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Autore: Ronzio    27/09/2011    2 recensioni
La battaglia di Hogwarts vista da uno dei piú importanti membri dell' Ordine della Fenice, Remus J. Lupin, il lupo mannaro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Dal momento in cui sua moglie spiró tra le sue braccia, Remus Lupin perse ogni controllo.
Bellatrix era scomparsa, fuori dalla sua portata.
Dolohov si paró davanti a lui, la bacchetta sfoderata.
Lupin gli si avventó contro, gli istinti da lupo che rischiavano di sopraffarlo, nonostante non fosse plenilunio.
Si era dimenticato di essere un mago, la bacchetta giaceva abbandonata accanto al corpo di Tonks, si era dimenticato per chi e per cosa combatteva.
Sapeva solo che voleva ferire, uccidere.
Sapeva che voleva farlo con rabbia, con violenza.
Voleva massacrare, scaricare il suo dolore, il suo senso di colpa sugli avversari.
Ogni consapevolezza annientata.
Gli avevano portato via tutto, i suoi amici, la sua vita, sua moglie.
Vittime innocenti della crudele sete di sangue di un pazzo e dei suoi seguaci esaltati.
In quel momento divenne molto simile a Grayback.
Dolohov fu preso alla sprovvista, quando Lupin gli si avventó contro.
Lottarono per qualche attimo, avvinghiati, sul pavimento della Sala Grande.
Tuttavia Dolohov aveva una bacchetta, e inutile dirlo, sapeva come usarla.
Lanció uno Schiantesimo, e Lupin fu scagliato verso il corpo di Tonks.
La sua bacchetta era li, a portata di mano.
La afferró agilmente, la puntó contro il suo avversario "Crucio!"
Dolohov fu colpito, ma il suo dolore duró pochi secondi.
Il Mangiamorte rise.
-Non basta la rabbia! Devi voler provocare dolore fine a se stesso! Godere della sofferenza altrui- disse.
-Lascia che ti mostri. Crucio!-
E il dolore esplose, fu come se la sua pelle, le sue ossa, il suo corpo bruciassero interamente, ogni pensiero annullato, ogni speranza svanita.
Desiderava solo che finisse, che il dolore lo uccidesse, così si sarebbe riunito a Tonks.
Tonks, che gli aveva detto di non smettere di lottare.
E poi il dolore svanì, dopo un tempo che a Lupin parve interminabile.
Si rialzó.
-Stupeficium!-
-Protego!-
Cominciarono a duellare, scagliandosi maledizioni.
Le bacchette come sciabole, le bocche cucite.
Non pronunciavano più gli incantesimi ad alta voce, per limitare al minimo la capacitá Dell avversario di carpire la mossa e anticiparla.
Combattevano per uccidere.
Dolohov fece apparire dei pugnali dal nulla, e li lanció verso Remus, che li trasfiguró in serpenti, che si attorcigliarono e si scagliarono su Dolohov...
Furono colpiti più volte, varie ferite apparvero sui loro vestiti ormai intrisi di sangue.
E quando Lupin stava per scagliare La maledizione che avrebbe posto fine al combattimento, lo vide.
Un ragazzino, piccolissimo, probabilmente uno di quei minorenni che, nonostante il divieto, avevano scelto di partecipare alla battaglia.
Era circondato da Dissenatori.
Rantolavano, eccitati, mentre succhiavano via la felicitá da quel corpicino esile, tremante.
Uno dei Dissenatori si era avvicinato al viso del ragazzo, gli stava tenendo la testa.
Il Bacio Del Dissenatore.
Stava per succhiargli l anima dalla bocca.
Quel ragazzino sarebbe stato peggio che morto.
Prese una decisione, puntó la bacchetta sui Dissennatori.
Penso a Tonks, a James, a Lily, a Sirius...
Silente, Harry, Ron, Hermione...
-Expecto Patronum!-
Un enorme lupo d argento uscí dalla sua bacchetta.
Aveva il pelo spettinato, come i capelli di James e Harry.
Il suo sguardo era quello del cane nero in cui Sirius si trasformava.
L argento del patronus era cangiante, variava nelle sue tonalità, ora grigio, ora azzurro.
Tonks.
Il Patronus si avventó sui Dissennatori, che non potevano certo opporre resistenza ad una creatura così potente.
Tutta l esistenza di Remus si concentró in quell' ultimo incantesimo.
Il ragazzino era salvo.
I Dissennatori non gli avrebbero più fatto del male.
Ma sapeva di aver fatto una scelta.
E che non sarebbe mai potuto tornare indietro.
Girandosi verso Dolohov, vide il ghigno del Mangiamorte.
Un lampo di luce verde, e fu il buio.
  
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