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Autore: Skeypunch    28/09/2011    1 recensioni
Vent'anni nel futuro, pianeta terra.
In una sola notte, nei cieli di tutto il mondo si verificano cadute di oggetti sferici e molto piccoli.
Una nuova era sta per attendere l'umanità.
Con i suoi pro e contro.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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#3 L'Accademia dei Domatori


Il pullman fu lasciato a lato più avanti del colossale cancello d'acciaio, che richiamava lo stile barocco. Sopra si esso era stata fusa la scritta in caratteri rotongeggianti:

ACCADEMIA DEI DOMATORI D'ITALIA, dove la Terra e l'ignoto s'uniscono.

Il lungo viale era punteggiato di fiori gialli e blu ai lati di esso, le aiuole alte mezzo metro facevano intravedere quasi del tutto il fitto bosco a sinistra e l'inizio del Mediterraneo con le sue alte scogliere a destra.
Infine, molto più in avanti, si stagliava maestosa l'Accademia: una struttura dalla particolare forma a mezza luna, posizionata in orizzontale.
"Come un sorriso dello stregatto", mi venne da pensare.

Noi ventisei ragazzi, ventisette contando anche l'autista (ma fino a quanto mi poteva stare addosso quello?) camminavamo lentamente a mo' di processione, assorbento la vista del nuovo territorio e tutto ciò che lo circondava.
Il leggero rumore che provocavano le ruote delle nostre valigie erano attutite dal soffice prato. Sembrava più di essere entrato in una specie di museo naturalistico che in una scuola.
Qualche secondo più tardi sentii la ragazza in testa alla fila urlare.
Il ragazzo subito dietro di lei non se ne accorse e andò contro la sua schiena: per poco non ci mancava che la facesse cadere.
< Scusa... > sentii appena io dalla mia posizione.
La ragazza che si era fermata si girò dietro verso il ragazzone: < Scusa tu, credo di aver visto correre un pokemon... >
Non finì la frase che in uno squittìo saltò per aria un oddish che veniva rincorso da una cornacchia.
Un mormorio di meraviglia si alzò dal gruppetto.
< Secondo te li mangiano i pokemon, gli animali? > chiese un ragazzo al suo vicino appena davanti a me.
E poi lo vedemmo tutti con i nostri occhi.
L'oddish, nella sua corsa, si fermò e fece una giravolta, avvitò le sue foglioline sul capo e squittì ancora una volta: quattro foglie si staccarono dall'estremità della testa bluastra e rincorsero la cornacchia a velocità moderata.
L'uccello, spaventandosi, mosse le ali nere furiosamente, dopodichè se ne svolazzò via nel cielo rosseggiante.
< Non credo proprio > decretò l'altro ragazzo.
Io non ce la facevo più a stare zitto, dovevo dire qualcosa e socializzare, anche se provavo ancora vergogna per non essere riuscito a tener fermo igglypuff nel pullman.
< Era un foglielama vero? Ho sentito dire che le foglie lanciate siano più dure di quelle... >
< BENVENUTI ALL'ACCADEMIA DEI GIOVANI DOMATORI!! >
Una squillante voce apparsa nel nulla ci fece trasalire tutti quanti.
< PREGO, RIUNITEVI TUTTI ALL'ENTRATA E LASCIATE CHE LA MAGIA DEI POKEMON VI PERVADA NEL VOSTRO ESSERE!! >
Silenzio.
< Ma che è una pubblicità? > mi chiesi ad alta voce. Qualcuno ridacchiò più avanti e girandosi, mi fece il pollice in su.
"Oh, finalmente qualcuno che mi considera!"
La ragazza che era in testa si fece sorpassare da metà ragazzi, forse ancora fra le nuvole a pensare a quell'oddish.
Le venni incontro anche io, un po' più su' di morale. Notai che era la ragazza che la sera precedente aveva ricevuto feebas.
Forse io non ero l'unico ad essere messo male.
Le porte trasparenti dell'Accademia si aprirono quando il primo ragazzo si avvicinò abbastanza da poterle toccare con un braccio.
Ci accolsero diverse persone eleganti e messe in riga.
< Che benvenuto reale! > commentò a bassa voce un ragazzo con i capelli tinti di platino.
< Ci siamo tutti? > era la voce che avevamo udito fuori. Una donna di mezza età con un tailleur grigio topo e i capelli castani striati di grigio.
Senza accertarsene troppo, l'algida donna riprese: < Bene, mi presento: il mio nome è Samanta Deinoto e sono la direttrice dell'Accademia, nonchè fondataria e finanziatrice del progetto PGG italiano. >
Ci guardò ad uno ad uno, quando ci posizionammo in modo che tutti e ventisette (ma quel cavolo di autista era ancora lì?) potessimo guardardarla in faccia.
< Siete stati scelti > continuò la donna, pugnalandoci con i suoi occhi verdi e profondi, < in base alle vostre risposte attitudinali, di problem solving e non a caso delle vostre scelte para-simpatiche verso i suddetti... >
< Io sono rimasto a "in base" > bisbigliai ad una ragazza dai capelli rossicci e un grande dilatatore al lobo. Lei rise, ma voltandosi mi riconobbe e cambiò espressione fissandomi dall'alto in basso.
"Ed ecco un'altra da eliminare ai biglietti di auguri di Natale..."
<... perciò vi chiedo la massima serietà e impegno, nonostante la vostra esperienza sia basata sulla televisione e le poche ore passate con i pokemon tra ieri sera e stamattina... a proposito, signor Beluari...? >
La direttrice allungò il collo in cerca di qualcuno, poi sentii al mio fianco uno schiarimento di gola e dire: < Si, signora Deinoto? >
La donna strizzò le labbra già sottili, facendo intendere di dover avere delle spiegazioni.
< Oh! Ma certo! Vuole sapere il perchè del ritardo? >
Samanta Deinoto sbattè gli occhi più volte con un falso sorriso: aveva risposto senza parlare.
In quel momento avrei preferito essere qualsiasi altra cosa, fuorchè il ragazzo che non era stato capace di far ubbidire un pokemon neonato.
"Mi andrebbe bene essere anche quel tizio dalla facca beota... " pensai guardando un uomo con una divisa porpora a destra della direttrice.
< Beh il fatto è che c'è stato un... inconveniente alla partenza e... >
< Si sono aperte delle capsule e sono saltati fuori i pokemon nel pullman > finì la frase la ragazza che portava con se' feebas.
Metà dei ragazzi sussurrarono a bassa voce come avesse fatto quella ragazza a prendere l'iniziativa, metà si chiesero il perchè di quella "falsa verità".
Il tizio con la faccia beota roteò gli occhi esasperato (ma era più capace Samanta Deinoto a farlo) ed esclamò: < Ma certo, consegnamo la sera delle capsule surrogate e questi non sanno neanche usarle il giorn.. >
< Oh, per favore! > s'intromise una donna alla sinistra della direttrice: capelli a nuvola e occhiali da mosca. Non riscivo a capire perchè non l'avessi notata prima.
< Sempre a traumatizzare i poveri studenti, prova ad avere un po' di cuore! >
Fissai la direttrice, in mezzo ai due litiganti e vidi che aveva un leggero tic all'occhio. Allungò le mani e tuonò: < Per fovore, signori! Non diamo il cattivo esempio a queste giovani menti! >
I due si zittirono subito. Forse non era la loro prima litigata.
La direttrice Samanta Deinoto fece un passo avanti, e io istintivamente indietreggiai di uno.
< Quindi gli alieni si sono de-cristallizzati dalle capsule e poi cos'hanno fatto? >
Nonostante provassi un po' di strizza, risposi io, a poca distanza dalla donna.
< Il mio igglypuff ha usato la mossa metronomo, credo... e ha provocato ventargenteo oppure ventoincoda... >
< Funestovento > replicò la ragazza con il dilatatore nero, fissandomi dietro gli occhiali da sole, < il tuo pokemon ha usato funestovento. Non hai sentito quel senso di pesantezza e oppressione? >
La direttrice prima osservò la ragazza e poi me.
Si ma quanto mi stava osservando?
Dopo qualche interminabile secondo mi chiese: < Qual'è il tuo nome? >
< Io mi chiamo Ruf... Giasone Nerestri, signora. >
La donna mi porse la mano, io pensai che me la volesse stringere, ma invece (con stupore di tutti gli altri) mi prese la capsula contenente igglypuff.

* * *

Era come se mi avesso spogliato in un movimento unico.
"Che cazzo sta facendo?" pensai sulle prime.
Vidi la donna premere il bottone al centro della capsula e far uscire in un lampo accecante il mio pokemon.
Tutti gli occhi dei ragazzi e degli altri adulti erano fissi sull'alieno rosa.
Igglypuff aprì gli occhi e se li strofinò con le zampette, poi mi alzò il faccino e socchiuse gli occhi con fare minaccioso.
< Iggllllly! > soffiò lui, poi come se niente fosse successo, trotterellò in direzione di Beota e Occhiali-da-Mosca.
< Iggly! Igglhyhyyy!!! > sembrava che l'aria attorno al pokemon sfrigolasse, come se ci fosse del fuoco acceso.
< Ohhh che tenerezza! > esclamò con aria sognante Beota.
< Sta usando incantevole! > gridò la direttrice, puntando il dito contro la palla rosa. Ora l'aura sfrigolante era aumentata d'intensità. Anche gli altri uomini e donne (contai che in tutto erano in sette, otto con la direttrice) avevano gli occhi a mezz'asta e le spalle rilassate che fissavano il mio pokemon.
< Non guardatelo! > urlò nuovamente la donna, ma ormai era fatta.
Un'altro dei miei casini. Anzi, era stata colpa della direttrice.
Mi appuntai mentalmente una nota: non far incazzare igglypuff. Per nessun motivo.
< Oh, per la miseria! > la direttrice alzò di poco il tailleur (un momento di perplessità da parte di noi ragazzi maschi) e si sfilò dalla cintura nascosta una delle sue cinque sfere (momento di sollievo da parte di noi maschi).
La ingrandì pigiando sul bottone e lo premette una seconda volta per far uscire il suo pokemon.
Attimo di ansia generale da parte di tutti per l'ignoto pokemon...
Un'ombra grigia apparve in mezzo al salone.
< Dusknoir! > chiamò la direttrice, < Esegui una leccata... ma molto debole mi raccomando. >
Io ( e credo anche gli altri venticinque) rimanemmo senza respirare di fronte al pokemon d'ombra. I suoi occhi rossi penetranti s'illuminarono alla richiesta della domatrice e corsero sulla figura minuta di iggypuff.
Avvertendo il grande alieno dietro di sè, il mio pokemon si girò di scatto e gorgogliò contento come aveva fatto con gli altri, il suo fascino alla massima potenza.
Samanta si rivolse a noi, ancora con la bocca aperta: < Non guardate igglypuff >
Ci fu un momento di tentennamento dovuta alla strana forza del pokemon rosa, poi Dusknoir aprì le fauci e strotolò la sua lingua violacea, ricoprendo di saliva Igglypuff.
< Mfhfhfh > cercava di difendersi l'alieno, poi cadde di lato con gli occhi chiusi.
Non persi tempo e diedi una spallata alla ragazza rossa e alla direttrice, dirigendomi subito verso il mio pokemon.
Sentivo la pressione di dusknoir, immobile e oscuro.
< Mi senti, iggly, mi senti? >
Gli occhi degli adulti tornarono normali e si riscossero come se si fossero addormentati i piedi.
< Ci ha ipnotizzati vero? > stava dicendo Beota.
< No, ha usato incantevole, ma non... >
Il flash riportò in forma d'energia il duknoir, rimbambendo un po' tutti.
< Nerestri Giasone > mi chiamò da dietro la direttrice,< il tuo igglypuff starà meglio fra qualche ora. La potenza attuale del mio alleato ha annullato le sue forze. E' interessante comunque che abbia avuto coraggio di affrontarlo. Se lo allenerai a dovere, potresti avere grandi opportunità... signor Ramicini, continui lei, io ne ho avuto abbastanza per oggi! >
E con questo la direttrice dell'accademia si allontanò a grandi passi con lo stupore di tutti.
< Bene! Ehm... caro ragazzo, porterai il tuo pokemon in infermeria appena dopo il mio discorso, dirigiti verso gli altri ok? > incominciò titubante il signor Ramicini, un uomo con il pizzetto e le sopracciglia folte.
Rimisi nella sfera igglypuff e ritornai a testa bassa dai miei compagni, senza voler vedere l'espressione delle loro facce.
< Il tuo igglypuff è malato, andare contro un dusknoir! > mi diede una leggere gomitata il ragazzo che aveva ricevuto shyter.
< Taci! > mi difese per la seconda volta quella ragazza. Aveva i capelli biondi chiari e tantissimi braccialetti scuri sul polso destro.
< Dopo cena, > continuava Ramisi, < Verrete muniti di un iDex... >
Mormorio eccitato verso quella parola, < di una chiave elettronica per la vostra camera e una scheda dettagliata del pokemon ricevuto, più un abbonamento gratis a Pokèdex Magazine. Ora verrete accompagnati dall'autista... cioè dal bidello... ehm, volevo dire: dal signor Beulari, alla mensa. >
L'uomo in questione ci fece cenno di seguirlo, in maniera assolutamente annoiata, più avanti nella sala d'accoglienza e superando un corridoio largo con quadri e fotografie di pokemon e domatori.
Io individuai fra i venticinque la ragazza che mi aveva parato le chiappe con la direttrice e la raggiunsi.
< Hey, grazie per prima > le dissi raggiante, < Giasone Ner... >
< So chi sei, ormai! > mi fece l'occhiolino, < Piacere, io sono Sara Galimero! >
La mano della ragazza era morbida a calda, proprio come lo era igglypuff.
   
 
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