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Autore: LadyArtemis    27/09/2011    0 recensioni
La vita è un uragano che ti trascina nella lunga ricerca di noi stessi. Ma i profilers della BAU, in particolare il dottor Spencer Reid, non si resero mai conto di ciò, fino a quando la loro quotidianità venne scompigliata da un nuovo e bizzarro arrivo. Tra casi nuovi da risolvere,paure,ostacoli e rivelazioni,riusciranno a ritrovare loro stessi? Cosa li attenderà? Che l'inizio cominci...
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    Capitolo 7
    


“Ama tutti. Fidati di pochi. Non fare torto a nessuno”
                                                                                               W. Shakespeare
 

 

“Kevin va tutto bene?” – chiese Penelope mentre passeggiava appoggiata sulla spalla di lui.
“Perché me lo chiedi?”.
“Ti devo fare il profilo? Non costringermi a farlo che odio questo genere di cose!”.
“Stai sulla buona strada, mia cara” – rispose lui baciandola teneramente sulla fronte. “Volevo aspettare ancora un po’ per dirtelo…”.
“Dirmi cosa?” – l’agitazione di Penelope era decisamente indescrivibile.
“Ho ricevuto una proposta come operatore informativo dall’Interpol…”
“Cosa? Interpol? Tu cosa hai fatto?”.
“Ho accettato…”.
Penelope rimase senza parole.
“Ma non parto da solo. Ho parlato anche del tuo operato e ne sono rimasti affascinanti tanto da poter garantire che la tua presenza è fondamentale nella loro unità”.
“Kevin ne avevamo parlato riguardo a possibili proposte esterne. Lo sai il mio rapporto con la mia unità. E’ la mia famiglia…”
“Ma lo potremmo essere anche noi, Penelope. Sai benissimo che questa è la nostra occasione per costruire una nuova vita senza S.I. o foto delle scene del crimine o profilers. E poi andremo a Londra!”.
“E diventeremo Syd e Nancy!”.
“Allora che ne pensi?”.
“Non lo so, Kevin…”.
“Ehi, piccola! Tu mi ami?”
“Ma perché mi fai queste domande?”.
“Voglio una risposta!”.
“La conosci già, mio amore informatico!”.
“Allora vieni con me. Segui il tuo cuore...”
“Il mio cuore…”.
 
 
Ore 8:30 AM
 
Ero già nel mio ufficio. Stavo risistemando i miei appunti riguardo il mio operato nella squadra. Gli incubi purtroppo rimangono prigionieri nella mia mente. “Forse mi stanno cercando di dire qualcosa? Dovrei scavare il passato di mio padre?”.
 
Mentre ero assorta nei miei monologhi, sentii la presenza di qualcuno nella stanza.
“Possibile che ti trovo sempre a ficcanasare qui dentro, Spencer?” – tuonai.
“Non mi aspettavo che arrivassi così in anticipo? Questa cosa è al di poco assurda…” – rise.
“Tranquillo su questo piano, non ti rubo il posto…”.
“E’ la realtà dei fatti”.
“Certo! Risparmiami i tuoi esercizi di dialettica…” – risposi mentre mi rubai un sorso di caffè dalla sua tazza e lui rimase al di poco allibito.
“Perché mi guardi così? Mi spaventi…” – chiesi.
“Non ti stavo guardando!”.
“Colpito e affondato questa volta da me, caro dottor Reid…” – dissi mentre uscì dalla stanza e lui iniziò a seguirmi.
“Sei terribilmente egocentrica! Lo sai che l’occhio umano ha un grande campo visivo e il nervo ottico riesce a registrare…”.
“Perché farmi una lezione di anatomia quanto invece non ammetti, come tu dicevi, “la realtà dei fatti”?”.
 
La nostra discussione fu interrotta quando entrambi osservammo Emily e JJ origliare fuori la porta di Hotch.
“Ragazze, cosa state facendo?” – chiesi.
“Ssssh! Zitta, Keira! Questa è una questione di vita o di morte!” – disse Emily.
“Chi è vivo? Chi è morto?” – esclamò Reid iniziando ad entrare in paranoia.
“Calmati, Spence! Praticamente abbiamo visto Penelope entrare nell’ufficio di Hotch ed è là da un bel po’ e siamo preoccupate…” – spiegò JJ.
 
“Ne ho sentito discutere riguardo questa storia…” – disse Hotch.
“Stamattina mi è arrivata la comunicazione ufficiale e desiderano al più presto una risposta; perciò mi sono rivolta a te su cosa devo fare…” – rispose Penelope, mentre stava seduta, intenta a fissarsi le unghia colorate delle sue mani per evitare il contatto visivo.
“Sono lusingato di aver posto la tua fiducia in me nel prendere tale decisione, ma è una faccenda che deve essere risolta soltanto dalla tua coscienza. Per parte mia, posso solo dirti che sarà un’enorme perdita, considerando quanto ho sempre lodato e ammirato il tuo operato e soprattutto il tuo spirito…”.
 
“Perdita? Ma di cosa stanno parlando?” – si chiese Emily sorpresa.
“Non mi dite che se ne va?” – esclamò JJ, con un volto spento dalla malinconia.
“Diamo fiducia a Hotch, ragazze. Le farà cambiare idea…” – conclusi.
 
“Non lo so, Hotch. Sono proposte che ti cambiano la vita. A me piace stare qui; siete la mia famiglia; però…”.
“…c’è una parte di te che vorrebbe seguire i propri sogni!”.
“Esatto! Kevin è il mio amore, ma questa unità è parte integrante della mia vita”.
“Penelope, qualunque decisione tu possa prendere, rimarrai il migliore tecnico informatico con cui abbia avuto l’onore di collaborare, oltre ad essere la persona più stravagante e speciale che abbia mai incontrato nella mia vita…” – disse Hotch, accennando un sorriso, facendo commuovere Penelope.
 
“Fiducia in Hotch? Così dicevi, Keira?” – disse  con molto sarcasmo Emily.
“Ma non può andarsene…” – commentò Spencer.
“Per una volta, sono d’accordo con te!” – esclamai girandomi verso lui e poi ritornai ad origliare.
 
“Vuoi che ti prenda una pausa in modo tale che ti sistemi le tue cose?” – propose Hotch.
“No, non è necessario. Anzi, Hotch, ti prego solo di farmi lavorare a quest’ultimo caso…”.
“Se è questo quello che desideri, non faccio obiezioni. Quando è prevista la partenza?”.
“Tra due giorni…” – rispose Penelope.
 
Gli altri membri della squadra si allontanarono dalla porta, nonostante che Hotch e Penelope continuassero ancora a discutere. Ma avevano sentito abbastanza.
“Non ci credo! Non è possibile…” – continuava a ripeterselo JJ.
“Non possiamo fare nulla?” – chiesi io, immensamente addolorata.
“Se Hotch non ha potuto farci nulla, vuol dire che non ci sono speranze…” – rispose Emily.
“Convinciamola a rifiutare questa proposta…” – intervenne Reid.
“Spence, è giusto così! Merita di vivere la sua felicità con la persona che ama…” – giustificò JJ.
“Andiamo ragazze! Questa volta il genio ha ragione! Penelope deve rimanere; bisogna convincerla…” – dissi.
“Ascolta, Keira: lo so che certe decisioni non soddisfano il prossimo, però considera che se lei si fosse stancata di fare questa vita? Fosse stanca di vedere l’orrore che viviamo ogni giorno?” – disse Emily.
“Morgan non la prenderà molto bene…” – disse Spencer, mettendosi una mano sul mento.
“Ma sei pazzo? Derek non lo deve sapere…” – tuonammo io e le ragazze talmente forte verso Spencer, che Derek, appena arrivato ha sentito la frase.
“Cosa non dovrei sapere?” – disse l’affascinante uomo di colore, tenendo le braccia incrociate in attesa di una risposta, sfoderando uno di quei sorrisi malefici.
Il quartetto rimase in silenzio alla ricerca di una valida giustificazione. Ma per loro fortuna la porta dell’ufficio di Hotch si aprì e tutti videro uscire Penelope con il loro capo.
“Ragazzi che ci fate voi qui?” – chiese perplessa l’informatica.
“Eh…abbiamo un nuovo caso e vi volevo dire che vi attendo tra dieci minuti nella sala riunioni…” – disse JJ ricordandosi il suo compito e salvò la situazione.
“Bene…” – rispose Hotch e tutti si allontanarono lasciando me e Reid soli.
 
“Io credo che debba saperlo…” – disse Spencer fermandomi.
“Ehi, non peggiorare le cose! Non sono questioni che ci riguardano…”.
“Tecnicamente siamo coinvolti, dato che avete “origliato”!”.
“Avete? Abbiamo origliato, genio!” – esclamai con disappunto.
“Non sarebbe giusto nei confronti suoi…”.
“Ma nemmeno di quelli di Penelope! Sarà lei se vorrà confidargli questa sua decisione. Noi ci dobbiamo limitare a far finta di non sapere nulla…”.
“Morgan si fida di me, non me la sento di fare questo….”.
“Senti, zuccone alla centottantasettesima che non sei altro, non mi costringere a prenderti a pedate! Ti terrò d’occhio, sai? Quindi guai a te…” – dissi con tono minaccioso mentre lui mi gettò uno sguardo di sfida.
“Ehi, voi due! Possibile che ogni volta che vi vedo, sembrate cani e gatti!” – disse Rossi dando un colpetto sulla nuca sia a me che a Reid.
“Rossi! Come è andata? Di nuovo auguri per le tue nozze…”
“Grazie, ragazza! Infatti siamo andati a visitare il lago di Como…”
(Italiano) “Oh, quel ramo di lago di Como, che volgeva a mezzogiorno…” – dissi.
“Battuta a pennello, vero Keira?” – disse Rossi mentre risi.
“Non direi proprio a pennello dato che tale romanzo aveva più un valore didattico e metteva in risalto il pessimismo storico, piuttosto che l’amore dei due protagonisti…” – concluse Reid.
“Ah, ragazzo mio…” – disse Rossi rassegnato all’ingenuità innocente del suo giovane collega.
“Rossi, mi dispiace interrompere questo piacevole dialogo, ma JJ ci aspetta con un nuovo caso…” – dissi e ci dirigemmo tutti verso la sala.
 
“Dave, di nuovo auguri!” – disse Hotch abbracciando il suo amico collega, così come tutti gli altri.
“I confetti non ve li ho portati per scaramanzia…” – disse divertito Rossi.
“Bene, ragazzi, abbandoniamo confetti e sposi e portate le vostre menti sui vostri fascicoli. Dayton, Ohio. Samantha Summers, 20 anni, è stata trovata questa mattina in un parco. Segni di corde sui polsi e sulle caviglie. Ma la particolarità non sta in questo: l’assassino le ha asportato gli occhi..” – illustrò JJ.
“Da quanto tempo risultava scomparsa?” – chiese Morgan.
“Cinque giorni. Ma la storia non è finita…”.
“In che senso?” – chiese Emily.
“Un anno fa, fu trovato il corpo di Jennifer Bixler, 19 anni, sepolto nello stesso luogo del ritrovamento dell’ultima vittima e le furono asportate le orecchie. Una settimana dopo, fu rinvenuto in fondo al lago il corpo di Julie Milner, 22 anni; l’S.I. le ha portato via il naso…” – concluse JJ, rabbrividita nel raccontare i dettagli del caso.
“Perché in quell’anno la polizia non ci ha chiamati?” – chiese Rossi.
“La polizia di Dayton ritennero che i primi due omicidi fossero di stampo satanico, dato che hanno ricevuto parecchie segnalazioni di aggressioni e delitti che indirizzassero a quella pista…” – rispose JJ.
“Il satanismo mira ad asportare gli organi ritenuti la sede dell’anima per entrare in contatto con la divinità, implicando anche il cannibalismo. Questi corpi sono assenti ferite multiple o elementi che ci fanno presupporre che l’assassino abbia infierito su di loro…” – teorizzò Reid.
“Il nostro bastardo ci sa fare anche con l’asportazione; non ho mai visto nessuno sezionare in maniera così egoisticamente precisa il setto nasale…” – commentai mentre osservavo le foto.
“Ha una formazione medica?” – chiese Emily.
“Esatto. Ottima conoscenza della chirurgia e anche della farmacologia dato che l’asportazione è post-mortem. Devo esaminare da vicino per fornirvi maggior dettaglio…” – conclusi.
 
L’unica che rimase per tutto il tempo in silenzio fu Penelope. Vedendo quelle foto entrava ancora in quell’abisso, facendole offuscare quel minimo di speranza che lei teneva in riserbo dentro di lei. Forse stava motivando ancora di più la sua scelta?
 
“Tra cinque minuti partiamo. Garcia vieni anche tu con noi…” – ordinò Hotch, suscitando lo stupore di Penelope mentre era assorta nei suoi pensieri e dubbi.
“Sei sicuro, Hotch?”.
“Niente discussioni. Prepara le tue cose…” – disse Hotch, allontanandosi insieme al resto della squadra.
“Ehi bambolina tutto bene?” – chiese Morgan.
“Si.. tranquillo…” – rispose evitando il contatto visivo del suo affascinante compagno.
“Sei sicura?”.
“Ho detto di si, Derek! Non mi trattare come se avessi un malanno!” – rispose infuriata Penelope allontanandosi velocemente da lui, lasciandolo a bocca aperta.
Io e Reid osservammo da fuori la scena.
“Credo che sia il momento di dirglielo…” – propose Spencer.
“No, Spencer! Purtroppo non possiamo fare nulla noi. Se Derek conosce Garcia meglio di qualunque altro di noi, capirà e sarà lui a farle cambiare idea…” – dissi fiduciosa.
“Le probabilità sono molto basse!”.
“Anche nel prenderti a calci…” – dissi con tono iroso e insieme raggiungemmo gli altri sul jet.
 
La squadra arrivò nella stazione di polizia, mentre io raggiunsi l’obitorio per analizzare il cadavere della vittima appena ritrovata.
“Agente Irving?” – chiese incerta JJ.
“Si, sono io. Lei è l’agente Jareau?”.
“Si, questi sono l’agente Hotch, Rossi, Morgan e la tecnica informatica Garcia”.
“Agente, avete una scrivania libera per sistemarmi?” – chiese gentilmente Penelope.
“Certo! Usi quella laggiù!” – rispose l’agente mentre Penelope si diresse ad appostarsi.
“Cosa può dirci sulle vittime, agente?”.
“Tutte le ragazze frequentarono il college di Dayton. Quando seguimmo le indagini sui primi omicidi, parlammo con il rettore della scuola e ci disse che ci furono casi insoliti di sparizioni, suicidi sospetti e morti atroci. Tutto portava alla pista satanica ed avevamo ragione. Riuscimmo a prendere la setta e chiudemmo il caso, anche se loro non ammisero mai quei due omicidi. E in effetti non avevano torto, dato che stanno marcendo in galera…” – raccontò l’agente.
“Molto probabilmente l’assassino è di questa città, in quanto conosce bene le zone e soprattutto il college frequentato dalle vittime. Probabilmente sarà un ex allievo…” – disse Rossi.
“E’ intelligente, meticoloso e paziente, considerando il tempo che è passato da primi due omicidi al terzo. L’asportazione è la sua firma; vuole mantenere uno stretto legame con le vittime. Devono far parte del suo progetto…” – concluse Hotch.
“Cosa ci consigliate di fare?” – chiese l’agente Irving.
“Il nostro S.I. ha un’età compresa tra i 25 e i 40 anni, di sesso maschile, soffre di un disturbo delirante della personalità; è un tipo solitario, sociopatico, vive in un mondo tutto suo” – spiegò Morgan.
“Agente, lei ha descritto l’intera comunità giovanile di questa città, ma vedremo di fare il possibile” – esclamò l’agente.
La conversazione fu interrotta dalle urla di una giovane donna.
“Oh no di nuovo…” – borbottò l’agente Irving.
“Chi è?” – chiese JJ.
“E’ Florence Sackville, una pazza squilibrata. Sua sorella, Annabelle, è scomparsa da quasi un anno e vuole che continuiamo le indagini. Ma lo sapete la questione della priorità dei casi…”.
La donna riuscì ad entrare e si diresse verso il suo diretto interessato.
“Agente Irving, cosa cazzo aspetta a trovare mia sorella?”.
“Flo, mettiti con il cuore in pace. Tua sorella sarà in un posto migliore…”.
“Non dire stronzate, figlio di puttana! Ti mando lì io se non ti muovi a trovarla…” – una volta detto questo, la ragazza sfoderò un coltello dalla tasca, ma fu fermata tempestivamente dagli agenti e portata in una cella.
 
Nel frattempo Emily e Spencer andarono al college per raccogliere informazioni sull’ultima vittima. Incontrarono un’amica di corso della Summers.
“Amanda, ti ricordi l’ultima volta che hai visto Samantha?” – chiese Emily.
“E’ stato due giorni fa..”.
“Hai notato qualcosa di strano nei suoi atteggiamenti?” – chiese Reid.
“No. Sam è sempre stata una ragazza aperta e disponibile. Però una cosa strana successe: di solito quando finivamo i corsi e andavamo sempre insieme nel nostro dormitorio. Quel pomeriggio Sam mi disse che doveva andare in biblioteca per incontrare una ragazza che la poteva aiutare con la sua ricerca. Dovevo capire che c’era qualcosa di strano…”.
“Non devi sentirti in colpa, Amanda. Non potevi fare nulla, però ci stai aiutando tantissimo per scoprire cosa è successo alla tua amica. Ti ricordi per caso come era fatta questa ragazza?”.
“Non lo so. Sam non me ne ha mai parlato. Scusatemi la lezione sta per iniziare, fatemi sapere se avete bisogno di aiuto…” – disse Amanda ringraziando Spencer ed Emily e li lasciò soli.
“L’S.I. ha un complice…”  - concluse Emily.
“Potrebbe essere una delle studentesse che ha rapito. L’ha risparmiata e lei sta facendo quello che ha in mente l’S.I.” – ipotizzò Spencer.
“Chiamo Keira per vedere cosa dicono i risultati dell’autopsia…” – disse Emily mentre prese il cellulare e chiamò.
 
“Dimmi, Emily” – dissi.
“Che notizie mi dai…”.
“Il nostro furbastro ha avvelenato le sue vittime una quantità elevata di baclofene, un veleno che atrofizza i tessuti cardiaci provocando l’infarto e non lascia tracce, per mantenere i corpi intatti al solo scopo di effettuare tranquillamente l’asportazione, senza provocare danni alle parti del corpo interessate. Consultandomi con il medico legale che ha analizzato gli altri due corpi, ha utilizzato lo stesso metodo. Poi secondo la mia modesta esperienza, l’S.I. possiede tutte le attrezzature tipiche di una sala operatoria; quindi come dato per restringere la ricerca, guardate se qualche membro della sua famiglia possiede un laboratorio privato o ci sia una vecchia struttura ospedaliera abbandonata” – dissi.
“Sei stata grande, Keira!”.
“Ehi, Emily, notizie di Penelope?”.
“JJ mi ha detto che è assolutamente calma…”.
“Vuole sviare i sospetti da Derek…”.
“Ne sono convinta. Ci sentiamo dopo, ragazza…” – disse Emily e riattaccò.
 
Mentre JJ era intenta a mandare il profilo ai media, Hotch, Rossi e Morgan ascoltavano Reid al telefono riguardo le novità sul caso, Penelope si diresse verso la cella dove si trovava Florence Sackville.
“Ehi, chi sei tu?” – chiese la donna.
“Mi chiamo Penelope Garcia…”
“Dal tuo aspetto non sembri uno sbirro…”.
“Infatti sono una maga dei computer. Adoro le tue extension azzurre..”.
“Io adoro le tue unghia a pois! Anche mia sorella se le faceva così…”.
“Quanti anni tiene?”.
“18. Si è diplomata con il massimo dei voti ed era molto contenta di andare al college. I nostri genitori ne sarebbero molto fieri…”.
“Che è successo?”.
“Uccisi durante una rapina in casa per proteggerci, fino a quando la polizia riuscì a salvare me e mia sorella. Andammo a vivere dai nostri zii. Ma io non riuscivo ad accettare la loro perdita e iniziai una vita che non me ne posso vantare. Ho iniziato a bere, entrai in un giro di prostitute e ebbi problemi con la legge per piccoli furti. Ma l’unica che mi dava un senso alla mia vita era Annabelle. Non era arrabbiata per il mio atteggiamento, anzi riusciva a capirmi, sebbene fosse più piccola di me. E adesso? E’ sparita e io sto qui senza fare un cazzo, mentre in questo momento sarà spaventata e sola!” – raccontò Florence, scoppiando in lacrime.
“Ehi” – disse Penelope allungando la mano attraverso le sbarre per confortarla – “anche io ho perso i miei genitori alla tua età. Capisco cosa si prova quando fanno del male alla tua famiglia; una parte dentro di te si lacera piano piano e ti manca il respiro. Per questo ti prometto che troverò tua sorella…”.
“Sei l’unica persona che è riuscita ad ascoltarmi…”.
“Mi devi promettere che smetterai di bere e continuare a volere bene il tuo prossimo…”.
“Questa promessa l’ho fatta da quasi un anno, per mantenere la speranza di trovarla…”.
“Senti, Florence ho una domanda da farti…”.
“Dimmi…”.
“Ti ricordi quando e come tua sorella è sparita?”.
“L’ultima volta che l’ho vista stava andando al parco per leggere dato che amava stare all’aperto. E’ accaduto il 28 ottobre…” – quando Florence disse quella data, si accese una lampadina nella mente di Penelope.
 
“Cosa c’è Rossi?” – chiese Morgan.
“Non noti qualcosa di strano nelle foto delle vittime?”.
“Sono giovani?”.
“No…si somigliano particolarmente! Sono tutte bionde, di statura media, magre e frequentano lo stesso college”.
“Sono caratteristiche significative per l’S.I.; forse è la rappresentazione di una persona a lui cara: sua madre, sua sorella  o la sua fidanzata…”.
“L’asportazione è un modo per poterla riportare in vita…” – concluse Hotch, mentre Garcia chiamò l’attenzione di tutti.
“Venite, ho scoperto qualcosa…” – disse e gli altri la raggiunsero.
“Illuminaci, bambolina!” – disse Morgan.
“Parlando con Florence…” – prima ancora di iniziare a parlare, Hotch tuonò su di lei.
“Garcia, dovevi consultarti prima con me!”.
“Scusami, Hotch. Ma se lo avessi fatto, lei non mi avrebbe parlato. L’ho dovuto fare per istaurare un dialogo. Comunque mi ha detto che sua sorella è scomparsa il 28 ottobre e cosa vi fa pensare?”
“La data del primo omicidio…” – rispose Rossi.
“Benissimo. Ora, stando alle testimonianze di Emily e Reid, la sorella di Florence potrebbe essere la complice usata dall’S.I. e, ritornando alla data del primo omicidio, l’S.I. si è fermato poi. Ora ho un altro quesito per voi: quando ha iniziato ad uccidere?”.
“Zuccherino sei grande!”.
“Garcia trova qualche evento di cronaca, accaduto all’inizio degli omicidi, riguardo a delle ragazze con le stesse caratteristiche delle vittime, appartenenti al college…” – ordinò Hotch e Garcia fece il suo lavoro.
“Hotch, ho solo tre nomi…” – rispose delusa Penelope.
“Hai fatto comunque un ottimo lavoro…” – disse Hotch.
 
Nel frattempo JJ raggiunse i suoi colleghi con aria preoccupante.
“Ragazzi, ci sono cattive notizie: ci è arrivata una registrazione. E’ l’S.I.”. In quell’istante arrivammo io, Emily e Spencer. Fummo messi al corrente delle novità sul caso.
 
“Presto sarete testimoni della mia più grande invenzione di tutti i tempi; ora ho il potere di dare la vita alla morte. Domani si attuerà il destino e chi mi ostacolerà, non sfuggirà alla mia ira…”
 
“E’ assurdo!” – commentò l’agente Irving.
“Agente, invii i suoi agenti in ogni posto di blocco della città. Non dobbiamo permettere all’S.I. di scovare la prossima vittima. JJ avverti il rettore del college…” – ordinò Hotch.
“Adesso che facciamo?” – chiesi sconvolta.
“Dobbiamo aspettare…” – rispose Rossi – “..ci conviene che tutti andassimo a riposare. Ora non serve a nulla agire se l’S.i. non fa la sua ultima mossa”.
“Ha ragione, Rossi” – disse Emily e tutti noi uscimmo dalla stazione di polizia. Mentre ci avviammo verso il nostro albergo, Penelope si allontanò da sola per fare due passi. Derek la raggiunse da dietro.
“Ehi, Garcia, aspetta…”.
“Ma è mai possibile che non posso fare nemmeno due passi da sola?”.
“Si può sapere che ti succede?” – disse Derek, fermandola e tenendola per le spalle.
“Niente…” – disse con sguardo calato Penelope.
“Non ha senso il tuo atteggiamento. Non capisco perché mi eviti; penso che ho diritto ad una spiegazione…”.
“Ti prego, Derek, non insistere…”.
“Di cosa, Garcia? Sono preoccupato per te? Stai male? Qualcuno ti ha fatto del male? Santo cielo, parlami…”.
Penelope ormai era arrivata al colmo; i suoi sentimenti non riuscivano più a reggere il suo misterioso silenzio.
“Derek, io lascio la BAU…” – disse a voce alta, con le lacrime agli occhi.
“Cosa? Che significa questa storia? E’ stata la Strauss?”.
“No! Ho ricevuto la proposta di andare a lavorare nell’Interpol. Anche Kevin. Tra due giorni è prevista la partenza…”.
“E tu cosa hai fatto?” – chiese Derek, quasi balbettando in quanto era sovrastato dallo stupore e dall’agitazione.
“Beh…ecco…” – Penelope non finì la sua frase e fu attaccata dall’ira di Derek.
“Perché non me l’hai detto? Potevo fare qualcosa per impedirlo! E poi perché hai accettato? Il tuo posto è qui! Io mi fidavo di te; eri l’unica che mi dava un senso alle mie giornate. Ma a quanto pare sono stato fregato da un’illusione. Sono stato proprio uno stupido!”. Dopo aver cacciato con tutto il dissapore tali parole, Derek lasciò Penelope sola per strada, mentre quest’ultima si inginocchiò per terra, consumate dalle sue lacrime salate e non faceva altro che ripetere “Perdonami, Derek…”.
 
Dopo essersi ripresa dalla discussione, Garcia si rialzò e, prima di incamminarsi, sentì delle urla. Si diresse verso la zona dove proveniva tale grido. E si ritrovò davanti una ragazza tremante e spaventata. Penelope si avvicinò verso lei.
“Ehi che ti è successo?”.
“Ti prego vai via, prima che ci uccida!”.
“Non me ne vado senza te…”.
Penelope estrasse dalla borsa una pistola e la diede in mano alla ragazza.
“Ascoltami, qualunque cosa succeda, tu spara e poi scappa più velocemente possibile, capito?”.
All’improvviso Penelope fu sorpresa da dietro da una misteriosa ombra.
“Coraggio, spara…” – urlò Garcia.
“Non ci riesco…” – rispose la ragazza.
“Allora scappa; corri più veloce che puoi” – la ragazza fuggì e mentre la misteriosa ombra tentò di inseguirla, Penelope prese la pistola per terra e riuscì a ferirlo ad una gamba. Ma lo sconosciuto ritornò indietro. Penelope sapeva che ormai era sconfitta dato che la pistola aveva un solo colpo, ma non aveva paura. Aveva fatto la cosa giusta: era riuscita a salvare quella ragazza. Lo sconosciuto con una spranga, disarmò Penelope e la colpì in testa, facendole perdere i sensi.
 
Nell’arco di dieci minuti, lei scomparve insieme al suo aggressore. 


P.S. Scusatemi per la lunga assenza ma ho avuto problemi con il pc, impegni vari e anche un pò di blocco della scrittrice ma grazie ai vostri commenti e alla mia assurda follia sono riuscita ad andare avanti...Keira e io vi ringraziamo dal profondo del nostro cuore e vi aspettiamo al prossimo capitolo...Ringraziamento speciale vanno a What_else,takara,Deutschelieber,smoky,giadi82,kia97 e tutte le persone che stanno seguendo e che leggono questa storia!!
  
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