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Autore: Aicchi    26/09/2011    4 recensioni
Una giovane ragazza italiana a Seoul, grazie all'Erasmus, rifiuterà l'occasione di partecipare a festini e party scatenati nel campus universitario frequentato da altri ragazzi stranieri...questo la porterà ad affittare un appartamento in un palazzo...bè, alquanto splendente :3
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi qua :3 la trama comincia a prendere forma e, oltre agli Shinee, Giulia fa nuove conoscenze...

Capitolo 3: Yo, Amigos.

 
“Mmmmhh~! E’ buonissimo questo pollo!” commentò Giulia dopo il primo morso. “Non penso di averne mai mangiati così in Italia!”
“Da dove vieni Giulia di preciso??” chiese curioso Key.
“Dalla Toscana, ad un’ora di treno da Firenze” biascicò lei dopo aver ingoiato il boccone.
“Firenze! I Super Junior ci sono stati anche se per poco, ci hanno detto che era stupenda!” annuì Minho guardando il resto del gruppo.
“Già, l’hanno consigliata a tutti, ma con i nostri impegni…” rispose Taemin intento a dare un morso alla sua coscia di pollo.
“I Super Junior? E’ un altro gruppo coreano?” chiese Giulia un po’ perplessa.
“Sì esatto, sono molto più grandi e numerosi di noi ma sono lo stesso dei bambini!” rise Jonghyun pensando ad alcuni dei loro componenti.
“Capisco!” sorrise Giulia cercando di immaginare quei ragazzi appena nominati.
“Ho notato i tatuaggi ai tuoi polsi, prima, sono molto belli!” fece Minho, cercando di ributtare il discorso sulla ragazza.
“Ah grazie!…Minho?” chiese indecisa lei.
“Esatto!” le sorrise lui, contento di non essere stato dimenticato.
“Allora, rifacciamo mente locale” disse lei riguardo ai nomi.
Guardò il ragazzo alla sua sinistra e cominciò ad elencare: “Jong….” Quello annuì energicamente con la bocca piena. “Minho…” continuò a sorridere lui. “Taaa…mmmh aspetta aspetta…Taem…Taema?” azzardò lei  in preda alla confusione.
“No, Taemin” sorrise amaramente il maknae, purtroppo non aveva un nome facile da ricordare.
“Key” andò lei sul sicuro, notando la poco mascherabile soddisfazione del ragazzo nell’essere stato ricordato cosi facilmente. “E….” Ecco, guardò il ragazzo alla sua destra, mentre continuava imperterrito a mangiare pollo come se non avesse toccato cibo da mesi, e non riuscì proprio a ricordare il suo nome. Quando notò che al suo turno lei si ammutolì, a bocca piena farfugliò “Onew!”
“Ah giusto! Onew! Dai posso farcela!” disse fra se e se, tornando a mangiare le sue belle coscette.
La serata proseguì così, mangiando pollo e continuando a chiacchierare del più e del meno. Si spostarono in salotto, sedendosi in cerchio sul pavimento di legno, con la pancia bella piena, continuando a fare domande alla loro nuova vicina per conoscerla meglio.
Scoprirono che in realtà lei in Corea non avrebbe avuto 19 anni, come in Italia, ma 20. Di conseguenza, non era coetanea di Taemin e questo lo buttò un po’ giù di morale.
“Quindi per me sei una noona” mugugnò lui.
“Noona??” chiese lei cercando nei volti degli altri ragazzi la traduzione di tale parola.
“E’ un termine che i ragazzi usano per indicare delle ragazze più grandi!” spiegò Minho.
“Aaah! Vabbè dai, solo di un anno!” lo consolò lei accarezzandogli la testa biondo miele.
“Grazie a voi sto già imparando qualcosa di coreano!” esultò Giulia. Spiegò ai ragazzi che era lì in Corea grazie all’Erasmus e che da Agosto avrebbe seguito i corsi universitari per imparare la loro lingua e la cultura coreana.
La serata andò per le lunghe, nessuno aveva voglia di andare a letto, dopo una nuova conoscenza preferivano sempre stare insieme e divertirsi. Ad un certo punto Giulia sbadigliò a bocca aperta.
“Yaaaawwn…scusate!” fece subito lei posandosi distrattamente, e in ritardo, la mano sulla bocca.
“Oh mio Dio, hai anche il piercing alla lingua! Cavolo, voi italiani sì che avete tutta una cultura!” commentò divertito Taemin.
“Eeeh di questo ne riparleremo!” sorrise Giulia, stropicciandosi un po’ gli occhi. “Ragazzi, sono stata benissimo con voi, ma domani devo alzarmi presto, devo andare in segreteria a ritirare dei fogli e bla bla bla…quindi vi abbandono” concluse fingendo di essere amaramente provata da quella separazione.
La reazione generale del gruppo fu un’intonazione corale di un “nooo” di disappunto, ma anche loro avrebbero avuto molti impegni la mattina seguente ed era quindi meglio seguire il suo esempio.
Dopo aver dato la buona notte a tutti, Giulia tornò al suo appartamento, con un sorriso sulle labbra e la stanchezza negli occhi. Si buttò sul letto dimenticandosi di svestirsi e si addormentò di colpo, appena toccato il materasso.
Gli Shinee rimasero ancora un po’ lì a parlare tra di loro.
“Che bello, adesso possiamo dire di avere un’amica italiana! Sai che invidia che avranno gli altri??” sghignazzò Taemin.
“Chissà, potrebbe insegnarmi a cucinare qualcosa tipico del suo paese!” fantasticò Key.
“Vorrei tanto imparare l’italiano…” mormorò sognante Onew.
“Dovrebbe fare un po’ più di esercizio fisico” affermò Jonghyun.
“Ma dai, cosa dici! Lei va bene anche così” lo riprese Minho. Nonostante fosse il più atletico, non gli piacque l’uscita di Jong.
“Vabbè non sto dicendo che sia brutta o grassa! Ma…un po’ più di tonicità non le guasterebbe, ecco” si giustificò lui.
“Mica dobbiamo essere tutti palestrati come te, Bling Bling” lo riprese Key.
“Poi hai visto, è piccolissima, cioè…sarà 20 cm meno di te, Jong! Va bene così, fidati” concluse il discorso Minho.
“E va bene, va bene, scusate!! Vi siete già affezionati tutti??” chiese alquanto incredulo.
“Perché tu no??” chiese scettico Onew “E’ interessante…voglio dire, una ragazza quasi nostra coetanea proveniente dall’Italia, che non ci conosce, vive qua accanto a noi…è bello fare amicizia in questo modo, così…naturale…senza secondi fini” dichiarò Onew, con lo sguardo perso nel vuoto, più rivolto a sé che al gruppo. In compenso, gli altri annuirono pensosi alle sue parole.
“Bene, vediamo cosa ci riserverà il futuro!” esclamò pimpante Taemin.
“Io intanto vedo cosa mi riserva il letto, ho un sonno ragazzi! Buona notteee!” disse Key nell’atto di alzarsi da terra per dirigersi nella propria stanza congedandosi dal resto della band con un gesto della mano.
“Già, sarà meglio seguirlo!” e tutti gli Shinee si coricarono, cullati dalla dolce sensazione che li aveva accompagnati per tutta la serata.
Il mattino seguente, Giulia si svegliò in tempo per raggiungere la sua futura università, e raccogliere informazioni sul suo percorso di studi.
In segreteria, super affollata nonostante l’università non avesse corsi, fece molte conoscenze di studenti stranieri come lei. Conobbe spagnoli, inglesi, americani, francesi (bleah) e altri italiani. Insomma, la compagnia da cui voleva sottrarsi per preservare la propria integrità.
“Ehi, perché non vivi anche tu nel dormitorio del campus? E’ una figata!” esclamò un ragazzo spagnolo alto e castano, con occhi chiari ma di un colore indefinito…forse  grigio, azzurro…i due comunicavano in spagnolo, visto che Giulia lo studiava nella sua università in Toscana e lo vide un buon allenamento della lingua parlare con Pablo, così si chiamava.
“Ehm…preferivo prendermi un appartamento per me e assaporare il gusto di vivere da sola, ecco” abbozzò lì la ragazza.
“Allora potremmo organizzare delle feste da te! Sicuramente sarebbe meglio che farle qua al campus, cosa ne dici??” propose lui punzecchiandola col gomito.
“Anche no, guarda.” Rispose lei freddamente scostandosi. Tutta quella sfacciataggine non le andava a genio.
Lui capì perfettamente il tipo di ragazza che aveva davanti, e decise di comportarsi di conseguenza.
“Hai ragione, scusa sono stato impertinente, non dovevo auto invitare gente a casa tua per fare feste!” rise lui imbarazzato, scompigliandosi i capelli dietro la nuca. “Mi perdoni?” chiese poi abbassandosi avvicinando il proprio volto su quello di lei. Prese a fissarla intensamente negli occhi. Fu presa alla sprovvista. Non seppe mantenere il suo sguardo e rispose “No non preoccuparti. Oh tocca a me” la fila davanti a lei finì, e fu il suo turno di prendere tutti i documenti di cui aveva bisogno.
“Allora ci vediamo presto, Julia” ammiccò Pablo salutandola con un rapido gesto della mano.
  
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