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Regola
numero uno di ogni scrittore
La mattina seguente Richard stette
per un po’ fermo e
immobile a letto, fissando il soffitto.
Ma com’era potuto
succedere?
Come si era potuto innamorare in
quel modo di lei?
Quando era successo?
I suoi amici scrittori
l’avevano avvisato “Regola
numero uno di ogni scrittore: mai
innamorarsi della propria musa!”. Questo gli
avevano detto quando intuirono
che per Castle non era più solo questione di ricerche e
approfondimenti.
Ma Castle non dava mai retta a
nessuno.
Scosse la testa al ricordo e si
alzò per fare
colazione.
Quando Alexis lo vide
così mattiniero si allarmò “Come
mai sei già sveglio? Devi andare da qualche
parte?” chiese tutto d’un fiato.
Rick le regalò un
sorriso benevolo “Tranquilla
carotina...” Alexis spalancò gli occhi
interrompendolo “Papà!! Non ho più due
anni!!”
Rick rise e proseguì
“...non vado da nessuna parte ma
non avevo più sonno..”
Non aveva intenzione di
sgattaiolare al distretto di
nascosto. Aveva dato a sua figlia la sua parola e l’avrebbe
mantenuta. Ma
capiva i dubbi di Alexis ed era sicuro che per i primi tempi lei
l’avrebbe
tenuto d’occhio. In fondo quella retta e ligia al dovere era
lei, non certo suo
padre.
Lui era quello che al ‘resta in macchina’ di Beckett
rispondeva annuendo positivamente,
per poi sgattaiolare fuori dall’auto per seguirla
nell’azione.
La verità è
che lui era inaffidabile, ecco perché sua
figlia doveva controllarlo. E perché Kate non aveva scelto
lui, ma Josh. L’affidabile
motorcycle boy, pensò con
sdegno.
Ne era certo! Josh era uno di
quelli che se ne stava
buono e ubbidiente seduto in auto!
Noioso...
“Allora che si fa
oggi?” Alexis lo riscosse da quel
vortice di pensieri, si guardò attorno pensieroso cercando
di farsi venire
un’idea per iniziare bene la giornata.
“mmm...laser
tag?” propose tutto sorridente.
Dopo aver salvato il pianeta da una
nuova razza aliena
e aver cucinato improponibili frittelle per pranzo padre e figlia si
gettarono
sul divano esausti.
Alexis lo abbracciò
“Mi mancava tutto questo” confessò
la ragazzina.
“Anche a me piccola,
anche se oramai sei grande”
scherzò Castle stringendola a sé.
“Sarò sempre
la tua bambina e tu sarai sempre il
miglior padre del mondo”
“Lo so, ho una tazza che
lo dimostra!”
I due risero, poi Alexis si fece
più seria “Ho deciso
di non partire per il college, non subito almeno..”
“Cosa? Tesoro
perché?” domandò dispiaciuto. Non
voleva
che rinunciasse al college per lui.
“Rimando solo di qualche
mese…parto a gennaio…”
“E come farai a
rimetterti in pari?” domandò
preoccupato.
“Mi sono informata, posso
seguire dei corsi online, i
test e le tesine posso inviarli ai professori via e-mail e con i miei
voti e il
mio curriculum accademico il rettore ha detto che non ci sarebbero
problemi…”
“Non devi farlo per me,
lo sai vero?”
“Lo faccio anche per me,
mi sono spaventata, è vero, e
questa è la nostra ultima occasione per passare del tempo
insieme. Una volta in
California saremo lontani, sarò impegnata, poi
verrà il mondo del lavoro..”
Alexis gli sorrise dolcemente
“Ne sei proprio
convinta?” volle essere sicuro Castle
“Assolutamente
si”
“E allora va
bene” acconsentì rilassando i lineamenti
del volto.
Passarono il pomeriggio al telefono
con il rettore di
Standford gettando le basi per il piano di studi di Alexis,
controllando la
lista dei libri e il numero degli esami da sostenere per essere poi in
pari a
Gennaio, quando si sarebbe trasferita al campus.
Era un bell’impegno
quello che si stava assumendo sua
figlia, ma non poteva non esserne orgoglioso.
La sua bambina voleva passare
più tempo con lui prima
di diventare adulta a tutti gli effetti e farsi una vita propria.
Nei due giorni successivi si
parlò solo di Standford e
Alexis fece il giro delle librerie di New York per cercare tutti i
testi
scolastici necessari.
Rientrando a casa con le buste
della spesa capì però
che l’atmosfera era cambiata.
Raggomitolata sul divano sua figlia
fissava sconsolata
il tavolino da caffè.
Rick posò la spesa e le
si sedette accanto.
Nella foga di proteggere
suo padre da sé stesso e lo shopping scolastico sfrenato non
aveva tenuto conto
del suo ragazzo.
Credeva che Ashley
l’avrebbe capita e appoggiata;
invece se l’era presa.
“Tesoro.. credevo ne
aveste parlato.. pensavo che
avessi deciso con lui..” disse Rick dopo averla ascoltata.
“Non pensavo se la
prendesse così!” si giustificò lei.
“Avreste dovuto partire
insieme la settimana prossima
e invece ora scopre che vi rivedrete solo fra quattro
mesi..è normale che sia
arrabbiato..” le disse facendole capire che aveva
completamente tagliato fuori
Ashley dalla sua decisione.
“Mi dispiace ho
sbagliato, immagino di essere stata
così presa dal panico che ti potesse succedere qualcosa che
non ho pensato che
la mia scelta potesse ferirlo..” ammise lei.
“Chiaritevi in fretta,
prima della sua partenza, o
questi quattro mesi di separazione non faranno altro che peggiorare il
vostro
rapporto” le consigliò saggiamente Rick.
Quella sera e il giorno seguente
Ashley non rispose
alle sue telefonate.
Il venerdì mattina
Castle si prese del tempo e si
lasciò coccolare un po’ più del solito
dal getto della doccia.
La prima settimana senza andare al
distretto era
passata più o meno tranquillamente.
Alexis e il college lo avevano
tenuto impegnato perciò
non aveva avuto modo di pensare agli omicidi, al distretto o a Kate.
No non era vero. Uscendo dalla
doccia si diede del
bugiardo.
Mentire a se stesso non gli sarebbe
servito a niente.
Pensava a lei in continuazione e gli mancava non poterle parlare e
portare il caffè
ogni mattina.
Sentì delle urla al
piano di sotto, si vestì e scese
le scale.
Vide Alexis saltellare come un
grillo attorno a
Martha.
“Ehi, qualcuna ha fatto
pace con il suo ragazzo?”
domandò raggiungendola.
Alexis cambiò
traiettoria e diresse i suoi saltelli
verso il padre “Non ancora, ma ha accettato di vedermi
più tardi!!!”
“Questa è
decisamente una buona cosa” le disse
abbracciandola.
“Ceneremo, mi
scuserò e gli spiegherò le mie ragioni”
spiegò carica come una duracel “e dopo cena
passeremo la serata qui, se ce lo
permetti”
“Oh..ho invitato i
ragazzi a giocare a poker..ma se vi
va potete stare qui anche voi..” propose Rick.
“Ehm..non credo sia il
caso..” ammise titubante la
ragazzina.
“Mi chiedono sempre di te
sai? Su, su, non puoi
evitarli in eterno!” disse appoggiandole una mano sulla
spalla.
Beccata! Pensò Alexis
“E va bene, papà, a voi il poker e a noi
un bel film”
I due si strinsero la mano
suggellando il patto.
Con un cenno Martha
attirò l’attenzione del figlio e,
una volta che lui le fu vicino, domandò sottovoce:
“Ci sarà anche Kate
stasera?”
Rick si intristì
“Non lo so mamma. Ryan e Esposito
hanno risposto al mio messaggio, ma lei no..” abbassando lo
sguardo.
Martha poggiò la mano
sul braccio del figlio. La straziava
vederlo soffrire così per amore.
Alle nove precise Ryan e Jenny
suonarono il campanello
di casa Castle.
Erano i primi e Martha
offrì loro da bere in cucina mentre
Richard preparava le fiches e le carte sul tappeto verde.
La gran
diva
sorseggiò il suo martini con classe ed eleganza prendendo
Jenny sottobraccio e
portandola in salotto per sapere tutto sui preparativi del matrimonio.
Rick ne approfittò per
affiancarsi a Ryan “Come..come
è andata la settimana?” domandò un
po’ esitante. Non era sicuro di volere
sapere la risposta.
Ryan accennò un debole
sorriso, sapeva che non era
esattamente quella la domanda che l’amico voleva porgli
“Non sta bene, Castle.
Affatto” disse serio.
Tanto serio che a Rick
sembrò di aver preso un colpo
in pieno stomaco.
“Non so bene cosa le
prenda ma..” il campanello suonò
nuovamente interrompendo Ryan “...beh lo vedrai da
solo..” indicando a Rick la
porta.
Lo scrittore si affrettò
all’ingresso. Erano Esposito
e Lanie che lo salutarono e abbracciarono.
Castle si spostò di
lato, lasciandoli passare. Stava
per richiudere la porta quando si accorse che sul pianerottolo, in
disparte,
c’era qualcun altro.
Kate lo salutò
timidamente, con le mani infilate nelle
tasche e lo sguardo basso.
Quando la guardò in
volto, rimase di sasso.
I suoi occhi erano un po’
arrossati e aveva delle
profonde occhiaie. Sembrava così fragile in quel momento
tanto che dovette
sforzarsi per reprimere la voglia di abbracciarla e coccolarla. Niente
a che
vedere con la tosta detective Beckett.
Ryan aveva ragione. Kate non stava
affatto bene.
Castle sorrise comprensivo. Nemmeno
lui stava bene.
“Scusa se non ti ho
risposto al messaggio…” disse
imbarazzata “..fino all’ultimo non sapevo
se…” deglutì forzatamente
“..se mi
sarei riuscita a liberare..”
Era una bugia. Chiunque
l’avrebbe capito.
Ma a Castle non interessava
“L’importante è che sei
qui” le disse dolcemente porgendole la mano e conducendola in
casa.
La voce dei suoi amici scrittori
gli risuonò in testa
come un campanello d’allarme.
Regola
numero
uno, Castle!
Ignorò quelle voci e
chiuse la porta dietro di se.
Verso metà serata Kate
sembrò finalmente rilassarsi.
Lei, Rick, Esposito e Ryan
giocavano a poker mentre
Lanie, Jenny, Martha, Ashley e Alexis, che avevano superato la lite,
guardavano
un film in salotto chiacchierando e mangiando pop corn.
I detective raccontarono a Castle
di qualche caso
strano o testimone buffo della settimana e lui raccontò loro
della decisione di
Alexis riguardo il college.
Dopo che Castle vinse due volte e
Beckett una,
raggiunsero gli altri in salotto.
Ryan e Esposito, delusi dalle
molteplici sconfitte al
tavolo verde, pretesero di scegliere un altro dvd da guardare.
Le loro faccette imbronciate fecero
ridere tutti.
Castle guardò Beckett.
Sembrava a suo agio e si stava
divertendo.
Forse ce la potevano fare. Potevano
riuscire a portare
avanti la loro amicizia, o qualunque cosa fosse, anche fuori dal
distretto.
Il cellulare di Kate
suonò nel bel mezzo di quei
pensieri. Era un messaggino.
Castle osservò la scena
attentamente.
Lo sguardo di lei era dapprima
curioso. Poi realizzato
il mittente i suoi occhi si fecero seri, ed infine divennero tristi una
volta
conclusa la lettura e rimesso in tasca il telefono.
Chiuse le palpebre e
respirò profondamente. Castle la
vide stringere il pugno, appoggiato al bracciolo del divano.
Si alzò lentamente,
sconsolata “Scusate, devo
andare..” disse flebilmente
Ryan ed Esposito si voltarono verso
di lei “C’è stato
un omicidio? Veniamo con te?” domandarono entrambi.
“No, no.. nessun
cadavere.. è solo che.. è tardi, devo
proprio andare”
Castle non fece in tempo nemmeno ad
accompagnarla alla
porta che già si era volatilizzata, lasciando tutti a bocca
aperta.
Martha ruppe il silenzio
“Credo di non aver compreso
bene cos’è successo”
Alexis annuì triste,
chiedendosi se in qualche modo la
sua richiesta centrasse con il comportamento di Kate.
“Nemmeno io”
confermò Jenny
“Nemmeno noi!”
aggiunsero i due detective all’unisono.
Castle era più che mai
certo che fosse di Josh il
messaggino.
Puntò gli occhi in
quelli di Lanie, che lo stava
fissando a sua volta, e ne ebbe conferma.
Distolse lo sguardo e si
preparò un bicchiere di
scotch.
Lo trangugiò tutto
d’un sorso, davanti a tutti. Non
gli importava granchè che lo vedessero in quello stato.
Prontamente Alexis capì
che la serata era finita.
Riaccese le luci e accompagnò il suo ragazzo alla porta. Poi
salutò tutti e si
precipitò in camera, lasciando gli adulti da soli.
Martha spense la televisione, tanto
il film era ormai
passato in secondo piano.
Si alzarono tutti “Forse
è meglio se andiamo anche
noi” disse Ryan recuperando le chiavi della macchina.
“Si, amico, sono stanco e
con il portafoglio
alleggerito!” aggiunse Esposito cercando di smorzare la
tensione.
Castle abbozzò un
sorriso tirato.
Martha accompagnò i
quattro alla porta; prima di
lasciarli andare Castle sopraggiunse alle loro spalle.
“Lanie..” ma
quando la donna si voltò non riuscì a
dire altro.
Lei lo rassicurò con un
sorriso e gli posò una mano
sulla spalla “Proverò a parlarle, ma lo sai
com’è fatta..”
Castle annuì e li
lasciò uscire.
Quando Martha chiuse la porta si
prese qualche minuto
per osservare il figlio.
L’aveva visto
così provato solo in ospedale, il giorno
della sparatoria.
Gli diede un bacio sulla guancia e
gli augurò una
buona notte.
Castle restò
lì in piedi impalato a fissare il nulla
finchè non si costrinse ad andare a letto.
Angolo
dell’autrice:
Capitolo un po’
tristolotto?... in questa fase della
storia sì.
Bisogna cadere per potersi
rialzare.
Ce ne saranno altri
così, ma anche altri più
divertenti.
Le emozioni sono tante, dobbiamo
passare un po’ attraverso
a tutte! :D
Spero restiate a godervi il viaggio
insieme a me!
Un ringraziamento come sempre a
Mari_Rina24 che ormai
mi sopporta.
Io le chiedo delle cose assurde e
impossibili (tipo l’sms
di oggi XD) e lei chiede le risposte ai suoi genitori! U_U dove la
trovo un’altra
così??? ;D lovviu!!!
Un bacione al Castle Made of EFP di
Facebook!!! Unitevi
a noi!!!! ;D
Buona lettura,
Ivi87