- Shh! 
Due braccia fredde mi avvolsero,mozzandomi il fiato.
- Non urlare,piccina. 
Strofinò la guancia contro la mia,facendomela avvampare notevolmente.
- Ti ho presa.. 
Mormorò con un tono seducente accanto al mio orecchio,facendomi sentire più nuda di quanto non fossi già,vestita solo della sua camicia nera.
Si incamminò per le scale,mentre lo seguivo spazientita.
- Sebastian ma che..
Si girò,sbattendo le ciglia degl'occhi rossi.
- Si,mylady?
- N-niente.
Dannazione a lui,al suo sguardo e alla sua corporatura così perfetta.
Come ci riusciva? Come riusciva a farmi impazzire ogni santa volta?
I brividi lungo le mie gambe nude aumentarono,mentre chinai il viso,impaziente di interrompere quel gioco di sguardi,nettamente in imbarazzo.
Arrivata in cucina lasciai la sua mano,desiderosa di rinfrescarmi il viso dal rossore imminente,mentre l'acqua scivolava lungo i miei lineamenti piccoli e sottili del viso,alzandomi in punta di piedi per arrivare al lavandino,con una certa fatica.
- Ha bisogno di aiuto?
L'uomo in questione era seduto sulla sedia a gambe divaricate,si era tolto i pantaloni gessati,che si era accuratamente messo e sistemato,poco tempo prima,al mio risveglio.
- Perchè porti boxer così sottili? La suora magari ti sta spiando,e vorrei evitare che rompesse una finestra della cucina,o del salotto,facendo irruzione qui per rapirti.
Una risata divertita echeggiò dalle sue labbra,facendomi inarcare la schiena in modo flebile.
- Non le piacciono,forse? 
Passò il pollice sul bordo di quest'ultimi,alzandoli lievemente sul punto di strapparli,o di gettarli via.
- N-non ho mai detto questo,pennuto.
Accidenti a me,perchè non tappavo mai la boccaccia?
- Forse sono un pò stretti,ma non sono niente male..
- Si però ha ragione,forse dovrei toglierli.
Mi costrinsi a girarmi per tossire sul lavandino,mentre una nuova ondata rossa si espandeva sulle mie guance.
- Non provarci o ti cucino arrosto!
- Lo dice un sacco di volte al giorno però.. quante volte.. finiamo nudi,fra le lenzuola?
- E'... s-solo una dichiarazione di pace,mettiamola così.
- Oh,dichiarazione di pace,hm? A me pare che le piaccia molto,sentire il mio caldo corpo sul suo.
- B-baggianate,non so davvero di cosa tu stia parlando.
- Oh,non lo sa?
SI avvicinò,intrappolandomi sul bordo del ripiano cucina.
- Omone,niente allusioni sessuali,non è ancora sera.
Il suo sguardo si portò dal mio viso alla finestra,scrutando il sole,mentre mi lasciò il tempo per riprendere fiato e calmare il battito del cuore,che era accellerato ulteriormente.
- Saranno le sei.. è ora del tea.
Mi lasciò andare,mentre indietreggiava verso la sala da pranzo,come si chiamava,intento a finire gli ultimi ritocchi della torta alle fragole con panna e triplo strato di cioccolato,una cosa da diabete. Lo sapevo perchè dallo stipite della porta lo guardavo,mi piaceva osservarlo così,senza essere vista.
Mi feci scivolare lungo di esso,portando le ginocchia nude al petto,facendo pressione sulla camicia di seta nera.
Per una volta,i suoi impegni mi avevano salvata,almeno per ora.