii la rabbia ribollirmi nelle vene. Non l’avrei mai ammesso, mai e poi mai, anche se una remotissima parte di me avrebbe voluto urlarlo al mondo. Ma lui era troppo un idiota perché io potessi ammettere quello che provavo!

 

“Io lo odio!”

 

“Tu non lo odi.” Fece stanco Al. “E ti piace da matti che ti faccia arrabbiare.”

 

Battei un piede a terra. “Oh ma insomma, che diavolo vi è successo?” Feci esasperata. “Ora siete tutti amici di Malfoy? Prima Lily e adesso voi due…”

 

Al fece mezzo sorriso e scosse la testa. “Ma non vedi, Rose? Sei di nuovo te stessa. Duole ammetterlo, ma Malfoy ti fa bene, nonostante ti faccia saltare i nervi. Ed hai di nuovo un lavoro che ti piace. E adesso non hai più niente da poter mandare a monte.”

 

Io lo guardai male. “Quindi anche tu pensi che sia stata io a mandare a monte il mio matrimonio?”

 

“Beh… di certo non sono stato io.” Fece obbiettivamente Al.

 

Vanessa si umettò un labbro. “Non pensiamoci più, Rose, quello che è passato è passato. Adesso concentriamoci sul futuro, mh?”

 

Io la guardai e sospirai pesantemente cercando di calmarmi e pensare come una persona normale. Picchiettai le dita contro il mobile più vicino, lo facevo sempre quando ero davvero molto nervosa o molto confusa o entrambe le cose.

 

“Cosa dovrei fare?”

 

Al e Vanessa si scambiarono uno sguardo. Cominciavano ad andare troppo d’accordo quei due, mi davano i brividi.

 

“Non pensavo sarebbe mai arrivato il giorno in cui Rose Weasley si sarebbe trovata senza una risposta.” Scherzò Al.

 

“Non è divertente.” Lo ripresi io.

 

Vanessa si alzò un po’ affatica, tenendosi il pancione con le mani. “Rose, la tua storia con Scorpius è stata bellissima. E’ stata bellissima perché siete strani entrambi, perché vi irritate a vicenda, perché litigate sempre, perché nessuno ci avrebbe mai scommesso un soldo, perché è complicata e buffa e divertente.” Disse. “E anche noi ci siamo divertiti a vedervi andare avanti.”

 

Io alzai un sopracciglio. “Da matti.”

 

Vanessa scosse la testa e mi guardò quasi con pena. “Ma non siamo più ai tempi della scuola, Rose.” Sospirò. “Devi smetterla di giocare, devi cominciare a comportarti da adulta.”

 

Perché mi suonava tanto come un’offesa? “Io mi comporto come un’adulta. Ma con Malfoy è tutto così difficile! Perché diavolo dovrei comportarmi bene con lui?”

 

“Non vuoi essere felice, Rose?” Vanessa mi guardò seria e io rimasi presa alla sprovvista. “Non vuoi vivere il resto della tua vita con un sorriso sulle labbra? Svegliarti la mattina ed avere accanto una persona che ami, che ti rende felice e ti faccia sentire speciale. Una famiglia.” Disse accarezzandosi il pancione. “Non sei ancora stanca di fare giochetti come a scuola? Non c’è più nessuna coppa delle case da vincere.”

 

Io sentii un rospo in gola e mi voltai verso Al che sedeva ancora sul divano. Aveva lo sguardo basso e sembrava mortificato.

 

“Guardia in faccia alla realtà, Rose.” Continuò Vanessa. “Tu non odi, Scorpius. Tu lo ami ed hai solo paura di affrontare la cosa.”

 

Io feci una risata nervosa. “Io non lo… che stai dicendo, Vanessa!”

 

Al alzò finalmente la testa e mi fissò serio. “Tu lo ami, Rose. Non perdere il tuo tempo. Non aspettare di trovarti in punto di morte per capire cosa vuoi davvero. Non è piacevole, te lo assicuro.”

 

“Io…” Ero sempre più confusa. Ero lì solo per lamentarmi e mi stavo prendendo una lezione di vita. Come era successo?

 

Vanessa si avvicinò a me e mi posò una mano sulla spalla. “Lo so che hai paura, Rose, ti conosciamo più di chiunque altro. Hai paura di perdere la parte divertente della storia. Ma tu sarai sempre Rose Weasley e Scorpius sarà sempre Scorpius.”

 

Io abbassai lo sguardo. Ero stata così concentrata a cambiare la mia vita per anni, per cambiare quella ragazza che ero a scuola, solo per rendermi conto in quel preciso istante che avrei voluto rimanere la stessa per sempre. E’ che non sentivo di esserlo più da molto tempo.

 

“E se le cose dovessero cambiare?” Chiesi timorosa.

 

“Non lo faranno.” Fece Al con un sorriso. “E sai perché?”

 

Io scossi la testa. “No, perché?”

 

Vanessa sorrise caldamente e rafforzò la presa sulla mia spalla. “Perché profumerai per sempre di rose, Rose Weasley.”

 

 

**

 

 

 

Gesù, è stato come un parto trigemino!! Mi dispiace così tanto di aver tardato l’aggiornamento alla storia, che poi è una storia che io amo con tutta me stessa ma sono stata così tanto impegnata che non faccio altro che andare a lavoro e dormire e tutto il resto è passato in secondo piano.

Avevo anche cercato di scrivere una shot per il concorso dell’estate ma ovviamente non ho finito in tempo e ho sforato i tempi di consegna… sono un disastro!!

Ditemi almeno che il capitolo vi è piaciuto! Ho bisogno di questa consolazione!

Forse il finale è un po’ troppo smielato, ma ultimamente sto guardando One Tree Hill e mi sento tutta piena di consigli da grande donna e di grandi monologhi da telefilm… bah… mi passerà!

 

Per una volta non ho ancora la più pallida idea di come si chiamerà il prossimo capitolo! Ne avevo scritto uno ma mi faceva schifo ed è finito nel cestino…

 

 

Per ora vi saluto con affetto!

Zia funkia… vostra per sempre!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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