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Autore: Nemsi    23/09/2011    0 recensioni
Provate ad immaginare il re delle serpi e i suoi più fedeli sudditi all'età di 8 anni ed intenti a trovare un modo per non annoiarsi ad un tediosissimo ricevimento dei grandi.
Avviso: pucciosità alle stelle.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Millicent Bullstrode, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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BABY SLYTHERIN
By Nemsi
Dedicata a Luna, Lady e Ryta.



05. Nascondino & Baci

Malcom e Graham furono i primi ad arrivare alla Base (cioè la cameretta di Draco). Sbuffarono in sincrono quando la trovarono inesorabilmente vuota. Come al solito i grandi si sarebbero fatti aspettare. Bhe, poco male. Loro erano reclute con le cravatte (i fiocchi son da femmine) e sapevano come cavarsela in qualunque situazione.

E poi si trovavano nella cameretta piena di giocattoli di un loro amico che sicuramente non si sarebbe mai arrabbiato se li avesse trovati a giocare mentre lo aspettavano.
Peccato avessero litigato da pochissimi minuti, quindi mettersi a giocare nell'attesa degli altri era fuori discussione. In casi come questo sapevano entrambi che la soluzione era una ed una soltanto.
Senza degnarsi di uno sguardo, come se fossero perfetti sconosciuti e non migliori amici, Baddock e Pritchard si diedero le spalle ed ognuno estrasse dalla tasca interna del vestitino un ciucciotto fruttato. Ad essere precisi Mal prese il suo adorato Mimmo e se lo mise velocemente in bocca, Priccy invece ci mise diversi secondi a scegliere il ciuccio adatto alla situazione e, dopo un'attenta e severa selezione degna di un esperto sommelier, prese a succhiarne uno al gusto di biscotti al cioccolato.
Tornarono a guardarsi l'un l'altro, con aria di sfida. Quasi l'avessero deciso, dettero entrambi una poderosa ciucciata soddisfatta. Eh, quel trucco funzionava sempre. Era semplicemente infallibile.
Non si può parlare (ed con questo termine i due bimbi intendevano anche il verbo "bisticciare") con la bocca piena. È maleducazione.
E loro sapevano bene cosa fosse il gelateo (quella cosa lì, che si chiama quasi come il gelato ma che non si mangia). Non erano mica due sprovveduti.
Sempre ignorandosi sfacciatamente presero ad attendere l'arrivo degli altri commilitoni.

 

Draco era stato l'ultimo a sgattaiolare via dalla sala del ricevimento, ed ora si trovava per la prima volta a tu per tu con l'ultimo acquisto.
Il biondino camminava a capo chino, sbuffando e scalciando l'aria ad ogni tot.
Era a dir poco scontento. Oltre che irrimediabilmente nervoso.
Il rampollo di casa Malfoy sapeva benissimo quanto contasse il primo impacco (o qualcosa del genere) sulle reclute, ogni buon generale non sottovaluta mai la sua efficacia e lui modestamente era un Ottimo Generale. Ma ahimè il suo era stato a dir poco disastroso.
Che opinione si era fatto di lui quel ragazzino moro? Aveva assistito ad una insubordinazione in piena regola, nel bel mezzo di una missione per di più, e lui non era stato in grado di sedare la rivolta come avrebbe dovuto. Anzi LORO non avrebbero neppure dovuto osare a provare una ribellione simile! Oh ma a l'avrebbero pagata. I Malfoy non dimenticano e non perdonano, come diceva suo padre.
Spiò di sottecchi l'altro bambino, per controllarlo.
Il piccolo Zabini dal canto suo non sembrava affatto sconvolto né tanto meno indignato per quanto era successo prima. Camminava tranquillo accanto al biondino, osservando, non troppo sfacciatamente però, l'arredo lussuoso della casa, soffermandosi appena di più sui ritratti mobili che vedeva attaccati alle pareti.
Con la coda dell'occhio noto gli sguardi strani, che catalogò mentalmente nella categoria "sospettosi", di Draco.
Sollevò un sopracciglio bruno guardandolo a sua volta per qualche istante.
«Bhe?» semplicemente diretto. Cosa che colse assolutamente di sorpresa il pargolo Malfoy che lo fissò ad occhi sgranati, voltandosi l'attimo dopo e facendo orecchie da Thestral.
Blaise corrugò la fronte, fermandosi all'improvviso nel bel mezzo del corridoio. Le braccia conserte all'altezza del petto, lo sguardo blu puntato dritto dritto sulla schiena dell'altro bambino, che non tardò a girarsi.
Il solo movimento che fece il mezzo-italiano fu inarcare il sopracciglio sinistro e poi attese.
L'altro deglutì in risposta incerto. Aprì la boccuccia sottile un paio di volte senza sapere che dire, chiudendola di scatto con un suono di secco. Merlino potente! Lui era un Generale! E tutti, reclute comprese, gli si stavano ribellando così! Non poteva toller-
«Sai farti rispettare. Ti stimo.» fu il semplice commento del bruno dagli occhi blu.
Secco.
La boccuccia rosea fece uno scatto verso il basso, e gli occhi d'argento si sgranarono per lo stupore.
Stava scherzando!? Però sembrava serio. Davvero lo stimava?
Il moretto abbozzò un sorriso, riprendendo poi a camminare, fino a superarlo. Il biondino lo segui con lo sguardo, passargli accanto. Un ghigno superbo fiorì sulle sue labbra sottili. Di che si stupiva!? In fondo era sempre un Malfoy. Aveva il carisma nel DNA lui.

 

Dra ed il nuovo acquisto furono gli ultimi a raggiungere la base.
Il resto delle truppe lì attendeva già lì (Mal e Graham si erano affrettati a rinfoderare i ciucci d'ordinanza, prima che il biondino li requisisse per controllare che fossero regolamentari a suon di ciucciate). Gli bastò uno sguardo per assicurarsi che tutti fossero presenti all'appello.
Recluta Mal e recluta Graham erano accanto alla scatola dei giochi, stranamente tranquilli e senza ciuccio in bocca.
Le tre soldate semplici femmina erano intente a confabulare qualcosa...da femmine appunto.
Luogotenente Theo si era appropriato del letto ed aveva preso a leggiucchiare un libro a figure animate.
Il novizio Blaise si era appoggiato alla parete dietro di lui, in attesa di ordini.
Un sogghigno compiaciuto sulla bocca. Bene si poteva passare finalmente all'azione e trovare il modo proficuo per sfruttare quella festa dei grandi che fino ad ora era stato noiosissima.
Fortuna che lui aveva già il piano in mente: giocare a nascondino.
Eh che arduo compito essere Eccelsi e Magnifici Generali.
Ma qualcuno doveva pur farlo.
...
...
...
Il biondo rampollo di casa Malfoy era il solo rimasto alla base. Aveva le braccia appoggiate al muro, ad altezza della testa, e mugugnava numeri in successione, cacciando aria dal naso come un troll.
Uffaaa!!! Lui odiava far la conta!
E poi casa sua era immensa!
Quei... quei... quei cattivi avevano indicato tutti lui quando si doveva scegliere chi fare la conta! Traditori!!
Iniziò a saltare i numeri o a velocizzare la conta. Tanto nessuno lo controllava, no!?
«ARRIVO!!» strillò con tutto il fiato che aveva in gola. Ed ora avrebbe avuto la sua vendetta per quell'ennesima rivolta.

 

~¤~°~¤~

 

Baddock e Pritchard sgattaiolarono dentro la prima camera che trovarono libera.

Tuttora non si parlavano, ma non potevano certo affrontarsi a viso aperto per cacciare fuori l’altro dalla stanza. Il loro Generale glielo aveva detto che dividersi i nascondigli era stupido, però che ci potevano fare se quella piattola umana del proprio ex-socio non gli si scollava di dosso?

Si guardarono sdegnosi come due Veela bizzose per un lungo istante poi presero a ignorarsi sfacciatamente, mettendosi alla ricerca di un buon posto per nascondersi.

Erano entrati in una camera da letto per gli ospiti, almeno a giudicare da una prima occhiata. Posti per nascondersi ve ne erano in abbondanza, se non fosse che molti erano inagibili.

Nell’armadio no.

C’era il Bau Bau.

E loro erano pur sempre piccole reclute, non potevano mica difendersi da un mostro simile!

Sotto al letto no.

C’era lo Gnammagnamma della Polvere.

Lo Gnammagnamma della Polvere nessuno di loro due lo aveva mai visto, ma Draco gli aveva raccontato che viveva sotto ai letti (ed il biondo era più che affidabile, visto che oltre ad essere il loro Generale era anche il padrone di casa) e se trovava un bimbo che vi si era infilato sotto lo intrappolava nella polvere e lo mangiava lentamente. No no no! Non volevano mica morire così! Erano nel fiore degli anni loro! Avevano ancora troppo da vivere e troppi ciucciotti da gustare!

Sotto alla scrivania sarebbero stati visti facilmente, quindi era da scartare.

Non gli rimaneva che un posto. Il letto a baldacchino!

Chi avrebbe mai pensato che il loro rifugio era sotto le coperte, con le tende tirate? Nessuno ovviamente.

‘E poi è molto più comodo di qualunque altro posto.’ fu il Pritchard pensiero. Entrambi i marmocchietti puntarono dritti al letto. Si fermarono prima di salirvi, scrutandosi l’un l’altro torvi. Vi si arrampicarono in sincrono. Ok i consigli del loro biondo Generale, però c’era abbastanza spazio per tutti e due. Ed in due avrebbero fatto meno fatica per tirare le cortine, fu il ragionamento di entrambi.

E specialmente sarebbe stato molto più pericoloso lasciare l’ex-socio fuori dal nascondiglio con l’incognita che potesse fare la spia.

In fin dei conti la tattica militare suggerisce che quando non puoi battere il tuo nemico... bhe ignoralo!

 

 

Theo stava camminando pacifico per il corridoio. Non aveva fretta. Tanto sapeva già dove nascondersi.

La stalla dei purosangue come al solito lo attendeva, comoda e tranquilla. Quello era il suo posto preferito per nascondersi quando la conta toccava a Dra. Ad essere sinceri era il solo posto che usava quando di turno c’era Malfoy.

Il biondino ormai sapeva perfettamente dove trovare il suo amico di culla, ma per un tacito accordo tra di loro non iniziava mai la sua ricerca da lì, lasciando al moretto il tempo per un bel pisolino. Dal canto suo Theodore non sfruttava la situazione per vincere il gioco liberando tutti gli altri.

Il bruno si stiracchiò le braccia sbadigliando serafico. Doveva ammettere che essere Luogotenente aveva i suoi vantaggi.

E che vantaggi!

 

 

Anche Pansy si diresse verso uno dei suoi nascondigli abituali.

Senza reale fretta si eclissò dietro la spessa tenda di velluto smeraldo che adornava il finestrone del lungo corridoio. Proprio quello sui cui si affacciava la cameretta del biondo padrone di casa. 

Non che la piccola non sapesse che si trovava sul percorso obbligato del loro baby-generale. Anzi, era perfetto proprio per quello. Non troppo ovvio ed in vista da sembrare fatto apposta, ma neppure troppo difficile da individuare per un occhio attento.

Non dovette aspettare nemmeno cinque minuti (il piccolo discolo doveva aver barato sulla conta) che sentì un rumore di passi dirigersi velocemente verso di lei.
La primogenita dei Parkinson sorrise con astuta soddisfazione.

In questo modo la furba bimbetta sarebbe riuscita a trascorrere la maggior parte del tempo con il suo Dray e contemporaneamente non avrebbe ferito il suo orgoglio di Grande ed Eccelso Generale.

E' proprio vero che le donne sanno più trucchi di Merlino in persona. Anche quelle in miniatura.

 

 

Una porta di legno chiaro si aprì facendo sgusciare nella stanza tre piccole figure.

Due bamboline more ed un damerino di altri tempi.

La prima sbuffava come un Snaso, la seconda arrossiva timidina, il terzo se ne stava in un composto silenzio.

Tracey era alquanto infastidita dal nuovo venuto. Non sapeva perché, ma quel tipo le stava terribilmente antipatico. Ed era sicura di essere ricambiata.

Come se non bastasse quel fastidioso ragazzino, la sua migliore amica aveva subito una trasformazione tale da sembrare un’altra persona, quasi fossa stata rapita dagli alieni.

Se ne stava in un’angolino zitta zitta come una senza spina dorsale.

E la causa non poteva che essere il brunetto con quel suo strano atteggiamento.

La piccola Davis non ne aveva prove, ma ci avrebbe scommesso la sua intera collezione di tesori (abilmente vinti in regolarissime sfide contro Draco e Teddy).

Tamburellava il piedino destro scocciata dal comportamento insolito dell’amica. 

Milli non era certo una che si faceva mettere in soggezione da un bambinetto straniero. Ed invece da quando si era scontrata con il brunetto non faceva altro che tenere gli occhi incollati al suolo ed arrossire come una mammoletta.

La piccola Bulstrode dal canto suo non era mai stata più a disagio di allora.

Quel ragazzino sconosciuto le era finito addosso, abbracciandola, ed era stato per puro miracolo che non erano capitolati entrambi per terra, nel bel mezzo della sala del ricevimento.
Era stato molto gentile, si era preso tutto il torto 
e le aveva chiesto sinceramente scusa. E non era neppure stata colpa sua!

Eppure questo non la faceva sentire affatto meglio. Al contrario la imbarazzava non poco.

Era così strano essere trattata come una damina delicata (specialmente considerato la media del genere maschile che normalmente frequentava) che non era riuscita a ribattere a tono. Anzi non era riuscita a parlare affatto.

La morettina fu bruscamente scossa dal suo stato di apatia dalla sua migliore amica che la strattonò, senza troppi riguardi dentro il grande armadio di mogano e specchi che occupava quasi interamente il lato nord della stanza.
Tracey aveva ragione. Comportarsi in quel modo era davvero stupido. Milli stentava a riconoscersi.

Bhe... era acqua passata. Ora serebbe tornata quella di sempre, spavalda e sicura di sé, indipendentemente da chi avesse di fronte. 

Peccato che quando si accorse che anche il ragazzo le stava seguendo in quello spazio ristretto, la brunetta andò in shock e arrossì nuovamente, sfiorando tonalità porpora questa volta.
E le distrazioni, anche le più minuscole, in guerra possono essere fatali. Draco lo ripeteva sempre, come un disco rotto.
La giovane Blustrode non prestò abbastanza attenzione al gradino formato dallo stipite dell'armadio e vi inciampò impietosamente. Tentò di arrestare la caduta afferrando con entrambe le mani i lussuosi vestiti che abitavano il personale guardaroba della madre di Draco. Ma la seta è scivolosa e come aggrappo non si rivelò affatto utile.

Fortunatamente, durante il suo capitombolo, non né sgualcì nessuno. Ne trascinò con sè giusto un paio che la seppellirono sul fondo di quella trappola in legno massiccio. Non che alla bambina dispiacesse sotterrare così la vergogna per la propria figuraccia, ma la fronte le faceva un male cane.

Durante la rovinosa caduta, aveva infatti sbattuto contro il solido mogano del loro non più tanto sicuro (almeno per quanto riguardava la propria integrità fisica, pensò la ragazzina) rifugio.

Ancora incerta su come rialzarsi da quel cumulo di pelliccia e seta pregiata, la morettina si limitava a massaggiarsi con insistenza il punto in cui stava spuntando un bernoccolo scarlatto.
Due mani si allungarono verso di lei in suo aiuto e lei le afferrò con decisione. Uno strattone un po' troppo energico la fece volare fuori da quel coacervo di abiti d'alta sartoria.

Da quanto Tracey era così forte?

La bambina non ebbe bisogno di molto tempo per comprendere che non era stata la sua migliore amica ad ergersi a suo salvatore.

Quel ragazzino straniero, Blaise forse (o almeno questo era il nome che le pareva di aver sentito rivolgere al nuovo arrivato) l'aveva tratta in salvo, precedendo una sempre più scocciata Davis, ed ora la stava aiutando a reggersi in piedi. 
Era troppo.

Con le guance di nuovo rosse come mele mature, si affrettò a ringraziarlo con un rigido cenno del capo, prima che l'umido che le premeva contro le palpebre rompesse gli argini e sgorgasse libero, umiliandola ancora di più.
Millicent non era certo una piagnucolona. I lucciconi non li aveva per il dolore, piuttosto per la frustrazione del proprio comportamento. 

Che diamine le prendeva?! Era diventata una rammollita tutto d'un colpo?

La bambina riprese a massaggiarsi la fronte dolente. Non che le facesse poi così male, ma così poteva concentrare la propria attenzione su altro che non fosse il proprio comportamento da timidona insicura.

«Arrossisci per così poco?» chiese ingenuamente curioso il moretto.

Lui di rado lasciava trasparire le proprie emozioni, ubbidiente agli insegnamenti del Nonno circa il comportamento di un vero gentlemen. 

No, in effetti non era solo per etichetta che il piccolo Zabini teneva ben celati i propri sentimenti. Aveva imparato molto velocemente quanto potesse essere controproducente mostrarsi debole con due fratellasti iperprotetti e parecchio molesti. 

«...no, di solito no...» riuscì finalmente a replicare la bambinetta, mentre l'amica malcelava un sorriso furbo. Ecco che iniziava a riconoscerla. 

A breve sarebbe stata lei a sbarazzarsi di quel tizio fastidioso.

Tracey sapeva che, razionalmente il ragazzino si era comportato in modo impeccabile (almeno fino a quel momento), ma non riusciva proprio a trovarlo simpatico. Era più forte di lei.

Blaise dal canto suo notò il gesto della brunetta ed i suoi grandi occhi lucidi, sbuffando mentalmente per l'incidente appena capitato.

Senza dire una parola né chiedere permesso le scostò i capelli, avvicinandosi per osservare meglio.

«Fa molto male? Vuoi tornare?» le chiese gentile, evitando di toccare direttamente la parte lesa. Non serviva specificare verso cosa, o meglio chi, sarebbero ritornati. Qualunque bambino sa cosa succede in una situazione simile.
Il primogenito Zabini già immaginava quello che sarebbe accaduto da lì a breve.
La bambina sarebbe scoppiata a piangere ed avrebbero dovuto far ritorno dai grandi. Ed addio al divertimento, bentornata noia.

D'altronde, se si era fatta male non poteva ignorare la cosa e lasciarla lì a piagnucolare, no? 

Non sarebbe stato da cavaliere.
E lui non aveva intenzione di tradire i dettami del Nonno, per nessuna ragione al mondo.

Comprendendo al volo il significato di quelle parole, Millicent si sottrasse a quel contatto, scuotendo vigorosamente la testina di capelli cioccolata.
«Ci vuole ben altro per fermarmi!» affermò spavalda, riacquistando improvvisamente il cipiglio che normalmente la contraddistingueva.

Il mezzo italiano la osservò, sorpreso da cotanta sicurezza.

Poi sorrise le felice. Blaise era proprio contento di non dover tornare nel salone ad annoiarsi accanto ai suoi fratelli acquisiti.

«Brava!» si congratulò con lei, continuando a sorriderle, ignaro che quel suo atteggiamento stava di nuovo sconvolgendo la piccola Bulstrode.

E sull'onda dell'emozione le dette un bacio sulla fronte, proprio dove si era fatta male, come avrebbe fatto un fratello maggiore (cosa che in effetti era, sebbene con Hanna non si sarebbe mai sognato di fare una cosa simile).

Non l'avesse mai fatto.

Millicent avvampò all'inverosimile e corse via, ignorando bellamente il tentativo dell'amica di trattenerla.

«Si è offesa?!» si informò il bel moretto arcuando dubbioso un sopracciglio. Non capiva cosa avesse fatto di male.

«Certo che si è offesa cretino!» lo aggredì infuriata ed indispettita la giovane Davis dandogli uno strattone alla cravatta pervinca. Blaise le rivolse un’occhiataccia tra l’irritato e lo scettico. Le labbra contratte in un sorrisino storto e vagamente annoiato.

«Per quale motivo?» fu la sua laconica domanda.

«I bacetti si danno solo tra fidanzati!! Come fai a non saperlo?!» proseguì esasperata la ragazzina. Uno stupido! Stava parlando con uno stupido, un ignogran-...ingnomant-... un igno-qualcosa ecco! Che aveva fatto scappare la sua amica! E che magari ora rischiava anche di essere catturata da Dra! E tutto per colpa sua!!

Quel bambino le stava proprio antipatico!

Oh ma ora avrebbe risolto tutti i danni che aveva provocato. Parola di Tracey Davis.

«Adesso le vai a parlare e le chiedi scusa!» decretò la piccola tiranna spintonandolo fuori dalla stanza che avrebbe dovuto fungere da nascondiglio, scoccandogli un’occhiata truce prima di richiudere la porta dietro di sé. 

Il maggiore di casa Zabini non poté far altro che ubbidirle, controvoglia, ma ubbidirle. Doveva dileguarsi di lì il prima possibile e non conosceva altri posti per nascondersi.

‘Ci manca solo che mi becchino e mi costringano a far la conta!’ pensò stizzito.

E Blaise odiava far la conta.

 

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