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Autore: TheGhostOfYou    26/09/2011    6 recensioni
E se Lily avesse ricambiato l'amore di Severus? Se fossero stati insieme, e dalla loro relazione fosse nato Harry? Cosa sarebbe accaduto?
Severus Piton conosce Lily Evans poco prima di cominciare Hogwarts; Lily è una nata Babbana, ma è una strega eccezionale. Severus se ne innamora all'istante. Passano gli anni, e anche Lily si accorge di provare gli stessi sentimenti di Severus. Si mettono insieme, e vanno a vivere nelle campagne inglesi. Ma Severus è tentato dal potere, e si unisce a Voldemort, proprio quando Lily scopre di essere incinta. Lei lo lascia e lui, distrutto da dolore, mette anima e corpo nella causa di Lord Voldemort. Quando scopre che Lily ha sposato James Potter, suo nemico di sempre, lascia i Mangiamorte e tenta di riprendersi colei che ama. Ma è troppo tardi. Lily è stata assassinata.
Undici anni dopo, Harry Potter, suo figlio, arriva a scuola. Ha lo stesso carattere di James, ma Severus sa che è suo figlio. Da quel momento in poi, rischierà tutto per tenerlo al sicuro, senza però rivelargli la verità.
Harry scoprirà chi è il suo vero padre, o vivrà per sempre con la convinzione di essere figlio di James?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, I Malandrini, Narcissa Malfoy | Coppie: Lily/Severus
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Il tuo fantasma - La serie'
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5. Tutta la differenza del mondo.

Severus aprì la porta con una rabbia inaudita, e si tolse il mantello nero, sfumato di bianco sulle spalle e sull’orlo, e lo gettò di lato con noncuranza. Si sedette sulla sua poltrona, l’unico elemento di decoro, oltre al letto ed alla scrivania, in quella stanza. Agitò la bacchetta, e dopo un breve attimo, un bicchiere di cristallo fluttuò davanti a lui, ricolmo fino all’orlo di una bevanda ambrata, che lui prese tra le mani ossute e svuotò in un sorso.
Chiuse gli occhi, lasciandosi cadere sulla poltrona; gli faceva male la testa, ed era arrabbiato.
 
Era arrabbiato con Silente perché sembrava non accorgersi di quello che accadeva in quella scuola. Era arrabbiato con se stesso perché era stato poco duro nei confronti di Raptor.
 
Da qualche giorno, si comportava in modo strano, più strano del solito. Girava furtivo, spaventato da tutto e da tutti. Severus non ci aveva dato molta importanza, fino al giorno prima di Halloween. Si trovava di passaggio davanti alla sala insegnanti, quando l’aveva sentito parlare da solo. O meglio, con qualcuno che non c’era.
 
- Ucciderò il ragazzo, mio signore, e lo farò solo per voi.-
 
Mio Signore.
Era il modo in cui i Mangiamorte chiamavano Voldemort quando era potente; era il modo in cui anche lui aveva chiamato Voldemort, per diverso tempo. Era così che l’aveva chiamato, quando lo aveva informato della profezia.
 
- Mio Signore, un bambino nato alla fine di Luglio da due genitori che per tre volte vi hanno sfidato è colui che vi contrasterà, il vostro più grande nemico.-
 
Aprì gli occhi, e mosse nuovamente la bacchetta, riempiendo il bicchiere per la seconda volta e svuotandolo con la stessa velocità di poco prima.
Si sentiva svuotato come quel bicchiere: svuotato da tutte le emozioni, e riempito d’odio. L’odio per Raptor, perché voleva uccidere suo figlio, l’odio per se stesso, per aver detto di quella profezia al Signore Oscuro, l’odio per Voldemort, che gli aveva portato via tutto quello che aveva di più caro.
Ma, soprattutto, odio verso Silente.
Il Preside l’aveva ignorato, quando era corso da lui per riferire quello che aveva sentito, il modo in cui Raptor adulava il suo signore. Ma Silente era rimasto impassibile, i suoi occhi azzurri così penetranti sembravano rilassati, e aveva addirittura sorriso.
 
- Il professor Raptor non ci darà alcun fastidio, Severus.- aveva detto con la sua voce pacata, invitandolo a sedersi con un gesto della mano.
- Stai scherzando, Albus? Io l’ho sentito! Parlava con… Tu Sai Chi.- ora pronunciare quel nome lo terrorizzava e lo schifava al tempo stesso.
- Non credo, ma anche se fosse, Severus, non sono cose che devono interessarti.-
- Non devono interessarmi? È mio figlio, Albus!- le mani tremavano, mentre stringeva quei braccioli di pelle. Desiderava strappare quella pelle costosa con le sue mani.
- Harry deve imparare ad affrontare Voldemort da solo, Severus. Lui l’ha disegnato come suo nemico, ed è l’unico che può davvero sconfiggerlo, e tu lo sai.-
La voce di Silente si era alzata di un tono, ma gli occhi continuavano ad essere calmi e rilassati. Severus aveva avuto l’impulso di prenderlo a schiaffi.
Si era alzato, lentamente, e senza dire una parola si era diretto alla porta.
- Severus?-
Non si era girato, limitandosi a fermarsi per un attimo, la mano sulla maniglia.
- Arriverà il giorno in cui potrai abbracciarlo.-
 
Voldemort.
Era cominciato tutto da lui, per causa sua. Lily l’aveva lasciato per causa sua, Lily era morta per causa sua, ed ora Harry rischiava la vita per causa sua.
Si passò una mano sugli occhi; si sentiva infinitamente vecchio, e stanco. Il ruolo di odioso professore di Pozioni lo logorava, ma non poteva farci nulla. Quella era la sua natura; l’allegria e spensieratezza che aveva provato i primi mesi ad Hogwarts si erano affievolite, lasciando spazio alla freddezza e al cinismo.
Ed era tutta colpa di Voldemort.
 
E anche di Potter, quel maledetto.
 
Si alzò in piedi, e barcollò per un momento. Aggrappandosi alla scrivania, mosse la bacchetta con la mano destra, mormorando qualcosa tra le labbra sottili. Un bacile di pietra fuoriuscì dalla vetrina dietro la scrivania, mentre Severus estraeva un pensiero argenteo dalla sua testa.  Lo depositò dentro il Pensatoio, e in un attimo sulla superficie liscia, che costituiva il flusso dei suoi pensieri, si formò il volto della donna che amava da svariati anni.
Lily lo guardava con i suoi occhi verdi, ed un sorriso bellissimo. Era il ricordo di lei ad undici anni, quando ancora entrambi non sapevano nulla della vita, ma sapevano solo di volerla vivere insieme.
Stanco come non mai, Severus cercò in tutti i modi di ignorare il volto della sua Lily che usciva dal bacile di pietra, ma quel sorriso era troppo.
 
I ricordi fanno male,questo lo sapeva.
Ma non c’era nulla di male nel rivedere la sua Lily, almeno nei ricordi.
 
Si avvicinò alla superficie luminosa, sorridendo per la prima volta dopo anni. Appoggiò il naso sui ricordi vorticanti ed improvvisamente si ritrovò a roteare dentro la sua mente.
 
***
 
Era il giorno di Natale, anzi, la notte di Natale per essere precisi. I corridoi erano bui e silenziosi, mentre la neve scendeva sul castello e sulle colline che lo circondavano. Il Lago Nero era una lastra unica di ghiaccio, e gli alberi erano pieni di neve soffice e candida.
In quella notte così calma e serena, improvvisamente scoppiò un rumore improvviso.
Due ragazzini in pigiama correvano su per una delle scale principali del castello, senza guardarsi indietro. I capelli rossi della ragazzina ondeggiavano, mentre la sua mano era stretta in quella del ragazzino troppo magro per il suo pigiama.
 
I tre mesi più belli della mia vita.
 
Si buttarono di lato, mentre il rumore aumentava e si avvicinava a loro, ed entrarono in una delle aule vuote alla loro destra.
- Alohomora.-
Severus si appoggiò lentamente alla porta di legno, e rimase per qualche secondo in ascolto. Il rumore che li aveva inseguiti passò oltre. Scuotendo la testa, si appoggiò alla porta e scivolò sul pavimento, poi aprì gli occhi scuri.
Lily era li che lo guardava, con quegli occhi verdi illuminati, e il viso rosso per la corsa.
Scoppiarono entrambi a ridere, nello stesso istante.
- Non posso crederci che l’abbiamo fatto!- sussurrò lei, mentre cercava di dare un freno alle risate.
- Pix se lo meritava.-
- Lo so, lo so! Idea geniale, spedirgli le cacche di gufo!-
Erano passati tre mesi dal loro primo giorno ad Hogwarts; erano stati i tre mesi più belli della vita di entrambi. Nonostante fosse Serpeverde, Severus passava ogni minuto libero con Lily: a scuola li chiamavano scherzo della natura, per il loro frequentarsi così assiduamente.  Eppure, a loro sembrava non interessare nulla. Severus era sempre stato solo, e nella sua sala comune non era di certo popolare, ma era felice finchè Lily avesse deciso di rimanere al suo fianco.
 
E poi era Natale.
 
- E’ Natale.- sussurrò Severus, mentre si alzava e si avvicinava a Lily. – Il primo Natale insieme.-
- Si.- rispose lei. – E’ sempre stata la mia festa preferita.-
- Io non ho soldi, lo sai, Lily. Ma ci tengo a farti un regalo.- continuò il ragazzino, prendendole la mano.
- Non è necessario.-
- Si invece.-
Agitò per un attimo la bacchetta, e fiocchi di neve finta cominciarono a vorticare in mezzo alla stanza; non c’era freddo, ma la neve era ugualmente bellissima e Lily la osservò incantata, mentre sulla mano si Severus compariva un giglio.
- E’… Bellissimo. Ma dove l’hai imparato?-
- L’ho sgraffignato a Vitious, ho sentito che voleva incantare la Sprite!-
Scoppiarono entrambi a ridere, mentre Lily si sistemava il giglio tra i capelli rossi e Severus le porgeva la mano pallida.
- Vuoi ballare con me?-
- Ma certo!-
Si ritrovarono a volteggiare in mezzo alla neve finta, senza musica, guardandosi teneramente negli occhi, con l’innocenza di due ragazzini di undici anni. Non avevano ancora conosciuto il male vero, ed erano semplicemente felici di essere un appiglio l’una per l’altro.
 
Ancora una volta, Severus si ritrovò a pensare all’amore, e a Lily.
 
Mentre volteggiavano sotto quella coltre di neve, Severus si sentì completo, appagato, si sentì felice; quella felicità che per anni aveva cercato, senza mai trovare, era rinchiusa in una piccola ragazza dai capelli rossi e l’allegria contagiosa.
 
Tutto quello che voleva era lì con lui, a danzare sotto un incantesimo.
 
Lily si appoggiò alla sua spalla; Severus era stato un amico prezioso, che aveva reso ancora più speciale l’ingresso ad Hogwarts. Era felice, come non lo era mai stata.
La sua famiglia non le aveva mai fatto mancare nulla, ma quella era una cosa diversa. Severus era davvero la sua felicità.
 
- Buon Natale, Lily.-
- Buon Natale, Severus.-
 
La mattina di Natale, i due ragazzi si svegliarono stanchi ma felici. Severus non aveva ricevuto nulla come regalo, ma poco gli importava. Non era mai stato meglio come da quando era lontano da Londra e dalla sua famiglia.
Si vestì allegramente, pronto a festeggiare il Natale con un prelibato banchetto; non si stupì di trovare la sua sala Comune deserta. Il Prefetto dei Serpeverde aveva spiegato loro che Salazaar Serpeverde non credeva nel Natale, e che, come tradizione, nessuno festeggiava in sala comune.
Oltrepassò una ragazzina bionda che chiacchierava con due ragazzi corpulenti, ed uscì dalla sala comune.
I corridoi erano deserti; solitamente nessuno arrivava nel sotterraneo, se non per le lezioni di Pozioni. C’era molto freddo, così freddo che quasi penetrava nelle ossa nonostante i due maglioni che Severus aveva indossato quella mattina.
Stava ancora pensando alla serata precedente quando fu fermato da una voce antipatica.
- Hey, Mocciosus.-
Severus si fermò immediatamente. Dall’altra parte del corridoio stavano arrivando, in formazione compatta, James Potter e Sirius Black, con un sorriso antipatico sulla faccia.
Il ragazzo li oltrepassò, ignorandoli, ma James lo prese per un braccio.
- Sto dicendo a te.-
- Che vuoi, Potter?-
Il ragazzo scoppiò a ridere, mentre strattonava il braccio ossuto di Severus. Sirius gli putò la bacchetta contro.
- Tutto solo, Mocciosus? Dov’è Evans?-
James fece un verso strano, poi tornò a rivolgersi a lui.
- Stavamo cercando proprio te.-
Quei due ragazzini lo tormentavano dal primo giorno di scuola; i professori avevano tolto a tutti e tre svariati punti per tutti gli incantesimi che si lanciavano durante la giornata.
James credeva di essere il migliore in tutto, e Sirius non era da meno. Sarebbero stati benissimo a Serpeverde, per quanto ne poteva sapere. La loro specialità era dare fastidio agli individui più deboli, ocodardi, come li chiamavano loro, e Severus era tra quelli.
- Smettetela, altrimenti…-
- Altrimenti cosa, Piton? Corri tra le braccia del nonno amico di Voldemort?-
Sirius scoppiò a ridere; la sua risata assomigliava al latrato di un cane.
- Non azzardarti!- Severus tirò fuori la sua bacchetta magica, ma James fu più veloce. Con un incantesimo fece comparire una tazza da bagno, che rovesciò il suo contenuto sulla testa di Severus.
Sirius rise più forte, la sua voce che rimbombava per tutto il sotterraneo.
- Sei nel tuo elemento, Mocciosus.-
Severus lasciò cadere la bacchetta di mano; si sentiva umiliato come non mai. Sentì le lacrime salirgli agli occhi ma le ricacciò indietro. James Potter e Sirius Black erano davvero due ragazzini dei peggiori in circolazione. Si erano accaniti su di lui, e non avevano intenzione di smetterla. Le loro risate rimbombarono nelle sue orecchie, talmente forte da desiderare per un attimo di sparire.
 
Maledetti.
 
- Adesso BASTA!-
Severus non aveva il coraggio di voltarsi; vide una ragazza passare accanto a lui, la stessa ragazza che c’era poco prima in sala comune, e fermarsi davanti a James e Sirius con le braccia incrociate.
- Vi credete furbi, sporchi Grifondoro, amici dei Mezzosangue?-
- Hey, piccola sudicia Serpeverde, non ti azzardare mai più a chiamarci in quel modo.-
La ragazza tirò fuori la bacchetta, puntandola contro il naso di James.
- Non mi costringere, Potter. Tornatene da dove sei venuto.-
Il ragazzo allungò una mano verso la tasca, dove qualche minuto prima aveva riposto la bacchetta, ma a metà strada sembrò cambiare idea. Si voltò verso Sirius, e gli fece un cenno con la testa.
- Sei fortunato, Mocciosus. Ma la prima volta che ti incontro da solo…-
- Via di qui!-
I due ragazzi scoppiarono a ridere, poi voltarono loro le spalle e se ne andarono da dove erano venuti.
La ragazzina bionda tese una mano a Severus, sorridendo allegramente. Sembrava non avere paura di lui, e sembrava essere davvero interessata a lui.
- Vieni.-
 
Il bagno di Mirtilla Malcontenta era deserto come sempre; la ragazza bionda aveva appoggiato la testa di Severus nell’unico lavandino rimasto in funzione e gli stava sciacquando i capelli neri.
- Chi sei? Perché ti stai prendendo cura di me?-
Lei sorrise, per l’ennesima volta, forse.
- Sono Audrey Greengrass, secondo anno. E mi prendo cura di te perché non sopporto i Grifondoro che fanno gli spacconi. Potter, poi, è insopportabile.-
Severus chiuse gli occhi. Il tocco delle mani della ragazza lo stavano rilassando. Lei non lo aveva giudicato per quello che aveva visto.
Era come Lily.
 
Chissà dov’era Lily.
 
- Grazie.- disse in un sussurro.
L’acqua smise di scorrere, mentre Audrey si posizionò davanti a lui.
- Devi cominciare a difenderti, Severus.- era seria, sembrava preoccupata. – Questi Grifondoro sono pericolosi. Unisciti al mio gruppo.-
- Hai un gruppo?-
- Si, con Avery, Nott e Rockwood, sai, sono figli di pezzi grossi. Insieme, domineremo la scuola. E domineremo sui Mezzosangue.-
- Ma io non ce l’ho con i Mezzosangue.-
 
Anche io sono un Mezzosangue, avrebbe voluto dire.
 
- E invece devi avercela, mio caro.- si sedette sul pavimento,agitando la bacchetta per asciugargli i capelli. – Sono loro l’inizio di tutto il male, ricordalo. Sono loro che i Grifondoro continuano a difendere.-
Lo sguardo di Audrey sembrava pericoloso, ma Severus ne era totalmente affascinato. Era vero, era colpa dei Babbani se lui si era ritrovato in quella casa sporca, puzzolente e marcia. Lui era Mezzosangue, ma non ne andava fiero.
 
La tua migliore amica è Mezzosangue.
Lily non c’entra niente con questa storia.
 
In quel momento, la porta del bagno si spalancò, ed entrò una Lily molto agitata, con i capelli arruffati ed il viso tirato e preoccupato.
- Severus, stai bene?-
Il ragazzo si alzò, ed andò da lei.
- Sto bene, James e Sirius mi hanno tirato addosso una tazza da notte.-
- Che shifosi!-
Lily gli prese la mano, sorridendo.
- Sono felice che tu stia bene.-
- E tu dov’eri, piccola sudicia Mezzosangue?- Audrey si era alzata ed aveva raggiunto i ragazzi. – Dov’eri quando quello che consideri il tuo migliore amico è stato attaccato?-
- Sta’ zitta, Greengrass, oca senza cervello!-
Le due ragazze si guardarono con aria di sfida per un po’, poi Audrey si voltò verso Severus.
- La mia offerta è sempre valida, Piton. Sai dove trovarmi.-
Uscì dal bagno, lasciandoli soli.
Severus guardò Lily per un attimo.
 
È una Mezzosangue, che differenza  c’è tra lei e gli altri?
 
- Sono felice che tu stia bene. Ho urlato contro James, sai?-
Quando sentì la mano di Lily sulla sua, così morbida e calma, Severus si rese conto di una cosa.
 
Lei ti vuole bene, davvero.
 
E scoprì, che tra lei e gli altri c’era tutta la differenza del mondo.
 
****
 
Ed eccoci qui con il nuovo capitolo! Jvolevo ringraziare tutti coloro che mi seguono con affetto! Significa molto per me.
È un capitolo molto particolare, come vedete, ed è diviso in due. Nella prima parte troviamo un Severus adulto, sopraffatto dai sensi di colpa. Ho immaginato che lui sapesse per chi lavorava Raptor, come ho immaginato che Silente volesse lasciar combattere Voldemort ad Harry, per prepararlo a quello che lo aspetta.
Nella seconda parte abbiamo un Severus undicenne ad Hogwarts, con Lily. È risaputo che James fosse così antipatico, ed ecco da dove nasce lo scherzetto a Severus.
Compare anche Audrey Greengrass, una figura che mi sono inventata io; sarà lei che porterà Severus al lato oscuro, pian piano.
Bene, ecco qui!
Spero vi piaccia!
 Vi ricordo la mia pagina Facebook, basta cliccare qui.
Un bacio,
Ghost.

   
 
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