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Autore: Il Saggio Trentstiel    26/09/2011    3 recensioni
Teresa Lisbon si è fregata con le sue mani.
Patrick Jane è, ovviamente, artefice di questa fregatura.
Teresa Lisbon potrebbe sparargli.
Patrick Jane potrebbe evitarlo.
Sette capitoli, sette ore, ed una strana scoperta.
Dal capitolo 7:
Quella scena sembrava un déjà vu.
Un grosso SUV nero sfrecciava per le strade di Sacramento, incurante dei limiti di velocità.
Alla guida, sereno e rilassato, stava Patrick Jane.
Accanto a lui, immersa in un silenzio astioso ed irritato, c'era Teresa Lisbon.
Lei era convinta di avere tutti i motivi per essere irritata con lui.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~8.00 PM
Nei pressi di Main Avenue*
 
Jane non avrebbe potuto scegliere un orario peggiore per farsi venire a prendere.
Anzi, per pretendere che Lisbon uscisse di corsa da casa sua, finisse in mezzo al traffico e girovagasse un'eternità per trovare parcheggio.
Come Dio volle, Teresa riuscì a posteggiare poco lontano dalla sede del CBI e poté considerare la tortura terminata.
No, ad essere sinceri la vera e propria tortura doveva ancora cominciare...
Abbassò il finestrino, scrutando l'ingresso del CBI: ancora nessuna figura alta, ben vestita e dal sorriso sornione, meglio così!
Sospirò e lanciò un'occhiata all'orologio dell'automobile: i numeri luminosi indicavano le otto e dieci.
Bene, lei era in ritardo, ma Jane lo era ancor di più!
Non solo aveva preteso che lei gli facesse da autista, ma si permetteva anche di prendersela comoda?
Se non altro...
Quella situazione le avrebbe potuto permettere di tornarsene a casa: magari Jane si era dimenticato dell'appuntamento ("cena", si corresse mentalmente, storcendo la bocca), oppure si era addormentato, oppure...
Oppure di quella cena, in fondo, non gliene importava così tanto.
Lisbon si accigliò lievemente, osservandosi nello specchietto retrovisore: alzò una mano per sistemarsi i capelli, continuando a pensare al fatto che sarebbe potuta andar via senza problemi, senonché...
"E' proprio vero che la vanità è donna!"
Lisbon sobbalzò e la mano le volò automaticamente alla borsetta, abbandonata sul sedile accanto a lei, all'interno della quale teneva come sempre una pistola.
Si rilassò -anche se non del tutto- quando riconobbe Jane, sorridente e tranquillamente appoggiato alla sua auto: Lisbon lo fulminò con lo sguardo.
"Non farlo mai più!" sibilò, agitandogli un dito davanti al viso.
La cosa parve divertire Jane ma, prima che l'uomo potesse dire alcunché, Teresa lo bloccò.
"Tra l'altro non si dice che è la curiosità ad essere donna?"
Il sorriso di Jane si allargò.
"Sì, ma secondo il mio modesto parere è più adatto il mio proverbio. Piuttosto..." aggiunse, fissando Lisbon ed inclinando la testa da un lato.
"Perché avevi quell'espressione così seria e concentrata?"
Lisbon percepì il cuore batterle più rapido nel petto: ecco, adesso lei gli avrebbe mentito, lui avrebbe smascherato le sue menzogne e se ne sarebbe andato.
Sebbene questa successione di eventi le avrebbe consentito di tornarsene a casa, doveva ammettere che almeno un po' le sarebbe dispiaciuto.
Inspirò dal naso e tentò di ostentare un'aria tranquilla.
"Stavo provando ad indovinare dove saremmo andati a cena."
Anni ed anni di indagini ed interrogatori erano serviti a qualcosa, dunque!
Una bugia semplice ma efficace, difficilmente riconoscibile per la sua natura fallace e più che credibile: neanche Jane avrebbe potuto sbugiardarla!
L'uomo si fece meditabondo per qualche secondo, recuperando in fretta la sua solita espressione sorniona.
"Ti dirò, sarebbe potuto sembrare..."
Jane utilizzò volutamente il condizionale.
"...Che tu volessi fuggire da qui: forse non te ne sei resa conto, ma continuavi a guardarti attorno con aria circospetta!"
Lisbon sgranò gli occhi, stupita: da quanto la stava osservando a sua insaputa?
Quel... Quel... Ecco, non le veniva in mente neanche un aggettivo adatto per definirlo!
Jane parve intuire cosa stesse passando nella mente di Lisbon e scosse la testa divertito.
"Beh, allora andiamo?"
Lisbon annuì meccanicamente, facendogli cenno di accomodarsi al posto del passeggero: Jane tuttavia non si mosse.
"Non se ne parla: o guido io, o ce ne torniamo a casa."
Teresa alzò gli occhi al cielo, trattenendosi con difficoltà dall'imprecare: lo detestava quando faceva i capricci come un bambino dell'asilo!
"No Jane, sali e non fare storie!"
L'uomo sollevò le sopracciglia ed incrociò le braccia.
"Avanti, vuoi dirmi che non ti infastidisce dover essere tu a guidare? La mia è semplice cavalleria!"
Si produsse in un inchino rigido e stereotipato che Lisbon faticò a trovare divertente.
La donna era consapevole del fatto che se avesse continuato a rifiutare l'offerta, Jane non solo non se ne sarebbe andato a casa -come invece aveva affermato-, ma bensì l'avrebbe tormentata finché non avesse ceduto.
Dunque era meglio cedere da subito.
Lisbon si slacciò la cintura di sicurezza, aprì lo sportello ed uscì dall'automobile consegnando le chiavi a Jane.
"Vedi di rispettare il Codice della Strada, almeno!"
L'uomo ridacchiò divertito.
"Lisbon, non vuoi che ti apra lo sportello?" domandò mentre la donna entrava in auto e si sedeva accanto al sedile del guidatore.
"Sarebbe stata una mossa galante, da vero cavaliere!"
Un "Va' all'inferno" borbottato fu l'unica risposta che ottenne da Lisbon, ma non parve crucciarsene.
Entrò in auto e si mise alla guida, voltandosi verso Teresa e trovandola che fissava ostinatamente fuori dal finestrino.
Jane sorrise e mise in moto: nonostante quell'atteggiamento scontroso, Lisbon aveva un tono divertito quando l'aveva mandato al diavolo.
Ciò significava che la premura di Jane non le era dispiaciuta poi tanto.
Mentre viaggiavano in silenzio lungo le strade di Los Angeles, entrambi rifletterono sul fatto che la serata doveva ancora cominciare.
Jane sperava che Teresa la finisse di recitare la parte dell'arrabbiata, così da poter tornare a stuzzicarla in tutta tranquillità.
Lisbon sperava che la serata finisse il prima possibile, in modo da non dover ascoltare le provocazioni di Jane e da non doverlo guardare negli occhi.
E quel pensiero adesso? Che senso aveva?
Teresa sospirò e si voltò verso il guidatore.
"Jane? Esattamente, dove stiamo andando?"
L'uomo sorrise senza distogliere lo sguardo dalla strada.
"E' una sorpresa Lisbon! Ormai mi conosci, sai che mi piace stupire e sorprendere!"
Lisbon annuì lentamente: sì, lo conosceva bene.
Era proprio per questo che era preoccupata...







*Grazie alla recensione di Aoko Nakamori ho corretto l'indirizzo della sede del CBI, che ora è completamente inventato (ma si tratta di una via esistente a Sacramento) =D
   
 
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