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Autore: elys    27/09/2011    3 recensioni
ciao a tutti! ieri mi è venuto un raptus assurdo e così la mia mente ha partorito questa storia, spero vi piaccia. parla della nuova generazione di questa bellissima saga, tra amori amicizie e tanto altro... spero che vi piaccia, buona lettura!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Pov Roxanne
 
 
Era passata una settimana dal mio incontro con Cameron e da quel giorno erano successe molte cose, Albus faceva coppia fissa con Nicole, Lily aveva preso ad essere gelosa anche se in maniera molto moderata per essere la Lily Potter che tutti conoscevamo, Rose evitava Scorpius come si evita il vaiolo del drago, Scorpius invece le gravitava attorno come una falena alla luce, Hugo era sempre più irascibile per via dell’imminente partita con i Corvonero e litigava a volte con Albus perche a suo dire fraternizzava con il nemico, e per quanto riguardava me,io ero ormai vista spesso passeggiare e fare lunghe conversazioni con uno dei ragazzi più chiusi della scuola.
Quel giorno ci fissavano tutti, io e Cameron eravamo seduti in riva al lago nero e lui mi faceva vedere la sua chitarra elettrica.
“Vedi, questa è una yamaha aes 420, me l’ha regalata mio cugino quando ho compiuto quindici anni, studio chitarra da quando ne avevo dieci, quindi pensava fosse il momento di passare a un livello superiore e avere una vera chitarra!” parlava entusiasta mentre di tanto in tanto toccava e faceva vibrare le corde con un triangolino rosso che aveva in mano e che chiamava peltro.
“Pensi di potermi insegnare a suonarla?” chiesi io sinceramente curiosa di imparare a suonare quello strumento.
“Bè, non su questa, ma penso di poterti insegnare qualcosa, almeno gli accordi principali!” mi rispose sorridendo compressivo.
Mi voltai avendo sentito qualcuno bisbigliare e vidi un gruppetto di Serpeverde che ci guardava e sghignazzava nella nostra direzione, non era la prima volta che accadeva, e come sempre Cameron restava tranquillo.
“Se non la piantano ora li affatturo!” sbraitai ormai al limite della mia poca pazienza.
“Stai calma, prima o poi troveranno altro da fare!” rispose lui tranquillo iniziando a suonare tranquillamente una tranquilla melodia.
“Come puoi restare così calmo? Ormai sono giorni che va avanti!” continuai a lamentarmi.
Cameron si mise più comodo, per quanto potesse, e si mise a canticchiare sopra la melodia che continuava a suonare, da una parte rimasi affascinata, aveva una voce incredibile, e insieme alla musica sembrava fosse nato per fare solo quello, ma dall’altra c’era l’indignazione per il fatto che non si scomponesse. Dov’era l’orgoglio Grifondoro? Perché non reagiva?
“Stai calma…” sussurrò appena per poi riprendere.
La sua musica era cambiata e ora uno strano senso di calma mi avvolse come se con la melodia mi avesse trasmesso  quello stato di benessere in cui sembrava sempre immerso.
Dopo una decina di minuti eravamo rimasti soli, non c’era nessuno intorno e lui smise di suonare.
“Perché? Perché non reagisci mai alle provocazioni della gente? Ti comporti come un codardo, non sembri neanche un Grifondoro” diedi così voce ai miei pensieri mentre lo guardavo negli occhi.
“Cosa cambierebbe? Io mi vado bene come sono Rox, che gli altri pensino ciò che vogliono, io non cambierò solo per essere accettato!” il tono era stranamente freddo, quasi rassegnato. Non riuscì a replicare, e lui lo percepì in modo sbagliato, si alzò e senza guardarmi mi avvisò che non mi avrebbe potuto insegnare a suonare, e un attimo dopo si diresse verso il castello lasciandomi sola.
Appena fu svanito dalla mia visuale la pioggia iniziò a scendere copiosa, come avesse deciso di inferire.
In fondo, non ero io quella che diceva che essere se stessi era la cosa migliore? Allora perché mi sentivo tanto sbagliata in quel momento? Perché mi sentivo come se fossi io quella che doveva per una volta essere davvero se stessa? Rimasi così per un tempo che a me parve interminabile, finché non sentendomi troppo bagnata decisi di ripararmi. Non era Cameron ad essere un codardo, ma io che pur di non accettare una critica avevo litigato con una delle poche persone che aveva imparato a conoscermi davvero.
E dopo questi pensieri il buio mi avvolse.
 
 
 
Pov Cameron.
 
Ero arrabbiato, offeso! La ragione per cui non avevo amici forse era proprio per il fatto che nessuno mi accettava per ciò che ero.
All’inizio andavo d’accordo con Hugo Weasley, ma  essendo anche lui molto riservato il nostro rimase un rapporto di simpatia e rispetto reciproco, senza mai poter essere considerata un amicizia. Così quando quel giorno avevo iniziato a chiacchierare con quel piccolo uragano dai capelli rossi avevo pensato che in fondo cercare di avere un’amica non fosse un così grande male, non pensavo che lei come gli altri mi avesse giudicato, ed ecco invece che la stramaledetta realtà dei fatti sbatteva contro il mio naso come una porta chiusami in faccia, la cosa peggiore e che mi ero reso conto che Roxanne era una ragazza splendida e che per la prima volta qualcuno mi avesse ferito con le parole, ma ero abbastanza intelligente da sapere che in realtà non erano state le parole a ferirmi ma il fatto che a pronunciarle fosse stata lei.
Deciso a parlarle, e spiegare il mio comportamento con la gente, raccolsi tutto il mio coraggio Grifondoro e feci dietrofront per ritrovarla.
Arrivato d’avanti al portone c’era lei, a terra. La paura prese il sopravvento e con tutta la delicatezza di cui ero capace la presi tra le braccia e la portai in infermeria.
Sembrava un pulcino bagnato, per la prima volta fragile e indifesa ai miei occhi.
Arrivai in infermeria e Poppy vedendomi arrivare con una ragazza bagnata e svenuta tra le braccia si fece prendere un po’ la mano a mio modesto parere.
“Oh per Morgana! Cosa è accaduto?” chiese preoccupata aiutandomi a stendere la ragazza nel letto più vicino.
“Abbiamo litigato, ma quando sono tornato a cercarla l’ho trovata così…” cercai di spiegare mentre l’ansia mi travolgeva.
L’infermiera con mano delicata ed esperta toccò la fronte e le guance di Roxanne seria.
“Ha la febbre molto alta, deve essere stata sotto la pioggia e così si è beccata una brutta influenza! Possibile che voi ragazzi non abbiate un pizzico di buon senso? O è una prerogativa di voi Grifondoro?” chiese tra il preoccupato e il rabbioso.
Io a mia volta stetti in silenzio e guardai la pelle pallida di quella che ormai consideravo un’amica. Era assurdo, fino ad un minuto prima ero furioso con lei, ed ora mi ritrovai ad implorare Merlino, Godric, silente e tutti i grandi maghi della storia che si riprendesse in fretta.
Mi concentrai sul viso della ragazza un po’ di più, era pallido, ma notai che sembrava un po’ più scura dei suoi cugini, le sue lentiggini la facevano sembrare chiara in quanto fossero molto marcate. Notai anche una piccola fossetta nella guancia sinistra, la trovai terribilmente tenera.
In quel momento una furia dai capelli rossi entrò in infermeria. Hugo Weasley si precipitò subito al letto della cugina.
“Cos’è successo? Lorcan mi ha detto che ti ha visto portarla in infermeria, cos’ha? Come sta?” la valanga di domande usci dalle labbra del ragazzo senza che prendesse respiro, la paura aveva preso il sopravvento nel povero Grifondoro.
“Signor Weasley! Se continua ad urlare in questo modo le assicuro che sarò costretta a cacciarla in malo modo, la signorina Weasley ha preso solo un po’ d’influenza! Ora deve riposare quindi uscite fuori voi due altrimenti chiamerò il preside!”  con queste parole l’infermiera più vecchia del mondo magico si poteva dire che ci buttasse praticamente fuori a calci.
“Grazie…” sussurrò appena Hugo appena la porta si chiuse.
“Per cosa?” chiesi sinceramente curioso.
Gli occhi del ragazzo si posarono su di me con un misto di preoccupazione e gentilezza, e tutti sapevano che di quest’ultima Hugo Weasley era più che provvisto.
“Ultimamente io e Lily abbiamo trascurato Roxy, io con la squadra e Lily con il suo ragazzo, e pur sapendo che lei si sentiva sola non abbiamo trovato un attimo di tempo per lei… se non ci fossi stato tu questi giorni non avrebbe resistito, ed ora questo! Grazie, Roxanne non da molta confidenza, è un bene ci fossi tu, soprattutto oggi, sarebbe potuta andare peggio.” Sentenziò il ragazzo spostando lo sguardo al portone chiuso dell’infermeria.
A quel punto mi resi conto che come me Roxanne Weasley si era nascosta al mondo. Non eravamo tanto diversi!
Con questi ultimi pensieri io e Hugo andammo in sala comune senza più rivolgerci la parola, non c’era altro da aggiungere e lo sapevamo entrambi!
E intanto la mia chitarra giaceva affianco al letto della ragazza, come una promessa, sarei tornato, lei lo avrebbe capito.
 


note dell'autrice: non dirò niente, vi lascio l'immagine di cameron:)




  

  
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