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Autore: England    29/09/2011    5 recensioni
- ; A stringere la sua mano un tipo leggermente più basso di lui , le dita saldamente intrecciate tra di loro e non sembra intenzionato a sciogliere quel nodo.
Tutti notiamo che c’è qualcosa che non va.
Mi giro verso Sakura, lei ricambia il mio sguardo interrogativo e il professor Kakashi richiama la nostra attenzione, schiarendosi la voce.
< Ragazzi, lui è Sasuke Uchiha e sarà il vostro nuovo compagno di classe per alcune delle ore scolastiche. >
- ; < Devi essere proprio un testardo, se sei ancora qui. >
Lo mormora, questo mi fa felice, perché è come se avesse appena realizzato che io -esisto-.
< Esatto, Sono Uzumaki Naruto. Il mio nome è indimenticabile e sono famoso per la mia testardaggine, Uchiha Sasuke. >
- ; Mi diverte il suo essere così preciso, ce lo vedo bene, a fare il Professor Terrore, in una classe. Magari con un paio di occhialetti calati sul naso, mentre legge a...
Dio, ma cosa vado a pensare poi.
Sasuke non potrà mai portare occhialetti sul naso mentre legge un libro. Sono uno stupido, stavo persino per dirglielo.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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la voce dell'irrazionalità:
; chi di voi segue anche tempere saprà di certo che questo è un periodo un po' confusionario per le fanfiction. tra una cosa e l'altra, sedermi al pc, o con un semplice foglio ed una penna, diventa veramente complicato. però eccomi qui, no, non ho abbandonato nessuno. ho solo bisogno di più  f o t t u t o  tempo. buona lettura e spero sia di vostro gradimento, se non lo è... va bene lo stesso, lol. xoxo~ diana.


Chapter six
 
Quando mi faccio abbastanza vicino, il sensei sorride, poggiando una mano sulla spalla di Sasuke.
< Uzumaki per favore, puoi dare una mano a Sasuke per salire? Magari mettetevi vicini, così se ha bisogno lo aiuti. > I miei occhi, sbalorditi, rimangono fissi sul professore e poi torno a guardare il moro che, con una faccia da schiaffi, ghigna soddisfatto.
M’acciglio e allungo una mano a prendere la sua.
< Vieni. > Mormoro, e me lo tiro dietro con davvero poca grazia.
Non appena siamo abbastanza distanti dal professore, lui lo intuisce, perché lo sento ridacchiare.
Mi volto, siamo in fila ad aspettare di salire, lo guardo perplesso. < Cosa c’è adesso? > Gli chiedo, e lui, in risposta, si stringe nelle spalle.
< Avrei voluto vedere la tua faccia. > Afferma, ed io taccio.
< Povero Naruto, speravi che non venissi eh? > deglutisco mandando giù la frecciatina e non rispondo.
< Oi, mi ascolti? > Sorrido io questa volta.
< Sì che ti ascolto, ma non mi va di risponderti. > mi volto di nuovo a dargli le spalle, lo sento sbuffare.
< Cosa c’è Sasuke? Hai bisogno di me, per i tuoi divertimenti? > Lo provoco e lui stringe leggermente la mia mano, affondando le unghie nella pelle. Mugolo di dolore. < Oh fai piano, mi fai male. > Lo ammonisco e lui allenta la presa.
< Non ho bisogno di te. > Dice ed io lo lascio stare.
Parlare con lui è impossibile.
Non lo abbandono lì solo perché non voglio essere sgridato dal professor Kakashi che, quando mi volto, ci sta fissando.
Alzo gli occhi al cielo.
Inoltre, smollarlo lì, farebbe di me una persona veramente cattiva, e non voglio passare da insensibile avanti agli altri.
Quando saliamo in autobus mi faccio avanti io per primo. Una volta salito vado a prendergli anche l‘altra mano.
< Ok, ci sono due scalini…. Sai attento. > Lui annuisce, mi stringe le mani, e sale.
Ovviamente non possiamo salire al piano di sopra -che sfiga- però va bene così.
Lo faccio sedere per primo, vicino al finestrino, sugli ultimi due posti in fondo.
Dopo i vari appelli e raccomandazioni e spiegazioni, l’autobus parte.
Mi volto un momento verso Sasuke, il viso inclinato in avanti, gli occhi spenti che fissano un punto impreciso. Sospiro.
< Hai bisogno di qualcosa? > Glielo chiedo gentilmente, lui scuote il capo e si volta dall’altra parte, dandomi quasi le spalle.
Come al solito, molto educato.
Allora prendo dalla tasca dei jeans l’mp3. Mi ci vuole un po’ per sciogliere il nodo delle cuffiette, ma finalmente le metto e faccio partire la musica.
Viaggiare in autobus mi mette sonnolenza, infatti dopo non molto, mi addormento.
 
Quando comincio a sentire la presenza del mondo, all’infuori di me, quando lo stato di dormiveglia si avvicina, sento una melodia leggera nelle mie orecchie.
Una melodia che parla di cose che non conosco, allora sorrido leggero e mi lascio cullare.
Sospiro leggermente , e dopo un po’ senza rendermene nemmeno conto, socchiudo gli occhi, e tra le ciglia ancora pesanti vedo la sagoma di Sasuke, lì vicino a me.
Lo fisso, con questa musica nella testa. Lui è lì, anche lui ascolta della musica e i suoi occhi fissano fuori, come se potesse vedere cosa c’è attorno a noi.
Lascio scivolare gli occhi dal suo viso al finestrino, osservo fuori e quasi automaticamente mi tolgo una cuffietta, abbassando il volume dell’mp3. Allungo una mano verso di lui, a togliergli una sua.
Lo vedo sobbalzare a quel tocco.
< Che diav- >
< Vuoi sapere cosa c’è fuori? > Lo dico leggermente assonnato, lui è voltato verso di me, ovviamente.
Lo vedo perplesso e poi, quasi ad ammetterlo, annuisce in modo quasi vago. Io sorrido e mi faccio più vicino a lui, per poter vedere bene fuori dal fin entrino. Lui quasi si ritira, voltando il viso di nuovo verso l’esterno.
Mi sembra di averlo visto arrossire, ma non sono sicuro.
< Siamo sull’autostrada, ma non sembrano esserci molte macchine al momento. Siamo… in mezzo a dei campi. Adesso stiamo passando un campo di… di…credo sia soia. Sai, foglioline verdi e… c’era una donna che vi camminava in mezzo, l’abbiamo passata. Ah… quelli sono pomodori, li stanno raccogliendo. Ci sono delle ceste gialle e dentro piene di pomodori. Abbiamo delle distese di campi che ci affiancano, qualche casetta e qualche albero, ma infondo ci sono le montagne. Sono davvero bellissime, verdi, e in cima hanno un po’ di neve qua e là, sembra un dipinto...  > Non  parlo molto veloce, ma cerco di rimanere al presente, come se volessi raccontargli le cose in -tempo reale- mentre ci passano accanto. Lui fissa fuori, non sorride, però mi ascolta.
< Queste, queste sono spighe ma… non so… >
< Orzo, o frumento. > Mi interrompe lui, così mi volto a guardarlo in viso, lui anche si è voltato, e me lo trovo molto vicino. Il suo odore mi colpisce forte ed io deglutisco. < S-sì credo che sia… orzo.. > Mormoro incerto sentendo il suo fiato sfiorarmi le labbra. Mi ritiro sul mio sedile, e fisso avanti a me, in silenzio.
Lui nota il cambiamento, sento i suoi occhi ciechi fissarmi. 
< Cos’è, il giro turistico è finito? > Mi ammonisce, sospiro.
< Sì. > Affermo e lo sento sbuffare, forse offendermi, ma non importa. Mi porto la cuffietta che avevo tolto all’orecchio e chiudo gli occhi. Voglio dormire ancora.
Non ci parliamo più per non so quanto tempo, ma ad un certo punto l’autobus rallenta e la voce del Sensei attira la nostra attenzione.
Abbasso il volume dell’mp3. Sta parlando al microfono.
< Ragazzi adesso faremo una sosta per sgranchirci le gambe. Fra venti minuti tornate all’autobus che ripartiamo, mi raccomando, puntuali. >
Dio che bello, scendiamo.
Spengo l’mp3, lo infilo in tasca e aspetto con ansia la sosta all’area di servizio. Quando l’autista apre la porte io mi alzo e mi precipito fuori, scendendo.
Mi stiracchio sbadigliando. Non ho pensato a Sasuke e non voglio pensarci.
Stargli troppo vicino mi ha fatto un brutto effetto.
Ad un certo punto vedo comparire Sakura al mio fianco che mi da una pacca sulla spalla. < Hey Naruto! > Mi volto e le sorrido. < Oh… non ti avevo ancora vista. > Affermo, lei si stringe nelle spalle. < Vieni a prendere qualcosa mangiare? > Annuisco ed iniziamo a camminare, prima di sentirmi richiamare dal professore.
< Naruto?! >
Mi volto, Kakashi mi guarda, con i pugni poggiati ai fianchi, come una madre alterata.
Deglutisco.
< Dov’è Sasuke? > Alzo gli occhi al cielo, sì, di nuovo.
< Dentro. > Rispondo, lui incrocia le braccia al petto. < Dentro perché ce l’hai lasciato, o dentro perché lo volveva lui? >
Non voglio mentirgli, così’ sospiro e mi volto verso Sakura. < Va’ pure da sola. Devo aiutare Sasuke. >
Lei annuisce e se ne va, mentre io, con sguardo poco contento, ritorno verso l’autobus.
Il professore segue ogni mio movimento, però io non lo guardo. Mi avvicino all’entrata posteriore, quella vicino alle scale che portano al piano di sopra dell’autobus e già lo vedo ancora prima di salire quei pochi gradini.
Affianco i sedili, lo guardo in silenzio qualche istante.
< Sasuke? > Lo chiamo, ma non risponde.
Allora noto che porta entrambe le cuffiette, probabilmente non mi sente.
< Sasuke? > Riprovo, ma niente.
Mi metto seduto su uno dei sedili che ci affiancano e lo guardo in silenzio.
In questo momento nella sua testa c’è solo della musica. L’unica delle sue consolazioni.
Non può vedere ciò che c’è fuori, non può vedere me, o chiunque altro.
I sorrisi, le smorfie, un viso e qualsiasi altra cosa.
Non può sapere quali sono le emozioni degli altri, è come se fosse in un limbo, e questo mi rattrista.
Sospiro; il viso ancora poggiato allo schienale del sedile e poi tossisco involontariamente.
Mi copro la bocca con la mano e istintivamente alzo il viso.
Lui si volta accigliato, si toglie una cuffietta  erimane zitto, in ascolto.
Ho la bocca tappata, gli occhi spalancati.
Non devo dirgli niente, non devo.
Fa per rimettersi la cuffietta, ma la mia voce esce incontrollata.
< Sasuke? > Lo chiamo, lui torna a voltarsi.
< Naruto? > Cerca una conferma, mi fa sorridere.
< Sì, sono io. Hai… bisogno di qualcosa? >
Lui si stringe nelle spalle, scuote il capo. < No. >
< Sicuro? Non hai fame? >
< No. > Mi mordo la bocca, mi alzo dal sedile sul quale ero seduto, e ritorno al mio,  affianco a lui.
< Che ascolti? >
< Musica. > Come al solito molto sgarbato.
< Mh, grazie, che musica? >
Mi passa una cuffietta senza dire niente, e la infilo.
Sono leggermente sporto in sua direzione, per evitare di farla cadere.
La melodia è chiaramente rock, ma le parole sono tremendamente strazianti.
Non conosco il gruppo, ma le prime cose che sento mi lasciano un po’ perplesso.
 
burning from the inside
crying with pain.
アナタニハスクエナ*
 
Mi sembra quasi di sentire la voce di Sasuke, in quell’ultima frase che dice *“tu non puoi salvarmi”.
Umetto le labbra, lo guardo di sottecchi.
< Non posso? > Lo mormoro, ma in realtà non volevo dirlo ad alta voce.
< Mh? > Lui si volta leggermente, allora mi accorgo di aver parlato.
M’acciglio e scuoto il capo. < Eh, no… niente… scusa… >
Lui torna a darmi la visuale del suo profilo, guarda fuori, morto.
< No, non puoi. >
Allora abbasso gli occhi, il suo tono atono mi toglie ogni parola di bocca e rimango a fissare i suoi lineamenti, in silenzio.
 
Lentamente le persone ricominciano a salire sull’autobus, ognuno riprende posto, mentre io e Sasuke restiamo così, in una sorta di crisi mistica personale, mentre le parole di un’ennesima canzone sembrano profetizzare una sconfitta.
Non so bene come e perché, ma sembra che ognuna di queste frasi siano semplici frecciatine destinate alla mia persona.
Purtroppo però, queste canzoni non sanno ancora che io sono Naruto Uzumaki, no?
A questo pensiero sorrido, dio, come sono stupido.
Una nuova frase mi colpisce, sorrido.
E’ diversa dalle altre, meno pessimistica.
 
Even so, I am trembling with the joy
Of having met you.
Please support my heart.

 
Allora mi tolgo la cuffietta. Lui si accorge dei miei movimenti e cerca la mia presenza, riprendendosi il filo che ho lasciato scivolare tra le sue mani.
< Sono felice, che tu sia venuto in gita. > E detto questo mi volto dall’altra parte, dandogli i tre quarti della mia schiena, anche se non può vederlo.
Sento i suoi occhi addosso, la sua presenza dietro di me, come se fosse confuso e spaesato.
Sorrido chiudendo gli occhi e ripenso alle ultime parole della canzone, quasi rincuoranti.
La speranza, così si dice, è l’ultima a morire.
  
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