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Autore: ivi87    29/09/2011    7 recensioni
“Non andare..” sussurrò sua figlia.
Rick restò in silenzio, concentrato sulla ragazzina.
“Non tornare al distretto. Per favore..” riuscì a dire prima che gli occhi le diventassero lucidi.
nuova storia, nuova avventura.
Castle accetta la richiesta della figlia. Riuscirà a stare lontano da Kate? E se venisse a conoscenza di qualcosa di sconvolgente e pericoloso per Kate?
Buona lettura a tutte!! ;D
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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# Regola numero uno di ogni scrittore

 

 

La mattina seguente Richard stette per un po’ fermo e immobile a letto, fissando il soffitto.

Ma com’era potuto succedere?

Come si era potuto innamorare in quel modo di lei? Quando era successo?

I suoi amici scrittori l’avevano avvisato “Regola numero uno di ogni scrittore: mai innamorarsi della propria musa!”. Questo gli avevano detto quando intuirono che per Castle non era più solo questione di ricerche e approfondimenti.

Ma Castle non dava mai retta a nessuno.

Scosse la testa al ricordo e si alzò per fare colazione.

Quando Alexis lo vide così mattiniero si allarmò “Come mai sei già sveglio? Devi andare da qualche parte?” chiese tutto d’un fiato.

Rick le regalò un sorriso benevolo “Tranquilla carotina...” Alexis spalancò gli occhi interrompendolo “Papà!! Non ho più due anni!!”

Rick rise e proseguì “...non vado da nessuna parte ma non avevo più sonno..”

Non aveva intenzione di sgattaiolare al distretto di nascosto. Aveva dato a sua figlia la sua parola e l’avrebbe mantenuta. Ma capiva i dubbi di Alexis ed era sicuro che per i primi tempi lei l’avrebbe tenuto d’occhio. In fondo quella retta e ligia al dovere era lei, non certo suo padre.

Lui era quello che al ‘resta in macchina’ di Beckett rispondeva annuendo positivamente, per poi sgattaiolare fuori dall’auto per seguirla nell’azione.

La verità è che lui era inaffidabile, ecco perché sua figlia doveva controllarlo. E perché Kate non aveva scelto lui, ma Josh. L’affidabile motorcycle boy, pensò con sdegno.

Ne era certo! Josh era uno di quelli che se ne stava buono e ubbidiente seduto in auto!

Noioso...

“Allora che si fa oggi?” Alexis lo riscosse da quel vortice di pensieri, si guardò attorno pensieroso cercando di farsi venire un’idea per iniziare bene la giornata.

“mmm...laser tag?” propose tutto sorridente.

 

 

Dopo aver salvato il pianeta da una nuova razza aliena e aver cucinato improponibili frittelle per pranzo padre e figlia si gettarono sul divano esausti.

Alexis lo abbracciò “Mi mancava tutto questo” confessò la ragazzina.

“Anche a me piccola, anche se oramai sei grande” scherzò Castle stringendola a sé.

“Sarò sempre la tua bambina e tu sarai sempre il miglior padre del mondo”

“Lo so, ho una tazza che lo dimostra!”

I due risero, poi Alexis si fece più seria “Ho deciso di non partire per il college, non subito almeno..”

“Cosa? Tesoro perché?” domandò dispiaciuto. Non voleva che rinunciasse al college per lui.

“Rimando solo di qualche mese…parto a gennaio…”

“E come farai a rimetterti in pari?” domandò preoccupato.

“Mi sono informata, posso seguire dei corsi online, i test e le tesine posso inviarli ai professori via e-mail e con i miei voti e il mio curriculum accademico il rettore ha detto che non ci sarebbero problemi…” 

“Non devi farlo per me, lo sai vero?”

“Lo faccio anche per me, mi sono spaventata, è vero, e questa è la nostra ultima occasione per passare del tempo insieme. Una volta in California saremo lontani, sarò impegnata, poi verrà il mondo del lavoro..” Alexis gli sorrise dolcemente

“Ne sei proprio convinta?” volle essere sicuro Castle

“Assolutamente si” 

“E allora va bene” acconsentì rilassando i lineamenti del volto.

Passarono il pomeriggio al telefono con il rettore di Standford gettando le basi per il piano di studi di Alexis, controllando la lista dei libri e il numero degli esami da sostenere per essere poi in pari a Gennaio, quando si sarebbe trasferita al campus.

Era un bell’impegno quello che si stava assumendo sua figlia, ma non poteva non esserne orgoglioso.

La sua bambina voleva passare più tempo con lui prima di diventare adulta a tutti gli effetti e farsi una vita propria.

 

 

Nei due giorni successivi si parlò solo di Standford e Alexis fece il giro delle librerie di New York per cercare tutti i testi scolastici necessari.

Rientrando a casa con le buste della spesa capì però che l’atmosfera era cambiata.

Raggomitolata sul divano sua figlia fissava sconsolata il tavolino da caffè.

Rick posò la spesa e le si sedette accanto.

Nella foga di proteggere suo padre da sé stesso e lo shopping scolastico sfrenato non aveva tenuto conto del suo ragazzo.

Credeva che Ashley l’avrebbe capita e appoggiata; invece se l’era presa.

“Tesoro.. credevo ne aveste parlato.. pensavo che avessi deciso con lui..” disse Rick dopo averla ascoltata.

“Non pensavo se la prendesse così!” si giustificò lei.

“Avreste dovuto partire insieme la settimana prossima e invece ora scopre che vi rivedrete solo fra quattro mesi..è normale che sia arrabbiato..” le disse facendole capire che aveva completamente tagliato fuori Ashley dalla sua decisione.

“Mi dispiace ho sbagliato, immagino di essere stata così presa dal panico che ti potesse succedere qualcosa che non ho pensato che la mia scelta potesse ferirlo..” ammise lei.

“Chiaritevi in fretta, prima della sua partenza, o questi quattro mesi di separazione non faranno altro che peggiorare il vostro rapporto” le consigliò saggiamente Rick.

Quella sera e il giorno seguente Ashley non rispose alle sue telefonate.

Il venerdì mattina Castle si prese del tempo e si lasciò coccolare un po’ più del solito dal getto della doccia.

La prima settimana senza andare al distretto era passata più o meno tranquillamente.

Alexis e il college lo avevano tenuto impegnato perciò non aveva avuto modo di pensare agli omicidi, al distretto o a Kate.

No non era vero. Uscendo dalla doccia si diede del bugiardo.

Mentire a se stesso non gli sarebbe servito a niente. Pensava a lei in continuazione e gli mancava non poterle parlare e portare il caffè ogni mattina.

Sentì delle urla al piano di sotto, si vestì e scese le scale.

Vide Alexis saltellare come un grillo attorno a Martha.

“Ehi, qualcuna ha fatto pace con il suo ragazzo?” domandò raggiungendola.

Alexis cambiò traiettoria e diresse i suoi saltelli verso il padre “Non ancora, ma ha accettato di vedermi più tardi!!!”

“Questa è decisamente una buona cosa” le disse abbracciandola.

“Ceneremo, mi scuserò e gli spiegherò le mie ragioni” spiegò carica come una duracel “e dopo cena passeremo la serata qui, se ce lo permetti”

“Oh..ho invitato i ragazzi a giocare a poker..ma se vi va potete stare qui anche voi..” propose Rick.

“Ehm..non credo sia il caso..” ammise titubante la ragazzina.

“Mi chiedono sempre di te sai? Su, su, non puoi evitarli in eterno!” disse appoggiandole una mano sulla spalla.

Beccata! Pensò Alexis “E va bene, papà, a voi il poker e a noi un bel film”

I due si strinsero la mano suggellando il patto.

Con un cenno Martha attirò l’attenzione del figlio e, una volta che lui le fu vicino, domandò sottovoce: “Ci sarà anche Kate stasera?”

Rick si intristì “Non lo so mamma. Ryan e Esposito hanno risposto al mio messaggio, ma lei no..” abbassando lo sguardo.

Martha poggiò la mano sul braccio del figlio. La straziava vederlo soffrire così per amore.

 

 

Alle nove precise Ryan e Jenny suonarono il campanello di casa Castle.

Erano i primi e Martha offrì loro da bere in cucina mentre Richard preparava le fiches e le carte sul tappeto verde.

La gran diva sorseggiò il suo martini con classe ed eleganza prendendo Jenny sottobraccio e portandola in salotto per sapere tutto sui preparativi del matrimonio.

Rick ne approfittò per affiancarsi a Ryan “Come..come è andata la settimana?” domandò un po’ esitante. Non era sicuro di volere sapere la risposta.

Ryan accennò un debole sorriso, sapeva che non era esattamente quella la domanda che l’amico voleva porgli “Non sta bene, Castle. Affatto” disse serio.

Tanto serio che a Rick sembrò di aver preso un colpo in pieno stomaco.

“Non so bene cosa le prenda ma..” il campanello suonò nuovamente interrompendo Ryan “...beh lo vedrai da solo..” indicando a Rick la porta.

Lo scrittore si affrettò all’ingresso. Erano Esposito e Lanie che lo salutarono e abbracciarono.

Castle si spostò di lato, lasciandoli passare. Stava per richiudere la porta quando si accorse che sul pianerottolo, in disparte, c’era qualcun altro.

Kate lo salutò timidamente, con le mani infilate nelle tasche e lo sguardo basso.

Quando la guardò in volto, rimase di sasso.

I suoi occhi erano un po’ arrossati e aveva delle profonde occhiaie. Sembrava così fragile in quel momento tanto che dovette sforzarsi per reprimere la voglia di abbracciarla e coccolarla. Niente a che vedere con la tosta detective Beckett.

Ryan aveva ragione. Kate non stava affatto bene.

Castle sorrise comprensivo. Nemmeno lui stava bene.

“Scusa se non ti ho risposto al messaggio…” disse imbarazzata “..fino all’ultimo non sapevo se…” deglutì forzatamente “..se mi sarei riuscita a liberare..”

Era una bugia. Chiunque l’avrebbe capito.

Ma a Castle non interessava “L’importante è che sei qui” le disse dolcemente porgendole la mano e conducendola in casa.

La voce dei suoi amici scrittori gli risuonò in testa come un campanello d’allarme.

Regola numero uno, Castle! Ignorò quelle voci e chiuse la porta dietro di se.

 

 

Verso metà serata Kate sembrò finalmente rilassarsi.

Lei, Rick, Esposito e Ryan giocavano a poker mentre Lanie, Jenny, Martha, Ashley e Alexis, che avevano superato la lite, guardavano un film in salotto chiacchierando e mangiando pop corn.

I detective raccontarono a Castle di qualche caso strano o testimone buffo della settimana e lui raccontò loro della decisione di Alexis riguardo il college.

Dopo che Castle vinse due volte e Beckett una, raggiunsero gli altri in salotto.

Ryan e Esposito, delusi dalle molteplici sconfitte al tavolo verde, pretesero di scegliere un altro dvd da guardare.

Le loro faccette imbronciate fecero ridere tutti.

Castle guardò Beckett. Sembrava a suo agio e si stava divertendo.

Forse ce la potevano fare. Potevano riuscire a portare avanti la loro amicizia, o qualunque cosa fosse, anche fuori dal distretto.

Il cellulare di Kate suonò nel bel mezzo di quei pensieri. Era un messaggino.

Castle osservò la scena attentamente.

Lo sguardo di lei era dapprima curioso. Poi realizzato il mittente i suoi occhi si fecero seri, ed infine divennero tristi una volta conclusa la lettura e rimesso in tasca il telefono.

Chiuse le palpebre e respirò profondamente. Castle la vide stringere il pugno, appoggiato al bracciolo del divano.

Si alzò lentamente, sconsolata “Scusate, devo andare..” disse flebilmente

Ryan ed Esposito si voltarono verso di lei “C’è stato un omicidio? Veniamo con te?” domandarono entrambi.

“No, no.. nessun cadavere.. è solo che.. è tardi, devo proprio andare”

Castle non fece in tempo nemmeno ad accompagnarla alla porta che già si era volatilizzata, lasciando tutti a bocca aperta.

Martha ruppe il silenzio “Credo di non aver compreso bene cos’è successo”

Alexis annuì triste, chiedendosi se in qualche modo la sua richiesta centrasse con il comportamento di Kate.

“Nemmeno io” confermò Jenny

“Nemmeno noi!” aggiunsero i due detective all’unisono.

Castle era più che mai certo che fosse di Josh il messaggino.

Puntò gli occhi in quelli di Lanie, che lo stava fissando a sua volta, e ne ebbe conferma.

Distolse lo sguardo e si preparò un bicchiere di scotch.

Lo trangugiò tutto d’un sorso, davanti a tutti. Non gli importava granchè che lo vedessero in quello stato.

Prontamente Alexis capì che la serata era finita. Riaccese le luci e accompagnò il suo ragazzo alla porta. Poi salutò tutti e si precipitò in camera, lasciando gli adulti da soli.

Martha spense la televisione, tanto il film era ormai passato in secondo piano.

Si alzarono tutti “Forse è meglio se andiamo anche noi” disse Ryan recuperando le chiavi della macchina.

“Si, amico, sono stanco e con il portafoglio alleggerito!” aggiunse Esposito cercando di smorzare la tensione.

Castle abbozzò un sorriso tirato.

Martha accompagnò i quattro alla porta; prima di lasciarli andare Castle sopraggiunse alle loro spalle.

“Lanie..” ma quando la donna si voltò non riuscì a dire altro.

Lei lo rassicurò con un sorriso e gli posò una mano sulla spalla “Proverò a parlarle, ma lo sai com’è fatta..”

Castle annuì e li lasciò uscire.

Quando Martha chiuse la porta si prese qualche minuto per osservare il figlio.

L’aveva visto così provato solo in ospedale, il giorno della sparatoria.

Gli diede un bacio sulla guancia e gli augurò una buona notte.

Castle restò lì in piedi impalato a fissare il nulla finchè non si costrinse ad andare a letto.

 

 

Angolo dell’autrice:

 

Capitolo un po’ tristolotto?... in questa fase della storia sì.

Bisogna cadere per potersi rialzare.

Ce ne saranno altri così, ma anche altri più divertenti.

Le emozioni sono tante, dobbiamo passare un po’ attraverso a tutte! :D

Spero restiate a godervi il viaggio insieme a me!

Un ringraziamento come sempre a Mari_Rina24 che ormai mi sopporta.

Io le chiedo delle cose assurde e impossibili (tipo l’sms di oggi XD) e lei chiede le risposte ai suoi genitori! U_U dove la trovo un’altra così??? ;D lovviu!!!

Un bacione al Castle Made of EFP di Facebook!!! Unitevi a noi!!!! ;D

  

Buona lettura,

Ivi87

   
 
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