Helen Morris.
Era stato con lei durante il quarto anno, una delle sue migliori conquiste.
Nulla di serio ma quella era stata la storia più lunga di James.
Sfoderò il suo affascinante sorriso, quell'aria
truffaldina e presuntuosa affascinava tutte le ragazze.
Con le dovute eccezioni.
-Jamie, cosa ci fai qui?
Ramoso si prese un secondo per fissarla. Per un istante
sembrava che passato e presente si fossero uniti. Non era trascorso un solo
istante dall'ultima volta che l'aveva baciata e nemmeno un secondo da quando la
esibiva trionfante quasi fosse un premio.
Ma non era nulla per lui. Solo
una delle tante, poteva averla, quindi perchè mai rifiutare i suoi baci?
-Ciao Hely
-Stai qui ad aspettarla, vero? Non verrà... lo sai
Che James
fosse pazzo di Lily, ormai lo aveva capito tutta la scuola. Ma
nessuno avrebbe scommesso un galeone sulla rossa, Potter
non poteva esserne innamorato sul serio. Sarebbe stata una delusione per tutte
le ragazze di Hogwarts. Già Lily era sufficientemente
odiata: non bastava che fosse intelligente, la prima in tutto e pure carina,
doveva anche avere Potter!
Fra quelle che la odiavano
Era stata con tutti i ragazzi più
popolari della scuola, con quella sua aria da finta santarellina ingannava
tutti. Potter avrebbe voluto tenerselo per un altro po' ma il ragazzo si era misteriosamente stufato di lei dopo
che
-Io non aspetto nessuno. Sto qui perchè mi va
-Ti spiace se sto qui con te?
Gli si era seduta accanto. In un attimo Potter realizzò perchè l'aveva scambiata
per Lily: indossava la divisa e l'unica ragazza che a quell'ora
poteva indossarla era solo la rossa, raramente l'aveva vista vestita
diversamente. Fu costretto ad ammettere che alla Morris
la divisa, per di più bagnata, stava davvero bene.
-Sei tutta bagnata, andiamo alla
festa!
Le offrì il braccio, galante. Erano di nuovo insieme. Helen non lo avrebbe fatto soffrire, non
sarebbe stato necessario correrle dietro tutti i giorni perchè lei lo
avrebbe aspettato sempre...
Lily era di nuovo sola. Tirò un sospiro di sollievo. La solitudine era il suo rifugio. Da
sola poteva mostrarsi debole, non aveva bisogno di
difendersi dagli insulti e dalla verità. Mentre era
sola, poteva vivere in un mondo a parte dove Potter
non la tormentava e gli altri non la assillavano.
Sono sola. Sono una stupida sola. Che
ci faccio qui? Perchè non sono giù?
Agitò la bacchetta verso l'armadio. i
vestiti le sfilavano davanti. Se voleva scendere non
poteva certo farlo con la divisa tutta stropicciata. Un vestito valeva l'altro
per quello che le importava. Si costrinse ad alzarsi e ad afferrare un paio di
jeans e una maglietta. La sua preferita. Quando si sentiva giù le piaceva
scegliere vestiti che la mettessero a suo agio.
Restava solo un problema: la sua faccia. Gli occhi erano cerchiati di rosso.
Alla fine aveva pianto, così senza motivo. Non doveva saperlo nessuno. E non poteva spiegarlo se prima non avesse chiarito con se
stessa.
Si sarebbe dovuta truccare. Prese un copriocchiaie
e cercò di darsi un tono. Passò la matita sulla palpebra inferiore e si guardò
nuovamente. Aveva un'aria triste e abbattuta ma almeno era presentabile. Un
colpo di spazzola ai capelli e si decise a legarli.
Scese piano dal dormitorio,
scrutando la situazione intorno a sè.
Era vero. Potter non c'era. Si
concesse un sorriso. Una seccatura in meno.
Il dormitorio esplose in un boato.
-Evviva. Evviva. Viva Potter. Viva
Grifondoro!
-Ehi Ramoso! Di nuovo con
Tutto quell'entusiasmo era per Potter che aveva fatto il suo ingresso in Sala comune
accompagnato da Helen.
James vagò con lo sguardo per la
sala, entusiasmato da tutta quell'accoglienza.
La vide.
In piedi. Vicino alle scale del dormitorio c'era lei.
L'aveva attesa tanto tempo, ma
ormai non aveva più importanza.
Lui aveva
Anche Lily lo vide. E per un
attimo i loro sguardi si incrociarono. Poi
Amarezza.
Immotivata.
Sentiva gli occhi pungerle per le lacrime represse.
Quella non era lei.
Improvvisamente la voglia di andare alla
festa le passò totalmente. Stava per girare i tacchi e tornarsene a letto, ma Potter la stava ancora
guardando, non doveva dargli soddisfazione.
Stringi i denti e sorridi. Non c'è alcun motivo di essere triste.
Non puoi fermare la tristezza. Ti aggredisce. Fai di tutto
per sfuggirle. Ma lei è lì e resta con te. Una
compagnia indesiderata ma costante. Il resto del mondo svanisce, come se fosse
una magia. La coscienza svanisce. Resta la malinconia.
Lily prese una burrobirra. La
sorseggiò piano, cercando di evitare Potter e gli
altri. Un'altra e un'altra ancora.
I Grifondoro cominciavano ad
andarsene. Lily non sapeva più da quanto tempo era lì. Si sedette in un angolo,
sola di nuovo, in mezzo a tanti.
Si può essere soli anche se circondati da molti. Tutti ti
sono estranei, nemici. I loro sorrisi si tramutano in ghigni.
Lacrime.
Di nuovo.
Aveva la vista appannata un po' per le lacrime, un po' per
il malditesta e le burrobirre.
Qualcuno avanzava verso di lei.
Potter!
Le stava dicendo qualcosa.
Non capiva.
Non sentiva.
Forse non era neanche lui, ma che importava!
Ormai quella non era più lei, agiva
per una volontà tutta diversa, non sua. Estranea. In quel momento era
un'estranea per se stessa.
Potter si chinò verso di lei.
Impulso. Fortissimo. Imperioso.
Lily si mosse in avanti. La distanza si annullava. Non
esisteva più uno spazio a separarli. Neanche un centimetro. Calore. Un calore improvviso, sulle labbra un sapore dolce.
Stava baciando James Potter!
Solo che quello non era James Potter...