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Autore: Alyx    27/09/2011    2 recensioni
                                                                             {Questa storia è nata per caso, in un momento di pazzia.
                                                  E' dedicata alla mia Trich, perchè nonostante sia assillante da morire le voglio un mondo di bene.
                                                                                          Grazie caVa.}
                                                                                                   *****

Il fiato usciva ansimante e senza controllo formando delle nuvolette bianche.
Le ginocchia affondavano nel terreno umido ma la giovane donna non sembrava curarsene.
Singhiozzava senza sosta sfogandosi senza pietà.
La sua sorellina era morta.
Morta.
E non poteva tornare.
Non poteva venire a consolarla come aveva spesso fatto quando erano piccole.
Non poteva venire lì e prenderla in giro per farla arrabbiare per poi fare pace.
Non poteva venire li, semplicemente.
Lei ormai era in un mondo dal quale non poteva più tornare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Petunia Dursley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Il giglio e la petunia

                                                                          {Questa storia è nata per caso, in un momento di pazzia.
                                                 E' dedicata alla mia Trich, perchè nonostante sia assillante da morire le voglio un mondo di bene.
                                                                                         Grazie caVa.}



No.
Non era vero.
Non poteva essere vero.
Petunia Evans era inginocchiata di fronte a una lapide bianca come la neve.
Lacrime cariche di sconforto e rimpianto le solcavano i viso.
Sua sorella.
Sua sorella non poteva essere morta.
Lei era forte.
Non poteva essere morta.
Si prese la testa tra le mani e la strinse fino a farsi male.
La cute le tirava e le nocche delle mani erano bianche dallo sforzo.
Le lacrime scendevano senza fine.
Senza controllo.
Senza vergogna.
Erano calde ma si ghiacciavano dopo pochi secondi sulla guancia.
Era sera e il freddo era pungente ma non le impediva di piangere.
Le nuvole erano cariche di neve che sarebbe arrivata presto.
Il fiato usciva ansimante e senza controllo formando delle nuvolette bianche.
Le ginocchia affondavano nel terreno umido ma la giovane donna non sembrava curarsene.
Singhiozzava senza sosta sfogandosi senza pietà.
La sua sorellina era morta.
Morta.
E non poteva tornare.
Non poteva venire a consolarla come aveva spesso fatto quando erano piccole.
Non poteva venire lì e prenderla in giro per farla arrabbiare per poi fare pace.
Non poteva venire li, semplicemente.
Lei ormai era in un mondo dal quale non poteva più tornare.
I singhiozzi si fecero più intensi e le lacrime più copiose.
Faceva freddo e il suo corpo era scosso da brividi ma Petunia non ci faceva caso.
Non le importava più niente di quel mondo.
Una parte di lei era morta con la sorella.
Non voleva ammetterlo ma tutta quella tristezza era mischiata con rabbia.
Tanta rabbia.
Lei si era pentita.
Si era pentita di averla abbandonata a undici anni.
Si era pentita di averla chiamata mostro.
Si era pentita di averla diffamata e umiliata.
Si era pentita di averla incolpata della morte dei genitori.
Si era pentita di non averla più considerata sua sorella.
Si era pentita di tutto.
E ora il suo cuore era spezzato, come un vaso di ceramica che si era frantumato per terra.
Scagliato con forza contro la parete.
Il suo cuore era un ammasso di detriti polverosi.
I suoi ricordi erano come mille e più spilli che penetravano la pelle.
Ogni lacrima che scendeva dalla guancia e si schiantava sul terreno era un ricordo che perdeva.
Un ricordo che sapeva non avrebbe più voluto ricordare.
Voleva cancellare.
Cancellare tutto.
Sua sorella.
Il suo dolore.
Voleva dimenticare tutto.
Chiuse gli occhi ma le lacrime riuscivano a uscire anche così.
Le mani ancora trai i capelli si spostarono sul viso e Petunia se possibile pianse ancora più forte.
Con ancora più disperazione.
Dalla bocca sfuggivano gemiti di dolore che cercava di controllare, ma che sapeva, non avrebbe trattenuto ancora per molto.
Il suo corpo era in preda a degli spasmi incontrollati.
Non era mai stata così male.
Improvvisamente urlò, stringendo i pugni e colpendo con forza la lapide bianca e immacolata.
Era silenziosa e tranquilla.
Sua sorella era li sotto, ignara di lei, che disperata singhiozzava incapace di controllarsi.
Non si era accorta che da tempo dietro di lei stava silenzioso un uomo.
Un uomo che sembrava non avere età, con un barba lunga e dei buffi occhiali a mezza luna adagiati sul naso.
L'uomo la chiamò parecchie volte ma lei non lo sentiva.
Quando la vide prendere a pugni la lapide con rabbia, senza accennare a fermarsi, le prese i polsi.
Lei lo guardò un attimo smarrita poi con rabbia.
"É colpa vostra! È colpa vostra! L'avete uccisa! È colpa vostra!" urlò arrabbiata tra i singhiozzi cercando di prendere a pugni il torace dell'uomo che incassò alcuni colpi senza fiatare.
Poi la bloccò con una forza che non dimostrava e le parlò con voce pacata.
"Petunia non fare così. Non tornerà. E lo sai bene. Tu devi combattere. Combattere per lei. Che non può più farlo."
Lei scosse la testa e abbandonandosi completamente riprese a singhiozzare senza ritegno, abbracciata a quell'uomo tanto vecchio.
Silente la lasciò sfogare ancora un pò, poi la prese per le spalle e senza dire nulla fece comparire due fogli sulla tomba.
Erano un giglio e una petunia .
Intrecciati.
Uniti.
Come sempre le due sorelle sarebbero state.



Angolo dell'Autrice:
Lo so.
Ne avevo già fatta una su Petunia e devo dire che non mi sta neanche troppo simpatica, anzi, ma non so  come mai oggi il mio cervellino ammuffito a deciso di lavore come gli pareva e questo è il risultato.
Questa mi piace molto di più dell'altra, che credo eliminerò.
Ho sempre pensato che Petunia si fosse realemente pentita di quello che aveva fatto.
D'altra parte era comunque sua sorella.
Spero vi piaccia.
Un bacio a tutti,
Alice

   
 
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