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Autore: Stecullen94    29/09/2011    5 recensioni
Edward Cullen è un ragazzo introverso, sua madre è morta dandolo alla luce e da quel giorno suo padre lo odia e gli rinfaccia sempre la morte della madre.
Si trasferisce a Forks con suo padre e i suoi fratelli, Emmet e Alice, perchè aveva appreso dai suoi nonni che nella cittadina c'era un bravissimo dottore che forse avrebbe saputo curare la sua grave malattia.
Alla Forks High School incontrerà Isabella Swan, vivace e popolare, fidanzata con il capitano di basket della scuola. Pian piano diventeranno amici, e la loro amicizia si trasformerà in qualcosa di più forte e passionale, ma oltre all'amore c'è qualcos'altro che preoccupa Edward: la paure di morire e di non poter più vivere con la sua amata.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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                                         L’amore di una madre


(Pov Edward)

Di solito restare a casa il giorno dopo invece di andare a scuola mi faceva piacere, ma mi riferisco ai tempi di Bevery Hills, ora invece mi scoccia e mi preoccupa.
So che oggi non ci saranno ne Black e i suoi ma il fatto che Bella sia da sola mi preoccupa molto, pure se devo pensare che prima di incontrami lei stava con Black e riusciva a proteggersi da sola, comunque non sarebbe restata da sola dato che con lei c’erano Angela, Ben e gli altri.
Poi però c’è anche il motivo che m’imbarazzo a stare a casa sua ,senza che lei ci sia, con sua madre, insomma non sono uno di famiglia, quando mi hanno chiesto di venire a stare da loro momentaneamente avevo detto di no però la testa dura di Bella e dei miei fratelli mi hanno convinto ad’accettare, ed’ecco perché in questo momento sono nella camera, che per il momento è diventata mia, e mi sto vestendo per poi scendere sotto con Axel, quando ad’un certo punto bussano alla porta

“Avanti” rispondo seduto sul letto ancora mi dovevo mettere la maglietta e quindi ero a petto nudo, quando la porta si apre vedo Esme venirmi incontro con un vassoio

“Buongiorno Edward” mi dice gentilmente entrando “Buongiorno” rispondo educato

“Ti ho portato la colazione. Per la verità pensavo che stessi ancora dormendo” mi dice porgendomi il vassoio con sopra una tazza di latte e biscotti e cornetti di ogni genere

“Grazie, ma non doveva disturbarsi, sarei sceso io” gli dico in imbarazzo

“Nessun disturbo, anzi per me è un piacere. Hai bisogno di altro?” mi chiede sempre gentile, ho sempre una strana sensazione quando mi parla, le sue parole mi confortano e mi riserva lo stesso sguardo pieno d’amore che riserva a sua figlia, e io non riesco a capire come mai, perché dovrebbe comportarsi così con me se io per lei sono ancora una specie d’estraneo?

“No grazie” le rispondo subito e prima di andarsene mi da un bacio sulla fronte per poi uscire, inutile dire che questo gesto mi ha lasciato confuso.

Subito mi riprendo dallo stato di confusione e dopo aver finito di mettermi la maglietta mangio qualche biscotto, o meglio all’inizio era qualche biscotto ma poi per quanto erano buoni li ho mangiati tutti, poi dopo aver finito di sistemarmi prendo il vassoio e scendo sotto

“Signora grazie, era davvero tutto buono” mi complimento raggiungendola in cucina e lei mi sorride

“Mi ha fatto piacere che ti siano piaciuti i miei biscotti, ne ho fatti altri anche per oggi pomeriggio per quando arriva Bella se dopo ne vorrai ancora” mi dice grata e poi la vedo prendere la borsa

“Edward io esco, hai bisogno di qualcosa?” mi chiede mentre la vedo prendere una giacca, io intanto la raggiungo

“L’accompagno” le dico e prendo il mio giubbotto “Pensavo volevi restare a casa, ma se ti fa piacere, allora te ne sarei grata” dice gentilmente mentre io prendo le chiavi della mia macchina

“Mi andava di uscire, e almeno in questo modo posso essere utile” le dico mentre ci dirigiamo alla mia macchina.

Durante il tragitto fino al supermercato chiacchieriamo del più e del meno sulle notizie di questi giorni, su tutto quello che riguarda la politica, cosa che io odio, ma anche su altre cose lo spettacolo e varie. Arriviamo davanti a un supermercato grande quanto un palazzo, l’unico edificio grande che ho visto a Forks prima d’adesso, o meglio è un po’ fuori la cittadina, il colore delle pareti e solo giallo , appena entro nel parcheggio subito trovo posto e poi scendiamo e ci dirigiamo insieme verso l’entrata, il nome è “Acquashop”

“Vengo sempre qui a fare la spesa, come Bella viene sempre qui a comprare vestiti e film. In tutto ha quatto piani ed’è pieno di negozi vari, c’è anche il cinema e due sale giochi” mi spiega la signora mentre entriamo, appena entrati la bellezza dell’interno mi attira, è come essere in un acquario …
Tutto risplende come se le cose sono sott’acqua, le pareti sono di color mare e ci sono disegnati fondali marini e pesci, sul pavimento, color muschio, ci sono disegnate stelle marine e ricci e davvero come essere dentro l’acqua, e poi ogni piano tranne il primo gira a cerchio, proprio al centro ci sono le scale mobili in ogni piano, mentre il tetto che risplende per merito delle luci fa sembrare che tutto si muove

“Wow” sospiro ammirato ed’ Esme vicino a me fa una mezza risata

“Sapevo che ti sarebbe piaciuto non per niente è il luogo preferito della mia famiglia e di tutte le altre persone” mi dice mentre avanziamo verso la sua destra dove c’è l’ipermercato

“Non pensavo che a Forks ci fossero cose di questo genere” gli dissi stupito, in questi giorni ci sarei tornato con Bella, eccome se ci sarei tornato

“Per la verità questo territorio e di Seattle non di Forks” finisce di spiegarmi

“mi sembrava strano!!!!” pensai ma solo dalla risata della signora capì di averlo detto ad’alta voce, cosa che mi fece imbarazzare non poco.

Passammo un’ora intera dentro l’ipermercato, Esme ha voluto prendere un sacco di cose sia per pranzo che per cena e anche per risparmiare la spesa del giorno dopo, quando uscimmo il carrello, che stavo portando io, era pieno di buste

“Va bene qua abbiamo finito. Che ne dici vuoi fare un giro?” mi chiede sempre gentile

“Va bene” le dico e poi iniziamo a girare per tutti i piani, non sono state poche le volte che mi fermai davanti a un negozio o semplicemente per ammirare il luogo da piani diversi, e questo fatto sembrava fare piacere alla signora che mi sorrideva compiaciuta

“Ciao Edward” a un certo punto una voce, che per sfortuna riconoscevo, mi chiamò e quando mi girai confermai i miei sospetti, era Tanya, stranamente senza mio padre

“Tanya” la salutai gentile, di certo non ero un tipo scortese

“Allora oggi niente scuola eh? Comunque non pensavo di vederti qui” mi dice ignorando Esme

“Ho accompagnato la signora Swan a fare la spesa. Comunque Signora Swan le presento Tanya la futura moglie di mio padre” faccio le presentazioni e Esme mi sorride mentre Tanya fa una faccia disgustata

“Piacere, comunque Edward io e tuo padre ti volevamo dire una cosa, l’abbiamo da poco detto ai tuoi fratelli e mi sembra giusto che tu la sappia” mi dice freddamente e io pure se m’incuriosisco rimango distante

“Dimmi” le rispondo indifferente, era strano che i miei fratelli non mi avessero chiamato per dirmi qualcosa, ieri poi quando gli ho detto della lite mi hanno minacciato che appena tornavano mi strozzavano perché non sono stato attendo

“Vedi io e tuo padre abbiamo deciso di spostare la data del matrimonio, abbiamo deciso di sposarci alla fine del prossimo mese” mi spiega e io annuisco, che si sposino basta che lascino in pace la mia famiglia

“Va bene, grazie per avermelo fatto sapere” le dico e faccio per voltarmi quando sento la sua mano sulla mia spalla

“Un’altra cosa tesoro, so che non ti piace il fatto che diventerò tua madre però sappi che m’impegnerò per fare in modo che tu possa essere felice nei tuoi ultimi mesi di vita” mi dice e mi lascia completamente scioccato, che stava dicendo?

“Che cosa … vuoi dire?” le chiedo guardandola , intanto vedo Esme preoccuparsi

“So che non hai avuto una madre e capisco che averla proprio alla fine della tua vita non ti piacia, però non ti preoccupare ti starò sempre vicina. Non è colpa tua se tua madre ti ha fatto nascere malato e credo che avrebbe pure potuto evitarlo, insomma l’avrebbe dovuto sapere già dal terzo mese ma invece ti ha dato questa vita complicata, secondo me non è stata una brava madre, ma non ti preoccupare da oggi ti starò sempre vicina e sarò la madre perfetta per te” mi dice e la vedo sorridere, però capisco che dietro al suo sorriso non ci sono parole che provengono dal cuore

“Non hai nessun diritto di parlare così di mia madre” le dico arrabbiato ma appena finisco la frase, come se mi fosse stato infilzato un coltello, una fitta dolorosa mi arriva diretta al cuore, tanto che mi sembra di svenire da un momento all’altro

“Non ti preoccupare, vedrai che da quando ritornerai a casa starai bene” mi dice e in quel momento altre fitte in tutto il corpo non mi permettono di risponderle, sapevo che le crisi mi venivano due volte a settimana ma di solito non sono a giorni consecutivi e poi adesso ho paura di questi attacchi, ho davvero tanta paura che se chiudo gli occhi non li potrò più riaprire , ho paura di smettere di vivere e farei ogni cosa possibile per evitare che mi vengano delle crisi così forti

“Edward stai bene?” la voce della signora Swan mi arriva ovattata mentre vedo Tanya allontanarsi, non sono ancora svenuto ma so che tra poco succederà, sto male, ed’ecco che mi arriva l’ennesima fitta che questa volta mi toglie il respiro, non sto più respirando sto annaspando in cerca d’aria, come quando stavo per annegare quand’ero piccolo, e non ero più in piedi anzi ad’ogni fitta crollavo

“Edward rispondimi, ti prego, stai bene?” la voce della signora mi richiama mentre sento accorrere altri passi, solo quando sento una botta alla testa e mi ritrovo disteso vedo le luci del tetto in modo sfocato, mentre sono circondato da delle figure nere, intanto sto ancora annaspando in cerca d’aria, vorrei alzarmi, correre finché non trovo un po’ d’aria ma non ci riesco, vorrei dire qualcosa, vorrei chiedere aiuto, ma non riesco a fare neanche questo, nel mentre che perdo i sensi riesco a sentire le sirene di una ambulanza in avvicinamento,

Può essere davvero questa la mia fine?!!

Non so quanto tempo è passato da quando ho perso i sensi ne mi ricordo dov’ero o cos’è successo, mi ricordo solo un gran dolore che mi ha preso in tutto il corpo e l’assenza d’aria che mi faceva soffocare, quando apro gli occhi mi ritrovo disteso in un letto e la risposta fu facile: mi ritrovavo di nuovo in ospedale

“Menomale ti sei svegliato” solo in quel momento mi accorgo della presenza di Esme alla mia destra che mi guarda sollevata

“Che è successo?” le chiedo sedendomi e tenendomi la testa che mi fa un po’ male

“Sei stato male, anzi malissimo, ti agitavi anche dopo essere svenuto” mi spiega e io annuisco

“Capisco, mi dispiace solo averla fatta spaventare” le dico in imbarazzo possibile che le mie crisi non mi potessero venire in altri momenti, uffa mi devono venire solo quando sono in un momento imbarazzante, non è giusto

“Non dirlo neanche. Appena sei stato male ho fatto chiamare subito l’ambulanza e ti abbiamo portato qui, mio marito è uscito da poco perché l’hanno chiamato per un urgenza” mi continua a spiegare

“Quant’ho dormito?” le chiedo, pure se era inutile, di certo un’ora

“Sei ore, infatti adesso sono le quattro e mezza” mi risponde lasciandomi confuso, non poteva essere, non potevo davvero aver dormito così tanto dopo una crisi

“Strano” sospiro soltanto e poi la vedo sedersi sulla sedia alla mia destra

“Posso chiederti una cosa su quello che è successo prima? So che non sono affari miei e che non è il momento però vorrei che mi rispondessi” mi dice preoccupata e io annuisco

“Certo” chissà che mi doveva chiedere

“Quando la futura moglie di tuo padre ti ha detto quelle cose sul fatto che tua madre poteva abortire dato che molto probabilmente aveva già saputo che tu saresti nato malato, tu gli hai creduto?” mi chiede interrogativa e io rimango sorpreso, era una domanda che mi facevo io stesso da un po’ di tempo

“Per la verità non lo so, mi faccio la stessa domanda da un po’ di anni” gli rispondo confuso guardando le lenzuola bianche del letto

“Edward ascoltami. Sono sicura che tua madre pure se aveva già saputo che tu avresti avuto questo tipo di problemi ha voluto darti lo stesso il modo di vivere, perché malato o no, ognuno ha il dovere di vivere pure se solo per pochi minuti. E sono sicura che tua madre ha voluto proprio questo, ha voluto farti vivere pure se sapeva che tu una volta nato saresti potuto morire da un momento all’altro. Non so com’è morta, ma sono sicura che finché non ha emesso l’ultimo respiro ha desiderato che tu continuassi a vivere e che avessi una vita felice” mi dice e quelle parole mi arrivano come una ninna nanna nel cuore, erano parole dolci piene di comprensione e di sicurezza

“Grazie davvero” sussurro riconoscente sorridendogli

“So che è strano sentirsi dire queste cose da qualcuno che non conosci bene. Ma se sono parole dette con il cuore anche uno sconosciuto potrà diventarti conosciuto. Sappi che ti sto parlando come parlerei a mia figlia, perché sia tu che lei dovete trovare la felicità e l’amore. E sia chiaro, se hai bisogno di qualcosa, di qualunque cosa, non esitare a venire da me e chiedermelo” mi dice e con una mano mi accarezza la testa

Ora capivo, lei fa tutto con il cuore, ma non con un cuore normale ma con un cuore da mamma!!!

“Davvero signora Swan, non so come ringraziarla” le dico quando sento delle lacrime bagnarmi le guancie

“Non mi devi ringraziare, tu sei diventato come un figlio per me, so che non potrò mai sostituire la tua madre naturale, e di certo non voglio, ma da quando ti ho conosciuto ho visto qualcosa di diverso in te e quel qualcosa mi ha fatto capire che solo tu puoi far felice mia figlia. E da oggi voglio essere chiamata Esme” finisce e poi mi abbraccia

Provare qualcosa di nuovo è bello, conosco l’amore o meglio ho imparato a conoscerlo, conosco l’amore fraterno, ma oggi per la prima volta ho conosciuto l’amore materno, per la prima volta ho capito cos’è l’amore materno, Esme me l’ha fatto vedere tramite le sue parole e tramite il suo abbraccio e ne sono stato felice, onorato.
Quando ci stacchiamo dall’abbraccio rimane il silenzio, uno strano silenzio, ma non è imbarazzo quello che c’è nell’aria questo è solo un silenzio di pensieri, finché la porta non si spalanca completamente e rivela la mia ragazza bianca in volto con sguardo terrorizzato

“Edward” sussurra e in un secondo la stringo tra le braccia, adesso solo lei mi mancava, solo lei voglio, ed’è lei quella che,con il suo amore, mi sta concedendo di farmi una vita felice

“Io sono fuori” ci dice Esme uscendo mentre continuo a stringere Bella nel mio abbraccio

“Ehy piccola” la saluto appena la porta si chiude, lei intanto sta iniziando a singhiozzare

“Ho avuto paura, quando mia madre mi ha chiamato e mi ha detto che sei stato male non sai come mi sono sentita, ho aspettato con ansia la fine della scuola. Mi sono preoccupata tantissimo” mi dice continuando a piangere e io inizio ad’accarezzarla

“Tranquilla ora sto bene, ed’è andato tutto bene” cerco di calmarla cullandola e solo dopo un po’ mi guarda negli occhi, e io mi perdo nel suo sguardo color cioccolato

“Ti amo troppo, non ti posso perdere, se ti dovesse succedere qualcosa ne potrei morire, lo vuoi capire?” mi dice ancora piangendo, e io mi rattristo non volevo che piangesse per me

“E io ti amo troppo per lasciarti andare, voglio stare solo con te, tu sei la mia vita adesso” gli sussurro e poi la bacio, era impossibile restare senza le sue labbra per un giorno intero, era impossibile non amarla, non accarezzarla e non averla davanti, semplicemente per me era impossibile pensare alla mia vita senza lei.
Ma dentro di me qualcosa mi avvisava che ci sarà qualcosa che allontanerà me e Bella forse per un po’ di tempo, spero ardentemente di sbagliarmi




Holàà!!
“Eccomi di nuovo qui con un altro cappy”

“Ehy siamo di nuovo qui, ammetto che il cappy mi è piaciuto, pure se alla fine mi è venuto un piccolo brivido”
“Non dirlo a me, comunque autrice ci saranno tradimenti in questa storia?”
Em non rispondi tu questa volta?”
“Hai detto che non posso anticipare niente, non voglio essere menato”
“Dai a questa domanda puoi rispondere, non anticiperai niente”
“Allora, mi rispondete?”
“Tranquillo Eddy in questa storia non ci sarà nessun tradimento, e i nostri protagonisti non metteranno mai fine alla loro storia. Si sa pure nella lontananza si ama”
“Emmet non ho detto di anticipare”
“Cosa ho ……. Ops scusa ho sbagliato a dire l’ultima frase vero?”
“Si”
“Sorry”
“Comunque tranquill non ci saranno tradimenti, ci sentiamo al prossimo cappy ”
“Bye, spero di leggere altre vostre recensioni”
“Kiss”
  
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