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Autore: Nemsi    26/09/2011    1 recensioni
Provate ad immaginare il re delle serpi e i suoi più fedeli sudditi all'età di 8 anni ed intenti a trovare un modo per non annoiarsi ad un tediosissimo ricevimento dei grandi.
Avviso: pucciosità alle stelle.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Millicent Bullstrode, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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BABY SLYTHERIN

By Nemsi
Dedicata a Luna, Lady e Ryta



02. Blaise Zabini & Pansy Parkinson



Il primogenito di Velius Zabini se ne stava comodamente seduto su una morbida poltrona in velluto verde cupo, intento ad osservare i presenti e giudicarli con occhio critico. E sebbene fosse un bambino era ugualmente un osservatore assai sveglio ed acuto.
L'ultimo suo bersaglio era un signore vestito con una buffa palandrana grigio scuro, che al ragazzino ricordava il grigio di un topo. Lo stava studiando con attenta severità.
Doveva essere uno nuovo, un novizio di quell'ambiente (probabilmente uno di quelli che la sua matrigna definiva con spregio Squallidi Parvenue Muggleborn).
Era un ometto sulla quarantina, con buffo taglio di capelli. Non era basso di per sé, ma la postura semichina che teneva lo faceva sembrare più basso di molti altri. Aveva l'abitudine di non guardare le persone con cui parlava negli occhi e il Nonno diceva che questo era un sintomo di scarsa auto-stima.
A quel pensiero la boccuccia carnosa si tese in un piccolo ghigno sbilenco.
Blaise non si stupiva affatto del perché quell'ometto stesse visibilmente avendo la peggio in quella discussione tra grandi. Non poteva certo tenere testa all'austero bell'uomo dai capelli biondo chiarissimo e dai modi alteri e sprezzanti. Era chiaro fin dal principio chi ne sarebbe uscito vittorioso, però la scena continuava ad avere un certo fascino ai suoi occhi.

 

 

Eccolo lì.
Il loro obbiettivo non si era affatto accorto di loro. Perfetto. Silenziosi ed infallibili come sempre.
Bhe in effetti era quasi scontato... loro erano i MIGLIORI dopotutto!
Dra e Teddy si stavano avvicinando a quel ragazzino sconosciuto quasi di soppiatto. Non che ce ne fosse l'effettivo bisogno, specie considerando che erano i padroni di casa, ma così era molto più divertente.
Draco Malfoy e Theodore Nott erano entrambi parecchio conosciuti perfino tra i grandi ed era assai strano che quel bambino dai capelli neri non fosse quantomeno andato a salutarli.
Avevano quindi dedotto che fosse un nuovo arrivato, probabilmente straniero. Magari nemmeno parlava la loro lingua a per questo aveva preferito non far figuracce salutandoli. Oppure era una spia di qualche tipo.
O meglio, Draco aveva dedotto tutto questo nel mentre della loro manovra di accerchiamento (il ragazzino biondo adorava i termini militari di quel tipo, davano un certo charme anche alle azioni più banali), il bruno si era limitato ad annuire accondiscendente.
Theo al contrario non era completamente persuaso da nessuna di quelle due congetture. Gli elementi erano troppo scarsi per formulare un'ipotesi sufficientemente attendibile. Non per questo però smontò apertamente l'elaborata, ed un tantino militaresca, tesi dell'amico.
Draco Malfoy non amava essere contraddetto, specie quando non si poteva dimostrare più che chiaramente che stesse sbagliando. Ed anche in quel caso convincerlo era un'operazione lunga e difficoltosa (ed il suo miglior amico non aveva voglia di missioni complesse e delicate). Il caratterino tutto pepe del ragazzino biondo strideva infatti con il suo aspetto serafico.
Un bellissimo angioletto dai lisci capelli biondissimi e lucenti, con due occhi vivaci di un grigio limpido limpido ed un sorrisino da birbante, semplicemente impeccabile in quell'elegante completino scuro da gran cerimonia ed il papillon grigio perla (ora abbandonato chissà dove per la sala).
Così lo avrebbero descritto, con tono sognante ed anche un tantinello geloso, gran parte delle signore presenti.
Il giovanissimo Malfoy nascondeva però anche altre qualità sotto quel bel visino, tra cui la stoffa del leader (o del dittatore che a dir si voglia) ed una loquacità non indifferente per un bambinetto di sette anni appena compiuti.
Theodore era invece assai diverso dal suo amico di sempre. Era un bambino snello, silenzioso ed anche piuttosto schivo, tanto che poteva essere a prima vista scambiato per un timidone, con i capelli corti e ribelli, castano scuro, e due penetranti occhi azzurro cielo. Il viso non era affilato come quello del biondino ed aveva il vizio di tenere sempre la bocca contratta in una singolare smorfia "da pensatore" come amava definirla lui, un misto noia e burbera saggezza.
Quei due erano inseparabili. A dir la verità più che un duo erano un trio, ma ora Tracey Davis era momentaneamente dispersa.
Probabilmente era in qualche parte della sala ad incantare i grandi con la sua inesauribile, e a loro dire adorabile, chiacchiera. Dra e Teddy si stavano quindi convincendo sempre di più che i grandi si instupidissero con l'età per riuscire a trovare piacevole il continuo blablabla della ragazzina.
Loro erano due dei tre lati di una solidissima ed indivisibile alleanza, probabilmente nata nella culla dato che tutti e tre ricordavano di essere stati amici da sempre. Draco era il leader dal carisma indiscusso, Teddy era la mente (ed il buon senso che impediva loro di fare troppi danni), mentre Tracey era... il tocco femminile.
Adesso basta chiacchiere! C'era una missione da compiere!

 

 

«Chi sei tu?» gli chiese qualcuno un attimo prima di strattonargli il braccio con poca delicatezza, distraendolo irrimediabilmente dalle sue deduzioni. Blaise smise il suo lavoro di osservatore diligente, voltandosi e dedicando tutta la sua attenzione a quello che lo aveva disturbato.
Era un bambino biondo e mingherlino, un po' più basso di lui, però doveva aver circa la sua stessa età (o al massimo qualche mese di differenza giudicò il moretto). Accanto c'era un altro ragazzino dai capelli castano scuro un po' arruffatti e due occhi azzurrissimi.
Zabini non aveva idea di chi fossero, e sebbene la buona educazione imponesse di presentarsi per primi, decise di soprassedere e rispondere ugualmente.
«Blaise Zabini.» si presentò sintetico, con un piccolo sorriso di cortesia. L'istante dopo si mise a scrutarli in silenzio, la testa leggermente inclinata a sinistra e due profondi occhi blu oltremare, dai singolari riflessi violacei, fissi su di loro.
«Voi chi siete?» domandò a sua volta, curioso, in perfetto inglese. Inutile negare che quei due fossero mille volte più interessanti di quella discussione tra grandi. E sebbene il piccolo lo celasse meglio di tanti altri ragazzini presenti, anche lui si stava annoiando.
A MORTE.
«Non sei inglese vero?» si informò Nott, un po' meno certo dell'universale fama del biondino suo amico. A Dra infatti quella risposta era bastata per decretare che quel ragazzino moro o era una spia oppure un forestiero e prendere di conseguenza ad esaminarlo a sua volta con un ghigno furbo e sprezzante che avrebbe fatto irritare chiunque (grandi compresi).
Il ragazzino di nome Blaise invece non sembrò badarci affatto, né tanto meno mostrò di esserne intimorito. Continuò invece a prestare attenzione all'altro ragazzo dai capelli scuri.
«Non del tutto. Il Nonno è italiano.» spiegò il moretto facendo spallucce. Peccato quella non fosse la risposta che il piccolo Theo sperava.
«Visto che è uno straniero!?» sibilò confidenziale e saputello Draco a Teddy, avvicinandosi all'amico (mollandogli prima una poco regale gomitata complice), dimentico della domanda che gli era stata rivolta. Era infatti assolutamente possibile che un bambino Pureblood inglese non conoscesse lui, l'erede dei Malfoy!
«Vivo in Germania se è questo che volevi sapere.» aggiunse in un secondo tempo il primogenito Zabini, dopo averli osservati ancora un poco con quei suoi occhi attenti e dal colore strano.
Theodore annuì impercettibilmente, come se appuntasse mentalmente quel dettaglio. Rimase vagamente sorpreso vedendo l'altro moro fargli un sorrisino d'intesa, ma decise poi di ricambiarlo con l'abbozzo di ghigno sveglio. Quel bambino era... insolito. E quindi interessante.
«Hai da fare?» si informò Theo a bruciapelo. Lui era fatto così. Apriva bocca raramente e quando lo faceva era diretto e conciso (e questo suo modo di fare mandava parecchi grandi nel panico più completo).
«Direi di no...» concesse il ragazzino scendendo dalla poltrona verde scuro e sorridendo sghembo. Dra e Teddy si scambiarono un cenno d'intesa. Non sembrava male quel bambino. Avevano fatto bene ad andare a parlargli, se ne stavano convincendo sempre di più.
Forse potevano diventare amici.

 

«Dray!» trillò una voce alle spalle dei due ragazzini, e Blaise fu certo che il biondino in questione sbiancò visibilmente, diventando se possibile ancora più pallido. L'istante successivo fu investito da un turbine di stoffa rosa pesca che si fece spazio scostando l'altro senza troppi complimenti.
Era una bambina, loro coetanea o giù di lì, piuttosto carina nonostante il nasino all'insù leggermente schiacciato, con un vezzoso abitino dall'ampia gonna color pesca ed i profili in tulle candido. I capelli neri erano acconciati in un caschetto ordinato di boccoli e nastrini in tinta. E sorrideva a più non posso.

Pansy era al settimo cielo! Finalmente era riuscita a trovare Theodore ed il suo adorato Dray.
«Dray! Theo! Finalmente vi ho trovato!» esclamò contenta, artigliandosi al braccio del suo biondissimo cavaliere sorridendogli zuccherina.
Solo dopo diversi secondi si accorse di quel bambino sconosciuto che stava cortesemente aspettando le presentazioni di rito (che il bel biondino stava invece cercando disperatamente di evitare).
Squadrò il nuovo arrivato da capo a piedi, attenta e discreta.
Alto, magro e ben vestito, aveva dei lunghi capelli nerissimi raccolti in una coda con un nastrino blu e gli occhi del colore più strano che avesse mai visto. Erano un blu scuro scuro, ma se la luce li colpiva lateralmente erano viola cupo.
Decise di metterlo alla prova.
Cambiò atteggiamento in modo repentino. Ora sembrava una dama dei ghiacci tanto era fredda e composta.
Blaise notò perfettamente questo cambiamento ma finse di non badarci.
«Pansy Parkinson.» si presentò con voce neutra e vagamente affettata, il volto serio ed altero, sulle labbra un sorrisetto di placida superiorità. Allungò poi con eleganza una mano davanti a sé, in attesa di una qualsiasi reazione del moretto.
Non poté fare a meno di sgranare parzialmente gli occhi neri quando lo sconosciuto si chinò leggermente per farle baciamano, mostrandosi perfettamente a suo agio, e sorridendole cortese.
I commenti, ben poco lusinghieri, che sfrecciarono nelle teste degli altri due maschietti, decisamente orripilanti alla vista di quella smanceria, gli furono risparmiati proprio perché forse in Germania era di abitudine così. Se lo avessero rivisto ancora, ci avrebbero pensato loro due ad insegnargli come si comporta in vero uomo inglese, poteva scommetterci il codino!
«Incantato Miss Parkinson. Mi chiamo Blaise Zabini.» si presentò a sua volta il mezzo italiano, seguendo rigidamente le regole di buona creanza che il Nonno gli aveva inculcato, sollevandosi con felina eleganza e continuando quel sorrisino garbato.
A Pansy quel ragazzino galante e ben educato (cosa assai rara per un maschio di sette-otto anni, diamole ragione) piacque subito.
E la prova fu che ricambiò il suo sorriso, in modo aperto e sincero questa volta.

 

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